Riparo per la notte

Serie: Viaggio verso Tsumaruru


Six e la sua ciurma cercano un riparo per la notte

“Oh, a bordo dell’Eymerich, mi trovavo in un grave pericolo,

Lork e Tarem desideravano la mia fine,

Ma la sorte sorrise in un momento critico,

Il destino fu sfidato, e ancora vivo rimango!

Io sono Norren il navigatore, alla mercé del mare,

Ma né Lork né Tarem possono confrontarsi con me,

Con il potente capitano, in mezzo al turbine,

Abbiamo sconfitto la tempesta, con coraggio e forza!

Lork e Tarem, astuti e malvagi, cercavano di farmi precipitare nelle profondità,

Ma il mare è imprevedibile, e il destino può mutare,

Nel turbine furente, il capitano si ergeva alto,

E con poteri oscuri, il tornado distrusse!

Io sono Norren il navigatore, alla mercé del mare,

Ma né Lork né Tarem possono confrontarsi con me,

Con il potente capitano, in mezzo al turbine,

Abbiamo sconfitto la tempesta, con coraggio e forza!

Ora rido e canto, da questa mia roccaforte sicura,

Lork e Tarem, ascoltate attentamente, la mia storia è pura,

Il mare è mio alleato, il vento è mio compagno,

E se osate ancora, naufragherete nel profondo!

Io sono Norren il navigatore, alla mercé del mare,

Ma né Lork né Tarem possono confrontarsi con me,

Con il potente capitano, in mezzo al turbine,

Abbiamo sconfitto la tempesta, con coraggio e forza!”

Lork e Tarem non potevano sopportare più a lungo quella canzone che Norren continuava a urlare a squarciagola, così estrassero i loro coltelli dalle cinture e si avvicinarono minacciosi al timoniere. Six intervenne rapidamente, afferrandoli per la giacca.

“Venite con me, voi due” disse il capitano.

Six scortò i due giovani nella sua stanza, sotto coperta, e li fece sedere su sgabelli scomodi. Rimase in piedi tra di loro, posando una mano su ciascuna delle loro spalle.

“Sapete leggere le carte nautiche?” domandò Six.

“No, Capitano,” rispose prontamente Tarem.

“Come immaginavo. E sapete governare una nave con il timone?”

“Nemmeno, Capitano. Ma perché lo chiedi?” Lork sembrava molto scettico.

Six afferrò un orecchio di ciascuno dei giovani e li tirò verso l’alto. “Questo è il motivo per cui ho arruolato Norren nella nostra ciurma. È in grado di svolgere questi compiti cruciali in mare e senza di lui saremmo nei guai. Non osate più attentare alla sua vita, a meno che non sia io a darvi l’ordine. Chiaro?”

Lork e Tarem si liberarono dalla presa di Six e si massaggiarono le orecchie arrossate. “Chiaro, Capitano. Non accadrà mai più,” risposero all’unisono, come se avessero pianificato quelle parole e quell’evento.

Six aprì la porta e li invitò a uscire. Prima di lasciare la stanza, Tarem notò un libro sul tavolo e una penna intrisa di inchiostro, facendo un cenno a Lork.

“Ebbene? Perché state ancora lì? Dovrò darvi un’altra lezione?”

Tarem e Lork si affrettarono a uscire dalla stanza del capitano, lasciando la porta aperta. Six li condusse sul ponte. Si stava dirigendo verso Norren. Tuttavia, osservò il sole che stava per tramontare.

“Norren, dovremmo fermarci per la notte, non credi?” chiese Six.

Norren prese le carte nautiche in mano. “Assolutamente sì, Capitano. Guarda qui, mancano poche miglia e possiamo trovare riparo tra queste rocce frastagliate.”

Lork era preoccupato. “Non corriamo il rischio di arenarci?”

“Nessun pericolo, lasceremo l’Eymerich ancorata un po’ più al largo. Raggiungeremo la terra ferma con la scialuppa.”

Tarem si grattò il mento. “Non è pericoloso lasciare la nave indifesa?”

Six sorrise dopo l’osservazione acuta del giovane. “Organizzeremo dei turni di guardia, non preoccuparti.”

Ahmullahja, con il suo turbante bianco candido, si avvicinò al gruppo. “Il primo turno lo faccio io, Capitano.”

Hiko, desideroso di riscattarsi dopo l’incidente al Covo dei Coloni, si intromise nella conversazione. “Io posso fare un turno di guardia unico, non ci sono problemi.”

Six diede una pacca sulla spalla corazzata di Hiko. “Non esagerare con l’entusiasmo, siamo in grado di organizzare la sorveglianza. Dobbiamo solo stabilire un segnale distintivo da usare in caso di attacco.”

Jolly Roger sbadigliò, annoiato dalle discussioni che considerava banali. “Mi occuperò io di dare il segnale!” gridò la bandiera, la cui voce riecheggiò così forte da costringere tutto l’equipaggio a tapparsi le orecchie.

“Ben fatto, Roger,” disse Six, sorridendo verso la bandiera. “Allora è deciso. Ci dirigeremo verso quell’insenatura dove trascorreremo la notte.”

Lork si toccò la pancia. “Ma cosa mangeremo?”

“Spero di non dover mangiare ancora carne essiccata, Capitano” intervenne Tarem.

Six guardò i due ragazzi e li invitò a pescare qualcosa, se ne fossero stati capaci. Una volta raggiunta la terra, lui avrebbe cercato piante commestibili da cucinare. Tarem e Lork accettarono la sfida senza esitazione.

Non passò molto prima che Norren guidasse l’Eymerich fino al punto di attracco. Six ordinò di calare la scialuppa. Aveva con sé un libro, una penna, dell’inchiostro e una clessidra.

Lork e Tarem avevano i loro coltelli alle cinture e tenevano in mano le canne da pesca. Hiko indossava la sua armatura completa, nonostante appesantisse la piccola imbarcazione, mentre Norren aveva con sé tutto il necessario per passare la notte e accendere un fuoco.

Delicatamente, toccarono le rocce lungo la scogliera. Non c’era una spiaggia in quel punto, ma Norren indicò loro una zona con rocce frastagliate dove avrebbero potuto trovare riparo.

Toccate con attenzione le rocce della scogliera, in quel punto senza spiaggia, Six si avventurò con Hiko e Norren alla ricerca di un posto sicuro e più agevole. “Non perdete troppo tempo e state attenti a non danneggiare la scialuppa. Non voglio restare bloccato a terra.”

Tarem e Lork annuirono e diedero dei colpi di remo per allontanarsi dagli scogli, sperando di catturare qualche pesce. Tuttavia, il sole stava ormai per sparire, riducendo al minimo le possibilità di una pesca proficua.

“Non credo che sia stata una buona idea lasciare la scialuppa a quei due idioti” disse Norren, guardando attorno in cerca di un appiglio tra le scivolose alghe.

“Sono comunque compagni di ciurma, non insultarli” rispose Six con fermezza. “Ho già affrontato la questione relativa all’incidente. Per me è chiusa, e se lo è per me, lo è per tutti. Intesi?”

Le ombre crescenti non permettevano di vedere chiaramente il volto di Norren, che stava sorridendo in modo sinistro. “Come desideri, Capitano.”

Hiko inciampò su uno scoglio e la sua armatura produsse un rumore metallico che rimbombò tra le rocce. “Scusa, Capitano. Farò più attenzione.”

Six non diede peso alle parole di Hiko e continuò a camminare. Avanzarono per un paio di centinaia di metri, e il terreno divenne più pianeggiante. Potevano ora ammirare una lussureggiante flora, con alberi slanciati dal tronco robusto e sottili che si estendevano in ampie foglie verdi. Prima degli alberi c’erano arbusti carichi di fiorellini viola e bacche arancioni.

Six si avvicinò agli arbusti e si voltò verso i due compagni. “Non toccate i fiori, sono altamente irritanti. Ma le bacche arancioni sono succulente e commestibili, potete mangiarle.”

Norren guardava il capitano con uno sguardo divertito e provocatorio. “E come fai a saperlo, Capitano?”

Six sorrise e si grattò la nuca rasata. “Le ho studiate.”

Hiko raccolse una bacca e la annusò. “Speriamo che non somiglino a quelle che hai studiato e che siano davvero commestibili,” pensò tra sé. Voleva fidarsi, ma nella sua esperienza non era la prima volta che si avventurava in luoghi sconosciuti, temendo di essere attaccato da bestie ignote o di ingerire cibi velenosi.

Six fece qualche passo in avanti. “Aspettatemi qui, tornerò subito.” Six si addentrò nell’oscurità del fitto bosco, dove l’ombra danzava tra gli alberi come uno spettro inquietante. Il suo passo era silenzioso, come se i rami lo stessero accompagnando. Un’aura di mistero avvolgeva ogni suo movimento mentre si lasciava guidare nell’oscurità dall’olfatto affinato.

Con agilità felina, balzò su un tronco scuro, poi si slanciò verso un altro, sempre più profondo nella foresta ignota. I suoi occhi, fenduti come quelli di un predatore notturno, scrutarono il terreno, e i suoi sensi rivelarono un’insidiosa presenza nascosta tra le sterpaglie.

Con una precisione spaventosa, Six si avvicinò con silenzioso intento. Ma il male latente in quel luogo aveva occhi affilati e denti affamati. Un morso insidioso si chiuse sulla sua mano destra, mentre lui cercò di sferrare un colpo mortale con la sinistra, solo per sbattere contro una roccia che sembrava averlo tradito. L’aggressore si ritirò, ma il prezzo del dolore rimase.

Seguì l’oscuro indizio dell’animale nascosto. Six si lanciò in una caccia feroce, una danza mortale tra predatore e preda. Corse attraverso l’oscurità, chiudendo momentaneamente gli occhi per lasciare che l’olfatto spietato gli indicasse la strada.

Un balzo audace lo portò a catturare due protuberanze oscure, dure e contorte. Corna, ma di un piccolo animale. Six si aggrappò e rallentò la furia dell’animale. La bestia si dimenava, ma la sua resistenza si spezzò sotto il peso dell’implacabile cacciatore.

Con destrezza letale, Six estrasse un coltello dalla sua cintura e sgozzò l’animale, un grido bestiale si spense nel buio della notte. Poi, con fatica e determinazione, trascinò il corpo inerte attraverso l’alta erba, afferrandolo per la coda come un trofeo oscuro.

Ma quando emerse dal sottobosco, la scena che si presentò ai suoi occhi era degna delle visioni più terrificanti. Hiko e Norren erano stati catturati e legati. Le loro espressioni erano un misto di terrore, disperazione e disprezzo. Six abbandonò la preda e assunse un cipiglio per nulla amichevole.

Serie: Viaggio verso Tsumaruru


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