
Materia informe
Serie: Adiacentia
- Episodio 1: I passaggi
- Episodio 2: Ricordi
- Episodio 3: Ombre e Penitenti
- Episodio 4: Clara
- Episodio 5: Il mercato internazionale
- Episodio 6: Un bel guaio
- Episodio 7: In trappola
- Episodio 8: Materia informe
- Episodio 9: Per sempre giovane
- Episodio 10: Nessuno ti farà del male (1)
- Episodio 1: Nessuno ti farà del male (2)
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Quando ebbe finito di pregare, si alzò e andò verso la sacrestia.
Rimasi sola. Provai una strana sensazione: non mi era mai capitato di trovarmi completamente sola in una chiesa. Attraversai la navata centrale e raggiunsi l’altare, poi mi voltai e mi accorsi che quel luogo, a luci spente e deserto, aveva un certo fascino. Mentre osservavo l’organo, mi tornò in mente una cosa buffa: quando visitai quella chiesa con la scuola, l’insegnante non faceva che rimproverare me e Mirjam (la mia migliore amica) perché urlavamo l’una il nome dell’altra, così da sentire l’eco e poi ridere come matte. Mi resi conto che adesso avrei potuto urlare a squarciagola e nessuno sarebbe venuto a sgridarmi. Chissà, però, se facendolo avrei sentito l’eco della mia voce. Non rimaneva che provare.
Così, urlai un nome: «Matti.»
Niente eco. Avrei dovuto immaginarlo. Comunque, non mi arresi e urlai di nuovo, ma questa volta usando tutta la mia forza: «Matti!»
Finalmente avvertii qualcosa: lo spazio intorno a me si dilatò per poi comprimersi di nuovo, come una specie di terremoto o l’effetto di un’esplosione. E, probabilmente sarà stata solo la mia immaginazione, ma mi parve di percepire anche l’eco. Per fortuna, nessuno può sentirmi, pensai. Ma dovetti ricredermi un attimo dopo, quando sentii i passi di Matti che stava tornando indietro, urlando: «Anna, sei tu?»
Chi era Anna? E, soprattutto, come mai Matti era riuscito a sentire la mia voce?
Accese la luce, continuando a chiamare Anna e io ebbi quasi un attacco di panico: poteva sentirmi, quindi forse avrebbe potuto anche vedermi. E se avessi combinato un altro guaio, i Beati mi avrebbero lasciata lì per sempre. Non trovando altre soluzioni, mi nascosi dietro l’altare e rimasi lì ferma, zitta e terrorizzata, mentre Matti continuava ad avvicinarsi. Quei momenti sembrarono ore! Poi finalmente se ne andò, dirigendosi di nuovo verso la sacrestia.
Pensai all’assurdità della situazione in cui mi trovavo e al fatto che, in un certo senso, mi faceva piacere essere percepita da qualcuno. Insomma, ritrovarsi improvvisamente sola e completamente invisibile a tutti, non era proprio l’ideale. Qualcuno, adesso, poteva sentirmi. Magari non sarei stata in grado di scoprirne il motivo, però pensai che avrei potuto almeno provarci.
Matti uscì dalla chiesa e salì in auto e io decisi di seguirlo; a distanza e senza farmi notare, ovviamente.
Mi accorsi che eravamo quasi vicini di casa, quando svoltò a destra e parcheggiò vicino a un palazzo che avevo già visto tante volte. Io abitavo dall’altra parte della strada, quindi conoscevo bene la zona.
Oltre alla straordinaria velocità negli spostamenti, il mio nuovo corpo mi consentiva di passare attraverso le pareti, proprio come i fantasmi (che, pensandoci bene, era esattamente ciò che ero diventata!)
Continuai a seguire il sacrestano che aprì il portone, salì tre scalini e arrivò finalmente davanti alla porta di casa sua. Lui entrò, io invece rimasi lì fuori a vagare nel bosco.
La neve non si era ancora sciolta del tutto, ma era chiaro che la primavera fosse alle porte. Avevo sempre amato quel periodo dell’anno: gli ultimi mesi di scuola, i primi fiori, i progetti per l’estate. Adesso, invece, il mio unico proposito era quello di tornare al più presto dall’altra parte della Sfera.
Il bosco era illuminato dalla tiepida luce dei lampioni e, seguendo il sentiero, ogni tanto incrociavo qualcuno con un cane al guinzaglio per la passeggiata serale. Decisi di andare a sinistra e, dopo aver attraversato una strada principale, raggiunsi il lago. Trascorsi lì tutta la notte e, alle prime luci dell’alba, andai sul pontile per godermi lo spettacolo: una quiete surreale. Ma non durò a lungo.
D’un tratto, mentre osservavo i colori del cielo, ebbi un brivido accompagnato da una brutta sensazione e, quando mi voltai, ne capii il motivo.
«Guarda un po’ chi si rivede! Ti trovo bene», disse l’Ombra sghignazzando. Dietro di lui, una ventina di altre Ombre che, con le braccia incrociate, simili a una banda di teppisti, mi osservavano dall’alto in basso, in attesa di una mia reazione.
«E voi che ci fate qui?»
«Cosa credevi, che solo i Beati potessero attraversare i Passaggi? Allora, mia cara, tu non hai capito proprio niente.» Ed esplosero tutti in una risata.
Io, rimanendo seria, lo sfidai: «Illuminami, dunque».
«Soltanto ai Penitenti è proibito. Ma a te non importa niente delle regole, non è così?» Risero di nuovo. Poi il piccoletto tornò serio, si avvicinò a me e mi disse, con tono solenne: «I Penitenti possono diventare qualsiasi cosa: voi siete come materia informe, potenzialmente Beati, ma anche Ombre. Ecco perché dovreste aspettare, prima di attraversare i Passaggi. Non siete completi».
«Né carne, né pesce», disse un’altra Ombra, inserendosi nella conversazione.
«I Beati verranno a prendermi presto, ho già parlato con loro.»
«Tesoro, non vorrei deluderti, ma non mi fiderei molto di quei tronfi slavati. E poi onestamente, osservandoti, non mi sembri proprio una potenziale Beata: c’è dell’oscurità in te. Non te l’ha mai detto nessuno?»
Io mi infuriai, ne avevo abbastanza: «Andate via!»
Sorprendentemente, ogni volta che ordinavo loro di andarsene, obbedivano senza discutere. Così, lasciando dietro di loro l’eco di grasse risate, le Ombre svanirono come fumo.
La loro presenza non mi aveva fatto notare che in lontananza, sulla spiaggia, c’era Matti in compagnia di un cane. Ed entrambi mi stavano osservando, chissà da quanto tempo. Rimasi per un attimo immobile ed ebbi la conferma che il cane stesse guardando proprio me, quando iniziò anche ad abbaiare. Ecco, ne avevo combinata un’altra: ormai mi avevano vista, che potevo fare?
Approfittai del momento in cui Matti si voltò, sedendosi accanto al cane, per sgattaiolare nel bosco alle loro spalle. Non si aspettavano di vedermi lì, dato che continuavano a cercarmi sul pontile, quindi ero al sicuro. Mi trovavo a pochi metri da loro e questo mi permetteva di sentire Matti che parlava con il suo amico, chiamandolo Juuso. Era proprio un bel cagnolone biondo e sembrava anche molto intelligente.
D’un tratto, guardando meglio mi accorsi che accanto a loro, ancora molto evanescente, si stava materializzando una Sfera. E se Matti non riusciva a vederla, poteva esserci solo una spiegazione: quella Sfera era per Juuso.
Serie: Adiacentia
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- Episodio 6: Un bel guaio
- Episodio 7: In trappola
- Episodio 8: Materia informe
- Episodio 9: Per sempre giovane
- Episodio 10: Nessuno ti farà del male (1)
“Sorprendentemente, ogni volta che ordinavo loro di andarsene, obbedivano senza discutere.”
Mi è venuto in mente che questo somiglia molto al concetto di libero arbitrio: una persona cade nell’oscurità solo se sceglie di accettarla; le ombre non possono costringere nessuno a seguirle. È tutto una questione di scelta, anche nelle azioni. Spero che Anna (?) riesca a resistere.
Ciao Rachele, complimenti per questa riflessione sul libero arbitrio, sono d’accordo: è tutto una questione di scelta! Grazie di essere passata ❤️
Sei riuscita a creare un tempo di transizione che mi affascina: ci sono dolcezza e compassione che sono elementi meravigliosi dell’essere umano. Veramente pregevole, sia l’idea che la narrazione, bravissima Arianna. 🌹
Mi fa tanto piacere ❤️ grazie, Giuseppe
ecco… ora non so se voglio andare avanti, perchè già so cosa ci aspetta… uff…. Juuso 🙁
😅❤️❤️❤️
“proprio come i fantasmi (che, pensandoci bene, era esattamente ciò che ero diventata!)”
non so perchè, ma ho trovato piacevolmente buffa questa frase. Ironica! Insomma, Arja che si rende conto di poter fare “cose da fantasma” e realizza, in effetti, di esserlo 🙂
Mi sembrava un po’ banale il fatto di poter attraversare le pareti, così ho sdrammatizzato con la battuta😅 È che avevo bisogno di questo “superpotere” da fantasma per continuare la storia.
Questo episodio mi piace molto. Primo perché è ricomparso Matti, uno dei soggetti che ha conquistato il mio cuore quando ho iniziato a bazzicare qui. Che
emozione il richiamo ai diversi passaggi della storia del “Sacrestano” . E secondo perché la storia si fa più avvincente e sono ancora più curiosa di capire come va a finire. Scritto molto bene: lettura fluida e immersiva. Brava ❤️👏👏
Ciao Tiziana 🙂 sono i commenti come questo che mi incoraggiano a continuare ❤️ Grazie davvero
Un’altra bella lettura!
Grazie Kenji!
Ciao Arianna, mi è piaciuto moltissimo questo episodio. Vedere una scena già nota da una prospettiva diversa e ritrovare dei personaggi a cui mi ero affezionata è molto interessante.
Hai fatto un ottimo lavoro, aspetto il prossimo episodio😊
Ciao Melania, grazie ❤️
Cara Arianna, mi hai fatto venire la pelle d’oca. L’urlo nella chiesa e Matti che avverte una presenza, la sfera per il povero cagnone. Quanti rimandi al tuo precedente romanzo e quanti misteri che si vanno risolvendo. Davvero molto riuscita questa ‘unione’ delle due storie. E quanto fascino. Bravissima 🌹
Ciao Cristiana, grazie ❤️❤️❤️ Mi fa davvero tanto piacere il tuo commento. Un abbraccio 🙂
Hai scritto un testo molto coinvolgente, con una struttura solida e un’ambientazione suggestiva. Aspetto il seguito
Grazie ❤️
Hai sparso qua e là molti punti di curiosità ed ora aspetto di scoprire presto come mai Matti abbia potuto sentire la voce di un fantasma. Nell’altra storia gli avevano diagnosticato il morbo di Parkinson, mi pare. Sarà mica morto e fantasma pure lui? No, non credo, sicuramente la spiegazione é un’altra. Aspetto il prossimo episodio.
Sì, ricordi bene: Matti ha il morbo di Parkinson. E no, non è morto, ma si trova nelle condizioni ideali (diciamo così) per vedere cose che altri non vedono 🙂 grazie mille, M.Luisa ❤️
Direi, Arianna, che la tua materia informe somiglia molto al plasma, quel fluido che nessun essere umano potrà mai davvero concepire di cui sono formate le stelle, per raggiungere il quale sono necessarie temperature e
pressioni iper mega galattiche.
Ma c’è un limite: se la quantità di massa supera una certa soglia, ecco che la stella, nel suo stadio finale, muore trasformandosi in una supernova con una straordinaria esplosione di luce ed energia, la cui grandezza non ha eguali, entrando a far parte dei Beati. Se invece resta al di sotto, eccola che scivola in un Ombra, ma non come quelle che conosciamo noi: raggiungerà,
in milioni di anni, il nero più nero che c’ è.
Inutile dirti quale dei due stadi preferisco, anche se un suggerimento potrei darlo
scegliendo una frase su tutte, sequenza di brandelli d’informazione sfuggita, contro ogni legge della fisica, all’orizzonte degli eventi: cè
dell’oscurità in te.
Un abbraccio… a presto.
Ciao Robért, davvero interessante la tua riflessione sulle stelle 🙂 Grazie mille.
Una bella interpretazione dei fantasmi: ecco perché non possiamo vederli. Forse anche loro hanno delle regole. E poi, l’idea di Matti, lo ripeto, che ritorna in questo racconto mi piace tantissimo. Magari sapremo qualcosa della protagonista proprio da lui? Bravissima, Arianna!❤️
Ciao Concetta, sono contenta che la storia ti stia piacendo 🥰 Grazie mille.