
Colpe nascoste
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: La paura del ritorno
- Episodio 2: Ann
- Episodio 3: Quasi Natale
- Episodio 4: Via di fuga
- Episodio 5: Lasciare andare
- Episodio 6: Incompresa
- Episodio 7: La bussola per tornare a casa
- Episodio 8: Il tempo adatto per un addio
- Episodio 9: Milano-Bruxelles
- Episodio 10: Stereotipi
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
- Episodio 3: Sguardi, insinuazioni e caffè
- Episodio 4: Al telefono
- Episodio 5: Calma apparente
- Episodio 6: Dolori e buoni amici
- Episodio 7: Stelle artificiali
- Episodio 8: L’amore da lontano
- Episodio 9: Sakura
- Episodio 10: Colpe nascoste
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Il panorama sfumava fuori dal finestrino, ma davanti agli occhi di Annalisa scorrevano altre immagini.
Lei spingeva Lorenza, Alex la prendeva per un braccio e le diceva di calmarsi, che non aveva capito niente, lei si divincolava con la voce tremante di rabbia. Chiuse gli occhi e sperò che i ricordi la lasciassero in pace.
Era vero, non aveva capito niente.
Tornò a guardare Andrew e lui sollevò un angolo della bocca, una gamba piegata sull’altra e la testa appoggiata al sedile.
Che cosa è successo a Mineko? La domanda spinse contro le sue labbra ma, con una punta di astio, la voce formulò altre parole. “Pensi davvero di potermi salvare? Io non ti ho chiesto niente.”
Lui accennò una risata. “Dovrei prima capire da cosa vuoi essere salvata. Dal passato o dal tuo matrimonio?”
“Mio marito non c’entra.” Annalisa sentì le unghie conficcarsi nei palmi e si accorse di stringere i pugni.
“Però non ne parli quasi mai e lo hai lasciato in Italia con vostro figlio.”
“Pensi anche tu che sia una pessima madre?” Sperò che le dicesse di sì, voleva una scusa per chiudere il discorso.
“Anche se fosse, il mio giudizio è poco importante. Non conosco la tua storia.”
Lei annuì.
Il treno rallentò e la coppia seduta dall’altra parte del corridoio si alzò, allontanandosi verso l’uscita.
Annalisa li seguì con lo sguardo. “Mio marito, Sebastiano è la persona migliore che conosco.”
“Ma non basta, vero? Non siamo all’altezza di qualcuno e, invece di amarlo, scappiamo, lo ammiriamo da lontano.”
Cercò di leggere la sua espressione. Non c’era traccia della solita ironia. Parlava di lei o di sé stesso?
“Sebastiano non ha lasciato che andassi in pezzi, anni fa come ora. Quando ci siamo conosciuti io stavo con un altro, si chiamava Alex.” Da quanto tempo non pronunciava il suo nome ad alta voce? Quattro lettere che risuonarono come uno schiaffo inaspettato. “Capelli lunghi, muscoli al posto giusto, occhi neri…”
Andrew sorrise. “Affascinante quasi quanto me, direi.”
Suo malgrado, Annalisa ricambiò il sorriso. “È stato il mio primo amore e avrei voluto fosse l’unico. Ma la nostra vita è andata in modo totalmente diverso.” Concentrò lo sguardo sulla scritta rossa che scorreva su un display sopra la porta. “Con Sebastiano eravamo amici. A volte, mi capiva più di Alex, mi confidavo con lui quando litigavamo.”
“E non sapevi che era innamorato di te.”
“No.”
“O ti veniva più facile far finta di non sapere.”
Lorenza non le aveva rivolto la stessa accusa? Se avesse capito, se si fosse fatta da parte, la sua amica avrebbe avuto la sua occasione e Sebastiano non avrebbe dovuto accontentarsi di un cuore rotto.
Appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi.
“Com’è finita con Alex, lo hai tradito?”
Li ho traditi tutti, lui, Lorenza, Sebastiano. “No, non nel senso che intendi tu.”
La porta del vagone si aprì e spuntò una ragazza dietro un carrello, in camicia bianca, gilet scuro e foulard rosa.
“Vuoi bere qualcosa?” Andrew aveva già il portafoglio in mano.
“Un tè andrà bene.”
Lui disse qualcosa alla ragazza, che gli porse due bicchieri fumanti e un sacchetto rosa.
Rispose al leggero inchino di lei e si girò verso Annalisa. “Visto che siamo nella stagione della fioritura dei ciliegi, li devi provare.”
Lei prese il sacchetto. L’immagine raffigurava dei dolci e dei rami fioriti.
“Sono Sakura mochi. Gli originali vengono serviti con una foglia di ciliegio intorno, ma qui ti devi accontentare.”
Annalisa ne tirò fuori uno, una pallina di riso colorata di un rosa delicato. Ne morsicò un pezzetto, l’interno era di un arancione acceso.
“Fagioli rossi. Ti piace?”
Lei annuì e sorseggiò il tè. “Quanto manca a Osaka?”
Andrew sorrise divertito. “I nostri treni sono puntuali, non supersonici. Ci vorrà ancora un’ora e mezza.”
“Che cosa è successo tra te e Mineko?” Si sorprese a chiedere Annalisa. “Hai detto che l’hai persa, ma non l’hai scelto tu.”
Lui avvicinò il bicchiere alle labbra. “Non l’ho scelto, ma è stata colpa mia.”
“Perché?”
Spostò all’indietro i capelli e sospirò. “Eravamo in un locale a Ginza, entrambi single da poco e bisognosi di distrarci.” Le labbra si piegarono in un sorriso amaro. “In realtà, a Mineko sarebbe bastata la mia compagnia, ma io l’avevo lasciata sola abbastanza presto per dedicarmi a una turista inglese curiosa di scoprire le attrazioni locali.” Il viso si contrasse in una smorfia, prima di buttare giù un altro sorso.
“Mineko mi venne a cercare più volte, mi disse di lasciar perdere quella ragazza, che stavo bevendo troppo e dovevamo tornare a casa.”
“Ma tu non l’hai ascoltata.”
“Anzi, mi sono arrabbiato, le ho chiesto di lasciarmi in pace, se non riusciva a divertirsi non era colpa mia. Arrivai ad accusarla di essere gelosa di me.”
Annalisa riusciva a visualizzare la scena, forse perché le sembrava troppo simile a qualcosa che aveva vissuto. Intuì che, anche in quel caso, le conseguenze fossero state disastrose.
“I suoi occhi, me li ricorderò sempre. Si riempirono di lacrime e di delusione. Non disse altro, si voltò e andò via.”
“Da sola?”
“Era in macchina con me e abitava dall’altra parte della città. Accettò il passaggio di un ragazzo e lei non la faceva mai, soprattutto non andava mai in moto, ne aveva il terrore.”
Il corpo di Annalisa comprese, una mano invisibile le chiuse la gola e la pelle d’oca le percorse le braccia. “Non serve che continui.”
Lui non sembrò sentirla. ” Un ubriaco con un furgone non rispettò un semaforo. Li prese in pieno. La portarono all’ospedale. Era ancora viva, ma non servì.” La voce virò dal dolore alla rabbia. “E io lo scoprì soltanto la mattina dopo.”
Annalisa gli toccò la mano. “Non è stata colpa tua.” Le parole si accavallarono a quelle che, tante volte, le aveva rivolto Sebastiano. Non era facile crederci.
“C’è sempre una conseguenza alle nostre azioni, anche a quelle che non facciamo.”
Annalisa gli strinse la mano. “Ma ciò che ti rimane di Mineko non sono le parole di quella sera.”
Il tono di lui si indurì. “Ciò che mi rimane di Mineko sono ricordi e l’ultimo è il peggiore.” Liberò la mano da quella di lei. “È facile perdere le persone speciali, Ann, molto più facile che provare a essere alla loro altezza.”
Serie: Lascia che passi la notte
- Episodio 1: Allusioni e fastidi
- Episodio 2: Il senso dell’amore
- Episodio 3: Sguardi, insinuazioni e caffè
- Episodio 4: Al telefono
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- Episodio 6: Dolori e buoni amici
- Episodio 7: Stelle artificiali
- Episodio 8: L’amore da lontano
- Episodio 9: Sakura
- Episodio 10: Colpe nascoste
Questo episodio mi è piaciuto moltissimo. Scritto bene, non ho fatto fatica a immaginarmi la scena. Aspettavo questo momento da tanto. Morivo dalla voglia di conoscere i retroscenza: la storia di Alex e Annalisa, particolari sulla vita di Andrew. Brava Melania… aspetto con ansia il prossimo😉
Grazie di cuore Tiziana per continuare a seguire con affetto questa serie. Il tuo sostegno ha una grandissima importante. Scusa per l’attesa, sono contenta di non averti delusa. 😊
“Il tono di lui si indurì. “Ciò che mi rimane di Mineko sono ricordi e l’ultimo è il peggiore.” Liberò la mano da quella di lei. “È facile perdere le persone speciali, Ann, molto più facile che provare a essere alla loro altezza.””
La chiusura è degna di Andrew, Tagliente, precisa e triste👏
Scrivere battute che siano degne dei personaggi è uno splendido risultato per me. Grazie Tiziana!
Un racconto che mi ha dato i brividi, soprattutto quando lui racconta dell’ incidente in cui Mineko ha perso la vita. Hai saputo trasmettere sensazioni molto intense. Non ho capito ancora se ne sono capace, ma questa é una delle cose principali che mi piacerebbe suscitare quando scrivo.
Grazie di cuore Maria Luisa, ne sono felice!
Certo che ne sei capace❤️
“Il corpo di Annalisa comprese, una mano invisibile le chiuse la gola e la pelle d’oca le percorse le braccia. “Non serve che continui.””
Avrei lasciato solo “Non serve che continui”, è chiarissimo e arriva forte
Grazie per il consiglio Paolo.
Mi è piaciuto, Melania. E’ bello questo dialogo, mi ha condotto a una riflessione su ciò che è davvero il nostro desiderio in una relazione: essere il desiderio dell’altro (non è farina del mio sacco… magari!), ma è un pensiero che ho fatto mio e, forse non c’entra nulla con ciò che volevi dire, ma lo hai evocato. Grazie per la lettura
Grazie a te Paolo, mi trovo d’accordo con le tue parole ed è sicuramente ciò che desidera Sebastiano con Annalisa. Per lei è qualcosa di un po’ più complicato. Grazie per il tuo tempo.