
Per un’anguria.
In Sicilia il giorno del Ferragosto รจ sempre trascorso a mare e la maggior parte delle persone hanno pure una bella casetta tutta abbellita con finestre colorate, muri bianchi e grandi verande esterne per fare le โ mangiate di famigghiaโ. Il pranzo termina sempre con unโanguria dolce condivisa in allegria tra anziani,adulti e bambini.
Ron Pippinu era cauriato perchรฉ quel giorno mancava u muluni ri acqua in quanto doveva far bella figura con lo zito di sua figlia Carmilina! Un caruso di bona famigghia, travagghiature e rispittusu.
Cosรฌ Pippinu nella sua disperazione per non avere lโanguria in dispensa salรฌ sul suo carretto lasciando la sua famigliola nella casa del mare in compagnia di suo cognato cussรฌ iddu vardava i fimmini e i picciriddi.
Lungo il tragitto per da contrada Scarpitta verso Pachino incontrรฒ Vastiano Facci Ianca che zoppicava e cercava un passaggio per andare dallโunico medico del paese.
Vastianu: Ou a tia tu co carretto rammillu mpsagghio fina nto dutturi Sasร ca lโanca lโagghiu scungiuruta.
Pippinu fece salire Vastianu e incitava il cavallo ad andare piรน veloce verso Pachino per arrivare dal medico.
Arrivati allโincrocio re quattru mura perรฒ cโera un venditore ambulante di angurie!
Le angurie esposte sopra un telo bianco candido, con la buccia verde brillante, alcune erano state affettate per farle vedere al pubblicoโฆ Pippinu sciu pazzu! Voleva lโanguria po zito di sua figlia! Perรฒ Vastianu stava male!
Pippinu cercรฒ di rallentare la corsa del cavallo ed esso andรฒ sopra a tutte le angurie, il carretto si ribaltรฒ, Pippinu e Vastianu caddero e tutto andรฒ in rovina.
Era il 1950 e non cโera il cellulare per poter chiamare i soccorsi!
In strada cโerano Pippinu,Vastianu, il cavallo, il carretto, le angurie ridotte in marmellata sul suolo ed il venditore ambulante che gridava come un disperato per il copioso danno gridando vendetta.
Per fortuna il cavallo riuscรฌ ad alzarsi, anche se del carretto rimanevano solo le tavole di legno rotte e le ruote danneggiate. Vastianu stava peggio di prima e Pippinu aveva sbattuto la testa molto forte che non ricordava piรน niente! Parlava in francese ed in italiano perfettamente e diceva di essere un parigino in vacanza e che era davvero uno scempio dove si trovava! Lui un nobile di Parigi in mezzo a delle angurie ridotte in poltiglia da un cavallo, con uno zoppo senza capelli e sporco, un carretto distrutto, un venditore ambulante che parlava solo dialetto siciliano di cui non capiva nulla! Era inorridito e schifato! Non capiva perchรฉ non avesse il suo bellโabito di seta ed il suo bastone di legno col manico di corniola! Si pulรฌ leggermente le mani e con camminata molto signorile sculettando si mise a camminare velocemente per raggiungere il paese lasciando tutto e tutti alla loro vita perchรฉ lui non li conosceva. Lui era il Conte Zefir di Parigi.
Vastianu a questa scena bizzarra esclamรฒ โ Patri, figghiu e spiritu ro cunigghiu! E cu ciร purtari sta notizia a sa casa!
Intanto veniva aiutato dal venditore ambulante a rimettersi bene in piedi e lo accompagnรฒ egli dal medico dato che ormai era tutto in rovina.
La famiglia di Pippinu non lo vedevano ritornare alla casa del mare per il pranzo del Ferragosto, ma a quei tempi i ritardi lunghi erano normali e festeggiarono senza di lui. Il pranzo fu buonissimo tra scacci, caicca e ali arrustuti… ma mancava lโanguria.
Carmilina con uno sguardo invitรฒ il fidanzato a seguirla mentre tutti erano intenti a pranzare allegramente.
I due giovani si incamminarono per una stradina secondaria per andare a mare perchรฉ volevano un poโ star insieme da soli, perchรฉ in quei tempi era vietato che due fidanzati potessero uscire da soli.
Arrivati a mare perรฒ cโera lo zio di Carmilina che vide i giovani da soli. Egli stava rubando unโanguria in spiaggia che era stata affidata allโacqua fresca del mare.
Lo zio di Carmilina per non far passare la nipote per disonorata prese il suo coltellaccio e sfidรฒ il giovane uccidendolo e proibรฌ alla nipote di proferire parola e rapendola la portรฒ dentro una casa vecchia di pescatori. Invece il cadavere del giovane lo buttรฒ dentro un pozzo.
La famiglia era sempre contenta e felice che pranzava anche se mancavano quattro persone perchรฉ per quei tempi, nel 1950, era normale portar ritardo perchรฉ non cโerano i mezzi di trasporto e nemmeno i cellulari per poter avvisare.
Carmilina riuscรฌ a scappare e piangendo arrivรฒ a Pachino in piazza Vittorio Emanuele dove vide da lontano il padre e lo chiamava disperata, ma lui camminava sculettando come un coniglio ed ignorava la ragazza e ripeteva sempre: Io sono il conte Zafir, il conte di Paris!
Era il 1950 non cโerano cellulari, non cโerano mezzi di trasporto, non cโera lโanguria e tutto ciรฒ accade per questo.
Chissร cosa stava facendo la famiglia nel frattempo? E lo zio di Carmilina?
Autore
Corradina Triberio
Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Amore, Fantasy, Narrativa
Trama complessa. Da continuare
Ciao Corradina, da siciliano ti dico che ogni tanto racconti come il tuo servono eccome, perchรฉ viene risaltato il nostro dialetto assieme al tuo narrare quasi da novella, inoltre il tono ironico della storia, tinta anche da un omicidio, mi รจ piaciuto davvero tanto. In un certo senso mi sono rivisto a fare le mitiche โ mangiate di famigghiaโ, perchรฉ ancora si fanno da noi eh???, e ciรฒ che รจ accaduto a Vastianu e Peppinu mi fa ancora morir da ridere! Questo racconto fa il paio con quello precedente: tanta tradizione e costume delle tue parti, ma posso dirti comunque di tutta la nostra cara, bella, maledetta Sicilia! Un caro saluto, alla prossima!
Carissimo grazie per leggere cosa scrivo e sono felicissima che puoi rispecchiarti al 100% essendo siciliano come me.
Lo senti l’odore dolce di anguria del post pranzo di Ferragosto? Io si! La nostra Sicilia meravigliosa e maledetta allo stesso tempo, essa che ci scorre dentro le vene e ci sarร sempre. Un caro abbraccio!