
Pagine bianche
Le pagine bianche mi spaventano, sono come silenzi carichi d’accusa di chi hai deluso, l’eco di risate beffarde, bugie che stanno per essere scoperte.
Ho paura del disordine della mia mente quando guardo il computer, le dita esitano, digitano e cancellano una frase non all’altezza. E in quel momento, neppure io sono all’altezza, sono una voce che rimbomba nel vuoto, un palloncino che scappa di mano a un bambino, una lacrima che scivola via.
Mi fa paura il tempo che non mi aspetta, corre e ride di me, del mio fiatone e delle mie insicurezze, ed è convinto che io non sia più una bambina. Sfoglia i giorni veloce e non rallenta quando inciampo, non torna indietro se non ho capito qualcosa.
Quando si cresce, i mostri smettono di vivere sotto il letto e si sparpagliano per il mondo. Salgono al potere, gettano bombe come se stessero giocando a Risiko, decidono chi ha diritto di mangiare e curarsi, parlano delle armi atomiche come possibilità e non come la fine, la casella da cui non si torna indietro. Muovono e distruggono vite come pedine, invocano la guerra come necessaria, ma non sono loro a morire, a vedersi togliere il futuro solo per essere nati nella parte sbagliata del mondo.
Ho paura di chi lascia la storia dentro ai libri, chi pensa che il passato non possa tornare sotto altre forme, chi si sente al sicuro solo perché è nato nella parte giusta del mondo.
Mi spaventa chi non si pone domande, non analizza le contraddizioni, pensa che la colpa sia sempre degli altri e chi ha la disillusione negli occhi e vede il futuro come un buco nero che inghiotte sogni e possibilità. Chi pensa che il mondo non possa cambiare, ma solo peggiorare, che tutto questo non sia un problema suo.
Mi fa paura che esistano bambini di serie b, a cui sia naturale togliere i genitori, una casa, la scuola, spesso anche il domani; che dietro a numeri e notizie ci siano vite, sguardi, legami.
E mi spaventa chi dovrebbe educare i figli propri o degli altri e, invece, insegna a giudicare, isolare, a usare la violenza.
Davanti a una pagina bianca potrei arrendermi, spegnere il computer e lasciare le parole nel buio. Di fronte a un mondo che va in pezzi potrei stringere i pugni e abbassare la testa. Potrei pensare che i sogni siano davvero palloncini destinati a volare via e sparire alla vista, che la parte giusta e sbagliata del mondo non si incontreranno e mescoleranno mai e i potenti continueranno a giocare con la vita e con la morte, a ritenere le armi necessarie e il dialogo una strada troppo lunga e in salita.
Per fortuna, non è così che va la vita. C’è chi ha il coraggio di riempire le pagine bianche di frasi e colori meravigliosi, chi non teme di intraprendere viaggi lunghi e in salita, chi non rimane in silenzio e sa che un mondo migliore si costruisce dai propri pensieri. Chi ha fiducia nelle nuove generazioni, le difende e le cura, le educa a sognare, rispettare e pensare, chi non si sente troppo vecchio per contribuire a un futuro dove non ci siano vite di serie b e parti sbagliate del mondo in cui nascere. C’è chi sa dire no.
E allora, guardo la mia pagina bianca e inizio a scrivere un altro capitolo e una nuova storia. Perché le parole possono ferire, ma più di tutto riescono a curare.
Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Ho letto il tuo scritto come se fosse una poesia. Ogni parola suona così bene nella frase da ricordare una collana di perle, completa, perfetta, da cui non puoi toglierne nemmeno una. Le riflessioni dimostrano pensiero, ragionamento e maturità. Non c’è giudizio, solo constatazioni, amare oppure no. Ma soprattutto c’è tanta, tantissima speranza.
Un commento commovente, grazie di cuore Cristiana! ♥️
La “pagina bianca” è il nostro incubo più grande, eppure il mezzo in cui ci sentiamo più liberi di raccontare esperienze, emozioni e riflessioni. Oggi l’hai fatto in modo straordinariamente evocativo e chiaro, regalandoci un invito silenzioso ma potente: non temere di affrontare le paure e gli ostacoli, anche quando sembrano portarci lontano dalla direzione giusta. A volte è proprio lì che si trova la svolta. Brava ❤️👏
Grazie di cuore Tiziana♥️ho imparato che dalle pagine bianche, spesso, vengono fuori ottime idee.
A me invece da un immenso piacere… Leggere certe riflessioni alimenta il mio ottimismo sull’umanità anche se in questi giorni è messo a dura prova. Sono stupidamente convinto che le persone positive e propositive siano la maggioranza ma troppo umili, timide e sensibili per unirsi in un coro possente che faccia capire a chi ha solo presunzione nel governarci che noi ci siamo, che noi contiamo e che loro, senza di noi, sono nulla! Grazie per come sei cara Melania.🌹🌹🌹
Ciao Giuseppe, non è una stupida convinzione la tua. L’unione fa la forza, rimanere divisi aumenta il senso di impotenza e inutilità. Ognuno ha la possibilità di dire: “ce la possiamo fare, dobbiamo combattere per la pace e per la felicità di tutti!” E scrivere è un modo molto potente per arrivare al cuore degli altri. Grazie a te per la tua grande sensibilità e per il tuo ottimismo, che traspare sempre in ciò che scrivi.
La pagina bianca, angosciante per chi scrive, diventa metafora dell’angoscia con cui l’indifferenza è capace di opprimere l’individuo sensibile, che poi dovrebbe essere chiunque sia rimasto “umano”, qualunque cosa possa ancora significare. Come dice un noto psicanalista, i sentimenti non fanno parte di un bagaglio genetico, ma si imparano. Nelle storie dei nonni, nelle fiabe, nei racconti di qualsiasi forma essi siano… Quindi credo che non potrei essere più d’accordo con quanto scrivi, sulla paura, certo; ma anche sul fatto che, quotidianamente, coi nostri gesti possiamo spostare qualche granellino di sabbia da un piatto della bilancia a un altro. Grazie molte per lettura e la riflessione evocata
Grazie a te per le tue parole!
Una bella pagina densa di riflessioni importanti, di pensieri tristi e di speranza, di senso logico e di sentimento. Parole che coinvolgono, che inducono a non pensare solo a noi stessi. Parole di incoraggiamento ad essere resilienti, come si dice spesso. Parole necessarie in questi anni di grande crisi globale, di pace che manca, di umanità sempre più inaridita, di socialità apparente, falsa o fredda o anche avvelenata dei social. Anni in cui i contatti veri, reali e intensi spesso si perdono.
Grazie Melania per aver condiviso queste considerazioni che sento sincere e un po’ anche mie.
Grazie a te Maria Luisa per il bel commento!
Ti do ragione! Anzi, no, ti dò ragione
Grazie Kenji!
Ciao Melania. Brava. Molte verità!
Posso iniziare dal fondo?
Le parole possono ferire, ma più di tutto riescono a curare. Una grande visione positiva. Però penso che ci sia necessità di un grande lavoro da parte di molti per ribaltare il senso del tuo pensiero, che secondo me (purtroppo) è: le parole possono curare, ma più di tutto riescono a ferire.
Le pagine bianche, come tu le descrivi, fanno paura proprio perché sono lo specchio di chi si lascia trasportare dallo scorrere degli eventi, convinto che non si possa fare nulla. Mi viene in mente “Il Conformista” di Giorgio Gaber…
Penso che tentare di riempire pagine bianche sia ciò che dovremmo provare a realizzare, anche se all’inizio può apparire inutile, anche se fosse sempre la stessa frase ripetuta all’infinito.
Penso sia più facile accorgersi degli errori e tentare di correggerli se facciamo qualcosa piuttosto che restare immobili, inerti, passivi… E lamentarci di tutto.
Ciao Antonio sono d’accordo con te. Cambiare la visione del mondo e dell’influenza che possiamo avere non è facile, eppure è indispensabile provarci. Grazie di cuore per aver letto questa riflessione e per le tue parole.