
Modulo Umano Standard
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
- Episodio 10: Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
- Episodio 1: Quattro chiacchiere col morto
- Episodio 2: La vita, il bello e il bene
- Episodio 3: Modulo Umano Standard
- Episodio 4: L’intrusione
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Jurgen mi chiamò alle 22.30 e mi guidò nelle semplici operazioni necessarie al collegamento della mia mente al computer. Fissai gli elettrodi con cura e, dopo alcune verifiche, il professore mi invitò a sdraiarmi sul lettino.
«Non ho neanche un po’ di sonno Jurgen.»
«Rilassati, segui le onde della musica e raccontami ciò che senti e vedi, io registrerò tutto. Stai tranquillo, stasera farai solo un giretto conoscitivo e sarai accolto e accompagnato da chi già conosci.»
Pur riluttante mi distesi sul lettino, ascoltai la musica e sciolsi la tensione.
Aprii gli occhi convinto di non essermi mosso dal laboratorio ma ciò che mi circondava non erano le pareti perlinate a cui ero abituato. Nella stanza, disadorna e molto luminosa, in cui mi ritrovai c’erano diverse persone, almeno una decina, tra loro riconobbi Giacomo, vestito di bianco come l’ultima volta, e fui stupito di vedere Silvio, un vecchio amico morto da poco per overdose, e Marika, una dolce ragazza pugliese che avevo frequentato anni prima, quando entrambi lavoravamo come stagionali in un albergo di Riccione.
«Come ti senti?» mi chiese Giacomo con un tono leggermente preoccupato, «Hai nausea o vertigini?»
Mi alzai dal letto per sentire come stava il mio fisico, quello che ritenevo fosse il mio corpo ma che sentii subito non essere tale.
«Sto bene, nessun malessere, mi sento solo leggero e un po’ instabile» risposi.
«È più che logico,» intervenne un uomo giovane che indossava un camice blu, mentre altri due, vestiti in maniera identica, assentivano sorridendo, «ti abbiamo assegnato un modulo umano standard, vedrai che ti adatterai in fretta alle piccole differenze.»
Lo ringraziai pur non avendo compreso molto di quanto mi aveva informato. Girai la testa cercando gli amici.
«Silvio, che ci fai qua?» chiesi al vecchio amico.
«Niente, hanno difficoltà nel trovarmi una collocazione.» rispose, passandosi una mano a sistemare i capelli, troppo lunghi come al suo solito, «Ero un caso particolare già sulla terra e qua le cose non sono cambiate di molto. Però sono tutti gentili e io mi trovo bene, se ci fosse un lavoro per me resterei volentieri.» Mi strizzò l’occhio e mi sembrò molto più sereno dell’ultima volta che gli avevo parlato.
«E tu, Marika? Non sapevo nemmeno⸺»
«Non potevi sapere, non sentirti in colpa. Ero lontana e con pochissimi contatti. Sono qua perché pensano mi sia suicidata, la considerano una cosa molto grave e la ricollocazione, per chi si toglie la vita, segue procedure diverse e piuttosto rigide. Spero si convincano che è stata una banale reazione allergica ad un farmaco antidepressivo che mi ero auto prescritto. Chissà che la tua visita non possa aiutarmi, a differenza di Silvio io qua mi annoio e la prospettiva di tornare a vivere, in qualsiasi posto, libera dalle paranoie che mi portavo sulle spalle, mi stuzzica molto.»
Il nostro chiacchierare fu interrotto, con molta gentilezza, da un uomo anziano dal viso cordiale:
«Scusatemi, ma abbiamo tanto da fare e prima di andarcene volevo chiarire alcune cose con Thomas, non ci vorrà molto e poi avrete tutto il tempo per portarlo a spasso e parlare con lui. Ora, però, dovete uscire tutti, grazie.»
Nella stanza restai da solo con i quattro anziani. Il vecchio riprese:
«Non ci capita spesso di avere visite dalla Terra. Come già ti ha detto Giacomo questo è un luogo di transito.» Fece una breve pausa quasi cercasse le parole. «Questo non è il regno dei morti come si immagina sulla terra, non c’è morte per le anime, è piuttosto un ufficio di collocamento dove cerchiamo di trovare una giusta sistemazione a quelle che, nella vita terrena, hanno avuto difficoltà. Facciamo del nostro meglio ma, come ovunque, anche qua cavilli, proteste e ricorsi rallentano il nostro operare e questo mondo di mezzo sta ormai diventando una metropoli. Per nostra fortuna ci occupiamo solo della Terra che, nell’ Universo, equivale a una piccola cittadina di campagna. Tornando a te, sei qui perché Giacomo è convinto che ci potrai aiutare a dirimere una fastidiosa questione che vede coinvolti lui e Rino. Noi facciamo parte della giuria che dovrà emettere un verdetto inappellabile che permetterà a un’anima di evolvere mentre l’altra sarà destinata all’oblio. La colpa contestata è pedofilia e infanticidio, una delle poche che prevedono la massima pena, quindi comprenderai l’importanza del tuo ruolo. Giacomo asserisce, chiamandosi innocente, che la forza della tua mente ci permetterà di prendere visione dei ricordi di Rino e di chiarire i fatti, mi auguro sia così perché questa storia si è trascinata per troppo tempo e noi giudicanti, pur avendo qualche idea in merito, non abbiamo prove definitive per emettere una sentenza tanto grave.» Si fermò, girò lo sguardo sui suoi colleghi, cercando, forse, consenso alla sua domanda, «Credi di poterci aiutare?»
«Non vorrei che Giacomo sbagliasse, sulle mie capacità. Fino a pochi giorni fa non immaginavo nemmeno che esistessero realtà diverse da quella che già faticavo a comprendere e ancora adesso mi chiedo se tutto questo non sia tutto frutto della mia mente, voi compresi.»
«Questi dubbi ti passeranno presto. Per noi già il fatto che tu sia qui è espressione di grandissima potenza: sono pochissimi gli umani viventi che possiedono la capacità di percepire dimensioni parallele e ancora meno quelli che riescono ad oltrepassarne i confini. Rino asserisce di non opporre resistenza alla lettura dei suoi ricordi ma noi siamo convinti non sia così e che sia anche aiutato, cosa gravissima, da qualcuno dei nostri. Se riuscirai ad aprirci la strada, e basterà una piccola crepa, ci sarà facile neutralizzarlo e sapremo anche chi, tra noi, tradisce il suo ruolo. Ora vai dai tuoi amici, ti porteranno un po’ in giro e avrai riscontro che questo luogo è reale e la tua mente sana.»
Dopo avermi salutato sorridenti uscirono o, meglio, sparirono alla mia vista e anch’io non appena pensato di raggiungere gli amici mi ritrovai con loro senza aver varcato alcuna soglia.
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: Quattro chiacchiere col morto
- Episodio 2: La vita, il bello e il bene
- Episodio 3: Modulo Umano Standard
- Episodio 4: L’intrusione
Questa dimensione è un incubo: non bastavano code e attese infinite negli uffici terrestri, pure nell’aldilà ci toccano! Rimane comunque una narrazione originale e fuori dagli schemi, di quelle che non passano inosservate.
Sono contenta di ricevere ancora le notifiche di lettura per questa serie. 🪻🪻
Insomma, anche in questa dimensione post mortem un innocente paga e un colpevole si salva, e tutto con un complice che fa parte di quella che dovrebbe essere la giustizia. Si vede che l’onestà assoluta non fa parte delle leggi dell’universo. Mi fa piacere leggere un nuovo capitolo di una serie che a me piace molto. Bravo, Giuseppe!🙂
Lasciamo perdere le virgole e concentriamoci sulla sostanza, “sono pochissimi gli umani viventi che possiedono la capacità di percepire dimensioni parallele e ancora meno quelli che riescono ad oltrepassarne i confini”. Io ne conosco uno: tu.
Spero sia un complimento.😜. Ho letto le tue poesie, preziose. Poi le commento. Ciao caro amico.
Scrivi meglio di me; io scrivo senza saper scrivere, io da te imparo l’italiano, tu da me un po’ di ironia.
Ciao Giuseppe, ho cercato di recuperare un poco con la lettura e ho trovato la storia assai intrigante. Ha una chiave narrativa che la distingue nel suo genere; penso a come tutto resti molto “terrestre” anche al di fuori della nostrana dimensione, ad esempio, il fatto che pure lì siano inguaiati con le burocrazia, mi sono immaginato una sorta di patronato per gli iter ultraterreni; infine, mi incuriosisce a questo punto l’aspetto più controverso del giudizio: una prova difficile . Davvero una lettura interessante, grazie
Ciao Paolo, avrebbe dovuto essere un racconto horror ma evidentemente non è nelle mie corde, starebbe meglio nel fantasy. Comunque l’argomento mi stuzzica e tenterò di mantenerlo interessante. Grazie!
Anche tu hai pubblicato un nuovo episodio, che bello! Mi mancava questa storia. La parte che ho amato: Thomas che si sveglia nell’ufficio di collocamento dell’aldilà 😁 Geniale!
Grazie Arianna, stiamo passeggiando in ambienti simili, bella questa cosa no? Un abbraccio! 🌹
Ciao Giuseppe. Innanzitutto sono felice che tu abbia deciso di proseguire la pubblicazione di questa bella serie che tocca tematiche universali che riguardano tutti e nella bella scrittura di cui tu sei capace.
In questo episodio la storia prende una piega molto particolare e la vicenda si addentra in temi pesantissimi, come la pedofilia e l’infanticidio. Sono certa che tu saprai affrontarli con la delicatezza che ti contraddistingue.
Grazie Ctistiana, pur avendolo riletto più volte ora mi accorgo che mancano almeno sei virgole e che un paio di vocaboli andrebbero sostituiti, vabbè correggerò la mia copia. Si, argomenti pesantissimi, gli unici che mettono in dubbio la mia certezza che la pena di morte sia ingiusta. Vedremo come si regolano, nel mondo parallelo, con questi odiosi crimini. Un abbraccio!
Non parlarmi di virgole che sono il mio incubo 😀