Monte Ciocci
Monte Ciocci. È così che la chiamiamo noi innamorati. Una vista coperta dal mantello della notte e la luna che ci osserva alle nostre spalle. In sottofondo il bisbiglio dei cuori infranti che si ritrovano a guardare la cupola di San Pietro da soli, altri invece con un cuore in più.
Tale melodia crea il nostro silenzio, ognuno nella mente dell’altro. Vorrei dirti che sei la cura di cui ho bisogno, la persona alla quale penso quando alla radio parte la tua canzone preferita, la felicità che mi trasmetti con un solo sorriso. Sono parole troppo semplici che costituiscono sentimenti troppo forti per essere rivelati.
Forse è il momento giusto, sotto il cielo stellato e questo splendido panorama, per mostrarti ciò che provo, ma il coraggio ha deciso di abbandonarmi. E allora resto minuta tra le tue braccia ascoltando il tuo cuore che mi sussurra dolcemente.
Mi sento al sicuro, nel nostro silenzio fra il caos degli altri.
Mi sento al sicuro in questo amore che mi protegge.
Mi sento al sicuro pensando che camminando nella selva oscura, tu sarai la luce che mi illuminerà il sentiero.
Poi prendi parola e racconti una favola, frutto della tua mente che prende vita nella realtà. Una favola troppo incantevole e surreale dato che mi ritrovo al suo interno. Ma ti importa poco delle mie supposizioni e contraddizioni perché continui a raccontarla. Ma è così affascinante che mi ci perdo dentro. Mi perdo nel suono della tua voce, come la melodia di un carillon. Le tue parole mi attraggono come calamite ad ascoltare il battito accelerato del tuo cuore.
Voglio sussurrati all’orecchio che ti amo, un sentimento che racchiude tutto ciò scrivo. Ma non basta un semplice sussurro perché voglio dirtelo guardandoti negli occhi e vedere la luna splenderci dentro. O forse, urlarlo alle stelle, a Monte Ciocci e a tutte le anime che si ritrovano qui. Il cuore mi accelera, voglio riuscirci stavolta e, a malincuore, dalla mia bocca non esce nemmeno una lettera. Nel dubbio di quale possa essere il modo migliore per esprimere il mio amore a parole, rimango in silenzio e immagino il giorno in cui il coraggio sarà dalla mia parte.
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Qualche nota di colore sul parco, da buon romano mi fa sempre piacere che si scriva qualcosa sulla nostra città che sta vivendo un’epoca non facile.
Il Parco di Monte Ciocci è sorprendentemente bello e particolare. Vorrei segnalare, in particolare, la Torre della Luna di cui potete trovare in rete svariate immagini. Non ha nulla da invidiare alle rappresentazioni delle Mille e una notte, per quanto mi riguarda, riuscendo a stimolare il nostro “io” più romantico.
Dal parco si gode, tra l’altro, della vista di Valle Aurelia, zona molto “in” di Roma che eppure si fregia di un marchio peculiare: i romani la chiamano Valle dell’Inferno. In realtà niente di così misterioso: qui i Lanzichenecchi trasformarono le strade in gironi danteschi.
Infine, ma solo per non annoiarvi perché ci sarebbe molto da dire, nel 1976 Ettore Scola ambientò qui le scene principali del suo celebre “Brutti, sporchi e cattivi”.
E’ proprio tanto che non torno lassù e questo piccolo testo mi ha fatto venire voglia di tornare per una passeggiata, riscoprendo una delle tante bellezze dimenticate della nostra bistrattata Capitale.
Ringrazio l’autrice per questo bello spunto.
“Voglio sussurrati all’orecchio che ti amo, un sentimento che racchiude tutto ciò scrivo.”
Wow!
Vivendo a Roma, e anvendo vissuto per un periodo proprio a Balduina, conosco molto bene Monte Cioccio e i sentimenti che quel luogo, da cui si gode di un panorama incantevole, può suscitare. Le tue parole sono molto sentite e autentiche, non sembra narrazione, non sembra fantasia. Sembra piuttosto uno spaccato di vita, raccontato con parole finemente selezionate ed evocative.
” altri invece con un cuore in più.”
Questo passaggio mi è piaciuto