Possibilità in tasca
Potremmo. Uscire con le nostre calze nere ancora da bucare, le nostre scarpe più comode così da poter camminare il più possibile (ti ho detto che adoro camminare sotto la pioggia con i piedi che si impastano nell’asfalto , girurando di non ammalarmi) poi mi metterei a correre , potresti pensare eccola un esibizionista, ma no non sai quando sono molto felice ho voglia di saltare è come se le cose intorno a me potessero prendere altre forme come se i confini fossero fluidi. Forse sono io che divento antimateria , nel mio liquefarmi, voglia di dispersione , cercare una forma in un infinito. Sento l’universo che vibra in un unica coincidenza e noi ci troveremo in quella circostanza in quel battere di ciglia. Stasera le hai nere più che mai, mi piaci quando ti carichi di nero , sembra che vuoi avere la notte addosso , infatti quando chiudi e riapri gli occhi mi sembra di vedere una bianca luna . Potremmo. Si potremmo andare a bere qualcosa sui navigli , in quel putrido canale ci potremmo affogare queste malinconie che ci portiamo addosso ,scusa hai da accendere? Ho un vuoto infiammabile dentro di me , stasera gli sbatto la lingua in bocca che voglia o no. Ma non vorrà , dice che sono troppo alta per i suoi gusti , troppo qualcosa , un eccesso di me , un pensiero di troppo un potremmo in più. Potrei, potremmo sentire il freddo del cemento , il zozzume dei marciapiedi lavati dalle suole in transito , il piacere del verde al semaforo quando la via è libera e sembriamo fari della città pronte a illuminare con la nostra follia anche un mozzicone spento. Perché parlavi con quello? Non mi piace puoi avere di meglio. Perché è sporco , non è né bello né brutto eppure ha qualcosa che mi arrapa. Si scivola qui stai attenta , potrebbero tenerla meglio questa città. Mentre noi stasera potremmo bere un altro gin tonic , svegliarci domani con altra sete, tirarci i capelli per la noia , fumare sigarette al balcone credendoci due cose usate ma belle e forse dannate. Così potremmo anche … Potremmo anche essere noi.
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Una valanga di emozioni che si intersecano con avvenimenti il tutto condito da desideri e nuda e cruda realtà. Un bello avritto, ti scuote dentro.
Complimenti.
All’inizio la mancanza di punteggiatura pensavo fosse un limite, poi mi sono reso conto che il limite era solo mio! Mi sono lasciato trasportare dal tuo inarrestabile flusso di emozioni, dal sottile erotismo (voluto o non voluto) che traspare. Concordo con Tiziano nel definire il tuo stile “vibrante.”
Sarei curioso di vederti alle prese con una poesia.
grazie pubblicherò presto altro
Ciao Sara, adoro la crudezza narrativa, il tuo scritto mi è piaciuto moltissimo e spero di leggerti ancora. Mi sento di dirti che potresti rendere la punteggiatura un punto di forza. Inserirne molta, soprattutto punti, anche dopo una sola parola. Oppure eliminarla completamente. Ho provato a leggere il testo lasciando il punto dopo “Potremmo”, eliminando invece tutto il resto. Funziona bene, secondo me. Un po’ Joyce, un po’ Svevo. Complimenti.
leggo solo ora il tuo commento. Ti ringrazio moltissimo, davvero una bellissima osservazione, adoro i punti. Tu mi hai saputa leggere davvero grazie, pubblicherò presto 🙂
Interessante, curioso e non annoia. Mi è molto piaciuto questo tuo stile. Complimenti! 🙂
ciao Daniele ti ringrazio, le tue parole fanno bene al cuore!
Sintassi particolare e accattivante, difficile riuscire bene in un testo del genere, ma tu ce la fai e incanti. Potresti, anzi puoi 😉
Aspettavo il commento di una donna. Questo è il commento più bello. Il testo è buttato giù alla buona Marta , niente di studiato , come uscire di casa senza un piano affidandosi solo alle sensazioni e agli umori . Mi ha fatto davvero piacere leggere oggi questo tuo commento (speciale)
@sally88 ti ringrazio per il commento speciale ma è solo un esprimere bellezza ad un testo che funziona, una donna può forse meglio “leggerlo” ma è solo per un clichè di sensibilità, perchè c’è tanto di uomo, di parte necessaria affinché questa storia procede così bene. Di nuovo brava.
Mi piace molto questa narrazione dalle tinte forti e cruda. Mi ha ricordato spezzoni di “Storie di ordinaria follia” del grande Bukowski. Si sente che è una scrittura intimista, di chi è abituato a scrivere più spesso poesie piuttosto che narrativa. L’incipit è inequivocabile, si tratta di due donne che hanno, o almeno una di loro vorrebbe che avessero, una relazione, narrata dal PdV di lei che delle due desidera di più. Non c’è una vera e propria storia, è più un flash emozionale su questa situazione, uno sfogo di lei che sembrerebbe non essere non solo contraccambiata ma forse neanche compresa: una delle due sembra essere etero, chi narra non lo è. Nell’insieme una scrittura capace di visualizzare, di trasmettere immagini intense. Sarebbe bello vederti alle prese con una storia. A rileggerci.
Ciao Massimo , grazie per avermi letta. In realtà la mia scrittura è ingenua. Non avevo intenzione di parlare di genere sessuale, però forse ci sono caduta dentro. L’amicizia femminile ha molte sfumature parlare di lesbiche o non etero è forse riduttivo , ecco io avrei voluto andare oltre queste categorie ma errore mio forse ho calcato proprio su questo. Cmq hai fatto bene a scriverlo . Volevo parlare di amicizia di complicità. DI solito scrivo poesie , scrivere racconti sarà il mio prossimo esercizio. ..
Ciao Sara. In realtà hai lavorato bene perché fino all’ultimo ero indeciso se fossero solo moto amiche o altro. Giusto nel caso possa interessarti, quello che mi ha fatto interpretare altro è stata la frase: “stasera gli sbatto la lingua in bocca che voglia o no”. Tieni pure presente però che, da uomo, probabilmente è un mio limite non saper riconoscere fino a che punto può fantasticare l’amicizia tra due donne. Ecco, senza quella frase avrei pensato al rapporto di amicizia di cui parli nel tuo commento. A rileggerti volentieri.
Mi aggrego ai commenti che descrivono una situazione in bianco e nero e pulp, dramma ed erotismo, scene tossiche e innocenti.
Mi sembra di vedere una bambina cresciuta troppo in fretta, o una donna ancora adolescente.
Non lo vedo come un racconto, ma più come il monologo di un film e mi piace davvero molto; trasmette sudore e passione, cose che adoro.
Allo stesso tempo, però, ti consiglio di fare molta attenzione (e lo dico per esperienza ed errori diretti personali) prima di tutto agli apostrofi (ne mancano almeno due e sono quelle sviste che trasformano un errore di battitura in un errore di grammatica), poi agli spazi delle virgole; ci sono anche diversi momenti in cui io avrei messo una punteggiatura diversa, ma questo è il tuo racconto quindi la mia rimane un’opinione del tutto personale 🙂
Fai benissimo a segnalarmi i miei errori grammaticali. L’ho scritta frettolosamente e tu attento lettore hai colto le mie imperfezioni. Di solito scrivo poesie ecco perché nella narrazione riesco poco ed ecco perché ti sembrano scene di un film perché io vedi immagini e sensazioni , la mia scrittura deve maturare , forse il mio intento comunicativo è più forte della forma che ho dato. In realta’ non sono soddisfatta del mio pseudo racconto perché scritto in un momento di distacco e di sogno e residui adolescenziali. Ti ringrazio cmq per la tua attenta lettura ?
La poesia è la prima cose che mi “suonata” in mente, ma non essendo un esperto non ho voluto osare nel commento: suona come una…permettimi il termine “Poesia sbagliata”, che lo leggerei come un complimento più che come una critica 😉
Per gli errori grammaticali è una cosa piuttosto comune, anche io scrivo di getto, ma se posso consigliarti butta tutto su un file del computer, per breve che sia, poi rileggi il giorno dopo ed eventualmente correggi 😉
Non saprei spiegare come, ma mentre leggevo apparivano quadri in bianco e nero, come disegni di Frank Miller in cui predominano due colori, le sfumature di essi, e infine le tinte rosse, verdi. Contemporaneamente mi sentivo trascinato dalle parole come un pescatore si sente sbattuto qua e là dalla burrasca. Una sensazione piacevole.
Complimenti!
Grazie davvero… un commento bellissimo!presto scriverò ancora !
Tiziano Pitisci è un piacere leggere il tuo bel commento. Hai colto l’essenza che io forse non sono riuscita ad esprimere e avete saputo cogliere voi lettori
Scorgo nel tuo stile alcune vibranti sfumature pulp (che, ovviamente, mi piacciono). E mi piace il flusso incontenibile e arreso della voce narrante, che sembra disegnare una spirale attorno alle possibilità che, ahimè, sono rimaste vaghe e scorrevoli, come la lenta corrente dei Navigli.
Grazie Raffaele , mi fa piacere ti sia piaciuto ?
A volte fa bene pensare alle possibilità, lasciare andare la mente su cosa potremmo fare.. è però un arma a doppio taglio… considerare il tutto ci fa perdere di vista la possibile più semplice, quella più a portata di mano.. solo essere noi. Racconto breve, oscuro con una voce narrante che trasmette un’ansia crescente per poi fermarsi di botto con l’ultima frase. Brava.. mi sono piaciute le pennellate noir che hai voluto dare.