
Up & down
Stavo aspettando la metro come ogni mattina, ma quel giorno sembrava tardare più del dovuto. Raggiunsi la fine della banchina esaurendo i passi, che frettolosi avevano calpestato lāintera linea di delimitazione una, due, fino a cinque volte. Troppo.
Troppo per quelle persone che infastidite mi vedevano passare avanti indietro pensando che fossi matto! Che fossi quel matto che arrivata la metropolitana lāavrebbe fatta finita sotto i loro occhi rovinandogli la giornata!
Esagerato? Non credo. Basta leggere. Avete presente quel genere di articolo in cui si apre la notizia con un uomo morto sui binari della metro, e subito dopo si menziona quanto āquesto fattoā abbia creato disagi ai cittadini? Per giunta con precise annotazioni sul tempo impiegato per ripristinare la normale circolazione? Normale. Vi pare ānormaleā accostare le due notizie? Stridono tra di loro come la brusca frenata della vettura sui binari! La tragedia contrapposta a quelle che sembrano le previsioni del meteo-ferroviario.
E quindi? A detta di ciò. Secondo voi. Quella mattina. Qualcuno mi ha detto qualcosa? No, nessuno mi ha rimproverato, nessuno si ĆØ preoccupato di dirmi niente, tranne la voce metallica che proveniva dallāaltoparlante che invitava a rimanere dietro la dannata linea gialla! Solo che io non lāho sentita, visto che avevo la musica in cuffia.
Giusto. Come faccio a sapere che ĆØ partito lāavvertimento dallāaltoparlante allora? Ammetto, il volume non lo avevo al massimo. E quella voce, fredda, lāho semplicemente ignorata! Come tutti ignorano tutti.
Lāindifferenza ĆØ ā¦ānormaleā nel ventesimo secolo. Non ĆØ il male. Ma si, non ĆØ male. Passeggiare, studiare, lavorare, e ignorare! Chi se ne frega del clima, chi se ne frega degli altri! Chi se ne frega! Ho giĆ tanti problemi io, figurati! E alla fine sentendo spesso questo vociferare, anche io mi sono adeguato! E quel giorno ho preferito isolarmi. Io, Luca, studente, con lo zaino in spalla, la cuffia in testa, lo sguardo su quella linea in basso color ocra, alle prese con la sua crisi personale.
Dite che sono stato io il primo ad isolarmi ad ignorare? In effetti lāho appena affermato! E se non lo avessi fatto, dite che con buona probabilitĆ avrei trovato qualcuno che mi avrebbe dato una pacca sulla spalla e mi avrebbe detto: ragazzo allontanati dal bordo della banchina che può essere pericoloso! E io vi dico āforseā, che non vuol dire āsiā. Ma nel mio caso specifico, vi dico deciso ānoā.
Infatti nessuno si ĆØ avvicinato in una delle tante volte che gli son passato davanti. Ma me lo aspettavo, mi capita spesso. PerchĆ© conosco lo sguardo distaccato, ma ancor di più quello che evita le situazioni anormali. Lā istinto che superata lāindifferenza valuta per una frazione di secondo. E poi ti dice di non approcciare quel ragazzo moro, con gli occhi scuri e tristi, con su le cuffie e il suo mondo dentro uno zaino; che anche se passasse diecimila volte sotto il vostro naso non fermereste, neanche in ragione del āforseā. PerchĆ© di fronte a voi non vedreste un ragazzo moro con gli occhi scuri e tristi, con su le cuffie e il suo mondo dentro uno zaino. Ma vedreste solo un ragazzo down.
Ed ĆØ vero che sono un ragazzo ādownā, in questo momento mi sento terribilmente giù! Ma non perchĆ© ho la sindrome di John Langdon Down. Ma perchĆ© Jessica non mi ama! Ama il mio compagno di classe Francesco A..
Lo ha inciso ieri con il taglierino sul banco, la sua grafia cosƬ perfetta perfino sul legno tarlato, in un punto invisibile agli occhi. Me lo ha indicato lei stessa, chiedendomi di piegarmi e puntare lo sguardo in basso a destra del suo banco, vicino ad una vecchia gomma da masticare, mentre distraeva il mio amico nel farsi prestare una penna.
Un cuore con le iniziali del fortunato e un piccolo āti amoā a ricamare lāangolo più lontano, di cui io solo, allāinfuori di Jessica, ora ne conoscevo lāesistenza.
Jessica, perchĆ© io? Io, mai lo avrei voluto sapere! Ignorare, insegnatemi a farlo! Ne avevo bisogno, subito in questo momento! Mentre ripenso al suo sorriso, mentre cerco di strappar via quel dolore fuori da me. Mentre ormai perso, vago oltre lāindifferenza, oltre quellāaltoparlante, seguendo quella linea che appare cosƬ semplice e diritta da percorrere, ma che troppo spesso non lo ĆØ.
Il sorriso di Jessica, che si è adombrato per un attimo, quando mi ha preso in disparte e mi fatto giurare di non farne parola con Francesco A. Sorriso che è ricomparso subito mentre annuivo, mentre mi abbracciava raggiante. Lei è molto timida ma un giorno semplicemente glielo farà leggere, e così le verrà il coraggio! Jessica era così entusiasta ed elettrizzata per aver condiviso il suo piano perfetto con qualcuno!
E io? Che idiota! Nellāintervallo mentre si allontanava dalla classe con Marta e Aurora, ho sostituito quelle iniziali con le mie e ho portato la prova schiacciante a Francesco A.! Che si ĆØ accorto subito che qualcosa non andava ed ĆØ andato a cercare Jessica. E cosƬ, ho fatto un casino!
Francesco A. ha cambiato banco e ora li vedo entrambi darmi le spalle tutti i giorni. E in classe, se prima avevo difficoltà a concentrarmi ora proprio non ho più voglia di andare. Non mi rivolgono la parola! Mi ignorano, e io ne soffro! Lo fate anche voi e io ne soffro!
Forse avrei potuto evitarmi lāarrivo della guardia, che solo allāultimo ho visto spuntare ad inizio banchina. La metro quel giorno ritardò ma fu puntuale, passò proprio in quel momento in cui scattando presi la rincorsa buttandomi, prima che lui prendesse me.
Questa ĆØ la mia storia, ve lāavrei raccontata se mi aveste fermato, ma a voi non interessava. Siamo sempre allegri ānoi downā, siamo più āallegriā e quindi con meno pensieri. Ma come fate ad affermarlo dalla distanza? E se anche vi avvicinaste, vi fermereste all’istante, perchĆ© non ĆØ “normale” ai vostri occhi avere un viso come il mio! Non ĆØ normale avere reazioni pari alle mie! Se cerco un abbraccio in più non ĆØ normale. Ma anche voi cercate un abbraccio in più in questi momenti? E quando vi guardo, lo sguardo non ricambia. E se si presenta un āforseā quando lo abbasso vedo i vostri piedi fare un impercettibile passo indietro. Sia mai che si affezioni troppo a me, anche solo con una parola buona! Sono arrabbiato? Si, lo sono tremendamente questa mattina! Con tutti! E lo voglio gridare! E per una volta voglio sembrare fuori di testa, perchĆ© effettivamente lo sono! CāĆØ da rimanere lontano da quella linea gialla! GiĆ !
Ed ĆØ quello che ho fatto. Come? No, niente morto. Non sono stupido come pensate. Mi sono gettato sulle porte che si stavano chiudendo, e come un leone che salta nel cerchio ho salutato la guardia rimasta sul posto. La mia vita vale tantissimo gente e non la spreco spiattellandomi sui binari! Non sono io quel povero disgraziato che ĆØ finito sui giornali e ha fatto rallentare la circolazione per tre ore e ventisette minuti, la scorsa settimana. Avrei voluto conoscerlo, aiutarlo. Ma chissĆ se avrebbe dato retta ad un ragazzo come me?
Mi chiamo Luca e ho la sindrome di Down, ma questo non ĆØ un problema, per me. Il problema ĆØ che sono innamorato di Jessica e non sono ricambiato!
āJessica ti amo. Non posso vivere senza di te!ā Quel giorno dopo averlo scritto sulla superficie dellāintero banco con il taglierino appena entrato in classe, ignorando i richiami della prof., era normale prendessi una nota! (oltre quella per il ritardo, che ho trovato ingiusta!). Ma cosƬ facendo Jessica ha capito la mia disperazione e anche Francesco A. mi ha abbracciato sulla porta, che la professoressa mi aveva indicato, ignorando le mie proteste. E io uscendo ho compreso il mio sbaglio… non quello di aver imbrattato il banco, quella ĆØ stata una fortuna!
Mi chiamo Luca e non sono più un ragazzo down perchĆ© Jessica e Francesco A. hanno smesso di ignorarmi e sono di nuovo miei amici! E anzi mi amano ancor di più, specialmente Jessica perchĆ© probabilmente non si sarebbe mai fatta avanti prima della fine di questāultimo quadrimestre, quando magari sarebbe stato troppo tardi. Magari si sarebbero persi, chissĆ , questāanno abbiamo la maturitĆ …altro grandissimo problema! Aiuto!
Mi chiamo Luca e sono spesso un ragazzo down quando penso che Jessica non ĆØ la mia ragazza e che si ĆØ messa insieme a Francesco A. Ma anche up se penso che infondo Francesco A. non sia il tipo giusto per lei. Ne cambia una ogni anno! Che stupido! Lui.
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Confesso di non conoscere nessuno affetto da sindrome di down. Dalle magre esperienze dirette, qualche chiacchiera fatta con qualcuno qua e lĆ , ne ho ricavato l’impressione non sia possibile ridurre il tutto ad un archetipo: caratteri e passioni differenti per ognuno. Certo ĆØ che nella concezione comune sono persone “felici e sempre allegre”, cosa che non credo possibile: mi sono fatta l’idea che in realtĆ vivano le emozioni in modo molto forte, senza filtri, e che il dolore non sia loro estraneo. Come per tutti a volte risulta più facile nascondere il proprio stato d’animo dietro a un sorriso.
Nella mia inesperienza, ho trovato che tu sia riuscita a dare una bellissima voce al tuo protagonista.
Ti ringrazio Micol
La trisomia 21 puo` avere diverse forme. I down sono diversi tra loro, come tutti. Soprattutto sono diversi da noi per molti aspetti. E migliori, rispetto a tanti altri, per la loro genuinita`. Li ho sempre considerati speciali. Cio` che la vita gli ha negato, soprattutto in altezza di statura fisica, glielo ha donato in profondita` della loro anima sensibile e gioiosa; quando non vengono maltrattati, come succedeva molto spesso in passato. Loro faranno sempre parte dei ricordi piu` dolci della mia vita lavorativa.
Ciao Maria Luisa,
sai mi sono chiesta se era giusto pubblicare un racconto non avendo profonda conoscenza dell’argomento come di certo tu hai, ma il tuo commento ĆØ forse il motivo per cui ho scritto questo brano.
Grazie per avermi fatto partecipe del tuo ricordo di loro, sincero e bellissimo, ma trovo che più ne parliamo cosƬ, come dolci, simpatici e sorridenti, più queste parole hanno paradossalmente un effetto boomerang sulla gente… o forse sono proprio io che sbaglio a vederli cosƬ, con i loro sentimenti e i loro sbagli, non solo i loro sorrisi… Tu hai trovato il mio Luca cosƬ lontano dalla realtĆ in fatto di sentimenti? Grazie, anche per quello che fai nella vita
Ciao Maria, premesso che non lavoro piu` con loro, e che ho ricevuto da loro sempre di piu` di cio` che ho saputo dare, posso confermarti che i loro sentimenti sono piu` integri dei nostri che ci consideriamo” normali”. E troppo spesso ci stiamo disumanizzando. Il loro linguaggio e` quasi sempre ipoevoluto, pero` come dicevo nell’ altro commento, dipende anche dalla forma. Ho seguito per molti anni una bambina down ormai adulta, che potrebbe dare lezioni in scioltezza verbale, anche a certi leader politici.
Molto carino questo brano, mi ĆØ piaciuto leggerlo e mi e piaciuto anche il finale non scontato anche se felice.
Ciao Alessandro, grazie per averlo letto e apprezzato anche nel finale. “Anche se felice”… tu come l’avresti finito? š
Molto bello questo librick!
Grazie Kenji!
Gli alti e bassi della vita interessano tutti, i sentimenti e gli stati dāanimo riguardano tutti. Con il nostro bisogno innato di ridurre tutto a degli stereotipi per semplificare, per illudersi di capire i fenomeni, spesso non afferriamo lāessenza, che si nasconde proprio nelle pieghe e nelle sfumature. Per fortuna, da racconti come questo, emerge che le persone con la sindrome di down hanno gli stessi turbamenti di chiunque altro e non sono solo lāimmagine stereotipata di sorrisi a cui ci sentiamo spesso in obbligo di dover ricambiare.
Ps. Maria Ann non scrivo da tantissimo, lo so, ti prego non mi sgridare! š
Ciao Tiziano, grazie per questo lungo commento, che sottoscrivo in pieno. Anche se il mio ĆØ un piccolo racconto, felice ti sia piaciuto. ps: anche io non scrivevo da un po’…
“Stridono tra di loro come la brusca frenata della vettura sui binari! “
Questo passaggio mi ĆØ piaciuto
“e subito dopo si menziona quanto āquesto fattoā abbia creato disagi ai cittadini?”
Eh si, conosco questo genere di articoli e spesso mi lascio prendere da commenti cinici š