NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il sigillo di Salomone è un incantesimo protettivo per la custodia di gioielli o oggetti magici. Di solito viene applicato su piccole scatole o scrigni che risultano impenetrabili a qualunque forzatura. Il suo costo in mana è tra i più alti, per questo le streghe adottano altri tipi di incanti.
Nadine stringeva quel capoccione chiomato e barbuto con tutte le sue forze.
«Non fare lo scemo e torna subito da me.»
Lui provò a ricambiare a modo suo, poggiando delicatamente le mani sulle scapole e carezzandola un paio di volte.
«Ok, ok! Te lo prometto.» Davide scostò la strega delle rocce con gentilezza.
Lilith e Juno s’accostarono a Nadine guardandosi reciprocamente.
«Non ci pensate neanche!» Lo stregone parlò sorridendo, ma il suo tono era serio.
«Avete l’incarico di proteggere il castello e questo è quanto.» Dalla tasca estrasse uno dei tanti foglietti appena disegnati, il secondo realizzato quasi senza pensarci.
«Che stai…?» Lilith si mosse, ma troppo lentamente, Davide applicò il foglietto alla parete e una esplosione di scintille blu illuminò i muri della stanza, il pezzetto di carta fece una fiammata arancione e sparì. Le stelline blu si propagarono con una velocità impressionante ricoprendo il pavimento, il soffitto le pareti portanti, quelle divisorie più sottili, quelle dell’intero palazzo e parte del marciapiede compresa la metà della strada che sembrava pullulare di bellissimi insetti brillanti che si muovevano casualmente disegnando delle piccole spirali che delineavano il raggio d’azione dell’incanto appena lanciato.
Lilith sbottò quasi rabbiosa: «Che cazzo hai fatto?»
Nadine si guardò intorno senza capire.
«Che ha fatto Lilith?»
«Quel cazzone ci ha bloccate qua dentro.» La gatta tanto elegante non usava mai degli epiteti volgari…
Nel frattempo valutava la potenza della magia utilizzata. Quando si rese conto di che cosa aveva adoperato il mago sgranò gli occhi e le pupille si assottigliarono.
«Dove hai preso il Sigillo di Salomone?»
«Durerà solo ventiquattro ore, poi sarete libere di muovervi… non siete delle brave attrici, ho capito sin da subito che volevate seguirmi per aiutarmi, sostenermi o quello che è, ma sarebbe un errore e mi mettereste in difficoltà . Non me lo perdonerei mai, mi conosci.»
Nadine si girò a guardare il mago con in faccia un’espressione che era un misto scomposto di rabbia e panico.
«CHE CAZZO HAI FA—» Il sorriso di Davide spezzò di netto tutta la sua furia.
«Nessuno può uscire e nessuno può entrare adesso. Proteggete il castello, salvate tutti.»
Sparì dolcemente, senza neanche spostare troppo l’aria che, educatamente, riempì lo spazio che occupava lo stregone. Riapparve nel suo appartamento con la stessa delicatezza. I primi gatti che incontrò furono Kira e il vecchio Thanos, sdraiati sul suo lettone, diede un bacio sulla testa della gatta bianca e rossa che sorpresa guardò chi o cosa l’avesse destata: «Davide? Che…» il mago fece cenno di fare silenzio, carezzò il testone del gatto finto siamese. «Mi raccomando obbedite a Lily e fate i bravi.» Thanos aprì gli occhi e dopo aver riflettuto un istante, piegò la testa e leccò la punta delle dita del suo padrone. Davide trovò Snupy e Mizu in cucina. Il piccolo stava dormendo sul cuscino della sedia, venne sollevato con cura e abrracciato con trasporto. «Ehi! Non mi prendi in braccio da una vita. Che c’è, stai per esplodere?» rise il gattino nero, ma si interruppe notando lo sguardo del mago. Venne posato sulla sedia dallo stregone che levitando si alzò mettendosi al livello della parte superiore del frigo. Baciò la schiena del gattone bianco acciambellato, lo carezzò sul collo e sparì così come era comparso. Snupy si girò, non vide nessuno e pensò che si fosse trattato di un sogno.
Nadine scoppiò in un pianto disperato da bimba piccola, cadde in ginocchio coprendosi il viso con le mani. Lilith invece s’avvicinò alla finestra osservando la maniglia troppo in alto.
«Nadine, smettila di frignare e prova ad aprire, vediamo se possiamo fare qualcosa, forse abbiamo la possibilità di forzare, di trovare una falla e raggiungerlo lo stesso.»
La strega delle rocce si sollevò da terra e con un ululato lamentoso e continuo, provò ad aprire la finestra: niente.
«Non si sposta!» L’ululato diventò lentamente un cigolio fastidioso. S’asciugò ripetutamente gli occhi e cercò ancora una volta di girare la maniglia della portafinestra: non si muoveva di un millimetro.
«Cazzo. Ha sigillato l’intero palazzo. Uno degli incantesimi più rogn—»
«Lilith! LILITH! Lo vedi anche tu?» Nadine tentava di attirare l’attenzione della gatta agitando freneticamente la mano sinistra, stava fissando qualcosa che sembrava affacciarsi alla loro finestra, paura e orrore nei suoi occhi.
Se la micia certosino avesse potuto perdere il colore impallidendo a quella visione, sarebbe certamente diventata una gatta albina.
«Merda!» disse secca e asciutta.
Un viso affilato di una qualche strana creatura sporgeva dall’angolo in alto a sinistra del doppio vetro: la peluria del volto era di un arancione carico che sfumava verso un giallo ocra chiaro sulla punta del naso, gli occhi erano contornati da palpebre nere, circolari come due monete da cinque centesimi e della stessa tonalità di arancione, due enormi orecchie nere e carnose seguivano il movimento nervoso e a scatti di quella testa aliena. Il resto del mantello era di un marrone scuro, quasi corvino, ma la cosa più inquietante erano le dita delle sue mani: sproporzionatamente lunghe, fini e scheletriche con unghie uncinate appuntite con cui continuava imperterrito a battere sul vetro col suo dito medio lunghissimo, come a saggiarne la solidità . Era un tic, tic ritmico, frenetico e angosciante.
«Non riesce vederci qui dentro quel coso vero?» Nadine era completamente paralizzata da quella visione.
«No. Il sigillo blocca la visione di qualunque cosa racchiusa al suo interno, da fuori è come se il palazzo fosse completamente al buio e in più distoglie l’attenzione di chiunque prova a guardare.»
Lilith osservava quello strano animale esaminare ogni centimetro della finestra.
«Cha cazzo di animale è? Pare un esperimento andato male tra una scimmia e un pipistrello.» La strega delle rocce era sconcertata.
«È un lemure. Lo chiamano aye-aye ed è l’animale più potente che una strega possa desiderare al suo fianco… Aspetta che sembra stia parlando, passami la penna e un foglio.» La gatta con il collare rosso si girò verso la sua amica bionda che appariva impietrita da quell’essere.
«Nadine! Foglio e penna, veloce!» Urlò Lilith.
«S-sì! Subito.» Sobbalzò la strega, anche Juno emise un verso acuto di sorpresa.
«C’è una strega? Chi ca… Porcosterco! Tempismo perfetto.» Il furetto non nascondeva la sua agitazione.
Lilith stava disegnando con la bocca un insieme di segni non precisi come quelli tracciati da Davide, ma coerenti e semplici.
«Applicalo alla parete e attivalo.»
La strega delle rocce attaccò il foglietto sulla parete accanto alla finestra e appoggiò una mano sul dorso della gatta che accese i suoi occhi con quella calda luce dorata.
Il foglietto divampò e sparì con una fiammata rosso cremisi.
«Cosa…?» Stava per chiedere la modella biondo rame.
«Amplifica le vibrazioni esterne, trasformando la stanza in una enorme cassa acustica. Shhh! Fammi sentire…»
«È… È stranissima questa cosa, questa cosa è troppo fuori di testa, mai vista una cosa così. Un muro di forza magica, come carta regalo, che circonda tutto. Tutto! Mele, che vuoi fare?»
Un’ombra gigantesca oscurò completamente la finestra, discendendo lentamente dall’alto come se fosse portata da un ascensore invisibile. Sembrava indossare una divisa da combattimento militare: anfibi tattici color sabbia, allacciati meticolosamente e assicurati con due cinghie ai polpacci e alle caviglie. I pantaloni robusti e comodi avevano una fantasia digital camo con colori dal grigio chiaro al nero, numerose tasche funzionali sulle gambe. Una canottiera nera metteva in risalto due braccia da culturista navigata che terminavano con due enormi pugni corazzati.
Un paio di guanti d’arme realizzati in un qualche tipo di metallo brunito e opacizzato.
«Cazzo è enorme! Guarda che roba. Un suo braccio è grosso quando entrambe le mie gambe.» sussurrò Nadine intimorita.
«Melanippe!» Lilith sembrava conoscerla.
«Ti sei già scontrata con questa mietitrebbiatrice?»
«Parecchi anni fa… tantissimi anni fa.»
«Eri ancora umana presumo.» La strega guardò la gatta di sottecchi cercando di coglierne la reazione.
«Già . Mi chiamavano la regina delle tempeste. Shhh! Fammi sentire.»
Alla bella fattucchiera cedettero i bulloni che tenevano salda sul posto la mandibola e guardava la gatta con una sorta di ammirazione mitologica.
Questo episodio è stato un altalenarsi di emozioni, come se avessi fatto un giro sulle montagne russe! 🙀
Prima la tristezza per quell’addio che sembra definitivo, poi… che ansia, cos’è quella bestia strana?! 🙀
Ora sono curiosa di leggere che ruolo avranno i nuovi arrivati. 😼
Beh, da qualche parte all’inizio della storia, la gatta col collare rosso spiegava a Davide che ci sono alcuni animali che sono più o meno portati a fare da catalizzatori, cioè a incanalare l’energia magica necessaria e passarla alla propria padrona. Lei accennava al fatto che i lemuri erano i migliori! E cercando tra le varie specie, io puntavo al classico… quello con la coda a righe bianche e nere, ma tra le immagini c’era questa specie di mostro inquietante chiamato aye-aye, che con il suo dito medio lunghissimo e finissimo cattura i vermetti all’interno delle fessure degli alberi. Ecco! È lui!! Melanippe possiede un aye-aye! E poi mi piaceva tantissimo l’idea di un doppio scontro in contemporanea.
Mary, grazie mille come sempre! ♥
Non ci si annoia di certo in casa di Davide, tra una sorpresa e l’altra. Sorprese da far diventare bianco un gatto grigio o anche nero. Poveri gattini (mica tanto poverini), neanche il tempo di un pacifico pisolino sul lettone.
♥ Ciao Emme! Grazie mille! Sono alle battute finali della storia, sto preparando la conclusione con i fuochi d’artificio e tutta la banda musicale danzante al completo… Ma devo ammettere che mi mancheranno da morire!
Dai che poi inizio una favoletta per i bimbi. 😀
Questo episodio è stato un altalenarsi di emozioni, come se avessi fatto un giro sulle montagne russe! 🙀
Prima la tristezza per quell’addio che sembra definitivo, poi… che ansia, cos’è quella bestia strana?! 🙀
Ora sono curiosa di leggere che ruolo avranno i nuovi arrivati. 😼
Beh, da qualche parte all’inizio della storia, la gatta col collare rosso spiegava a Davide che ci sono alcuni animali che sono più o meno portati a fare da catalizzatori, cioè a incanalare l’energia magica necessaria e passarla alla propria padrona. Lei accennava al fatto che i lemuri erano i migliori! E cercando tra le varie specie, io puntavo al classico… quello con la coda a righe bianche e nere, ma tra le immagini c’era questa specie di mostro inquietante chiamato aye-aye, che con il suo dito medio lunghissimo e finissimo cattura i vermetti all’interno delle fessure degli alberi. Ecco! È lui!! Melanippe possiede un aye-aye! E poi mi piaceva tantissimo l’idea di un doppio scontro in contemporanea.
Mary, grazie mille come sempre! ♥
Non ci si annoia di certo in casa di Davide, tra una sorpresa e l’altra. Sorprese da far diventare bianco un gatto grigio o anche nero. Poveri gattini (mica tanto poverini), neanche il tempo di un pacifico pisolino sul lettone.
♥ Ciao Emme! Grazie mille! Sono alle battute finali della storia, sto preparando la conclusione con i fuochi d’artificio e tutta la banda musicale danzante al completo… Ma devo ammettere che mi mancheranno da morire!
Dai che poi inizio una favoletta per i bimbi. 😀
Molto bene. Immagino che sarai un po’ indaffarato con il lancio… delle meduse, però la favoletta per bambini, scritta da te, credo che sará bellissima. E piacerà di sicuro alla bimba che c’ é dentro di me. Per evitare malintesi, vorrei precisare che non sono incinta.😊 Ciao Emi, un forte abbraccio carico di energia per tutto ciò che stai creando.