Senza pensarci su
Serie: Buio al tramonto
- Episodio 1: Pesca grossa
- Episodio 2: Qualcosa che mi appartiene
- Episodio 3: Nicholas
- Episodio 4: George Robertson
- Episodio 5: Eliah Blackthorne
- Episodio 6: La pagina mancante
- Episodio 7: La svolta
- Episodio 8: Telefonata
- Episodio 9: Senza pensarci su
STAGIONE 1
Capitolo 1
7
Nell’appartamento avvolto nell’oscurità non vi erano rumori, il silenzio era totale.
Nick restò sulla soglia, resistendo all’aria fredda che saliva dalla tromba delle scale sfiorandogli il collo. Se ne stette imbambolato scrutando le sagome dei mobili e le forme di una casa in cui gli sembrava di non aver mai vissuto. Chiedendosi se con la firma del contratto, se con il suo essere riuscito a sistemarsi, i suoi genitori fossero spariti dalla sua vita. E quel soggiorno buio gli disse che non era così: suo padre stava ancora consultandosi con Eliah Blackthorne e i suoi soci, e sua madre divincolandosi tra mille cavilli legali, e se davvero Nick voleva liberarsi di entrambi allora avrebbe dovuto agire. Il rifiuto della chiamata era qualcosa, ma non sarebbe stato sufficiente.
Si decise ad avanzare di un passo, che non risuonò per via della moquette, e si richiuse la porta alle spalle. Esitò, poi puntò dritto in camera sua, chiuse la porta e senza accendere le luci si sedette alla scrivania. Aprì lo schermo del laptop e lo accese, entrò nel browser. E rimase a fissare la barra di ricerca sullo sfondo bianco.
Dove sarebbe andato?
Non ne ho idea, realizzò. E nel medesimo istante sentì un vuoto freddo montargli nella pancia e salirgli su fino in gola. Credette di dover correre in bagno e vomitare, quando trasse un respiro profondo, e si sentì meglio. Riprese a respirare.
Un posto dove andare lo troverò, in un modo o nell’altro, si disse.
Chiuse gli occhi. La prima cosa che gli apparve sullo schermo della mente fu la vista del Millenium Park dalla finestra della sua camera. Una distesa di alberi, una pennellata di sfumature verdi e più avanti lo specchio d’acqua del lago.
Dev’essere una casa vicino a un lago, si disse. Abitazioni del genere costicchiavano, ma ora questo non era un problema. Lo era piuttosto scegliere tra migliaia di laghi grandi e piccoli di cui erano cosparsi gli Stati Uniti.
Escludo il Michigan, pensò, perché sarebbe troppo vicino a casa.
Ma restavano migliaia meno un laghi sulle rive dei quali abitare. Strinse le palpebre e si concentrò. Di nuovo gli apparve il Millenium Park.
Alberi gli disse un pensiero che quasi non riconobbe, come una voce non sua eppure presente nei suoi ragionamenti muti.
Dovevano esserci gli alberi, si disse, e per qualche motivo era convinto che dalla finestre si sarebbero dovuti scorgere un lago e le montagne. Avvertì un altro pensiero farsi strada.
George, disse una voce nella sua mente, una voce cupa eppure persuasiva.
Nick si chiese, sentendosi un po’ stupido, se quel pensiero fosse davvero suo.
Gli tornò alla mente il modo strano con cui Eliah Blackthorne gli aveva parlato, ma prima di poter indugiare un altro istante su quel dettaglio bizzarro gli venne l’immagine di suo padre piegato in due, con il sangue che colava tra le dita della mano poggiata sulla bocca.
Quella scena era il frutto della sua negligenza, già , perché invece di redigere un bilancio corretto lui aveva condotto stupide ricerche sul passato della società …
ROTTEN BRIDGE
Due parole che tuonarono nella sua mente tanto da indurlo a tapparsi le orecchie. Aprì gli occhi, ma vide solo il buio e le sagome sinistre che in esso si nascondevano. Ma era solo la sua stanza.
Avrebbe potuto pensare a quanto estranea potesse essere la voce di quell’ultimo pensiero, ma non lo fece. Non si accorse che non poteva pensare ad altro se non al nome di quella cittadina del Montana rurale. Fuori, dieci piani più in basso, le auto sfrecciavano per evitare che i semafori gialli si tramutassero in rossi, frenavano per far passare i pedoni che si gettavano sulle strisce pedonali, e le persone non parlavano ma camminavano veloci facendo schioccare i tacchi delle loro scarpe; eppure per Nick non erano altro se non rumori lontani, che si confondevano con il soffio del vento tra le cime dei pini e lo sbattere delle ali delle anatre, suoni questi che forse non c’erano, ma lui li sentiva.
Poi, pian piano il rumorio lontano divenne un sottofondo più presente, e si trovò di nuovo nella sua stanza, nella casa dei suoi genitori a Chicago. Lo schermo del laptop si era spendo; lo accese e rimase ad ascoltare il fruscio dell’aria che fuoriusciva dal sistema di raffreddamento, poi digitò nella barra di ricerca.
Rotten Bridge, Montana.
I risultati della ricerca erano ìesigui, ma in cima alla lista c’era quello che faceva al caso suo, annunci immobiliari. Spostò il cursore sulla scritta azzurra. Stava per cliccare quando dalla strada giunse uno stridio di pneumatici, e il suono di due clacson distinti si levò in alto, facendosi strada tra i muri dei palazzi. Nessun impatto. Rombo di motori che ripartono, ognuno per la sua strada. Nick indugiò, quasi che quell’incidente sventato per un soffio fosse un avvertimento, un modo per dirgli occhio, ciò che farai ora ti segnerà per tutta la vita. Un po’ come la telefonata di sua madre. E ricordando quell’istante, cliccò.
Le sue labbra, arcuate in un sorrisetto, si appiattirono quando sullo schermo comparve un solo, unico annuncio. Ricaricò subito la pagina – pensando che devesse trattarsi di un bug, senza esserne convinto – e quando ricomparve ancora quell’unico annuncio sentì quella cosa fredda montargli dentro, di nuovo.
Si disse di non cadere nel panico, quindi aprì l’annuncio, che era denso di descrizioni, con tanto di foto di ogni singola stanza e una planimetria. Ne rimase affascinato, era proprio come se l’era immaginata pochi attimi prima. Una casa sulle rive di un lago, che poteva essere ammirato da una delle finestre, mentre l’ala opposta offriva la vista di un monte altissimo dalla cima nuda e rocciosa. Tutt’attorno, un bosco di pini.
Non ci pensò su, non ragionò e non si pose delle domande. Fece tutto piuttosto di fretta. Quando si mise a letto, prima di spegnere le luci, aveva contattato il proprietario, un certo Robert Collins, e concluso l’affare.
Serie: Buio al tramonto
- Episodio 1: Pesca grossa
- Episodio 2: Qualcosa che mi appartiene
- Episodio 3: Nicholas
- Episodio 4: George Robertson
- Episodio 5: Eliah Blackthorne
- Episodio 6: La pagina mancante
- Episodio 7: La svolta
- Episodio 8: Telefonata
- Episodio 9: Senza pensarci su
Discussioni