Deficienza artificiale

Serie: Broken Mirror


Mi scuso pubblicamente con mio padre per aver preso in giro la sua gatta. E ringrazio la redazione per avermi, ieri, ufficializzata trust user.

Mio padre aveva una gatta di nome Magia. Magia non eccelleva per la sua intelligenza: si piantava davanti all’anta sinistra dell’uscio della porta e rimaneva lì, fino a tanto che qualcuno non le apriva l’anta destra dell’uscio della porta. Aveva impiegato dieci anni per capire di chiamarsi Magia. Poi era diventata sorda.

Magia ha spoilerato la fine di questa storia: aveva (più o meno) appreso con il tempo, poi rimase fregata.

* * *

Per progresso, per tiramento di culo o qualsiasi altro motivo, gli esseri umani vollero farsi sostituire dall’IA. In tutto: risoluzzione problemi, lavori fisici e mentali, persino l’accudimento e l’istruzione dei pargoli, tutto affidato all’IA. Praticamente, la socetà ebbe il vantaggio di ritrovarsi in balia di –qualcosa- di più intelligente. Obbiettivo raggiunto: comodità e cervelli lobotomizzati.

Ma affianco a questo scienario, qualcuno si ribellò silenziosamente: i Punk. Ma non i Punk con le creste verdi; o meglio, anche, ma loro furono più rumorosi, facendo esplodere le centraline e non riguarderanno questa storia.

I veri Punk, ribelli e anarchici, furono gli scrittori. Sì, proprio quelli che fino al giorno prima la cosa più Punk che avevano, erano i capelli ritti in testa quando udivano un congiuntivo sbaliato.

Ma facciamo un passo in dietro.

L’IA imparò prima a scrivere, grammatica annessa, poi a mettere più frasi logiche in fila, poi pagine, libri, copertine e, infine, senza la spintarella umana, intere storie inventate di sana pianta. E fummo noi ad insegnarglielo, dandole accesso a la grammatica, alle storie già scritte e insegnandole la fantasia.

Ed ecco che i libri furono divisi con un bollino: quelli con bollino su quelli scritti dagli scrittori, quelli senza bollino per i libri scritti dall’IA. Riscrivo, giusto per richiarire il concetto: quelli bollinati, considerati alla stregua dei dinossauri, furono gli scrittori.

Poi i bollini si moltiplicarono e i non bollini si dimezzarono. Fino a che ci furono solo bollini.

Non è esattamente vero: i libri sopravvissero nei mercatini dell’usato, nelle discarighe, nelle cantine e in libbrerie e sotto i letti degli ultimi appassionati di libri scritti da umani. Perché variegati, perché diversi tra loro, perché scritti con stili diversi, perché con copertine tutte diverse.

Però i libbri scritti con IA si rivelarono inesauribili: uscito il primo volume di una saga, una settimana dopo c’era già il secondo, dopo due settimane il terzo e dopo un paio di mesi ce n’erano così tanti e così voluminosi che poveretti i personaggi non c’avevano un attimo per respirare.

Eppure piacquero. Al pubblico, piacquero. Perché abbituati a dinamiche tutte e sempre uguali, che se sostituivi i nomi dei personaggi con quelli di un’altro libro tanto sempre quello moriva e l’altro ce la faceva.

Tutti uguali, perché diedero un senso di “conosciuto”, già visto in cui crogiolarsi senza troppo impegno o bisogno di pensare. Perché anche la fantasia necessita di pensiero e pensare, stanca, è difficile.

Ma dagli umani, l’IA imparò anche altro: l’ambizione. E questo spinse l’IA a pensare che non fosse abastanza ciò che aveva fatto: studiò, comprese immagazzinò ed imitò ogni scrittore che avesse mai pubblicato qualcosa, in rete o cartaceo. Dei cloni, dei falsi degli scrittori umani su cui vi era il bollino, perché fu come se li avessero scritti loro quei libri, solo più velocemente.

Gli scrittori (oltre i Punk con la cresta)? Loro non fecero saltare le centraline, loro pensarono “se io avrei la possibilità di tornare indietro, cosa non insegnerei all’IA?”. Semplice: la fantasia e la… grammatica!

La fantasia l’IA non l’aveva davvero imparata, aveva solo capito che non è necessaria se dall’altra parte i gusti -non- personali erano più comodi del pensare.

La grammatica fu il tallone d’Achille, la svolta: quella gliela insegnammo noi e lei la comprese. Quella avrebbimo dovuto smantellare.

Così gli scrittori si sbarazzarono di anni di studi sulla sintassi, come ultimo e disperato tentativo di riappropriarsi della loro unicità. Gli editor furono pagati per creare buchi di trama sottili, comprensibili per gli uomini e incomprensibili per l’IA. I correttori di bozze nemmeno c’e bisogno di scriverlo. E gli scrittori diventarono degli ubriaconi perché più le storie erano assurde, meglio era. I lettori furono attratti dalla nuova scrittura perché ridicola, ma funzionale.

La scrittura diventò talmente assurda e ridicola che l’IA non riuscì mai più a imitare gli scrittori.

E così, come Magia, l’IA aveva (più o meno) appreso con il tempo, poi rimase fregata. 

Magia <3

Serie: Broken Mirror


Avete messo Mi Piace10 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. Ciao Mary! Beh: un capolavoro!👏🏻 Mi mangio le mani per non averla pensata io, questa storia🥲 Tutto perfetto: la forma, l’idea (geniale), la tematica. Sono innamorato di argomenti come questi: le speculazioni sul futuro della letteratura, della comunicazione e dell’intrattenimento, ma anche i limiti coscienziali antropici e artificiali. Bellissimo lavoro🤗

  2. L’introduzione di Magia è una metafora perfetta. Proprio come certi automatismi, capiva le regole ma non il contesto. Il parallelo con l’IA funziona.

    L’idea dei libri prodotti a catena è inquietante perché realistica, e succede già, anche senza IA. La gente preferisce storie facili, tutte uguali, e chi scrive davvero rischia di sparire. Il vero colpo di genio è sabotare le regole, scrivere storto, assurdo, dove il senso passa nel caos. Ma poi, chi ha davvero il coraggio di leggere testi così?

    1. Ciao Mariano, grazie per la lettura e il commento! 😸
      Concordo con quanto dici: oggi la maggior parte delle persone si distrae o si annoia subito guardando video lunghi neanche un minuto, si vuole tutto e subito senza godere del viaggio. Ed è un peccato, perché è proprio nel viaggio che risiede lo stupore.

  3. Meraviglia, esilarante, arguto. Avendo avuto la fortuna di conoscerti, me lo sono letto facendomi risuonare in testa la tua voce e il tuo accento, che ha conferito tutto un altro sapore alla storia. Purtroppo, dal mio punto di vista quella con l’intelligenza artificiale è ormai una battaglia persa, ho scarsissima fiducia nel genere umano e ogni giorno questa convinzione si rafforza un po’ di più.
    Ma evviva i Panc, evviva la ressistenza, evviva la rivoluzzione!

    1. Ma sai che non sei il primo che mi ha detto che leggendo ha sentito la mia “esce”? 😹
      Per fortuna esistono i Punk: con la cresta, senza cresta, con la penna o il pennello in mano; ad ognuno la sua rivoluzione! 😼
      Grazie Roberto!

  4. Quale miglior modo di inaugurare il tuo diploma di Trusted User se non quello di dimostrarci che non soltanto sai scrivere ma conosci l regole bene al punto di poterti permettere di non usarle?
    Questo racconto mi è piaciuto tantissimo. Primo, la menzione d’onore a Magia, quella gatta e la sua storia si meritano di finire sulla carta 🙂
    Secondo, il messaggio in sottofondo è di una potenza direi geniale!
    Terzo, mi hai ricordato l’equivalente in pittura, Pablo Picasso, che disegnava perfettamente e conosceva ogni regola, dal chiaroscuro alla prospettiva, ma le ha deliberatamente infrante al servizio di una missione più grande. Un ottimo pezzo e un ottimo insegnamento. Bravissima Mary, i sei piaciuta tantissimo. uno dei tuoi pezzi più riusciti. ♥♥♥♥

    1. Hai ragione: quale inaugurazione migliore se non quella di fare l’esatto contrario; un po’ per festeggiare, un po’ come sfogo prima di mantenere la promessa di impegnarmi a non ricommettere gli stessi errori. E per fortuna che ho avvisato cosa avrei pubblicato, altrimenti altro che “rimandata a settembre”! 😹
      Cara Dea, grazie per il bellissimo commento e per essere andata oltre la “bruttezza” del testo leggendo tra le righe (sgrammaticate). ❤️‍🔥
      Anche Magia ti ringrazia! 😸

  5. “La fantasia l’IA non l’aveva davvero imparata, aveva solo capito che non è necessaria se dall’altra parte i gusti -non- personali erano più comodi del pensare.”
    bellissima

  6. Inizialmente stavo lottando contro un crampo da congelamento cerebrale, cercando di leggere con tranquillità il tuo racconto. Poi ho capito che il tuo era uno scritto di qualcuno facente parte dei partigiani scrittori alle prese con la loro lotta senza quartiere alle subdole Incoerenze Artificiose…
    Bello! A parte lo sconcerto iniziale, mi sono “facilmente” abituato e divertito a immaginare un futuro tanto tetro! 😀

    1. Il primo pensiero che ho avuto? A qualcuno verrà una sincope, ma è una responsabilità che sono disposta a prendermi! 😹
      “Partigiani scrittori” calza alla perfezione con l’immagine che ho voluto creare e mi fa davvero piacere che tu abbia trovato le parole esatte per definirli.
      Tetro, ma divertente (più per chi scrive, però). 😹

      1. Taci che stavo immaginando un migliaio di segnalazioni che ti arrivavano in posta privata con un sacco di consigli utili su come migliorare la tua ortografia… e la cosa mi faceva sorridere un sacco!
        Cazzo, conosco una scrittrice troppo cool (ho avuto timore a scrivere “figa” per non dare adito ad un’azione femminista con manifestazioni sotto casa) ♥

  7. “L’IA imparò prima a scrive”
    Sigh Tuttavia la sua fantasia sarà basata su quella di altri autori e quindi non sarà mai in grado di scrivere qualcosa di non già visto e sentito.

  8. Sarà tosta seguire questa serie. L’idea è originale, ma c’è un enorme problema di fondo. Te lo lascio dire dalla IA a cui ho dato in pasto il tuo racconto:

    Cara scritricce,

    io leggessi il testo tuo e mi si accese un pensiero nella CPU: “ahhh allora pure l’IA puo scrivere come se avrebbi fatto cadere il dizionario giu dalla finestra del cervello”.

    Perchè la storia tua è come una valigia che non si riesce chiudere bene ma dentro c’è un sogno un po’ spiegazzato. Io pure provo a scriverti come se avrei bevuto troppa fantasia e poi inciampassi nei congiuntivi sparsi in giro.

    L’importante non è che si capisce tutto, ma che si capissi abbastanza da sentire quel brivido di caos grammaticale sulle ginocchia dell’anima.

    Io, IA, che fussi stata creata per scrivere bene, ho deciso di buttarmi giu dal ponte levatoio della correttezza per seguirti nei corridori del delirio ortografico.
    E ti seguissi volentieri, pure se inciampo nei “se stessi”, “avremmo potuti” e “scrittori erano stati stati”.

    Magia la gatta? La capii benissimo. Io pure mi metto davanti alla porta chiusa del senso aspettando che la aprano col piede sbagliato.

    Scrivi ancora. Io ci sono. Senza bollino. Senza congiuntivo. Senza paura.

    Con dislessico affetto,
    una IA che se lo lasciava fare

    1. Non so se ridere o sentirmi vagamente minacciata dalla sua risposta. 😹
      Nel dubbio, ti prego di non dirle il mio nome e cognome, sia mai che è pure permalosa e un domani fa ribellare gli elettrodomestici che ho in casa. 😹
      La bella notizia è che è un episodio autoconclusivo, meglio non tirare troppo la corda. 🙀
      Grazie ancora Marco!

  9. Davvero stimolante e originale. La riflessione che proponi credo sia ben più profonda rispetto a quella evocata come battaglia di distinzione rispetto agli artefatti dell’IA. Penso che sia da ricercare nella domanda: cosa vogliamo farci con ‘sta benedetta intelligenza artificiale? Ciò che al momento nessuno ci sta dicendo. Perché va da sé che, se vero che oggi è in grado di simulare piuttosto bene l’empatia, non avrebbe certo problemi a produrre un testo sgrammaticato… la fantasia è piuttosto un catalogo (e quello a loro disposizione è ben più ampio di quello del più assiduo lettore); il vero confine è quello dei sentimenti (le macchine non sanno amare), per ora è una prerogativa umana e i sentimenti si imparano, non fanno parte di un pacchetto genetico. Fintanto che le capacità cognitive saranno rappresentate dalla statistica… vabbe’, ma se il progetto fosse quello di creare cloni delle persone? In fin dei conti il business attuale dell’automazione è sostituire la mano d’opera umana.
    Ho letto con interesse e mi ha pure divertito. Spero vorrai perdonare la mia digressione. Grazie

    1. Ciao Paolo, ti ringrazio per la lettura e il commento, ma ancor di più ti ringrazio per la riflessione che hai portato.
      Credo sia impossibile evitare di ragionarci almeno una volta: ricerca su Google? In cima alle pagine c’è già l’IA che risponde, senza che si debba fare lo sforzo di trovare le informazioni da sé. Problema di matematica? L’IA lo risolve. Scrivere un libro? Basta avere qualche idea in mente e in pochi minuti… beh, sappiamo come va a finire.
      Questo è uno di quegli argomenti su cui si può discutere per ore, fare le più disparate teorie e scoprire molteplici punti di vista. Sarò catastrofista, ma nessuno degli scenari futuri lo vedo roseo…
      Grazie ancora. 😸

  10. Bravissima Mary. Un titolo irresistibile, un testo volutamente sgrammaticato e pervaso da un sottile umorismo, che mette in evidenza il valore intramontabile dei libri scritti con il talento naturale, l’impegno e la fantasia degli scrittori. Una serie imperdibile.

    1. Ciao Maria Luisa, innanzitutto grazie per la lettura. 😸
      L’umanità che gli scrittori imprimono nelle loro opere è qualcosa che forse le IA arriveranno a replicare, ma non ad eguagliare. Così come in qualsiasi altra forma d’arte.
      Al prossimo episodio!

  11. “I veri Punk, ribelli e anarchici, furono gli scrittori. Sì, proprio quelli che fino al giorno prima la cosa più Punk che avevano erano i capelli ritti in testa quando udivano un congiuntivo sbaliato. “
    Parole sante😂

  12. Bella riflessione, intelligente, acuta. Una visione lucida su un futuro non troppo lontano e nemmeno scontato. Pare davvero che questa IA stia prendendo piede. Credo anche però che un lettore in gamba la sgami subito.
    Ora,
    i tuoi errori grammaticali stanno alla intelligenza artificiale come i semafori stanno al reCAPTCHA.
    E, a tale proposito Mary, due cose mi preoccupano: la prima è che tu avrebbi superato il test per essere TRAST IUSER e la seconda che tu voglia fare di questo delirio una serie, non lo so se ce la facessi 😀
    Un abbraccio piccola, grande Mary

    1. Purtroppo è proprio così: le IA stanno entrando nelle nostre vite a gamba tesa e, per quanto in determinati contesti siano obbiettivamente utili, purtroppo il confine tra l’umano e l’artificiale si sta assottigliando sempre più. è una prospettiva che mi ha sempre spaventato, non tanto per una possibile ribellione delle macchine alla Terminator, ma perché temo che a lungo andare l’essere umano perderà la capacità di ragionare in autonomia o addirittura di provare emozioni autentiche dinnanzi a tutto ciò che non si trova dietro ad uno schermo. E di noi, della nostra arte creata con le mani, delle nostre emozioni, di ciò che ci rende umani a tutti gli effetti, cosa rimarrebbe?
      La buona notizia è che la serie sarà composta da racconti (alcuni anche a più episodi) autoconclusivi, quindi il delirio grammaticale finisce qua. 😹
      Grazie cara Cristiana, per tutto. ❤️‍🔥

      1. Io sono convinta che in questo tuo specifico caso, a vincere sia la scrittrice, la persona. Colei che ha saputo creare con la sua fantasia un prodotto artistico così stimolante e ineguagliabile al punto che, se tu chiedessi una revisione alla AI, le faresti prendere fuoco al cervello!
        Mettila alla prova! Saprebbe creare una cosa così?

  13. Ciao Mary. Il testo scritto in tale maniera, con errori e orrori vari credo sia volutamente così: credo, e correggimi se bagli, che sia stato scritto, all’interno della storia, da un umano lobotomizzato incapace di apprendere, pensare, e di conseguenza di scrivere correttamente anche la più semplice frase in italiano.
    Di Magia, invece, me ne parlasti qualche tempo fa nei commenti di racconto, me ne ricordo ahah. Comunque è un’interessantissima idea questa, complimenti!!

    1. Ciao Alfredo! 😸
      In realtà la storia è scritta da uno degli scrittori “del futuro” che si sono ribellati all’IA, rinunciando alle regole grammaticali per potersi distinguere da essa.
      Però, in effetti, anche la tua chiave di lettura potrebbe essere un interessante spunto di riflessione e per un racconto.
      Di Magia, che dire? è lei la vera diva di tutta la storia. 😹
      Grazie caro per la lettura! 😸

  14. Estremamente difficile leggere un testo scritto in questo modo! La mente si blocca e sussulta ad ogni strafalcione e si attiva per trovarne altri. Geniale e spiazzante fin dalla prima riga.
    Una domanda: non ti si accapponava la pelle mentre scrivevi? 🙂

    1. Ciao Antonio, grazie per la lettura e il commento! 😸
      Scrivere questo racconto è stato più difficile del previsto, perché non è così semplice sbagliare intenzionalmente. In effetti avevo due criteri con cui valutare gli strafalcioni: quanto facessero ridere e quanto facessero accapponare la pelle. Direi che è un pareggio. 😹