
Storia di Hans
Dopo che il villaggio cadde nelle loro mani, i mercenari lo saccheggiarono, allora si accamparono per la notte.
Anche il giorno dopo fu lo stesso, e così nelle giornate a seguire: le identiche cose, ossia marciare, combattere, uccidere e saccheggiare; soltanto la notte era una sosta dalla routine quotidiana.
Ma Hans si domandava quando sarebbe finito tutto ciò.
Non era che fosse stanco della vita da mercenario, ma aveva anche troppi tesori sulle spalle. Qualcosa trafugato nelle chiese, altro nelle case private e poi in alcuni negozi e banche.
Decise di concludere quel circolo vizioso allontanandosi di un poco dalla truppa in marcia.
«Dove vai?» gli chiese il sergente.
«Svuoto la vescica e torno». Una volta appartatosi lontano da occhi indiscreti, individuò una quercia e scavò una buca. Usò una vanga che aveva preso con sé poco prima in previsione del compito e, non appena ebbe terminato, posò lì dentro i suoi tesori tranne quelli che gli sarebbero serviti di lì a poco.
Adesso che aveva terminato, seppellì tutto e sulla corteccia dell’albero incise una croce. Allora tornò a marciare con i commilitoni.
***
Furono anni di guerre. Contro altri tedeschi, contro gli svedesi, contro i francesi. Hans si consumò i piedi a camminare dalla Sassonia alla Turingia, ma aveva sempre in mente il suo tesoro. In quegli anni non accumulò nulla di sostanzioso, preferì spendere tutto al gioco, con il vino e le donne.
Quando giunse il giorno del Trattato di Westfalia, molti festeggiarono la pace, ma Hans aveva in mente solo quello.
Intraprese un viaggio fino alla quercia in Sassonia e lì, dalle parti della vecchia battaglia, la ritrovò.
La quercia era rimasta in piedi e la croce sulla corteccia era ancora visibile.
Aveva con sé una vanga e iniziò a scavare.
Dopo alcuni minuti fece un verso di disapprovazione: Dov’era finito tutto quel che aveva sepolto? Aveva aspettato il momento di ritrovarlo fin dalla vecchia battaglia, ma era svanito.
Si infuriò. Tutte quelle speranze… per nulla?
Gettò via la vanga, si mise a sedere e cercò di riflettere.
Era vero, il Trattato di Westfalia era stato firmato, c’era la pace, ma forse c’era ancora qualche guerra da combattere e in cui fare bottino.
Non si perse d’animo e riprese la marcia.
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Come recita il Magnifico “del doman non c’è certezza”: meglio spendere tutto subito 😀
Già, è vero! Grazie del commento, Micol.
Peccato per il tesoro. Certe volte la vita ci ricambia con la stessa moneta che abbiamo speso.
Hai ragione! Grazie del commento
Piacevole e scorrevole. Da dove la tua grande passione per la guerra dei trent’anni?
Ciao e grazie del tuo commento! Allora, per rispondere alla tua domanda, amo la storia ma ci sono dei periodi che amo ancora di più. Della Seconda guerra mondiale so molte cose grazie a documentari e wargame, preferisco la Guerra Fredda ma anche il periodo Rinascimento/barocco lo amo particolarmente perché mi ha sempre appassionato l’idea di uno scontro fra religioni… oltretutto amo la Mitteleuropa