Viaggio con Jurgen – Rivelazioni

Serie: L'eredità di Giacomo


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Thomas è in viaggio alla volta di Monaco di Baviera per poi portare Jurgen in Italia.

Scesi dal treno nella Műnchen Hauptbahnhof alle 14:26, con un minuto di anticipo sull’orario stabilito: la solita imprecisione tedesca. In Italia non sarebbe mai successo.

Un uomo anziano, né alto, né basso, né magro né grasso mi chiamò per nome.

«Thomas, sono qui.»

«Jűrgen, presumo.» dissi sorridendo e imitando Stanley quando ritrovò Livingstone in mezzo all’Africa.

Gli porsi la mano e lui, per niente teutonico, preferì stringermi in un abbraccio. Lo avevo solo sentito al telefono, mai avrei potuto riconoscerlo e invece lui andò a colpo sicuro: come Giacomo aveva dimostrato di sapere tutto di me, perfino la misura dei miei piedi, così il dottore doveva avermi già visto, se in fotografia o dal vivo non lo sapevo, ma avrei indagato.

Era vestito bene, sobrio e nel contempo sofisticato: i pantaloni, in velluto blu a coste e stretti a fine gamba, lasciavano intravedere calzini Burlington che si intonavano, con notevole buongusto, alla cravatta che risaltava su una camicia azzurra, completava il suo abbigliamento una giacca blu in stile tirolese. Pur sembrando fuori dai tempi, denotava un carattere non comune e, non fosse stato per il viso solcato da rughe e per i capelli, folti, ma bianchi, sarebbe potuto passare per uno studente di buona famiglia: un po’ snob e un po’ sfacciato. Se già mi era simpatico prima, ora, avendolo di fronte, lo apprezzavo ancora di più.

Un taxi, che aveva prenotato, ci portò velocemente a un garage in periferia. Jűrgen parlò qualche minuto con l’uomo alla cassa poi pagò e ritirò una ricevuta, si girò e mi fece cenno di seguirlo. Arrivammo a un box che si aprì e si illuminò solo vedendoci arrivare, ben organizzati, pensai notando le numerose telecamere disposte a coprire l’intera area.

«Non ci credo!» esclamai stupito, «Una Stelvio! È mia, Jűrgen? Davvero?»

«Si, tutta tua.» rispose divertito dalla mia reazione infantile, «Il libretto è già aggiornato a tuo nome e in poco tempo dovrebbe arrivarti il documento di iscrizione al PRA, comunque sei in regola per circolare, sempre ammesso che tu la sappia guidare,» rise, «cosa che spero ti riesca bene visto che viaggerò con te.»

«Devo almeno offrirti la cena, sono così felice.» e non era un modo di dire.

«Ci sono altre cose che sono tue, ma te ne parlerò durante il viaggio. Ora pensi di guidarla o restiamo qui a guardarla?» Aveva gli occhi divertiti e carichi di affetto e gli resi l’abbraccio con cui mi aveva accolto.

Mi misi alla guida e uscii con cautela dal garage, la valigia di Jűrgen era già nel bagagliaio, quindi non avevamo altro da fare che partire. Seguii le precise indicazioni stradali, prima “Autobahn” e poi “Italien” e in breve raggiunsi l’autostrada. Ero stupito da quanto mi trovavo bene sulla mia nuova automobile.

Alle 19:00 eravamo già a Innsbrűck e chiesi a Jűrgen se avesse appetito.

«Nein! Wir essen in Italien, Spaghetti Carbonara, danke!» rise divertito, poi riprese con tono serio, «Ho una lettera di Giacomo per te. Era la cosa che riteneva più importante, anche della macchina, dei soldi e della casa. Per sua precisa disposizione, dovevo consegnartela a fine storia perché non voleva in nessun modo che potesse condizionare le tue decisioni. Vorrei tu la leggessi quando ci fermeremo a cena.»

Percepì la mia preoccupazione e volle rassicurarmi: «Io non l’ho letta, ma ne conosco il contenuto. Non cambierà nulla, Thomas, sono delle informazioni su Giacomo che riguardano anche te. Era un grande uomo, uno dei migliori che abbia conosciuto.»

Ci fermammo a cenare a Bressanone. Ero impaziente di leggere la lettera.

«Meglio se prima mangiamo, poi ci sediamo in un angolo del bar e la leggi con calma.»

Finito di cenare tolse una busta dalla tasca e me la porse.

La presi dalle sue mani con un certo timore e la lessi.

Caro Thomas, vorrei esserti accanto ma, purtroppo, non mi è possibile. So che ti sarai chiesto mille volte perché ti ho scelto per aiutarmi nella mia battaglia e il motivo è il più logico, ma forse, per te, il più difficile da comprendere. Io sono tuo padre, e mi è permesso di dirlo solo ora che non esisto più. È un giuramento che mi ha strappato tua madre, proprio quel giorno che ti ho mostrato in sogno: avevi poco più di due anni e giocavi con la sabbia mentre noi discutevamo del futuro. Roberta stava per sposare Giorgio, più per darti un padre che per amore, e mi implorò di accettare la sua decisione, per il bene di tutti, disse. Non potevo fare altro che prendere atto delle sue scelte e promettere che non avrei creato problemi. Quando Giorgio morì, tu avevi tredici anni, tornai alla carica, ma fu irremovibile, disse che non era il caso di sconvolgere ulteriormente la tua vita. Nemmeno quando si ammalò, e tu di anni ne avevi diciotto, mi permise di conoscerti, anzi mi chiese di non tornare più a Bologna, ma su questo non le ubbidii e quando morì ero al suo fianco. Se vorrai capire le motivazioni di tua madre e le mie, tra i documenti che Jűrgen ti lascerà, troverai i miei diari. Sono sicuro che leggendoli potrai comprendere le scelte di tua madre e, forse, troverai motivi per perdonare me. Posso assicurarti che tua madre ha sempre agito per proteggerti e darti quella vita normale che la conoscenza del tuo vero padre avrebbe stravolto. Ora, da morto, tento di essere una presenza concreta come non mi è stato possibile da vivo e, aldilà dei beni materiali, ti lascio delle grandi amicizie e un sapere nuovo.

Ti voglio bene

Rimasi attonito. Il dubbio che Giacomo fosse un parente che mia madre, per qualche suo motivo non aveva voluto che conoscessi, si era fatto strada nella mia mente fin dall’inizio con quella strana eredità. Pensavo, però, a un vecchio zio o addirittura a un nonno, ma che fosse mio padre no, non lo avevo calcolato. Troppa la differenza di età, troppa la sua assenza nella mia vita.

Serie: L'eredità di Giacomo


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Discussioni

  1. Gran bel colpo di scena. Un episodio che mi é piaciuto tanto, dal principio e soprattutto dopo la sensazionale scoperta contenuta nella lettura.
    Complimenti Giuseppe, un racconto molto coinvolgente.