RACCONTO PER BAMBINI – MOSTRO A CHI?

CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE

Quella che vi voglio raccontare non รจ una storia di paura, seppure vi sia come protagonista una strana creatura che molti chiamano offensivamente mostro. Io sono un ragazzino di 9 anni, mi chiamo Luca. Sono leggermente grassoccio e per questo oggetto di scherno da parte di tutti. Fino a qualche giorno fa la mia vita procedeva normalmente. Le mattinate sui banchi di scuola, i pomeriggi e le serate fra compiti, tv e videogames. Anche nel paese in cui vivo, in periferia di una grande cittร , i ritmi erano i soliti e a dirla tutta neanche troppo attivi. Finchรฉ un giorno…

CAPITOLO 2 – LA NOTIZIA

Era un pomeriggio primaverile di un lunedรฌ d’aprile, rincasavo da scuola e intorno a me percepivo una certa agitazione. C’era sicuramente qualche novitร  cosรฌ decisi di avvicinarmi ad un gruppo di persone che chiacchieravano concitate. Riuscii ad udire solo qualche parola, si parlava di panico e stato d’allarme. Ormai la curiositร  era troppa, volevo saperne di piรน. Corsi a casa sicuro che mia mamma e mio papร  mi avrebbero saputo dare spiegazioni. Varcai la soglia, appoggiai la cartella e mi sedetti a tavola per il pranzo.

CAPITOLO 3 –ย Lโ€™AVVISTAMENTO

A tavola chiesi loro di cosa avevano paura le persone in strada. Notai che si guardarono ed evitarono di rispondermi dicendomi che erano argomenti che non mi riguardavano. I grandi pensano sempre che noi bambini siamo troppo stupidi per capire.

Comunque le mie domande trovarono risposta poco dopo. Stavo passeggiando nel parco ed ebbi la fortuna di ascoltare il discorso di due ragazzi. Parlavano di un mostro che era arrivato in paese. Da quanto capii era stato avvistato da due cacciatori che sostennero che la creatura volesse addirittura mangiarli. Gli scienziati si erano giร  messi al lavoro per dare risposte credibili sulla provenienza e la razza di questa strana specie animale. Io non mi preoccupai troppo di queste fantasie, lascia i due ragazzi alle spalle e mi sedetti sulla panchina.

CAPITOLO 4 –ย IL MOSTRO

Intanto il mostro si nascondeva fra gli alberi del parco. Era triste, la sera prima era uscito col buio dalla sua grotta e vagando si era trovato in quel dannato paese senza sapere come ritornare alla sua tana sui monti. Era ancora spaventato per gli incontri con quegli strani animali con due zampe. Pensare che due avevano anche cercato di ucciderlo con due pezzi di ferro che loro chiamavano fucili. E poi quelle urla ogni volta che qualcuno lo vedeva. Non poteva restare nel parco, prima o poi qualcuno lโ€™avrebbe scovato. Ecco che ad un tratto su una panchina poco distante si siede un ragazzino grassoccio, era tutto solo e neanche lui sembrava troppo felice. Non sa per quale motivo ma il mostro sentiva di potersi fidare e si avvicinรฒ cosรฌ al bambino, vide che piangeva e fregรฒ il suo muso sul suo viso.

CAPITOLO 5 –ย Lโ€™INCONTRO

Ero seduto sulla panchina, forse piangevo anche ripensando agli scherzi subiti la mattina a scuola, quando alle mie spalle sentii un forte calore e qualcosa sfregare sulla mia guancia. Mi girai di scatto e non potei credere ai miei occhi. Quello che avevo di fronte era un enorme animale, simile ad un drago, senza pelle squamosa ma ricoperto di peli da capo a piedi, anzi, da muso a zampe. E non aveva neanche le ali, cosa che i draghi nei libri di fantasia invece hanno. Non sapevo come comportarmi, la paura mi consigliava di scappare ma quando vidi lโ€™espressione del suo volto capii che non era la soluzione migliore. Era triste, probabilmente si sentiva solo, aveva bisogno di aiuto e questo lโ€™avevo capito. Mi avvicinai piano e non senza esitazione. Avvicinai la mano al suo muso e piano lo accarezzai. Lui non fece alcun moto che mi potesse lasciare intendere non apprezzasse. Cosa ci faceva qui? Dovevo aiutarlo, era tutto solo e spaventato. Bisognava innanzitutto trovargli un posto dove stare. Nel parco sarebbe stato sotto gli occhi di tutti e la gente ha sempre paura di ciรฒ che non conosce. Ebbi unโ€™idea!

CAPITOLO 6 –ย UN NASCONDIGLIO

Mi ricordai del luogo dove adoro passare un poโ€™ di tempo in solitudine. Una vecchia casa disabitata in periferia, con un ampio cortile e un garage. Questโ€™ultimo potrebbe essere utile come cuccia se mai un animale del genere ne volesse una. Arrivammo dunque al cortile e accompagnai allโ€™interno Biggy, รจ questo il nome che gli ho dato. Una creatura del genere dovrร  pur mangiare, ma di cosa mai potrebbe nutrirsi? E se avevano ragione i due cacciatori e voleva me come spuntino? No, impossibile aveva avuto piรน di unโ€™occasione per farlo e non ne ha approfittato. Mentre la mia mente cercava possibili soluzioni Biggy aveva giร  trovato la sua cena. Nel cortile della casa vi erano meli, peri, peschi e il grande animale aveva divorato in pochi istanti decine dei loro frutti. Convinto che per un poโ€™ volesse star tranquillo decisi di andarmene ma Biggy mi raggiunse. Voleva giocare, era un giocherellone come un qualsiasi animale domestico. Riportava bastoni, spingeva la palla, afferrava al volo fresbee, anche favorito dalla sue enorme dimensioni. Era alto quanto gli alberi da frutto del cortile. Giocai cosรฌ tanto che non mi accorsi che il sole stava calando. Dovevo proprio andare, a malincuore lasciai Biggy certo che domani sarei tornato a fargli visita. Non mi ero mai divertito tanto.

CAPITOLO 7 –ย PROBLEMI

Quando rincasai trovai i miei genitori ad attendermi, erano arrabbiati. Avevo saltato la cena ed ero pure tutto sporco. Dopo un doccia veloce venni mandato a letto senza cena e senza TV ma non mi importava. Avevo la consapevolezza di aver trovato un amico. Mi addormentai convinto che nessun sogno sarebbe stato meraviglioso quanto il pomeriggio appena trascorso. Ahโ€ฆ se tutti sapessero, ma purtroppo nella gente serpeggiava ancora la paura. E cโ€™erano sempre i due cacciatori pronti a tutto pur di ampliare i loro trofei con la cattura di un animale unico nella sua specie. Passai la notte felice, ma il risveglio fu alquanto brutale.

CAPITOLO 8 –ย LA FINE?

Il mattino fui svegliato dai rumori in strada. Motori rombanti sfrecciavano sotto casa mia e si dirigevano in periferia. Mi affaccia alla finestra e vidi una schiera di jeep e carri armati dellโ€™esercito. Feci per rimettermi a letto quando mi venne un atroce sospetto. Mi precipitai fuori di casa in pigiama, presi la bicicletta e mi recai nel cortile di Biggy. La brezza mattutina scivolava fredda sul mio viso ma non ci diedi troppo peso. Anzi mi fu utile per risvegliare i miei sensi. I miei sospetti iniziali si rivelarono fondati. Il cortile era circondato, cโ€™erano giornalisti che si godevano lo scoop del secolo, militari con i fucili spianati, scienziati che aspettavano di studiare il mostro e i due cacciatori che cercavano di entrare nel cortile ma le forze dellโ€™ordine si opposero. Approfittai di un attimo di distrazione per sgusciare allโ€™interno del cortile e raggiunsi Biggy. Aveva paura, tremava, lanciava grida, probabilmente, dโ€™aiuto. Non sapevo cosa fare, non cโ€™erano speranze. Servirebbe un atto eroico, un supereroe che arriva dal cielo e salvi lโ€™umanitร . Ma io non sono un supereroe e dovrรฒ deludere chiunque si attende un atto dโ€™eroismo. Non potevo fare molto se non sperare in un miracolo. Salii sul dorso e lo guidai verso quei mostri chiamati uomini che volevano la sua pelle. Ci abbracciammo e piangemmo entrambi e questo fu il mio, anzi, il nostro atto eroico. Una donna dal pubblico gridรฒ: โ€œGuardate, cโ€™รจ un bambino con lui. Stanno piangendo. Non รจ bello quello che stiamo facendoโ€. La voce che il mostro non era altro che un enorme cucciolone indifeso si diffuse fra i presenti. Molti la ignorarono e si schierarono dalla parte di chi voleva annientare il povero animale. Ma altri, mossi da un sentimento profondo risvegliato alla vista delle lacrime, si schierarono davanti a noi due, braccia incrociate fino a quando le truppe non si dovettero congedare. Anche gli scienziati si misero il cuore in pace ed abbandonarono i pressi del cortile o meglio, furono portati via con la forza dai soldati. โ€œLa scienza ha bisogno di nuove scoperteโ€ gridavano indiavolati. Restarono solo i due cacciatori che furono allontanati dalle forze dellโ€™ordine.

Il superpotere dellโ€™amore aveva annientato il nemico.

CAPITOLO 9 –ย FINEโ€ฆ

Da quel giorno le persone la smisero di dare la caccia a Biggy. Molte persone giravano alla larga del cortile, la paura per il diverso resta sempre viva in loro. Anche gli scienziati e i cacciatori ogni tanto si fanno vivi ma per fortuna cโ€™รจ buona parte del paese che lo difende e va a trovarlo. Gli portano da mangiare e passano un poโ€™ del loro tempo a farlo giocare. Io non sono geloso, tempo per me lo trova sempre il mio grande amico. Un amico che mi ha insegnato che lโ€™aspetto esteriore non ci dice niente sulle qualitร  di una persona o animale. Questo a quanto accaduto fino ad oggi. Io invece continuo ad essere bersagliato dai miei compagni per la mia, robusta costituzione diciamo, ma non mi importa poi tanto. So di essere meglio di loro. Ora devo andare, Biggy ha voglia di giocare. Alla prossima.

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