8. Prova
Serie: L'imperfetto
- Episodio 1: 2. Soglia
- Episodio 2: 1. Principio
- Episodio 3: 3. Green Lion
- Episodio 4: 4. Cassian
- Episodio 5: 5. Colpa
- Episodio 6: 6. Lascito
- Episodio 7: 7. Arion
- Episodio 8: 8. Prova
STAGIONE 1
La botola era lì. In attesa.
Lucian la toccò. Il legno era caldo, umido di condensa. L’odore di terra bagnata, ferro e muffa viva gli entrò in gola dandogli la nausea.
In qualche modo sentiva che non ci sarebbe stato ritorno. Eppure, da quell’oscurità saliva un richiamo sottile. Un impulso oscuro, familiare. La sensazione che la risposta a ogni sua domanda giacesse lì sotto, nel cuore della terra.
Afferrò l’anello di ferro. Il metallo gli morse la pelle.
Sollevò.
La botola si aprì, sfiatando un alito di freddo e di umido. L’aria sapeva di ossa vecchie.
Una scala di pietra sprofondava nell’ombra. L’aria che saliva da sotto era fredda, ma viva.
Rimase fermo sull’orlo.
Non c’era scelta. Non più.
Dopo un’eternità in attesa, mosse un piede.
Arion lo precedeva. I suoi passi non facevano rumore, ma la pietra sotto Lucian gemeva a ogni gradino.
Il buio si chiudeva addosso, denso, vischioso.
Ogni movimento era una fatica. Il sudore gli colava lungo la schiena, si mescolava alla polvere.
«Non guardare indietro.» disse Arion, senza voltarsi.
La voce risuonò come un ordine antico.
Lucian capì: se si fosse voltato, sarebbe rimasto intrappolato lì.
Dopo un tempo che non si poteva misurare, la scala terminò.
Davanti a loro si aprì una grande caverna. Le pareti incise da simboli arcani brillavano di una luce propria. Stelle scolpite nella roccia. Al centro, avvolto da ombre spesse come veli, giaceva una forma immensa.
Un respiro antico muoveva l’aria. Un suono basso, profondo, scosse l’aria.
Lucian lo sentì nel petto, nello stomaco, nelle ossa.
Solo allora lo vide.
Un corpo immenso, piegato su sé stesso al centro della caverna. Un drago, o ciò che ne restava nel linguaggio del mondo.
Le sue scaglie, mute come specchi d’acqua, catturavano i bagliori dei simboli incisi nella roccia e li restituivano distorti. Ogni movimento delle sue ali, anche quello più lieve, sollevava polvere di secoli. Una nebbia sottile che odorava di metallo e tempo.
Gli occhi, due abissi dorati, si aprirono lentamente. In quello sguardo non c’era rabbia, né misericordia. C’era soltanto conoscenza. Spoglia, implacabile.
Lucian restò immobile.
Avvertì un peso invisibile gravargli sulle spalle.
Il drago non era un essere vivente: era un verdetto. Un interrogativo rivolto al nucleo stesso del suo essere.
Accanto a lui, Arion restava in silenzio.
Il suo volto, scolpito nella penombra, sembrava composto, impassibile. Ma nei suoi occhi, Lucian colse un riflesso fragile, quasi umano. Una scintilla che tradiva ciò che quel custode non avrebbe mai proferito ad alta voce.
Un desiderio segreto: quello che lui, Lucian, potesse sopravvivere a quella prova. Che ne fosse degno.
«Il drago non conosce pietà » disse.
La voce gli tremò appena.
«Puoi ancora tornare indietro. Nessuno saprà che ti sei fermato.»
Lucian aprì la bocca, ma la saliva gli mancò.
«Non posso…»
Inspirava frenetico.
«Non sono venuto fin qui per fuggire.»
Un lungo silenzio.
Arion lo guardò a lungo. Poi, piano, fece un cenno.
«Allora va.»
Il drago si sollevò, e la caverna intera parve inchinarsi al suo risveglio. Ogni scaglia vibrò come una corda tesa.
Lucian cadde in ginocchio. Le mani sulla pietra umida, il corpo che tremava.
L’aria divenne rovente, poi gelida. Un odore di carne bruciata riempì il buio.
Non sapeva se provenisse dal drago o da lui.
«Io… non sono pronto!» gridò.
La voce si perse nel boato.
Arion non si mosse.
«Questo è il momento in cui decidi chi sei. Lascerai davvero che ti divori?»
Il drago avanzò feroce. Poi, spalancò le fauci.
Lucian sentì qualcosa spezzarsi dentro di lui. Una scintilla di rabbia contro la propria debolezza. Contro la parte di sé che voleva fuggire.
«No!»
Le vene gli pulsarono alle tempie, la vista si confuse.
Il suono riempì la caverna. Le pareti tremarono.
Il drago si arrestò di colpo. Un silenzio vasto, innaturale, scese nella caverna.
Le sue pupille, pozzi d’oro fuso, rimasero fisse su di lui.
Una calma che pesava più della paura.
Fu allora che la creatura cominciò a dissolversi davanti ai suoi occhi.
Le ali, immense, si piegarono su sé stesse, poi si sbriciolarono come sabbia dorata.
Le scaglie iniziarono a staccarsi, una dopo l’altra. Non cadevano: si sollevavano, leggere. Foglie di luce trascinate da un vento invisibile. Galleggiavano nell’aria, lasciando dietro di sé una scia dorata, una polvere che si mescolava al buio e lo mutava in chiarore.
L’odore di pietra e ferro cedette il posto a qualcosa di più sottile: un profumo caldo. Ambra arsa o resina antica.
Lucian sollevò la mano.
Un frammento, più grande degli altri, gli si posò sul palmo.
Era caldo.
La pelle gli si arrossò subito, ma non lo lasciò andare.
Lo guardò finché non si spense, fondendosi con la carne.
Un dolore acuto lo attraversò.
Quando ritrasse la mano, sulla pelle c’era un segno. Non un’ustione, ma qualcosa di inciso.
Una linea sottile, come un occhio chiuso.
La caverna si riempì di una nebbia luminosa, ne fu avvolto.
La luce dorata continuò a fluttuare ancora per un attimo, poi svanì lentamente nel buio. E dove prima c’era il drago, ora rimaneva solo un silenzio pieno, pulsante.
«Ora sapranno che questa volta sarà diverso.»
Per la prima volta, il volto di Arion si incrinò in un sorriso autentico, intriso di malinconia.
Poi, si voltò.
Le ombre lo riassorbirono lentamente. Acqua che si richiude su sé stessa.
Non c’era più il drago, né il suo guardiano.
Rimaneva solo Lucian, e il peso della prova appena attraversata.
Serie: L'imperfetto
- Episodio 1: 2. Soglia
- Episodio 2: 1. Principio
- Episodio 3: 3. Green Lion
- Episodio 4: 4. Cassian
- Episodio 5: 5. Colpa
- Episodio 6: 6. Lascito
- Episodio 7: 7. Arion
- Episodio 8: 8. Prova
“Il drago come simbolo interiore è potente. La scena è intensa e lascia il segno. Bravo davvero!
Sembra quasi che Lucian debba incontrare se stesso. In fondo, è la cosa che fa più paura. Bravo, Mariano!
Ciao, sono contento che ti sia piaciuto. Questo è un passaggio fondamentale, perché segna il momento in cui la storia cambia tono. Per questo i tuoi feedback — di qualunque tipo — mi sono davvero utilissimi per capire se il passaggio risulta fluido e viene percepito in modo positivo. Grazie!