Donna Violante nel Paese delle cose normali

“ …sono in pericolo” fu il pensiero di Donna Violante quando due enormi occhi gialli accesero la notte.

Appena messa la testa fuori dal tombino si era trovata nel bel mezzo di un paesaggio orribile e mostruoso, che sfuggiva alla sua comprensione.
Come se non bastasse un orrendo mostro dallo sguardo feroce e luminoso si stava avvicinando pericolosamente alla sua testa, che comicamente spuntava dal fondo della strada come un fungo ricciuto. Fece appena in tempo a sparire di nuovo sotto il coperchio metallico prima che la belva passasse sferragliante sopra di lei.
Attese qualche minuto, col cuore che sembrava volerle sfuggire dal petto; quando valutò che fosse passato un periodo ragionevolmente sicuro, senza rumori spaventosi, decise di ritentare la sorte.
Il
secondo tentativo andò meglio, il mostro non l’aveva notata e se ne era andato per la sua strada. Così poté uscire del tutto dal tombino in cui era saltata in una strada simile, ma di un mondo molto diverso.
Si
trovava in un paese molto carino, per essere di quel mondo almeno, immerso nella quiete frinente di cicale delle notti di campagna.
C’era un cartello al bordo della via, Donna Violante si avvicinò per leggere.
“BENVENUTI A GLENDALOUGH” recitava il cartello senza nemmeno parlare, era di un’inconcepibile forma normale e dava perfino indicazioni precise.
“A ben 70 km da Dublino” lesse. “Con questa segnaletica strampalata non troverò mai il castello della Regina di Cuori. Sono in ritardo per il tè.”

A dirla tutta Donna Violante si era svegliata già in ritardo quella mattina, aveva impostato il suo Pappagallo-sveglia alle sette in punto, ma quel fannullone si era addormentato.
La
sera prima era stata a cena col quel noiosone del Brucaliffo, un po’ per gli sbuffi colorati del suo narghilè e un po’ per il suo tono ripetitivo e sconclusionato, era caduta in un sonno profondo.
Si
era vestita in un lampo, travolgendo i maggiordomi-pinguini che le portavano la colazione, ed era uscita come una furia in giardino, aveva perfino ignorato le proteste delle rose che chiedevano un po’ di attenzioni.
“Non ho tempo adesso piccole vanitose” aveva sbuffato mentre controllava l’orologio estraendolo dal suo corpetto lilla: due molle dorate avevano perforato il vetro e ondeggiavano libere. “Sono tremendamente in ritardo.”
Era arrivata a casa della sua vicina, la Duchessa con ben 30 minuti di anticipo, La duchessa era molto scocciata, tanto che si era lasciata sfuggire il bimbo che stava lanciando in aria. Per fortuna Molly, la domestica, lo aveva afferrato al volo facendolo addormentare a suon di fusa.
“Sei veramente maleducata a non arrivare in ritardo” le aveva detto. “Comunque accomodati! Il Cappellaio Matto e il Bianconiglio sono in ritardo. Loro si che sono persone per bene.”
Donna Violante si era seduta su un comò comodissimo, preferendolo alla poltrona poltronissima che comunque spettava alla Duchessa.
Poi Molly era arrivata a portare il thè. Molly era una gattina persiana educatissima, in un delizioso vestito da cameriera francese, lei e Donna Violante erano grandi amiche e spesso si trovavano di nascosto per sparlare della sua padrona, aveva solo un difetto: quando vedeva dei topi non poteva far a meno di rincorrerli.

Era per quel suo sciagurato vizio che adesso Donna Violante si trovava in grave pericolo.
“E adesso devo trovare la mappa del Ciaciarampa” sbuffò contrariata, il prezioso manufatto le era stato rubato e lei doveva riprenderselo.
 La mappa era un portentoso artefatto che permetteva di viaggiare tra i mondi, preziosissimo per il suo lavoro di contrabbandiere di cose normali.
Il
suo negozio “Le cose normali e noiose di Donna Violante” era molto di moda nel paese delle meraviglie e senza quella mappa avrebbe perso tutti i suoi affezionati clienti.
Che avrebbe detto il gatto del Cheshire?
Se voleva continuare la sua vita agiata tra cuscini di piume di equino doveva trovare la mappa per continuare i suoi viaggi e comunque era l’unico modo per tornare a casa.
Non l’unico in assoluto, ce n’era un altro: cioè passando per la tana del coniglio, che lei usava come magazzino ,ma non aveva mai attraversato . Sapeva dalle chiacchiere di paese che una ragazzina bionda e petulante  lo aveva usato anni prima, purtroppo quello sbucava in Inghilterra e lei invece si trovava in un piccolo paese di campagna parecchio lontano da Dublino.
Notò qualcosa muoversi nella notte, si voltò per incontrare gli occhi neri e nervosi di una volpe.
La cosa che Donna Violante trovava più strana di quell’assurdo paese era che gli animali si intestardissero a camminare su quattro zampe e non avessero la pudicizia di vestirsi.

“Salve Signora volpe” disse facendo un pomposo inchino. “So che questa non è la sua favola, ma sarebbe così gentile da dirmi dove posso trovare la casa della Lepre Marzolina?”
Il piccolo animaletto annusò  l’aria, si guardò nervosamente intorno, poi di scatto si voltò e sparì nella campagna.
“Ma che maleducato” disse piccata. “Pensavo che si conoscessero tutti tra animaletti. Vabbè non c’è altro da fare che mettermi a caccia di quei fastidiosi topi marziani.”

I topi marziani erano arrivati senza invito, ma con un ritardo molto educato. Erano piombati su di loro a cavallo di bolidi rumorosi e puzzolenti, pieni di frange e lunghi tubi argentati, che servivano probabilmente per manovrarli.
Dopo aver preso il thè e fatto i complimenti alla Duchessa per lo splendido palazzo, avevano distrutto il tavolo e l’avevano derubata per fuggire indisturbati.
Tutti erano rimasti di sasso, tranne Molly che, guidata dal suo istinto felino, si era lanciata alla caccia, seguita da Donna Violante.
I Topi erano fuggiti attraverso il tombino che chiudeva la piscina gelatina alla frutta della Duchessa, facendola svuotare e causando disperazione della padrona di casa.
La sua amica gattina senza pensarci due volte si era buttata. Donna Violante l’aveva seguita urlando il suo nome.

“Molly.”
Riconobbe la graziosa gatta persiana dalla crestina da cameriera che portava tra le orecchie.
“Sei qua! Come mai sei diventata così piccola? E perché non stai diritta come tutti?”
La gattina non rispose, era intenta a trattenere qualcosa con la zampina destra. Avvicinandosi Donna Violante notò che bloccava le code di tre piccoli topolini di campagna. Molto carini e per niente marziani.
Accanto a lei, arrotolata, c’era una vecchia pergamena ingiallita
“La mappa del Ciciarampa!” esclamò la Duchessa estasiata. “Brava Molly l’hai trovata”
Donna Violante prese in braccio la sua amica, che rispose con un miagolio di protesta, distese la mappa per bene sulla strada e ci saltò dentro. Sparì in uno sbuffo color delle viole.

Una volta tornata nel paese delle meraviglie, Donna Violante, corse subito a casa. Salutò con affetto le sue belle rose addormentate e i piccoli pinguini maggiordomi. Puntò il suo pappagallo-sveglia per mezzogiorno e tredici del mese prima e sprofondò nei morbidi cuscini di piume di castoro.
Aveva bisogno di una bella dormita, la normalità la stancava un sacco.

Avete messo Mi Piace8 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Arrivo con un più che educato ritardo!
    Mi è piaciuto davvero, perché (se la memoria non mi abbandona, te l’avevo già scritto commentando “il Nipote”) adoro i contrasti. E l’idea di un negozio di cose normali nel paese delle meraviglie è surreale ed ineccepibile allo stesso tempo.
    Ps: I Biker Mice da Marte proprio non me li aspettavo ?

    1. Cavolo, premio Nerd d’oro per aver riconosciuto le guest star di questo episodio. Turbo, Sterzo e Pistone ti dicono grazie.
      Mi fa piacere che questo piccolo racconto ti sia piaciuto. Mi piace molto giocare con contrasti e citazioni, lieto di esserci riuscito.

  2. Quando si dice…
    stupire con la fantasia. Non è sempre facile creare immagini bizzarre e strane senza cadere nel ridicolo, nel “già visto” o nel banale. Davvero un bel lavoro di fantasia e un breve, divertente e non-ordinario viaggio

  3. Mi piacerebbe avere anche a me la mappa del Ciaciarampa per fare qualche viaggio in mondi “strani”.
    Interessante il lavoro di contrabbandiere di cose normali: chissà cosa si può trovare nel negozio di Donna Violante.
    Farei volentieri una nuotata nella piscina gelatina alla frutta della Duchessa.
    Ogni tanto bisogna riposarsi ed hai ragione quando dici alla fine che la normalità stanca.
    Veramente una gran bella metafora. Probabilmente Lewis Carroll sarebbe felice del tuo tributo.
    Complimenti.

  4. Adorabile questa donna Violante!! Dovresti assolutamente scrivere ancora di lei, farle magari incontrare il cappellaio e lo Stregatto.. Bello scritto Alessandro, i miei complimenti!

  5. Ciao Alessandro, un po’ in ritardo ma eccomi. Conoscevo già la storia perché mi hai concesso di leggerla giorni prima, ma l’ho riletta con piacere. Donna Violante è un personaggio molto interessante che forse merita più spazio. Hai mai pensato di creare una serie che ruota attorno a lei? Mi piace da impazzire il suo negozio “Le cose normali e noiose di Donna Violante”, vorrei darci una sbirciata dentro 😉

  6. Una lettura che ha piacevolmente allietato la mia serata! Belle le descrizioni, a tratti esilaranti (qualsiasi riferimento al Pappagallo-sveglia è puramente casuale), e geniale l’idea di una rivisitazione del Paese delle meraviglie! 🙂

  7. Beh, Alessandro, ogni tanto una visita nel bel Paese delle meraviglie fa sempre piacere?! Hai ben rivisitato quelle ambientazioni, quella follia ricca di fantasia e colore, una bella favola davvero scritta come si confà a questo contesto, e la tua follia non è da meno, da cappellaio direi?! Ho adorato la sequenza sui “ritardi” ho riso da matti, bravo davvero!

    1. Ciao Antonio, da lettore di “Cronache di una Sognatrice” sapevo che l’ambientazione ti sarebbe piaciuta, diciamo che sul surreale e sulla buona musica andiamo d’accordo 🙂
      GRazie per il commento sono contento che ti sia piaciuta