Umori variabili

Serie: Wiccats.


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il duello era cominciato. Lo stregone inesperto contro una strega con più di trecento anni di esperienza. L'esito era quasi scontato, ma le incognite non erano poche e le magie se scelte con raziocinio, potevano essere davvero spaventose. Peccato che le reazioni istintive sembravano avere la meglio.

La strega nera sbuffò il suo disappunto, delusa.
– E finisce così la triste e malinconica storia del finto commesso gentile e carino di compu— –

– Cazzo! La temperatura di un fulmine è elevatissima. Non ne avevo mai provato uno di persona. – Davide si rimise in piedi lentamente, aveva il volto completamente bianco nel punto in cui era stato colpito dalla saetta continuando ad emettere una candida nuvola di fumo.
Matilda aveva la bocca semiaperta, come a cercare di capire se quello che vedeva fosse lì davanti a lei per davvero.
Scaglie di ghiaccio si staccavano docilmente dalla fronte e dall’arcata sopraccigliare dello stregone.
– Trentamila gradi? Per una frazione di secondo! E con una tale potenza elettrica ci si potrebbero caricare una miriade di cellulari in un istante. Cavolo, devo tenerlo presente. –
Si toccò la fronte, appena più in alto del sopracciglio sinistro, grattando via il restante ghiaccio.
– Lo sa che questa è la mia prima… no, in realtà sarebbe il secondo scontro magico della mia vita. A quanto ho capito non pare ci siano delle regole tipo duello al primo sangue o roba simile no? –
La strega nera fissava il suo avversario con una espressione di dubbiosa perplessità.
– No. Nessuna regola… Chi prima colpisce, prima si liber— – I piedi della strega vennero assorbiti dal terreno, facendola sprofondare fino a metà coscia, il fango, morbido e liquido, divenne immediatamente basalto nero, solido e estremamente tenace.
Matilda urlò di frustrazione, accese un cerchio di fuoco attorno alle gambe, sembravano le fiammelle azzurre dell’alcol etilico denaturato usato da un bambino piromane per bruciare la tana di povere formiche ignare. Il petto di Matilda si accese di un color oro, ovattato dalla felpa che indossava, una felpa con un teschio piratesco stampato al centro. Il fuocherello diventò una portentosa colonna gialla di puro calore, tutt’intorno le cose iniziarono a emettere fumo, le foglie degli alberi si accartocciavano e annerivano, mentre i bordi si accendevano delineati da una incandescenza rossa che le consumava con voracità.
Nel buio, quella torre fiammeggiante, alta una decina di metri, brillava come una gigantesca spada laser di un cavaliere jedi ciclopico impazzito. I fili di uno stendi biancheria nel giardino si sciolsero, un secchiello di plastica azzurra perse tutta l’acqua che conteneva trasformatasi istantaneamente in vapore, si piegò come fosse diventato di plastilina e prese fuoco in un lampo. Davide si riparò gli occhi con una mano guardando quella torre splendente e ondeggiante, nella sua mente disegnò una semplice sequela di simboli accadici, sorrise al pensiero di quanto facile e divertente potesse diventare uno scontro magico, peccato fosse solitamente letale. Le iridi si accesero di una luce azzurra argentea come un ghiacciaio artico illuminato dal sole notturno.
Di colpo la temperatura crollò, ma più che crollare sarebbe stato corretto dire che franò, trascinando con sé qualunque cosa. La colonna infuocata si spense all’istante riportando un’oscurità blu in un’area circolare che copriva l’intera tenuta della strega. Cristalli di ghiaccio fluttuavano leggiadri, trascinati dalla fredda brezza delle undici e mezzo di sera. Si accesero altri quattro fuochi fatui blu a mo’ di faretti notturni. La brina ricopriva completamente il terreno, mandando dei riflessi di luce violacea puntiforme, sembrava una distesa di piccole ametiste. Le poche foglie rimaste scricchiolavano e cadevano sul terreno lasciando gli alberi anneriti dal fuoco e adesso congelati e completamente spogli.

– Lei è sempre tanto esagerata con i suoi incantesimi? Non è uno spreco di mana? –

– Hai abbassato la temperatura di tutta la zona? Quanti…? Dici che IO sono quella esagerata? Ah! Temperature glaciali, per spegnere una colonna infuocata… non ci avevo mai pensato. – Dalla bocca della strega il fiato prendeva una forma quasi solida. Vapore di condensa si alzava uniforme da tutta la figura della ragazzina dalle fiamme facili.

– Il fuoco è una reazione chimica che richiede un minimo di temperatura, altrimenti… niente reazione e niente fuoco, è facile. – Le parole di Davide non emettevano alcuna nuvoletta visibile, stava guardando le gambe ustionate di Matilda, le sollevava faticosamente dalla buca dove era stata bloccata, aveva sciolto il basalto per potersi liberare dalla morsa delle rocce vulcaniche, ma aveva riportato delle ustioni di secondo, terzo grado e anche più gravi su tutta la lunghezza dell’arto.

– Non subisce lei i danni fisici… È il corpo di Matilda ad avvertire il dolore, vero? – Davide si rammaricava di questo sfruttare una persona senza alcuna forma di rispetto.

– Matilda? Non credo provi più niente ormai da tempo. Il suo mondo è fittizio e piacevole. Il nostro accordo è fatto per far vivere la sua coscienza una realtà ricolma di stupidi fiori, gatti affettuosi e amori pittorici. –

La strega sorrideva guardandosi le gambe nude ricoperte di piaghe e bruciature orribili, i pantaloni che indossava erano spariti, fusi insieme alla carne delle gambe, erano rimasti dei brandelli simili ad uno striminzito pantaloncino che nascondeva appena i glutei e le parti intime.

– Quindi lei non sente alcun male? Nessun dolore? – Davide indicò la coscia destra, nera come il carbone e rossa come il sangue, lucida come il cuoio, gocciolava un fluido biancastro. Ustione di quarto grado, pensò allarmato il mago. Indicò gli avambracci, anch’essi nudi e ustionati, ma non gravemente quanto le gambe.

– I nervi sono andati, distrutti. Quindi non arrivano segnali di dolore. Comunque non è una situazione divertente, immagino. – Si passò una mano partendo dal piede e salendo fino al basso ventre. La pelle ritornò rosea e sana velocemente.
Passò subito all’altra gamba imitando lo stesso movimento.

Davide notò il verde di un incantesimo di cura.

– Sei davvero stupido! Mi hai dato il tempo di guarire. – Disse la strega mentre si toglieva i brandelli della felpa da piratessa, ridotta ad una pellicola fusa sulla pelle. La staccava come fosse un adesivo pubblicitario fastidioso, ma quando tirava, veniva via anche il primo strato di epidermide e il fluido delle ustioni colava copioso bagnando il terreno ghiacciato.

– La sto odiando per questa mancanza di gentilezza nei riguardi di un corpo non suo. – Lo sguardo di Davide era carico di rimprovero.

Serie: Wiccats.


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