
Saggezze emotiva
Pato, Timku e Karl sono tre giovani orche assassine. Per la precisione tre esemplari maschi adulti. I ricercatori li hanno intercettati qualche anno fa, durante un giro di ricognizione a largo delle coste. Stavano in gruppo e arrivavano dalle regioni fredde, in cerca di acque più miti e di cibo. I tre mammiferi erano in buona salute. L’equipe decise di prenderli in carico, iniziò a studiarli e a monitorarli.
Si trattava di un trio ben affiatato, non si separavano mai e quando erano affamati, diventavano una macchina da guerra. Agli studiosi era capitato di vederli all’opera, mentre s’imbattevano in un gruppo di otarie. La colonia si era insediata da tempo su una piccola spiaggia. Funzionava così. Pato, Timku e Karl iniziavano a perlustrare la riva. Quando la preda stava a tiro, uno dei tre si sganciava rapidissimo. Schizzava fuori dall’acqua come un siluro, arrivando col corpo e col muso fin sul bagnasciuga, afferrava l’animale e con una torsione lo lanciava in aria. La povera bestiola vorticava come un sacco di patate, dopodiché piombava giù. A quel punto, intervenivano gli altri due che l’afferravano e se la trascinavano in mare aperto. Infine, tutti e tre sparivano negli abissi col malloppo. Poteva succedere che l’orca mancasse il bersaglio. In quel caso, il bisonte marino doveva ripiegare su se stesso a piccoli balzi e rituffarsi in mare. Il tutto in pochi minuti.
Quel pomeriggio dal motoscafo, il team di scienziati aveva notato un insolito clamore nei pressi della colonia. Pato, Timku e Karl stavano organizzando l’ennesima battuta di caccia. L’imbarcazione rimase a diversi metri di distanza, era troppo rischioso farsi più avanti. Seguirono la scena con i binocoli. Lo squadrone si muoveva circospetto nelle acque basse. Ad un tratto Pato, il più giovane, prese l’iniziativa. Fece uno scatto verso la riva, aveva puntato qualcosa. Riuscì ad arrivare velocissimo sulla spiaggia, ma l’otaria schivò il colpo. Il piccolo pinnipede scampò miracolosamente alle sue fauci. Rimasto a bocca asciutta, Pato girò il muso verso l’interno per ributtarsi in acqua. Uno, due, tre saltelli, ma niente, non si spostò di un centimetro. Intanto, Timku e Karl osservavano l’amico.
Gli studiosi si accorsero che qualcosa era andato storto. Passarono alcuni minuti e decisero di andare a vedere. Quando scesero dalla barca, ne ebbero la conferma: Pato si era arenato, aveva fatto male i calcoli. Durante la manovra di ritorno, il peso del corpo aveva creato una buca enorme e l’animale ci era rimasto incastrato dentro. Ci fu un passaparola immediato e poco dopo altre persone accorsero alla spicciolata, per dare una mano. Purtroppo, Pato non si riusciva a spostare. Come se non bastasse, il mare si era ingrossato e le onde non facevano altro che spingerlo fuori dall’acqua, sempre di più. Tutti si affannarono per delle ore, ma non servì a nulla. Pato era bloccato nella medesima posizione, spiaggiato su un fianco. La pressione del corpo lo fece quasi implodere, arrivò persino a vomitare tutto quello che aveva nello stomaco. A notte fonda, il gruppo rinunciò all’impresa. Un’oretta più tardi, il cuore di Pato smise di battere.
Si dice che gli animali abbiano una capacità particolare che gli addetti ai lavori chiamano: saggezza emotiva. Intuiscono che qualcosa di tragico è successo. Timku e Karl rimasero in quel punto molto a lungo. Solo l’indomani, col sorgere del sole, abbandonarono il luogo per andarsene via. In quel posto non ci fecero più ritorno. Probabilmente perché lo ritenevano troppo pericoloso, ma soprattutto perché lì, un loro amico c’era morto.
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Povero Pato 😔 Racconto commovente e ben scritto, bravo!
Ciao Arianna! Grazie mille, sono contento ti sia piaciuto! A presto!
Un racconto che funziona molto bene, che emoziona e resta impresso. Con qualche ritocco sul piano stilistico (soprattutto tagliando le parti più esplicative e rendendo più denso il linguaggio), potrebbe diventare un racconto perfetto per una raccolta letteraria. È naturale, brutale e profondamente umano. Il tipo di testo che fa riflettere sul dolore e sull’empatia, anche nel mondo animale.
Ciao Rocco, ti ringrazio tanto per le tue parole, e soprattutto per i tuoi consigli!!!
Un bel racconto, un po’ alla Sepulveda. Piaciuto 🙂
Grazie mille Cristiana, anche per il riferimento letterario, del quale sono ovviamente onorato, ma non penso di arrivare a tanto!!!
“Si dice che gli animali abbiano una capacità particolare che gli addetti ai lavori chiamano: saggezza emotiva. Intuiscono che qualcosa di tragico è successo.”
Succede spesso, non sapevo che questa propensione avesse una definizione precisa. Ho vissuto una cosa simile con un cane. Ero in giro con alcuni amici e ha attirato la nostra attenzione perché un altro era stato investito e non poteva muoversi.
Ciao Tiziana, sono contento che il racconto abbia in qualche modo toccato qualcosa di universale!!! Grazie per il tuo passaggio!!!