Visto, sentito, compreso
Serie: Morirò d'estate
- Episodio 1: Bastardo
- Episodio 2: Morirò d’estate
- Episodio 3: Fame d’amore
- Episodio 4: Mind to mind
- Episodio 5: Uomo fritto
- Episodio 6: Mutande nuove
- Episodio 7: Sarai felice
- Episodio 8: In gabbia
- Episodio 9: Chiamato per nome
- Episodio 10: Campo Base
- Episodio 1: Morto e risorto
- Episodio 2: Tutto questo per me?
- Episodio 3: Nuova possibilità
- Episodio 4: Amare per primo
- Episodio 5: La gallina che becca
- Episodio 6: Nato sbagliato
- Episodio 7: Il primo passo
- Episodio 8: Visto, sentito, compreso
STAGIONE 1
STAGIONE 2
I giorni successivi trascorsero nella solita routine: lavoro, visita alla chiesetta e chiacchiere pomeridiane con Suor Lucia.
Non le dissi nulla del mio appuntamento con la psicoterapeuta, né lei mi chiese qualcosa a riguardo.
Non volevo apparire patetico più di quanto non avessi già fatto.
Quel sabato arrivai allo studio della dottoressa Mori con un po’ di anticipo.
Una giovane donna con un caschetto nero e due grandi occhi color nocciola mi accolse con un sorriso e mi invitò ad accomodarmi in sala d’attesa. Poi si diresse verso l’ufficio della dottoressa e ritornò alle 18:00 in punto, invitandomi ad entrare.
Entrai nell’ufficio, ma la stanza era vuota. Sentii la porta chiudersi e solo allora mi resi conto che quella giovane donna non era la segretaria, ma la dottoressa Mori in persona.
«La credevo più grande!» esclamai istintivamente.
«Sono laureata tranquillo e non sono poi così giovane», rispose lei, sorridendo.
Aveva un sorriso caldo e degli occhi intelligenti.
Mi fece accomodare su una poltrona e si sedette di fronte a me.
«Sono felice di conoscerti», disse. «Suor Lucia mi ha parlato molto di te».
Mi sentii un po’ imbarazzato, ma lei mi mise subito a mio agio.
«Non preoccuparti, Luca», disse. «Sono qui per aiutarti. Vuoi raccontarmi cosa ti ha portato qui?» continuò sorridendo.
Rimasi in silenzio, guardando il pavimento, incapace di trovare le parole.
La dottoressa aspettò pazientemente, senza fretta, che io cominciassi a parlare.
«Non so», dissi finalmente, con un filo di voce.
«Non so cosa mi ha portato qui. Non so cosa voglio. Non so cosa sento».
La dottoressa annuì con comprensione. «È normale, Luca», disse.
«Non devi sapere tutto subito. Possiamo lavorare insieme per scoprirlo».
Rimasi ancora una volta in silenzio, sentendomi perso e incerto.
Lei mi guardò con comprensione e disse: «Va bene, Luca. Per oggi basta così. Ci vediamo la prossima settimana. Va bene sempre sabato alle 18:00?».
«Sì!», risposi con un filo di voce.
Mi alzai e lasciai lo studio della dottoressa Mori con la sensazione di aver, ancora una volta, sbagliato tutto.
«Luca, non dimenticare che sei qui per te stesso. Non per gli altri. Non per Suor Lucia. Non per i tuoi cari e i tuoi amici. Per te stesso» mi disse la dottoressa, mentre uscivo dallo studio.
«Grazie» risposi.
Uscii dallo studio con la sensazione di essere ancora più confuso, ma anche con un piccolo senso di determinazione.
Non sapevo cosa fosse successo esattamente, ma sentivo che qualcosa stava cambiando dentro di me.
Non avevo voglia di andare a casa, così decisi di andare in chiesa. Era ancora aperta, e Suor Lucia era lì, come se mi stesse aspettando.
Mi sedetti accanto a lei e rimasi in silenzio.
«Come stai, Luca?» mi chiese infine, guardandomi con i suoi occhi gentili.
«Non so», risposi, scuotendo la testa.
«Vedrai Luca, che prima o poi, starai meglio!» mi disse Suor Lucia, col suo solito sorriso sereno e dolce.
Abbassai lo sguardo e cominciai a piangere. Era già la seconda volta che piangevo davanti a lei, ma questa volta non provai vergogna, solo un senso di liberazione.
«Sono stanco!» dissi tra i singhiozzi.
Suor Lucia mi guardò con comprensione e rispose con una voce dolce e rassicurante: «È normale, Luca. È normale essere stanchi. È normale sentirsi persi e non sapere cosa fare. Ma non sei solo, Luca. Io sono qui con te, e tu sei forte, più forte di quanto pensi. Non è necessario avere tutte le risposte».
«Grazie», dissi, sentendo le lacrime asciugarsi sulle mie guance.
«Adesso, andiamo a casa. È tardi!» disse Suor Lucia.
Mi alzai e la seguii fuori dalla chiesa, sentendo un senso di pace e di calma che non provavo da molto tempo.
«Perché hai scelto di diventare suora?» chiesi curioso, mentre camminavamo.
«Ho scelto di diventare suora perché volevo servire Dio e aiutare gli altri”, disse con voce ferma e con un sorriso grande. «Ma soprattutto, ho scelto di diventare suora perché volevo trovare la mia strada».
Mi sentii colpito dalle sue parole e continuai a camminare in silenzio, pensando a cosa volevo fare della mia vita.
Quella sera, andai a dormire, ancora una volta senza cenare.
Passai i giorni successivi cercando di fare qualcosa di diverso, di uscire dalla mia routine. Cominciai a fare lunghe passeggiate, scoprendo angoli e luoghi che non avevo mai visto prima.
Mi fermavo a guardare le vetrine dei negozi, a osservare le persone che passavano per strada.
Un pomeriggio, mentre camminavo, mi fermai davanti a una libreria.
Entrai e cominciai a sfogliare i libri, leggendo le copertine e le sinossi.
Trovai un libro di poesie di un autore che non conoscevo, ma qualcosa mi colpì. Lo comprai e lo portai a casa.
Quella sera, mi sedetti sul letto della mia camera e cominciai a leggere.
Le parole mi colpirono, mi fecero sentire meno solo, meno perso.
Allora cominciai a leggere ogni volta che avevo tempo libero, perché mi faceva stare bene.
Tutte le sere cenavo con pasti diversi e non vomitavo.
Questo mi faceva sentire forte ma allo stesso tempo mi preoccupava, perché non era la prima volta che accadeva, ma poi ogni volta puntualmente succedeva qualcosa che mi riportava indietro.
Arrivato il sabato, andai di nuovo dalla dottoressa Mori. Questa volta, mi sentivo diverso, più sicuro di me.
«Buongiorno, Luca. Come stai?», disse la dottoressa, con un sorriso.
«Sto meglio», risposi, sentendo una sensazione di sollievo. «Ho cominciato a leggere, a scoprire cose nuove».
La dottoressa Mori annuì. «È fantastico, Luca. La lettura può essere un grande strumento di scoperta e di crescita».
Cominciammo a parlare del libro che avevo letto, delle poesie e di cosa mi avevano fatto sentire.
La dottoressa ascoltava attentamente, annuendo e facendo domande.
Per la prima volta, sentii di avere qualcosa da dire, di avere delle idee e dei pensieri da condividere.
Mi sentii visto, sentito, compreso. E per la prima volta, sentii di essere sulla strada giusta.
Serie: Morirò d'estate
- Episodio 1: Morto e risorto
- Episodio 2: Tutto questo per me?
- Episodio 3: Nuova possibilità
- Episodio 4: Amare per primo
- Episodio 5: La gallina che becca
- Episodio 6: Nato sbagliato
- Episodio 7: Il primo passo
- Episodio 8: Visto, sentito, compreso
“Le parole mi colpirono, mi fecero sentire meno solo, meno perso.” Spesso in un libro troviamo delle riflessioni che sono anche nostre e ci sentiamo meno soli, soprattutto se l’autore non è nostro contemporaneo e ha un vissuto diverso. È così che comprendiamo che anche nella persona più diversa da noi esiste sempre qualcosa che ci accomuna. Bravo, Corrado🙂
Molto interessante questo librick!
Grazie @kenjialbani 🙏🏻😊
Un bel racconto che contiene messaggi di speranza, con un finale che conforta e lascia presagire tante altre novità positive.
Grazie @cedrina 😊
“La dottoressa Mori annuì. «È fantastico, Luca. La lettura può essere un grande strumento di scoperta e di crescita».”
Ne siamo convinti anche noi, appassionati lettori.
È proprio così…