
Monte Terrore
Tommy e Sasha, fratello e sorella, vivevano da soli in una casetta immersa nel verde al limitare di Borgo Volpino, un villaggio che si estendeva dai boschi ai piedi delle montagne fino alla sponda orientale di un lago, occupando una bella fetta di una valle caratterizzata da un’economia fiorente, in piena espansione.
I loro genitori li avevano lasciati senza una grande eredità. Per fortuna la casa era di loro proprietà, ma nel corso della loro vita, pur avendo sempre lavorato sodo, non erano riusciti ad accumulare grandi ricchezze o altri beni preziosi. Una cosa però gliela avevano lasciata, di grande valore anche se intangibile: la creatività.
Infatti Sasha adorava passare la maggior parte del proprio tempo creando piccole opere d’arte, sperimentando e padroneggiando le più svariate tecniche. Dalla pittura alla scultura, fino al cucito, riusciva a destreggiarsi davvero bene in tutto ciò in cui si cimentava. Tommy purtroppo non aveva la grande manualità della sorella, ma dalla sua aveva idee, capacità organizzative e un’ottica lavorativa davvero molto precisa.
Decisero quindi di partecipare ai vari mercati sparsi un po’ ovunque nella valle, dove avrebbero cercato di vendere le innumerevoli creazioni artigianali che Sasha aveva accumulato nel corso degli ultimi anni.
Così, in un giorno di inizio primavera, Tommy caricò al massimo della capacità il suo carretto trainato dai suoi due asinelli, Dacci e Dokky, e mentre Sasha sarebbe rimasta a casa a creare simpatici gingilli, lui avrebbe passato la giornata al mercato sul lungolago, cercando di vendere quanta più merce possibile.
Una volta giunto alla postazione che gli era stata assegnata si trovò un po’ spaesato. Conosceva bene quel mercato, lo frequentava da molto tempo proprio per comprare il materiale che serviva alla sorella per creare i suoi manufatti, ma non lo aveva mai vissuto da mercante. Fu presto assalito dai dubbi e dalle incertezze. Iniziò a guardarsi attorno, cercando di capire come vendere più pezzi possibile osservando i mercanti li vicino e cercando di emularli. Si rese conto ben presto che, mentre fin dai primi minuti di apertura i venditori adiacenti stavano concludendo affari, più o meno redditizi, la sua merce non riscuoteva grande successo.
Era intento ad arrovellarsi, scuro in volto e tutto indaffarato per sistemare al meglio la propria mercanzia, quando un refolo ghiacciato lo fece rabbrividire. Alzò lo sguardo verso le montagne e vide che il cielo dietro alla montagna più alta si stava facendo minacciosamente scuro.
“Lo vedi quello?” Disse una voce maschile alle sue spalle “E’ Monte Terrore, e la sua particolarità è che spinge le correnti del nord lungo la sponda del lago, portando vento e pioggia. Purtroppo il mercato di oggi sarà rovinato.”
Tommy si voltò per vedere da chi provenisse quella previsione, così tragica ma allo stesso tempo recitata con tono allegro. Si trattava di un signore che vendeva vestiti e accessori a dir poco stravaganti, e per questo non diede molto peso alle sue parole, pensando che fosse un po’ matto. Ma, non appena lo strano mercante tornò verso la sua bancarella, iniziò a piovere.
Coprì subito tutta la merce e si avviò frettolosamente verso casa, dove raccontò alla sorella che la giornata non aveva prodotto grandi risultati.
La settimana successiva ci riprovò. Tornò al mercato e subito si mise ad armeggiare con le bellissime creazioni artigianali della sorella, tenendo sempre alta l’attenzione per le montagne, preoccupatissimo per le condizioni meteorologiche. Puntualmente, poco dopo aver finito di sistemare la bancarella, il cielo iniziò a farsi scuro e l’aria diventò gelida.
“Quello è Monte Terrore, e se il brutto tempo viene da la, stai pur sicuro che tra poco pioverà!” Disse lo strano venditore di vestiti.
Tommy sistemò di nuovo tutta la sua merce sul carretto e, insieme ai suoi asinelli, torno a casa senza aver venduto niente, per la seconda volta.
“La prossima settimana andrò al mercato sulla sponda sud-occidentale del lago, partirò il giorno prima e tornerò il giorno seguente, ma almeno non ci sarà quella maledetta montagna a portare pioggia!” Disse a Sasha, dopo averle raccontato come si era svolta la giornata.
E così fece. La settimana seguente, col carretto colmo di oggetti di ogni tipo, partì alla volta del mercato di Riva di Sotto. Giunto sul posto, allestì la sua bancarella ed iniziò a guardarsi attorno. Il tempo era splendido, le montagne erano distanti, e i clienti iniziavano ad affollare le vie del mercato. Tommy era preoccupatissimo, era molto importante che quel mercato andasse bene, ma ben presto la situazione cambiò drasticamente.
Si accorse che l’aria stava cambiando e diede qualche rapida occhiata alle bancarelle vicine, per vedere se gli altri mercanti si stessero preoccupando quanto lui. Posò lo sguardo sulla bancarella di vestiti dello strano signore, che se ne stava in piedi li vicino, guardando verso di lui col suo solito sorriso simpatico, indicando qualcosa alle sue spalle: Monte Terrore, che era li a torreggiare sul mercato, anche se Tommy avrebbe giurato di non averlo proprio visto al suo arrivo. Ed iniziò a piovere.
Una volta tornato a casa raccontò lo strano episodio a Sasha e, ancora più infuriato della volta precedente, decise che la settimana seguente sarebbe partito due giorni prima, per partecipare al mercato più importante che si svolgeva sulla riva orientale del Lago delle Fate, che si trovava parecchi chilometri a est e sicuramente molto distante da Monte Terrore. Arrivato sul posto, dopo essersi accertato dell’assenza di nuvole nel cielo e che non ci fossero inquietanti montagne nelle immediate vicinanze, allestì la sua bancarella. Passò davvero poco tempo, forse due o tre ore, che il tempo peggiorò. Tommy pensò seriamente di essere vittima di una tremenda maledizione quando, voltandosi verso nord, vide di nuovo quella maledetta montagna, col cielo nerissimo e carico di pioggia che la sovrastava.
“Quello è Monte Terrore, e quando il cielo…”
“Lo so cos’è, e so cosa sta per succedere” Tommy interruppe in malo modo la voce che parlava alle sue spalle, lo aveva riconosciuto subito. “Ma come diavolo fa ad essere li? Siamo a chilometri di distanza da Borgo Volpino!” Chiese voltandosi verso il suo interlocutore.
“Monte Terrore si sposta, va da chi lo chiama.” fu l’enigmatica risposta.
Tommy non sapeva se essere più incredulo o arrabbiato, ma non ebbe molto tempo per pensarci, perché nel giro di pochi minuti iniziò a piovere. Perciò si affrettò a ritirare tutta la merce e si avviò verso casa, sconsolato almeno quanto Dacci e Dokky, che avrebbero dovuto trainare di nuovo tutta quella merce fino a casa.
Non sapeva come raccontarlo alla sorella, era convinto che lo avrebbe preso per pazzo. Invece, Sasha ascoltò la storia con molta attenzione e disse: “Non preoccuparti, la settimana prossima riproveremo a partecipare al mercato di Borgo Volpino, con o senza Monte Terrore a portare la pioggia. Vedrai che andrà bene: ho un’idea.”
Nei giorni che li separavano dal mercato, i due fratelli si dedicarono alla realizzazione di una copertura per il carretto, in modo che il carico non si sarebbe rovinato nemmeno se investito da un uragano! Realizzarono anche delle simpaticissime confezioni per le creazioni, in modo da proteggerle e renderle allo stesso tempo più apprezzabili. L’ultima cosa che fecero fu addobbare un po’ il loro piccolo carro con degli elementi decorativi che richiamassero lo stile della merce che si apprestavano a vendere.
Arrivò così il giorno del mercato e Tommy partì, stavolta assieme alla sorella, verso il lungolago di Borgo Volpino. Erano vestiti di tutto punto e con gli occhi carichi di speranza e sicurezza. Forti dei cambiamenti apportati alla loro bancarella con ruote, dal momento che la pioggia non sarebbe stata più un grosso problema, avevano lasciato a casa la preoccupazione e l’insicurezza che avevano accompagnato Tommy nei primi mercati e, in men che non si dica, avevano allestito una bellissima bancarella ed erano prontissimi ad accogliere i clienti, che non tardarono ad arrivare.
Erano così indaffarati a concludere vendite e promuovere le doti artistiche di Sasha che entrambi si erano addirittura dimenticati di controllare il cielo dietro a Monte Terrore. Tra un cliente e l’altro, Tommy riconobbe lo strano mercante di vestiti che, invece di avvisarlo dell’imminente cambiamento del tempo, si limitò a sorridergli dicendo, con il suo solito tono allegro che lo contraddistingueva: “Finalmente sei riuscito a mandare via Monte Terrore!”
Tommy, esterrefatto, lanciò un’occhiata alla sorella, che stava osservando la scena, ed insieme si voltarono a guardare verso le montagne, scoprendo che Monte Terrore non era li a minacciarli come al solito. In quel momento realizzarono di non averne mai neanche sentito parlare, prima di iniziare la loro avventura come mercanti. Riportarono quindi lo sguardo verso quello che non gli sembrava più un mercante un po’ pazzo, ma quest’ultimo era sparito. Più carichi di prima, tornarono a focalizzare la loro attenzione sui clienti che, nel frattempo, si erano fatti ancora più numerosi.
Quella sera tornarono a casa dal mercato distrutti, stanchi come mai avrebbero pensato di potersi sentire, ma felici e con molta più voglia di mettersi in gioco, per creare qualcosa che li avrebbe portati a condurre la vita dignitosa che avevano sempre sognato.
Ciao Andrea, ho pensato subito al detto “piove sempre sul bagnato”. Mi unisco ad Antonino, penso che le tue storie potrebbero essere raccolte in un libro di favole. Un libro attuale in cui i bambini possono riconoscersi facilmente e guardare con occhio diverso alle loro paure.
Ciao Micol!
Grazie mille per aver letto e commentato anche questa storia. Mi fa piacere che anche tu la pensi così, devo iniziare a pensarci seriamente 🤔
Grazie ancora, alla prossima! 😄
Un bell’ episodio fiabesco positivo e attuale.Complimenti aspetto di leggere altro di tuo.
Grazie mille Ely!
Sicuramente scriverò qualche altra storia, ne ho diverse che mi frullano per la testa 😊
Alla prossima!
Ciao Andrea, dopo i sognastrelli hai sfornato un altro bel quadretto fiabesco, rappresentando i dubbi, le insicurezze e la negatività con un Monte persecutore! Il finale è proprio tipico delle fiabe, sei bravo, dovresti pensare ad una serie… Complimenti e alla prossima!!!
Ciao Antonino!
Grazie mille, sei davvero gentile! Ho qualche altra idea per la testa, vedremo cosa ne verrà fuori.
Grazie per aver letto e commentato, alla prossima! 🙂