
Spiragli
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
- Episodio 10: Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
- Episodio 1: Quattro chiacchiere col morto
- Episodio 2: La vita, il bello e il bene
- Episodio 3: Modulo Umano Standard
- Episodio 4: L’intrusione
- Episodio 5: Capire il passato per vivere il futuro
- Episodio 6: Rimpianti, domande e speranze
- Episodio 7: Tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare
- Episodio 8: Ceres? Come la birra?
- Episodio 9: Condanna all’oblio
- Episodio 10: Il macigno di Piero
- Episodio 1: Spiragli
- Episodio 2: Le anime non hanno sesso
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
Ero nell’orto, concentrato e sudato, quando il cellulare suonò. Imprecai, pensando alla solita fastidiosa chiamata di qualche assurdo marketing e, invece, era Graziano:
«Ciao scrittore, come va?»
«Potrei mentirti e piangere, ma va proprio bene amico mio.»
«Senti, dovrei parlarti, ma non al telefono… se venissi a trovarti?»
«Mi faresti felice, il posto c’è! L’unico rischio è che poi ti passi la voglia di tornare a Bologna.»
«Wow! Ti paga già la Provincia di Trento? Quanto ci metto per arrivare su?»
«Macchina o moto?»
«Il meteo è incerto, vengo in macchina.»
«Quattro ore e mezza. Se parti subito sarai qua all’ora di cena.»
«Se mi fermassi qualche giorno ti creo problemi?»
«Scherzi? Puoi fermarti quanto vuoi.»
«Bene, prepara l’aperitivo!»
Lasciai perdere ciò che stavo facendo, mi diedi una rapida lavata e scesi al ristorante.
* * *
«Stasera arriva un mio caro amico, non è che possiamo fargli mangiare cervo, funghi e polenta?»
«Caro quanto?» chiese sfacciatamente Piero.
«Quanto te!» risposi.
«Allora non posso negartelo, tavolo romantico?»
«Perché no, se chiacchierando potesse vedere la luna sui monti non sarebbe male.» risposi sarcastico. «Poi, a fine cena, mi farebbe piacere se tu e Marisa veniste a sedervi con noi, avrei quasi tutte le persone a cui tengo attorno a me. Potrei anche morire felice.» conclusi scherzando.
«Rispetto le tue idee, Thomas, ma se puoi farmi la cortesia di morire a casa tua ti dimostreresti un vero amico.»
«Che palle Piero! Sempre una parola di troppo!» Sbottò Marisa, evitando così una mia replica che non sarebbe stata molto diversa.
* * *
Graziano arrivò nel tardo pomeriggio. Scese dall’auto e ci abbracciammo come se non ci vedessimo da anni.
«Ma chi è quel buzzurro che taglia l’erba al ristorante qua sotto? Gli ho chiesto se sapeva dove potevo trovarti e lui mi ha detto: ‘Thomas? Quello spocchioso bolognese che si spaccia per scrittore? Duecento metri a destra, l’ultima casa. Auguri!’.
«Non badarci, è un poveraccio a cui danno qualcosa da fare per tenerlo occupato.»
Avrei voluto lasciare esplodere la mia risata, ma mi trattenni, pregustando il momento in cui, a cena, Piero lo avrebbe servito a tavola.
Entrammo in casa e, sorseggiando due birre, gliela mostrai tutta, stanza per stanza, studio interrato compreso.
«Direi che sei sistemato bene, altro che quel buco che abitavi a Bologna.» bevve un sorso di birra poi mi squadrò da capo a piedi: «Occhi limpidi, capelli corti, qualche chilo in più e sguardo intelligente, sembri proprio un’ altra persona.»
«Sto bene, Graziano, veramente bene. Ho ancora qualche cosa da sistemare, ma ho lo spirito giusto per farlo.»
Mi guardò negli occhi e, conoscendo tutto di me, comprese a cosa alludevo.
«Sono qua per quello, Marta è passata in birreria, ma io non c’ero e ha trovato quell’idiota di Pino, per fortuna l’ho incrociata mentre stava uscendo, e ho pensato fosse bene andare a bere qualcosa assieme.» Lo frenai con un gesto della mano, presi una confezione di birre dal frigorifero e lo invitai a seguirmi all’aperto prendendo posto, uno di fronte all’altro, al tavolo sotto il grande abete, il mio angolo preferito.
«Come ti è sembrata?» chiesi.
«Giù di morale e stanca. Il tuo ex coinquilino non ha migliorato le cose parlando abbastanza male di te e dell’indifferenza che dimostri per chi ti sta attorno.» Ebbi una smorfia di fastidio. «Le manchi, ed è delusa che tu ti sia comportato come un pezzo di merda, non se lo spiega, ti credeva ben diverso.» Fece una pausa. «La poesia che le hai mandato però l’ha colpita, così tanto da venirmi a chiedere cosa penso di te.» Graziano lasciò spaziare il suo sguardo su ciò che ci circondava: i monti, i boschi e la casa. «Falla venire qua Thomas, se vuoi che capisca chi sei e quanto sei cambiato è qua che ti deve vivere. Sai che non ti ho mai considerato lo stupido che ti faceva comodo sembrare, ma il poco tempo che hai trascorso in questa valle ti ha letteralmente trasformato, e se per me non è una completa sorpresa, per lei lo sarà. Se la ami veramente, falla venire qua e falla felice.»
«Un suo segnale, Graziano, non aspetto altro. Mi conforta che sia venuta a chiederti di me, mi fa sperare. Non posso certo avere pretese, ma sono convinto che trascorrere un po’ di tempo assieme potrebbe chiarire le idee ad entrambi.»
«Per come la vedo io un segnale lo ha già lanciato: in quell’ora scarsa passata assieme ha accennato almeno un paio di volte a tutto quel tempo libero che, finito l’anno scolastico, le avrebbe permesso di mettere ordine nella sua vita. Lì per lì non ci ho fatto caso, ma è logico pensare che fosse un messaggio per te: era sicura che te lo avrei recapitato.»
Riflettei per qualche secondo poi presi la decisione: «La chiamerò e le proporrò di farsi una vacanza qui. Mi sembra chiaro che anche per lei la storia non è chiusa, altrimenti avrebbe stracciato la mia poesia e non sarebbe passata a chiederti di me.»
* * *
Quando, entrando nel ristorante, Graziano vide Piero gli si avvicinò: «Ho trovato il bolognese spocchioso.» Gli disse indicandomi.
«E proprio qua lo dovevi portare?» rispose Piero di rimando.
Finalmente potei liberare la risata trattenuta in precedenza alla quale prontamente si unì Piero. Graziano ci guardava perplesso, poi, capita la complicità, sorrise e ci insultò: «Ma che due bastardi! Ma vedi se devo farmi tutta questa strada per farmi prendere in giro.»
A cena ci gustammo i piatti preparati con gran cura dai miei amici, Graziano era estasiato dai sapori inconsueti proposti da Piero, soprattutto apprezzò i funghi che non aveva mai amato, ma che, saporiti come li cucinava Piero e abbinati alla polenta, lo convinsero a replicare . Quando poi passammo alle GDA (grappette digestive autoprodotte) dovette intervenire Marisa che, con la scusa di richieste di altri clienti, ebbe il buonsenso di portarci via le bottiglie. Ma eravamo già allegri, non ci serviva nulla in più.
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: Spiragli
- Episodio 2: Le anime non hanno sesso
Ops! Confusione tra Rosa e Marta, dopo aver letto l’ ultimo racconto di Paolo Lunghi. E avere in testa l’assillo dell’altra Rosa, per trovarle la terapia giusta che le doni un nuovo sorriso.
Ciao Giuseppe, spero vorrai perdonarmi l’ errore.
Un episodio molto piacevole, per il senso dell’amicizia che si respira e per la nostalgia di un amore distante. E un nome di donna – Rosa – che mi piace, associandolo alla regina dei fiori, che amo tanto da volerle dedicare almeno quattro stagioni di una serie. Ma questa é un’altra storia.
Thomas e Piero ogni volta mi fanno ridere! 😹 Emerge una complicità che solo in pochi possono vantare, e di conseguenza definire amicizia.
E quale momento migliore per leggerti, con tutte queste appetitose descrizioni di cibi, se non a pranzo?
Umorismo a parte, la tua penna ha un tratto magico per i dialoghi: ogni volta che li leggo risultano tanto naturali e realistici che mi pare addirittura di sentire le voci dei protagonisti. 🪻🪻
Considerando che Thomas è cambiato e galeotto sarà il luogo, Marta perdonerà tutto. Dialoghi e scene molto naturali. Bravo, Giuseppe! 🙂
“è qua che ti deve vivere.”
Che bella frase, Giuseppe. Potrebbe sembrare una semplicità, cosa che non è affatto. Noi non siamo sempre uguali e, spesso, il lato migliore di noi (o forse il vero noi) esce quando ci liberiamo dai fardelli pesanti, seppure anch’essi facciano parte della nostra vita. E’ però in quei momenti che noi siamo autentici e non c’è occasione migliore per mostrarci a che amiamo.
Un episodio bellissimo, in cui si respira l’amicizia.
Apprezzo molto anche l’ordine stilistico e i dialoghi sempre ottimi per mostrarci ciò che succede.
Quel ‘bastardi’ finale lo dimostra e, credimi, si è vista la faccia dell’amico.
“qualche chilo”
A me, capita esattamente l’opposto! 😂
Dei tuoi racconti amo particolarmente i dialoghi: il modo in cui i personaggi parlano e scherzano mi da la sensazione di trovarmi in Italia ❤️ A volte mi piacerebbe tuffarmi dentro le tue storie!
Solleticato dal profumo dell’intingolo coi funghi e la polenta (che figata!), ho seguito volentieri la missione dell’amico emissario, improvvisato intermediario nello strappo di questa relazione, dove l’amicizia pare rivelarsi la chiave di volta. Grazie Giuseppe per la piacevole lettura
Mi ha fatto sorridere e stare bene: dialoghi vivi, amicizia vera, quell’umorismo da bar. La valle e il ristorante sono un abbraccio, si sente l’aria buona. Ho sentito l’odore di polenta e legna bagnata, e sotto le risate c’è Marta e quel “chiamala e falla venire qui” mi ha preso in pieno. Bello, vero.