
Un grido d’aiuto
Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Lory
- Episodio 2: Mizu
- Episodio 3: Thanos
- Episodio 4: Ditteri
- Episodio 5: Order Received!
- Episodio 6: Velluto bordeaux
- Episodio 7: Il libro della strega
- Episodio 8: Palla di pelo
- Episodio 9: Idropittura
- Episodio 10: Matilda
- Episodio 1: Argilla rossa
- Episodio 2: Diluvio
- Episodio 3: Clientela
- Episodio 4: I tuoi desideri…
- Episodio 5: Hollandia
- Episodio 6: La crudeltà delle streghe
- Episodio 7: Mamma mia
- Episodio 8: Battaglia!
- Episodio 9: Caramello
- Episodio 10: Luci e Ombre
- Episodio 1: T-shirt
- Episodio 2: Nhtoi
- Episodio 3: Divorare l’anima
- Episodio 4: Prigionieri segreti
- Episodio 5: Il nero più nero
- Episodio 6: Lezioni di metafisica
- Episodio 7: Una faccia maledetta
- Episodio 8: Ricordi neri
- Episodio 9: Vibrisse
- Episodio 10: Nuovi colleghi
- Episodio 1: Francesismi
- Episodio 2: Fantasmini
- Episodio 3: Un grido d’aiuto
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
Le due del pomeriggio arrivarono in un lampo, tra clienti che non si vergognavano nel dichiarare il loro eterno amore alla nuova commessa del reparto fotografia e alle processioni dei dipendenti maschi intenti a mostrare un rinnovato interesse, privo di secondi fini a loro dire, per una zona del negozio davvero poco frequentata.
– Ma me j’aime queste persone che vengono a chiedermi le informazioni sur les marchandises… sui prodotti. Da sorcière, come strega, non parlavo mai con nessuno! – Teneva Davide per un braccio, sembrava quasi che non volesse lasciarselo scappare.
Nadine era più alta di una testa rispetto allo stregone barbuto, ma questo non sembrava creare alcun problema né all’uno, né all’altra.
Dal negozio al ristorante self-service c’erano non più di cinque minuti di strada a piedi ed il gruppo di persone intenzionate a gustarsi un pranzo nella confusione di battute volgari, di rumori di piatti e stoviglie che si urtavano e di ricerca di attenzioni, era davvero ben nutrito… tanto da somigliare ad una scolaresca in gita scolastica.
Le domande alla ragazza nuova, per di più straniera e di conseguenza esotica, erano pressanti, talvolta irriverenti, ma Nadine sembrava stare al gioco, ridendo e rispondendo a tutto e a tutti per le rime.
– Ma ci sei già stato a letto vero? Non dirmi di no, che si vede che lei ha la “confidenza delle lenzuola”! – Michielin era la presenza meno desiderata e meno apprezzata al momento accanto a Davide. – Com’è? Com’è? Tipo così? O più così? – Il gesto con le dita era inequivocabilmente triviale.
– Miché! Ma che cazzo dici? La conosco da cinque minuti! Dai! Non ci proverei mai! – Nella testa dello stregone il Libro era aperto su una pagina di condizionamenti mentali e costrizioni coatte che era tentato di utilizzare a piene mani e senza sensi di colpa su quel collega tanto malizioso e irritante, ma ignorò quella rabbia che aveva il sapore del suo spirito dell’aria perennemente adirato dalla sua condizione di golem servitore.
– No! Merci beaucoup ! Io torno a casa accompagnata da David, mon voisin prèfèrè ! Dal mio vicino prediletto! – Nadine accelerò il passo per poter stringere il braccio di Davide mentre evitava amabilmente tutti gli inviti che i suoi nuovi colleghi provavano a farle con promesse di cene sontuose e gratuite, aperitivi alcolici inebrianti e spregiudicati, con in aggiunta delle offerte di passaggi in auto che il collega del reparto informatica, quello sfigato chiamato Davide, si sognava di poter guidare.
– Non credo di volermela neanche comprare la macchina, Nico! Mi sposto benissimo con i mezzi pubblici e a piedi! – Il mago commesso parlava con una nota di disprezzo quando gli altri si vantavano dei propri mezzi di trasporto.
– Per questo motivo le femmine ti scansano e sei ancora single! – sentenziò Nicola, il capo magazziniere.
Le vetrine a specchio del ristorante erano adesso ben visibili dall’altro lato della strada, una bassa siepe tagliata con l’arte topiaria per renderla perfettamente squadrata, circondava il palazzo conferendo una elegante cornice alla costruzione.
Le porte automatiche si aprirono lasciando passare la mandria turbolenta e chiassosa.
– Questo è un self-service, Nadine. In pratica sei tu che scegli e ti prendi i piatti che vedi! – spiegava Davide mentre afferrava uno dei vassoi di plastica color verde tavolo da biliardo impilati vicino all’ingresso. Nadine imitò lo stregone: – Niente pranzo aux chandelles? Come si dice? Luce di candella? –
– Lume di candela! – precisò lo stregone mettendosi in fila dietro a Nicola, che sembrava avere un tic nervoso al collo che lo costringeva a girare la testa per lanciare sguardi furtivi ai fianchi della nuova arrivata.
– Di solito si usa dirlo quando ci si organizza per la sera: una cena a lume di candela, in genere indica una cenetta romantica tra innamorati. –
La strega francese stava decidendo se prendersi gli spaghetti alla norma o le linguine alla carbonara: optò per le linguine.
Davide non sapeva cosa prendere: non aveva un esofago, né uno stomaco dove poter indirizzare il cibo. Alla fine decise di scegliere qualcosa che avrebbero apprezzato i suoi gatti: quattro bei pezzi di carne grigliata senza condimenti particolari, delle fettine di tacchino arrosto accompagnate da delle patate al forno e prese anche una bottiglietta piccola d’acqua naturale, tanto per fingere di aver bisogno di una leggera idratazione.
Sopra la vetrina dei dolci ebbe per un breve istante l’impressione che vi fosse seduto un animale, forse un cane, ma girando la testa notò che quella forma zoomorfa era sparita: sarà stato il calore o il vapore di qualche piatto a dargli quella specie di miraggio, fu il pensiero dello stregone mentre indicava e spiegava a Nadine il suo dolce preferito chiamato tiramisù.
– Lo abbiamo anche noi le gateau tiramisu! Non è mica una vostra esclusiva. A me piace tanto la Napoleon, la gâteau millefeuille – sorrise la strega dall’adorabile accento.
– E Juno? Dove hai lasciato la tua bellissima amica? – chiese Davide ricordando quanto strana, ma affascinante fosse la silhouette di quel particolare animale.
– Lei starà sistemando le nouvel appartement o forse starà poltrendo sul lettone! Io ho portato un ciondolo carico, in caso mi servisse usare la magia. – La strega mostrò una collanina con un pendaglio che sembrava una provetta o una di quelle fiaschette di veleno che andavano di moda un paio di secoli fa. Emanava un innaturale riflesso metallico e Davide ne avvertì il potere.
– Tu cosa usi come catalizzatore? Non era quella bella gatta grigia? Lillac? Lillien? –
– Lilith! La mia meravigliosa Lilly! – sorrise il mago mentre avanzava avvicinandosi alla cassa del locale.
Liberami!
Davide si girò di scatto in direzione di una voce quasi familiare.
– Che c’è? Qu’est-ce que tu as ? – La strega guardò attenta in cerca di un qualche pericolo.
– Non hai sentito? Era… era come un grido d’aiuto! –
Lo stregone stava guardando la sua cassiera preferita che digitava le pietanze sui vassoi che scorrevano su quel binario d’acciaio inossidabile.
Qualcuno fece cadere un bicchiere scatenando l’applauso di due o tre testimoni, ma erano rumori distanti senza alcuna importanza.

Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Francesismi
- Episodio 2: Fantasmini
- Episodio 3: Un grido d’aiuto
La nostra streghetta è sempre più affascinante e spassosa e le reazioni di Davide di fronte ai colleghi sono un misto di furbizia e ingenuità.
La forma zoomorfa sopra la vetrina dei dolci mi inquieta, così come il grido di aiuto percepito nel finale. Un episodio molto bello.
Grazie splendida Cristiana! ♥ Sto apparecchiando la tavola per il finale, quindi mi serve un po’ di tranquillità prima che si scateni l’uragano… dissemino il percorso di indizi, buttando qui e là delle rivelazioni e istruendo i miei attori a ritagliarsi un ruolo da tragedia greca in modo che recitino in trimetri giambici, qualunque cosa voglia dire… 😀
😅😅😅
Sorrido sempre quando ti leggo, perché non amo il genere ma mi piace come scrivi, davvero! E mi verrebbe da dirti che mi sembra talento sprecato ma poi mi taccio perché è giusto che ognuno si esprima per quello che sente e gli piace. Emiliano, a parte le mie facezie, tu hai una grande dote, coltivala.
Ciao Giuseppe! Lo so, lo so, io sono attratto dalle storielle leggere, leggere immerse in una melassa di assurdità fantastiche e, nella maggior parte dei casi, ricoperte da un velo di misticismo mistico finto antico ridotto in polvere finissima… Il ripieno cremoso horror a volte lo metto e altre volte evito per non appesantire troppo questa specie di muffin gigante.
Ma sono contento che ti piaccia il metodo che adotto per impastare gli ingredienti insieme. I miei sono i primi esperimenti culinari, magari nelle prossime torte mi azzarderò a usare elementi per me stravaganti come il dramma o l’action thriller… Chi lo sa!
Intanto, come sempre, è un vero piacere leggere un tuo commento.