
Cattiva

Salve a tutti, io sono la Cattiva.
La cattiva chi, direte voi? Ce ne sono tante. È facile rispondere: io sono tutte.
Sono la medusa dallo sguardo mortale, la strega che vi maledice, la sirena crudele che vi trascina negli abissi. Ditene una, rappresento ognuna di loro.
È il mio sguardo quello che sentite quando camminate da soli in una strada poco illuminata, è mio l’artiglio che aspetta paziente sotto il letto, pronto ad afferrare il vostro piedino incauto.
Ci sono anche cattivi uomini, è vero. Ma sono solo dei fantocci.
La malvagità è femmina, così come la paura.
Sembra un lavoro ingrato rappresentare il male, ma devo proprio dirlo, mille volte meglio una favola da orribile megera, che un intero libro da principessa svampita.
Quelle biondine con l’ugola da usignolo e cervello da cactus mi fanno venire il voltastomaco. Sono capaci solo di guardarsi allo specchio e attendere un principe che venga a salvarle.
Dal punto di vista sociale essere la Cattiva non è il massimo, lo devo ammettere. Ti guardano sempre tutti strano, e anche intrecciare relazioni sociali è difficile quando il tuo sguardò può inquinare le acque e far marcire la terra. Per questo agli appuntamenti porto sempre gli occhiali da sole.
Il lato positivo è che ogni folla si disperde al tuo arrivo. Cosa utilissima quando devi pagare le bollette alle Poste.
Comunque, se proprio volete saperlo da piccola non ci tenevo a essere la Cattiva. Io volevo fare la Principessa, come tutte. Mi ero segnato anche ai provini. Non ci credete? Eppure, è andata proprio così.
Da piccola ero nella norma, lunghe trecce, occhi color del mare. Una camera piena di poster e desideri. I miei sogni erano un ammasso appiccicaticcio di balli romantici, cavalieri coraggiosi e animaletti parlanti. Insomma, volevo diventare una Principessa.
“Scordatelo. Non hai proprio le caratteristiche per diventare una di loro. Ma se ti impegnerai e darai il meglio di te magari potresti diventare la damina o la fata buona.”
Mia madre non era una persona crudele, ma aveva l’anima appassita da una vita di normalità e consuetudini. Diceva quelle cose perché pensava di difendermi, adesso lo so. Ma da piccola era una vera ribelle.
“Non ci penso nemmeno” gridai. “Piuttosto niente.”
“Ma qualcosa devi fare! Poi cosa c’è di male ad essere la Fata? Io l’ho fatto per anni.”
“Io non voglio essere così. Sono diversa.”
Me ne andai sbattendo la porta, con mia madre che mi urlava che se non mi avessero rifiutato per il mio aspetto, lo avrebbero fatto di sicuro per il mio pessimo carattere.
Il giorno dei provini c’erano centinaia di persone. Nonostante fossi arrivata con un’ora di anticipo la fila davanti alla porta targata “Principesse” era già interminabile. Mi misi nell’ultima posizione un po’ scoraggiata. In fila non trovavo nemmeno una candidata che mi assomigliasse, erano tutte più alte e più bionde di me. I loro sorrisi erano più smaglianti e i loro canti angelici.
Non mi persi d’animo, ero giovane e ingenua, ma cocciuta proprio come adesso. Avevo un sogno e non me lo sarei fatto strappare senza lottare. Così aprii il manuale Bella e addormentata – Come diventare la principessa perfetta per distrarmi dalle mie avversarie.
Ero nel bel mezzo del capitolo Zoofonia – Parlare con gli animali per accaparrarsi un principe quando una vocetta fastidiosa mi interruppe. “Non ti servirà a niente leggere quella roba.”
Alzai lo sguardo, la stangona che aveva parlato, vestita rosa confetto, aveva una lunghissima traccia che sfiorava terra, color dell’oro, naturalmente. La pettinatura era così tirata che la costringeva a tenere gli occhi spalancati, dandole un’aria un po’ stupita.
“Scusa?” le dissi.
“Ho detto che non serve a niente leggere. Mica si diventa principesse per quello che si sa, ma per come si è.”
“E questo chi te lo ha detto?”
La biondina iniziò a ridere, o meglio a sussultare emettendo suoni acuti simili ai versi dei porci. Molte altre concorrenti si voltarono incuriosite. Speravano di assistere a qualcosa di succulento con cui alleggerire la noia dell’attesa.
“Lo sanno tutti. I discorsi che tutte ce la possono fare e che impegnandosi si può riuscire in tutto sono delle gran cavolate. Sono quelle come me diventano principesse.”
Se una persona del genere mi si presentasse oggi non esiterei a trasformarla in un rospo, ma a quei tempi era diversa.
“Lo vedremo” replicai.
“Ragazze” disse rivolta verso le altre. “Questa qua vorrebbe diventare una principessa leggendo.”
Tutta la fila iniziò a sghignazzare, alcune chiamavano l’amica che si era persa la scena. Ovunque denti e bocche perfette mi deridevano.
A ripensarci oggi sono molto orgogliosa di come ho reagito. Non sono scappata, non ho pianto. Con molta calma ho chiuso il libro, l’ho appoggiato a terra e le ho dato un calcio nello stinco così forte che lo devono aver sentito anche i pidocchi intrappolati in quella treccia perfetta.
Ve l’ho detto che allora ero diversa. Non sapevo ancora trasformare le persone in rospo.
Da quel momento la mia vita cambiò, quel coraggioso atto di ribellione verso un’ingiustizia mi aveva fatto sentire per la prima volta a mio agio. Ancora non sapevo cosa sarei voluta diventare, ma ero sicuro che mai sarei stata una Principessa.
Così svoltando l’angolo per allontanarmi notai una porta che aveva meno fila dell’insegnante di educazione fisica al ricevimento dei genitori. Era una porta vecchia e malconcia con attaccato un foglio scritto a mano: “Streghe”.
Entri ed ebbi il mio primo incarico. Dopo quello ne arrivaronoi molti altri, sempre più importanti fino a portarmi dove sono oggi: la Cattiva, l’entità più malvagia che ci sia.
È un lavoro importantissimo, perché senza di noi cavalieri e affini non avrebbero niente da fare e se ne starebbero tutto il giorno a magiare le terribili torte senza zuccheri che preparano le loro principesse. Una volta le ho assaggiate, meglio una fattura.
Per questo che noi cattive siamo così importanti, ci vuole carattere per fare il nostro lavoro, ma è pieno di soddisfazioni. Tra poco le selezioni riprenderanno e se trovate la fila delle Principesse troppo affollata fate un salto da noi.
Volete essere ricordate per come siete o per quello che sapete fare?
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io avrei fatto lo stesso: il ruolo della cattiva è assai più interessante e, fra l’altro, una volta che lo si è diventate, è difficile peggiorare. Cattivissima? ma è la stessa cosa, in fondo. Si può invece pentirsi, tornare sui propri passi, ridiventare una brava ragazza. Ma esiste cosa più umiliante del pentimento?
Fantastico, corro subito a mettermi in fila alla porticina delle streghe. È bello il modo in cui hai affrontato un argomento di spessore con tanta leggerezza. Principesse si nasce… streghe si diventa.
Ciao Anna, grazie mille per il tuo bellissimo commento. Sono contento che il mio piccolo racconto ti sia piaciuto
Ciao!
Alcune delle affermazioni presenti nel racconto sono geniali: come quella sul sapore delle torte o della fila per le selezioni delle streghe! 🤣
Mi piace molto il tuo modo di scrivere e mi hai fatto pensare alle cattive, è vero, senza di loro non esisterebbe alcun tipo di fiaba, anche se, nutro un po’ ti tenerezza per loro, perché sappiamo tutti che quasi ogni favola finisce con un lieto fine, perciò possiamo dire che non saranno mai del tutto felici…
Detto questo…dove devo andare per i provini per diventare streghe???
Ciao Elsa,
grazie per aver letto e commentato il mio raccontino.
Ti aggiorno quando aprono i provini per le Streghe :-*
“Volete essere ricordate per come siete o per quello che sapete fare?”
Applauso 👏 . Con il tuo stile riesci a far provare empatia per qualsiasi personaggio, pure per la Cattiva che gode ad essere Cattiva (non che quelle principessine con la puzza sotto il naso siano un grande esempio di bontà d’animo). Al prossimo cavaliere bisogna far leggere questo racconto, magari non incappa nella trappola della “DID” (Donzella In Difficoltà)😂
ahhahah questa è proprio buona te la rubo.
GRazie per aver letto anche questo brano, un abbraccio
Fai fai! Non è mia ma una citazione del film/cartone Hercules hahaha
ah vedi l’avev già sentita infatti! Ottima citazione :-.p
Questa storia mi e´ parsa molto piu´ di una favola: una gran bella metafora, secondo me molto giusta, ma anche un po’ amara, come spesso e’ la vita.
Ciao M Luisa, grazie per aver letto anche questo piccolo brano, sono contento che ti sia piaciuto. Grazie mille
Ho adorato sia la morale sia la tua scrittura davvero creativa.
Grazie Sara, sono contento che ti sia piaciuta, grazie per averlo letto e per il commento
Una fiaba davvero insolita, ma il conformismo agli stereotipi non sarebbe da te ☺️
Originale il punto di vista della cattiva per passare una morale finale tutt’altro che banale.
Grazie Sergio per averlo letto e per il bel commento, un abbraccio
“Volete essere ricordate per come siete o per quello che sapete fare?”
❤️
❤️❤️❤️❤️
“aveva meno fila dell’insegnante di educazione fisica al ricevimento dei genitori”
😂 😂 😂
Mi hanno sempre fatto tenerezza
si, ricordo che al liceo anche i miei genitori andavano a parlarci per un misto di educazione e compassione.
“il mio sguardo quello che sentite quando camminate da soli in una strada poco illuminata”
Fear of the dark… Fear of the daaaaaark
10 punti a Grifondoro
Ciao Alessandro, ancora una volta dimostri di essere un grande della letteratura per bambini.
Grazie Dario, troppo buono. Grazie per aver letto, alla prossima
Molto simpatica questa favola!… Complimenti anche alla disegnatrice.
Grazie Kenji, girerò i complimemti.
evviva le streghe, molto più simpatiche e vere. Ne ho conosciute una sfilza di “principesse”, di solito conducono una vita abbastanza noiosa. Una bella metafora questo tuo racconto.
Ciao Bio, grazie mille per aver letto la mia piccola favola. Sono contento che ti sia piaciuta.
Un abbraccio
Se le principesse ridono come maiali allora mi metto subito in fila per le streghe! 😀
Molto simpatico questo racconto.
Ciao Jessica, grazie per aver letto la mia favola, sono contento che ti sia piaciuta. Mi sa che la fila delle Streghe si riempirà presto
La cattiveria è naturale la bontà è costruzione.
La cattiveria è bambina, la bontà è adulta (anche quando è finta).
Non bisogna leggere manuali per essere cattivi.
Vuoi che ti faccia qualche esempio? No! Ce ne sono diversi nei miei scritti.
All’inizio del racconto mi sono sentita immedesimata nella vittima dell’artiglio, ma già a metà mi sono accorta che l’artiglio lo brandivo io, e proprio con la mano destra spastica.
Grazie Alessandro.
Ciao Così grazie mille a te per averla letta. Un abbraccio
Ciao Ale, una fiaba molto “power girl”! Oltre alla metafora sul doversi rispettare per ciò che sì è, hai aggiunto l’ironia di questa cattiva che tutti vorrebbero seguire. Io mi metterei in fila davanti a quella porticina che non attira molta attenzione
Si il cncetto non è molto originale, ma ho cercato di meterci un po’ di sana ironia. Ti tengo aggiornata su quando arrivano le selezioni
Perfetto 😀
“Per questo che noi cattive siamo così importanti, ci vuole carattere per fare il nostro lavoro, ma è pieno di soddisfazioni.”
Anche in questo caso, sono d’accordissimo
Va a finire che sei tu la mia principessa mancata
“Bella e addormentata – Come diventare la principessa perfetta “
😂 😂 😂
Ne ho una copia a casa, se vuoi te la presto
“Sembra un lavoro ingrato rappresentare il male, ma devo proprio dirlo, mille volte meglio una favola da orribile megera, che un intero libro da principessa svampita.”
sono d’accordo 👏
heheeheh ci mancherebbe altro :-p
Molto divertente questa favola, e poi sono d’accordo con la Cattiva, essere una principessa è una noia! Bravo come sempre👏
GRazie Virgy, sono contento che la fiaba ti sia piaciuta . Un abbraccio 🙂