
CAVIE
Serie: MAGGESE
- Episodio 1: PROSOPAGNOSIA
- Episodio 2: IL MEZZADRO
- Episodio 3: VIVERI
- Episodio 4: LA VIVERNA
- Episodio 5: CAVIE
- Episodio 6: L’ATTESA
- Episodio 7: LA CENA
- Episodio 8: IL FIGLIO DEL MEZZADRO
STAGIONE 1
«Apri!» sussurrò Edda indispettita, dal corridoio.
La tirai dentro e richiusi subito la porta.
«Mamma e papà stanno male…»
«Cosa?!»
«Quando sei uscito sono venuta a cercarti… pensavo che eri andato da loro. Ho bussato e non mi hanno aperto. Mamma ha detto che non stavano bene… che forse gli abbiamo attaccato l’influenza…»
«L’influenza?! Ma se ce la siamo inventata!»
«Mi fai paura, Vittorio… perché hai sbarrato la porta?»
«Non lo so… sento che qualcosa non va».
«Hai trovato da mangiare?» domandò con occhi imploranti, come se le nostre reticenze della sera prima non fossero mai esistite.
«Io sono andata nel pollaio… ho trovato questo…» e mi mostrò un grande uova incrostato di paglia e muffa.
«Nel pollaio? Ci sono ancora le galline?»
Edda fece segno di no.
«Allora chissà da quanto sarà là…» constatai prendendolo e soppesandolo, poco prima di annusarlo.
«Pfui…che schifo! Puzza di vomito!»
«E dovevi sentire là dentro! Le mangiatoie erano piene di carne marcia…»
«Hanno dato quella roba alle galline!?»
«Proviamo ad aprirlo», suggerì lei.
«Perché no: in un modo o nell’altro ci farà comunque passare la fame.»
Andai alla finestra e la spalancai, facendo entrare tutto il gelo dell’inverno.
Con un colpo deciso ruppi il guscio contro al davanzale: un liquido denso e rosso ne scaturì, fetido come pesce marcio.
Trattenni un conato poco prima di allentare la presa su quel grosso globo sanguinolento, ma ciò che accadde mi impietrì: un pigolio ne scaturì, seguito da un becco nero che si ancorò al mio polpastrello.
La sorpresa mi mozzò il fiato, ma il raccapriccio fece sì che iniziassi a scuotere energicamente il braccio per liberarmi dalla debole morsa.
Poco alla volta, però, sentii crescere un terrore sempre più connaturato all’illogicità di ciò che si profilava sotto ai miei occhi: quello che dapprincipio avevo scambiato per un becco s’era rivelato essere la chela di un inconcepibile creatura, uno scorpione fuso alle membra agonizzanti di un giovane uccello la cui testa fungeva da propaggine pensile.
Le sue zampe da aracnide brancolavano nel vuoto, lente e anchilosate, mentre un’appendice ricurva bucò il fondo del guscio con uno schiocco sinistro, fendendo poi l’aria freneticamente nel tentativo di trafiggermi il palmo.
Per fortuna la sua presa non fu abbastanza salda e l’abominio precipitò giù dalla finestra, producendo un tonfo sordo in quella nebbia perenne.
Prima che cadesse, però, fui certo di aver notato un particolare ancor più agghiacciante: una delle zampe era un dito umano.
Dopo quell’episodio restammo ammutoliti per ore, almeno finché non venne il Robuschi, in tarda mattinata, a battere alla porta per informarci che presto i nostri genitori si sarebbero rimessi.
La sua voce era ormai un gracidare stentato, mentre la zoppia sembrava alquanto peggiorata, a giudicare dallo strascicare perenne della gamba.
Qualcosa lo stava consumando velocemente.
Udimmo il tonfo di due oggetti posati a terra, seguiti poi dall’inconfondibile acciottolio di posate. In seguito sentimmo il suo passo claudicante trascinarsi giù per le scale.
Subito ci investì l’odore salmastro di quella carne maledetta.
Edda mi guardò speranzosa.
Ora dipendeva tutto da me: dovevo decidere se quella non era altro che un’inutile paranoia o l’alba di un incomprensibile incubo.
Avessimo almeno avuto con noi una cavia…
A quel pensiero mi accorsi dell’ennesima stranezza: lì attorno, in aperta campagna, non avevamo scorto l’ombra di un animale.
Neppure un randagio.
«Edda! Ricordi di aver visto in giro Scheggia, Nimbo o uno dei gatti dei Robuschi?»
Mia sorella scosse la testa.
«E lui ha messo i piatti per terra…» constatai «…come se sapesse che quella carne non verrà toccata da altri…»
><
«Eccola», disse il benzinaio indicando la motta tonda e gonfia come un bubbone sulla quale torreggiava solitario il gigante vegetale.
«A giudicare dalla sua espressione, però, scommetto che l’aveva già riconosciuta.»
«È tutto così assurdo», commentò Vittorio con un filo di voce, «e lei è sicuro che porti inciso quel nome?»
«Sissignore… come il giorno segue la notte. E adesso mi vuole spiegare cosa sta succedendo?»
L’uomo appurò di persona l’esistenza della scalfittura.
«Edda» sussurrò accarezzando nuovamente il tronco della Viverna.
Nuovamente, si trovò a pensare.
Com’è possibile toccare lo stesso albero a chilometri di distanza da dove lo si ha lasciato?
«Vede… Edda era mia sorella. Quel nome lo scrissi io stesso, da bambino. Fu una prova di coraggio, una scommessa tra fratelli… l’anno prima che questa pianta fosse distrutta dai bombardamenti degli alleati…»
Il vecchio strabuzzò gli occhi in un’espressione perplessa, malcelata dall’ombra del cappello a visiera indossato per quella breve passeggiata.
«So di sembrarle pazzo», si premurò subito di dire Vittorio, «ma se ha un attimo di tempo le racconterò la storia di questa pianta.
Una storia dalle premesse assurde.
Perché, ci creda o no, questo albero non si trova realmente qui. O almeno: non del tutto.
Ciò che vediamo è solo la parte di un organismo molto più esteso e tentacolare.
Giurerei di averlo già visto altre cinque volte da stamattina…»
Serie: MAGGESE
- Episodio 1: PROSOPAGNOSIA
- Episodio 2: IL MEZZADRO
- Episodio 3: VIVERI
- Episodio 4: LA VIVERNA
- Episodio 5: CAVIE
- Episodio 6: L’ATTESA
- Episodio 7: LA CENA
- Episodio 8: IL FIGLIO DEL MEZZADRO
La creatura uscita dall’uovo mi ha ricordato un sacco le mutazioni di The Thing di John Carpenter, ma un po’ meno “gommosa”. 😹
C’è sempre questo clima di inquietudine di sottofondo, come se fosse un vero e proprio personaggio.
E la pianta, con la sua struttura sotterranea che del termine classico di “pianta” ha ben poco a che fare. Sono curiosa di capire cos’è veramente questa creatura. 😼
Siiii, mi sono ispirato tanto a Carpenter per quell’esserino! Un po’ Carpenter e un po’ Alien! Ci sono tanti omaggi sparsi lungo questa serie ed è sempre bello quando qualcuno li coglie!🤗
“«Mamma e papà stanno male…»”
Dopo aver mangiato quelle bestie, mi avrebbe fatto strano il contrario! 😹
Il sesto senso dei ragazzini non sbaglia mai😄
Terrificante la descrizione della creatura che fuoriesce dall’uovo… che orrore!
Poi si passa a qualche anno dopo… e quella creatura è ancora là fuori.
Quella creaturina era solo una comparsa😊 I veri mostri non li farò vedere (anche perché non saprei come rappresentarli😆) però presto si saprà qualcosa anche su di loro. Grazie ancora Nicola!
Beh, è stato comunque un ottimo modo di introdurre una certa tensione… se non avessi chiesto mi sarebbe rimasto il dubbio (il che credo che sia decisamente positivo).
Troppo gentile, Nicola🙏🏻😊
Davvero schifosa la descrizione della creatura nell’uovo! Il mistero si infittisce e ho come l’impressione che da questa brutta situazione si tirerà fuori solo Vittorio. Bravo Nicholas!
Grazie ancora, Melania!🙏🏻😊
Farti i complimenti per la scrittura mi viene ormai banale, tanto ci hai abituati. Però quel finale è davvero molto ben riuscito.
Ciao Francesco! Gentilissimo come sempre🙏🏻 Volevo creare una circolarità fra la parte raccontata dal protagonista e quella narrata in terza persona, riallacciandomi all’incipit della serie. Presto si giungerà al finale vero e proprio😊
La descrizione del mostriciattolo nell’uovo mi ha fatto proprio ribrezzo, ed era un sacco che non mi capitava. Complimenti ancora, Nicholas! La tensione si alza dopo ogni episodio e questa volta il connubio fra narrazione passata e presente è uscito particolarmente bene. Mi sono piaciute tantissimo poi le ultime righe, quando dici “questo albero non si trova realmente qui”: +10 punti al weird ahaha
🤣Grazie Gabriele!🙏🏻 Conosco la tua passione per il genere, e sapere di aver suscitato le reazioni giuste è una grande soddisfazione! Devo ammettere di essere molto più a mio agio con la narrazione del protagonista da adulto, e quella frase è proprio il tipo di weird che adoro😆
“«Perché no: in un modo o nell’altro ci farà comunque passare la fame.»”
Non potrei essere stato più pragmatico
😆
Comincio col dirti che è scritto talmente bene che lascia chi legge senza parole. Si tratta di quella ricchezza di vocaboli che oramai ti contraddistingue, alcuni li dovrei cercare sul vocabolario 🙂
La storia è pazzesca e spaventosa. In certi punti direi nauseabonda! Esattamente come deve essere. I salti temporali sono l’ottimo escamotage per dire al lettore che l’incubo non è finito. Bravissimo.
😁 Grazie Cristiana!🙏🏻 Volevo fare proprio una storia marcia 😆
Una sola parola: wow!
Ciao Kenji! Grazie mille🙏🏻😊
Oh mio Dio!! L’uovo con quel “coso” dentro è il punto forte dell’episodio. In particolare il sangue e il dito umano, geniale 😅 ho la nausea, quindi hai fatto centro! Bravo!
Mi sono accorto ora di averti risposto con un messaggio vuoto😅 Scusami Arianna! Ti ringrazio tantissimo, come sempre!🙏🏻
Ogni tanto accadono cose strane qui 😅 Tempo fa mi è successa una cosa simile.
Mi rendo conto, leggendoti, che quello che sto scrivendo e spacciando per horror non può provocare l’inquietudine che invece tu riesci a far provare. Bravo Nicholas.
Ciao Giuseppe! Grazie mille per la lettura e per il bellissimo commento🙏🏻 Sono felice che questa serie riesca a inquietare😊 Soprattutto perché sono un neofita anche in questo genere letterario, come in qualunque genere duro e puro.
Uno degli episodi secondo me più ben riusciti 👏 Lascia un’insaziabile curiosità a continuare; inoltre molto efficace la descrizione e l’interazione con la “creatura” 👌
Ciao Nicola! Grazie mille per la lettura🙏🏻 Puntavo molto sull’efficacia di questa creaturina😆