Cane da guardia

Serie: Ettore


L’immagine riflessa nello specchio mostrava, per certi versi, un’altra persona. Una persona nuova, dal volto sbarbato e pulito, così come pulito si sentiva grazie al suo nuovo lavoro. Si era abituato anche alla rasatura del cranio. In fondo quei capelli così corti gli donavano, peccato soltanto per tutti quei nei.
Quando portava i capelli lunghi non se n’era mai accorto, gli faceva strano perché anche sul resto del corpo non ne aveva, solo qualche puntino poco visibile sulla schiena, o almeno così gli avevano detto le donne con cui era stato di recente
Il suo nuovo look insieme alla sua muscolatura, frutto dei sacrifici in palestra, gli aveva dato più sicurezza con l’altro sesso e risultava essere piacente. Quella nuova identità gli piaceva molto gli calzava quasi a pennello. Spesso gli facevano i complimenti per il nome.
«Giacomo D’Alessandro», ripeteva nel suo bagno cambiando più volte tonalità, si sentiva come se fosse a un provino o come se si stesse esercitando. In effetti era diventato un attore a tutti gli effetti.
Dopo aver accettato la proposta di don Fofò, il giovane venne istruito ad hoc sulle sue nuove generalità. Fu costretto a ripeterle talmente tante volte che ormai ci credeva veramente anche lui che quello fosse il suo nome.
D’altronde era stato inscenato un incidente, con il motocross del dentista, in cui Giuseppe “Ettore” Mezzapelle aveva perso la vita, sfigurato, dilaniato, maciullato. Il corpo era praticamente irriconoscibile.
Una sua foto vegliava la salma di chissà chi al cimitero di Borgobello. Non gli importava chi fosse. Lui adesso era Giacomo e come tale doveva agire. 
Il suo datore di lavoro ufficiale, Renard Mounier, era fuggente, parlava solo con il capo della sicurezza mentre al resto del personale elargiva sorrisi e saluti soltanto da lontano.
Quella domenica, come tante altre, Giacomo decise di fare una passeggiata solitaria sul lungomare di una frazione agrigentina. Mangiò un gelato e poco dopo si sedette su una panchina.
Un uomo con barba e capelli sale e pepe, occhiali da sole rotondi, un giubbotto di cammello prese posto all’altro capo.
«Chi mi cunti?»
«La mattina si alza alle 5, fa palestra nello scantinato per un’ora. Doccia al piano terra e poi colazione. Legge i giornali fino alle 8.30, poi esce e sta fuori fino alle 14. Pranza, riposa fino alle 15.30. Dalle 16 in poi riceve gente a casa fino alle 19. ‘u burdellu di pirsuni, tropp’assai. Di tutti li razzi. Marucchina, tunisini, zingari, arbanisi. Ha mani dappertutto. Poi cena e si va curca, non più tardi delle 21.30.»
«Niente cchiù?»
«Nient’altro.»
«Fimmini? O masculi, va di moda ormai.»
«Niente di niente.»
«Bravo, Giacomì. Continua accussì, si  bravu comu cani di mannara.»

FINE

Serie: Ettore


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

    1. Ciao Martina! Purtroppo no. L’idea è quella di fare mini serie spin-off su personaggi secondari del romanzo su Borgobello che ho intenzione di pubblicare, romanzo che è in fase di stesura. Lo scopo è quello di spiegare un po’ come il personaggio è arrivato a quel punto, evitando di appesantire il romanzo con dettagli su personaggi utili solo alla trama. In ogni caso arriveranno altre serie sempre ambientate in Borgobello. Grazie per il sostegno e a presto 😎

    2. Elis, stavo per associarmi all’esortazione di Martina quando ho letto la tua replica. L’idea dei micro spin-off del romanzo è intrigante. Non sapevo della stesura di questo romanzo ambientato a Borgobello, ma se queste sono le premesse è interessante 😉