Tu mi fai girar come fossi una Babolat

Campo di Allenamento – Dubai – Notte

 

Il giovane e vigoroso Clem Bulkagov, tennista turco di spicco, si allena con foga contro il muro, violentando la sferica head con la sua Yonex Ezone come fosse una bambola gonfiabile in feltro.

Il suo corpo scolpito è teso come la corda di uno Stradivari nello sforzo di preparazione al colpo, il sudore gli cola dalla fronte arrestandosi sulla fascetta di un nero ormai liso con la F di Fila cucita al centro.

La musica techno assordante negli auricolari amplifica i suoi potenti respiri, sembra benzina sull’ovattato silenzio del deserto.

Improvvisamente, un avviso di chiamata in arrivo interrompe quella trascendenza a ritmo frenetico. Bulkagov sospira, si asciuga il viso con un asciugamano e risponde.

Clem (con voce affannata): “Aloa?”

Voce misteriosa: “Clem, abbiamo quello che ti serve.”

Clem (con tono sospettoso): “Chi è? A me serve solo che nessuno mi rompa i coglioni, soprattutto mentre mi sto allenando, chiaro?”

Voce misteriosa: “Non importa chi sono. Conta solo quello che posso offrirti. La vittoria al torneo.”

Clem (incuriosito e un po’ titubante): “Sì certo, come no? Ed in cambio?”

Voce misteriosa: “Lo scoprirai presto. Aspettami stasera alle 23:00 dietro il Burj Khalifa. Vieni da solo.”

Clem (prima di riattaccare): “Aspetta… chi sei? Stai scherzando vero?”

 

Voce misteriosa: (la chiamata si interrompe bruscamente)

 

Il tennista turco rimane perplesso, fissando il telefono con un’espressione dubbiosa. La curiosità si mescola alla preoccupazione. Cosa gli stanno proponendo? E chi è questa voce misteriosa? Clem decide di seguire il suo istinto e presentarsi all’appuntamento. Forse è la sua occasione per scalare molte posizioni in breve tempo. In fondo ha quasi 30 anni, non gli restano ancora molte cartucce in canna. Il suo serve and volley si spinge ben oltre il rettangolo di gioco e al di la di qualsiasi superficie. Clem è uno scommettitore seriale, ama il rischio, e se il gioco si fa pericoloso basta rilanciare sulla posta in gioco.

 

Esterno – Burj Khalifa – Notte.

 

 

Clem si trova nell’ombra notturna dietro il grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa. L’atmosfera è umida come la fichetta di una spogliarellista quando gli si mette un centone nell’elastico del perizoma. Il silenzio rotto solo dal ronzio dei bolidi che sfrecciano sulla strada. L’orologio segna le 23:00. Clem aspetta con impazienza, scrutando l’oscurità in cerca di qualsiasi segno. Improvvisamente, una figura emerge dalle tenebre.

Figura misteriosa: “Ti sei deciso a venire, dunque. Il piatto era troppo invitante e tu sei un golosone del Bosforo.”

Clem (con voce cauta): “Sputa il rospo, non ho molto tempo e domani ho il match della vita in questo cazzo di torneo della vita. Quindi scorcia e parla!”

Figura misteriosa (con tono rassicurante): “Non temere. Sono qui per aiutarti a realizzare il tuo pieno potenziale. Sono anni che ti osservo giocare e come tutti i giocatori di attacco se non ti entra la prima di servizio sei fottuto. Io ti aiuterò a sparare quella prima come un cecchino, la tua yonex da oggi in poi sarà il tuo kalashnikov.”

Clem (ancora ironicamente dubbioso): “Ah e tu saresti il genio della lampada!”

Figura misteriosa (porgendo a Clem una busta): “Ecco. Contiene tutto ciò di cui hai bisogno.”

Clem prende la busta con esitazione. Al suo interno trova una fiala contenente un liquido blu cobalto ed una siringa mignon, come quelle da insulina.

Figura misteriosa (con voce persuasiva): “Mezz’ora prima di scendere in campo, funziona come il viagra, non vedi che ha anche lo stesso colore?”

Clem (incerto): “Che roba è?”

Figura misteriosa (con un sorriso enigmatico): “Provare per credere. Immune a qualsiasi controllo anti-doping. Ma tu davvero credi alle favole? A Mille ed una Notte? Se vuoi essere tra i primi 20 al mondo non puoi contare solo sulle tue risorse, neanche se fossi Hulk. Serve l’aiutino, la molecola giusta.”

Clem osserva la fiala con trepidazione. Ha paura, ma in fondo cosa ha da perdere? Anche se lo squalificassero ormai è a fine carriera, usurato come un eremita della Cappadocia.

Prima di entrare nel professionismo, ogni tanto per arrotondare si faceva qualche viaggio della speranza traportando palline di oppio nascoste dentro le gialle sfere in feltro inzeppate nel portabagagli di una skoda caustica.

Istanbul-Berlino andata. Giusto per alzare qualche spicciolo per fare il grande salto nel professionismo.

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Discussioni

  1. Piace molto anche a me questo stile script, veramente. E mi interessa capirci bene dentro perché io non ne sono capace. Belli soprattutto gli incisi fra parentesi che chiariscono le varie situazioni aggiungendo quel qualcosa in più sugli stati d’animo. La storia continua a essere interessante e il tuo ‘tocco’ è inconfondibile. Azzeccatissima la scelta musicale. Bravo.

  2. Figo il racconto in stile script, però la cosa che mi piace di più sono i titoli e le parole che giocano molto con la creatività: skoda caustica, mi fai girare come una babolat, ne ricordo uno di un racconto precedente “The dark side of the web.” Credo ti diverta e di conseguenza diverte anche chi li legge. Complimenti.

  3. “per arrotondare si faceva qualche viaggio della speranza traportando palline di oppio nascoste dentro le gialle sfere in feltro inzeppate nel portabagagli di una skoda caustica.”
    👏