Dietro le quinte

Serie: Un giorno, il succedersi degli eventi, ritenuto preordinato, necessario e indipendente dalle finalità umane


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: I due spasimanti non riescono mai a incontrarsi e la loro storia si conclude, così com’era iniziata, per una serie di casualità, o forse no?

Visto che avete tanto insistito, vi dirò qualcosa in più, premesso che la storia è finita e nulla di ciò che potrei svelarvi cambierebbe nulla… ma siete ben ficcanaso, sapete? No, dico, non mi farete ancora tirare in ballo lo psicologo, bontà sua, per capire il motivo della vostra morbosa curiosità…?

Cosa era successo a Isotta?

Isotta sì era rotta un braccio… Contenti?

Com’è successo? 

Oh, ma non vi basta mai niente… Eh dai!

Va be’: era in ritardo, è uscita di corsa da casa e, scendendo le scale, ha mancato uno scalino… caviglia contusa, braccio rotto, trenta giorni di prognosi.

… E adesso cosa volete ancora?

Volete sapere perché la sera non ha chiamato Tobia? Sono spiacente, ma no, questo proprio non lo dovrei dire.

Eh, va bene… ma quale indiscrezione, e la privacy? Qualcuno avrebbe dovuto dirmi che non c’è un limite all’importunità dei lettori… E sia!

Devo anzitutto confessare che, in realtà, io non sono esattamente una voce narrante… forse in qualche passo, qua e la nel racconto, sarà pure trapelata, per così dire, una certa esagerazione. Il mio mestiere è il Demone. Proprio così: il mio nome è Astaroth e sono il primo che Tobia, imprecando, tira in ballo proprio all’inizio della storia.

E giacché son stato evocato, mi è parso divertente di sostituirmi al vero narratore; una cosa da niente per un Demone professionista. Poi, strada facendo, è successa una cosa strana: mi sono appassionato. Non tanto al racconto, che di per sé è un po’ banale e son sincero, nonostante il mio intervento, magari ha finito per annoiare anche voi, ma mi ha intrigato la figura di Isotta. Vuoi vedere, mi son detto, che ho trovato una umana con un po’ di pepe? Così, ho deciso di osservarla, hai visto mai…? Poi, tra il congelato – una genialata di lei che ho apprezzato molto – e il nostro uomo cane, mi sono intrufolato suadente proprio al momento del suo ricovero in ospedale. Non serve che vi dica che, alla caduta, ho accidentalmente contribuito… 

Ma perché, vi chiederete, aspettare fino alla fine?

No, dico, mica penserete di essere gli unici a essere curiosi, volevo anch’io vedere come sarebbe andata a finire. E coi colleghi (Demoni) avevo scommesso, credendo fino alla fine, che Isotta avrebbe bidonato il nostro Tobia, proprio come lui temette quando non la vide arrivare. Oppure, che avrebbe ripescato l’altro bel tomo dal freezer e invece… mi ha stupito e ho dovuto ricredermi: quel giorno, stava uscendo proprio per andare da lui! In definitiva: Tobia ce l’aveva fatta, il suo desiderio si sarebbe compiuto. Ma non il mio e… sono pur sempre un Demone, in fondo.

Ho dovuto barare, potreste dire voi, ma solo gli esseri umani barano, i demoni modificano la sorte. Così, lasciando libera la mia fantasia, tramite un espediente – da poco per un demone – ho impersonato un bellissimo dottorino che si è preso cura teneramente della bella Isotta e che col suo fascino irresistibile, alla sera, fuori dal pronto soccorso l’ha portata in un bellissimo ristorante per una cenetta e dopo… va be’, adesso non vi sto a raccontare tutti i particolari. Immaginate pure quel che vi aggrada.

In conclusione, però, ho imparato che una trama si soddisfa quando il mondo della storia, finalmente, dice di sì a ciò che il protagonista ha dolorosamente inseguito… ma è sempre una questione di punti di vista, perché dipende da chi è davvero il protagonista della storia.

Mi congedo, cari lettori, presentandovi alcuni dei miei colleghi, coi quali mi sono divertito a commentare questa storia poiché, non a caso, essi stessi furono convocati nel racconto.

Demoni, in ordine di imprecazione: Astaroth; Baal; Moloch; Orobas; Kobal; Kulak; Zapan; Balam; Barbatos; Demogorgone; Furcas; Malphas; Mefistofele; Belzebù; Hanan’el.

Serie: Un giorno, il succedersi degli eventi, ritenuto preordinato, necessario e indipendente dalle finalità umane


Avete messo Mi Piace8 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

    1. Ciao Arianna, è stato un piacere averti a bordo fino al termine della storia. Adesso, la cosa difficle sarà uscire dalle vesti del personaggio in cui mi sono andato a cacciare perché avesse un senso… o forse perché no lo avesse affatto. Grazie per aver seguito e per i tuoi commenti. A presto

  1. Quando si dice “non è destino”, magari c’è qualche demone di mezzo che ci mette lo zampino. 😼
    Ho adorato questa serie dall’inizio alla fine e meno male che ho deciso di cominciarla anche se era giá a metà! L’unico difetto? Che è finita.
    Davvero notevole Paolo, a mille altre serie così! 😻

  2. Pirandelliano questo demone…bellissima trovata. Non sa bene dove mettersi, non lo ha sputo per tutto il tempo, ora che ci penso. Indeciso se starne fuori e semplicemente narrare, oppure entrare nella storia e metterci lo zampino (alla fine lo hanno chiamato, e il suo mestiere deve pur farlo), ed è talmente bravo a mescolare i ruoli che quasi quasi ci sono cascata: se fosse lui il vero protagonista? Se la storia non fosse di Isotta e Tobia ma di un demone che piomba nel mondo degli umani e gli tocca raccontarli?
    Ecco, forse non è proprio questo il risultato che volevi ottenere, ma tra i vari finali possibili mi è piaciuto divagare anche un po. Bellissima serie.
    Ecco,

    1. Ciao Irene, ti ringrazio per il tempo e la pazienza nel seguire questa storia. La tua chiave di lettura si avviacina davvero al metodo che ho cercato di attuare, in qualche punto forse ho pure sbracato un po’ col demone impertinente… Ma del resto il racconto è un po’ una favola, dove la morale sta nel valore che mettiamo nel nostro impegno a presscindere dal risultato, poiché certi incastri a volte proprio non reiscono… Poi, se qualcheduno vuol credere ai Demoni, be’, è certo libero di farlo. Grazie ancora per i tuoi commenti e apprezzamenti, davvero graditi

  3. Al diavolo i demoni che si sono divertiti alle spalle dei due poveri protagonisti e di un terzo incomodo. Forse sono loro che hanno messo lo zampino nel programma inibendo la parola FINE. Per Lucifero! Ti stanno dicendo che devi continuare, sei diventato la loro penna. Forse non te ne sei accorto, ma alla lunga cederai scrivendo altri divertenti episodi “alla Lunghi”, cioè col tuo solito stile umoristico q.b., piacevolmente raffinato e ricercato nelle parole. Diavolo se lo invidio! Il mio è così grezzo, forse perché sono solo un povero diavolo. Bravo Paolo.

    1. Ciao Fabio, è un vero piacere averti avuto a bordo fino in fondo a questo “girone”. Troppo generoso il tuo apprezzamento che, tuttavia, accolgo ben volentieri. Alla prossima!

  4. Caro demone e cari demoni, lo diciamo al povero Tobia che Isotta è uscita per uscire con lui ed è rientrata, rientrando con il dottorino? No, perché, mi parrebbe giusto metterlo a conoscenza del fatto che ci è andato vicino tanto così e, infine, farlo rodere un po’, oppure parecchio.
    Bravissimo Paolo 🙂

    1. Cristiana, ironicamente, tocchi il vero tema che sta alla base di questa storia. Il fatto che, quasi sempre, siamo inconsapevoli di quello che il caso (o il destino, ognuno lo chiami come preferisce…) ha combinato alle nostre spalle; di quanto siamo stati vicini (o distanti) dal raggiungere un obiettivo che ci eravamo prefissati… lasciando aperta la domanda: sarà meglio così? Grazie mille per il tuo tempo e la pazienza nel seguire questa storiella. A presto

    1. Ciao Tiziana, ti ringrazio di cuore per il tuo apprezzamento e per averlo seguito il raccontino sino al finale, quello vero… Di finto, credo: uno possa bastare. Grazie ancora e a presto

  5. Ottima mossa: adesso c’è anche un coprotagonista rivale. Povera Isotta, voleva raggiungere il suo Tobia e invece ha incontrato un demone. Adesso a Tobia non resta che invocare San Bartolomeo, che protegge da Astaroth; anzi, meglio San Bernardo, che incatenò un demone. Poi, un Santo con il nome di un cane avrebbe un occhio di riguardo per un uomo che ha lo stesso problema. Al prossimo capitolo, Paolo.

    1. Ciao Concetta, la storia si conclude qui, in barba al “Continua…” che esce in fondo, ché a quanto pare il software ancora non funziona. Per quanto, una rivalsa che veda l’entrata in scena di un “antagonista all’altezza” del demone, potrebbe essere uno spunto per un’altra stagione; e chi meglio del santo col nome da cane? Un grazie sentito per la pazienza di avermi seguito in questo esperimento

    1. Ciao Giuseppe, mi fa davvero piacere saperlo. Hai perfettamente ragione sul “gigioneggiare”… il fatto è che scrivere questa cosa ha devertito anche me, ma lasciandomi sempre il dubbio su ciò che ne sarebbe uscito. Grazie ancora, a presto