
Girasole
Serie: Un pessimo desiderio
- Episodio 1: Colpevolezza
- Episodio 2: Pareti levigate
- Episodio 3: Aspirine
- Episodio 4: Lavaggio Speciale Sport – 52 minuti
- Episodio 5: Incrostazioni
- Episodio 6: Fiammeggiante
- Episodio 7: Curiosità
- Episodio 8: Ingredienti
- Episodio 9: Riflessi
- Episodio 10: Panino papale
- Episodio 1: Ricreazione
- Episodio 2: Girasole
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Laura distolse lo sguardo imbarazzata. Martina si chiese se fosse nervosa anche lei per una situazione inedita: parlare con qualcuno senza doversi difendere da schiaffi, sputi e insulti.
– Tranquilla sono una cacchetta anch’io. Ma possiamo fingere. Solo per far passare il tempo. – Stava intrecciandosi le dita come se volesse utilizzare le tecniche ninja per manipolare il chakra.
La professoressa Marano fece il suo ingresso, volto serio e autoritario, pronta a coinvolgere i suoi alunni con una poco entusiasmante lezione di matematica, i banchi e le sedie annuirono rumoreggiando per un breve istante.
Di quando in quando, la ragazza dai capelli del colore delle carote, lanciava uno sguardo in direzione di Laura Longo, accompagnata dal rumore del gesso che si consumava sull’ardesia impolverata e dalle noiose spiegazioni di passaggi matematici che avrebbero portato al risultato sperato.
La grande lavagna a muro vibrava sotto i colpi di incognite che venivano risolte dalla professoressa con i grandi occhiali quadrati a forza di tagli e di parentesi cancellate.
Per un breve momento colorato, a Martina sembrò di vedere se stessa camminare in compagnia di quella ragazza riccioluta, di scambiare delle inusuali gomitate complici e addirittura di commentare uno stupido film di supereroi in un fast food dorato, straripante di una colonna sonora fatta di canzoni insulse da locale affollato.
La campanella le fece scattare un sorriso nuovo, che conteneva una speranza sfaccettata come una rara gemma sepolta in fondo al cuore.
Educazione fisica, detta anche ora di scienze motorie e sportive, per Martina era traducibile come un altro modo per isolarsi: un’oretta di playlist variegata o un video tutorial su come riparare un orologio vintage.
La classe avrebbe dovuto fare un breve tragitto fino alla palestra, passando per gli armadietti dove recuperare i pantaloni della tuta e una t-shirt per poi cambiarsi negli spogliatoi accanto al campetto di pallavolo.
– Se a te non dispiace, io mi cambierei nel laboratorio artistico. Non mi piace lo spogliatoio della palestra. – Laura sembrava tentennare nervosamente.
– Tranquilla, io qui non mi cambio mai. Avrai notato che la mia innata socialità mi spinge a mettermi in un angolino armata di cuffie. –
Martina capiva benissimo il desiderio di privacy e quella sensazione di sguardo puntato perennemente addosso.
– Ma la sala d’arte è aperta? – Martina lo chiese pensando all’infermeria chiusa a chiave e agli strumenti, ai colori e alle attrezzature che potevano avere un valore.
– Ah! Direi di sì… Di solito, lo è… In caso contrario si torna indietro. – Il passo di Laura era veloce, frettoloso.
La porta della sala artistica era riconoscibile per due vasi strampalati, molto probabilmente opera degli stessi studenti, posti ai lati della cornice della stessa, avrebbero dovuto rappresentare due girasoli, ma mentre il primo somigliava più ad un inutile appendiabiti con un grosso tronco verde acceso ed un piccolo fiore fatto di petali arancione evidenziatore, il secondo aveva l’aspetto da pianta carnivora in un videogioco alla Super Mario: il grosso fiore, giallo ocra macchiato da pois rosso scuro, era dotato di un sorriso maligno inquietante.
Laura tentennò un paio di secondi prima di abbassare la maniglia, la porta si aprì emettendo il suono di uno scatto metallico. Dentro la sala era buia, la ragazza entrò sparendo al suo interno.
– Aiutami a trovare la luce. – disse balbettando.
– Ma sei sicura che non ci faranno problemi se ci scoprono? – Martina entrò cercando con la mano destra l’interruttore sulla parete, qualcosa le afferrò il polso tirandola violentemente dentro l’aula.
La porta si chiuse con un rumore secco, spegnendo quel poco di luce e immergendo la ragazza in una quasi totale oscurità.
– Ehi! Che cavolo fai Laura? Guarda che non è divertente… – lo disse cercando di sorridere. Si udì la serratura della porta scattare un paio di volte, una risata cattiva, quasi sussurrata scatenò piccole scintille blu di paura.
– Scusa… Scusami! – La voce di Laura rotta dalla vergogna e da lacrime di paura.
Martina capì immediatamente cosa stesse per accadere.
– Patrizia e le due cameriere, vero? –
Respirò a fondo, emettendo una specie di sospiro lamentoso. Il cuore aveva iniziato il riscaldamento correndo sul posto.
La luce si accese, abbagliandola e facendole stringere gli occhi.
Le due ragazze, Chiara e Patrizia, se ne stavano sorridenti, in una posa da gangster navigate davanti alla porta d’ingresso. Laura, in lacrime, era tenuta a bada da Dalila, la cineoperatrice.
– Cosa vi serve ancora? Volete pareggiarmi la faccia colpendo l’altro occhio? Che cazzo volete da me? CHE CAZZO VI HO FATTO DI MALE? – Urlò rabbiosamente Martina, era una stupida trappola. Avrebbe dovuto capirlo subito, ma l’euforia di una nuova amicizia le aveva fatto abbassare la guardia.
Laura continuava a singhiozzare uno “scusami” dietro l’altro impastati di saliva e lacrime.
– Martinica… no, perché pensi che siamo qui per farti del male? Noi siamo preoccupate per te, per la tua scarsa popolarità. – Patrizia aveva un sorriso fastidiosamente mellifluo, Chiara rise posando a terra il suo zainetto.
– Sono la cosa più lontana alla popolarità che si possa immaginare. Lasciatemi in pace, vi chiedo solo di pensare che io non sia mai esistita. – Martina spostava lo sguardo prima su una e poi sull’altra, controllava persino Laura che si tormentava il volto con le mani asciugando lacrime e moccio, tenuta per un braccio da Dalila, mentre le puntava contro lo smartphone color lilla con la mano libera.
Chiara, la bella dai capelli lucenti, si stava avvicinando con la sua mole da ginnasta brava nelle parallele: – Oggi ti faremo diventare virale… famosa. TUTTI! Tutti vedranno quello che sei in grado di fare. Conosceranno quanto cazzo vali. Quanto sei brava. –
Nella testa di Martina si affollavano una marea di pensieri frenetici di tattiche di fuga, di lotta, di difesa… Chi aveva la chiave? Patrizia. Sicuramente la custodiva lei.
Il cuore provava a sfuggirle dal petto, facendosi strada tra la trachea e l’esofago, le pulsava nel collo.
Uno sgabello poteva fungere da arma, avrebbe colpito prima…
Guardati sempre le spalle.
Qualcosa la afferrò da dietro. Braccia robuste la cinsero in una morsa dolorosa e inaspettata.
– È questa qui che mi devo sbattere in video? –

Serie: Un pessimo desiderio
- Episodio 1: Ricreazione
- Episodio 2: Girasole
Non ci posso credere! Ho appena finito di commentare tutta entusiasta l’episodio precedente!
Emi, ma cosa mi combini? 😿
Ciò che mi fa accapponare la pelle è la cattiveria del tutto gratuita di queste vipere nei confronti di una ragazza che vorrebbe solo essere lasciata stare. E pensare che queste situazioni non sono nemmeno così lontane dalla realtà…
Non punto nemmeno il dito verso Laura, chissà cosa le hanno fatto per convincerla a tendere la trappola a Martina…
Attendo con ansia (quella vera) il prossimo episodio. 🙀
Mary perdonami! Laura è una povera vittima di quelle tre arpie, che hanno messo su una specie di cosca ‘ndranghetista, mafiosa, chiamala come vuoi… specializzata in ricatti ed estorsioni e condita da minacce, violenze e insulti. Ma non temere, è sempre il mio classico “preparare il terreno” per gli eventi che seguiranno. Quindi preparati lo stomaco per delle scene parecchio “particolari”. Dai, non vedo l’ora di leggere tutti i tuoi insulti romagnoli! ♥
Ma noooooo🥺🥺🥺
Io già sognavo la nuova amicizia e invece che colpaccio brutto! Ora spero in un nuovo colpo di scena che sistemi le cose, un cazzotto, un calcio la dove non batte il sole, spray al peperoncino il genio che ne so….Martina deve uscirne illesa!
Comunque, a parte lo shock, devo dire che in qiesta serie stai sfoderando doti e abilità notevoli. Bravo Emi ❤️❤️❤️
Ma quanto sono contento che questa storiella truce stia attiranto la tua attenzione. Non so quanto riuscirò ancora a stuzzicare le corde che riguardano un lato dell’essere umano che io trovo davvero abominevole. Effettivamente da quello che si sente in giro e tutti i casi di violenza inutile e gratuita attuata da ragazzini anche con il vanto sui social è estremamente demoralizzante, ma è sempre capitato e continuerà a capitare se non si risolve la cosa alla base.
Da ora in poi la storia virerà bruscamente ed entrerà in una dimensione alquanto ehm… slasher?
Ah! 😀 Sono davvero curioso di leggere i vostri insulti e le vostre minacce di darmi fuoco mentre cammino… ♥
No, Emiliano, questo colpo di scena non me l’aspettavo proprio…se nel prossimo episodio non esce il genio a sistemarle tutte ti vengo a cercare. Quando pubblichi il prossimo?
Dai, che con solo mille parole riesco a descrivere una mezza scena a gesti e mugugni. Ancora devo far montare bene tutta l’ansia e tutto il raccapriccio e poi forse e dico solo forse, in qualche modo ci sarà una specie di risoluzione, ma non sono proprio sicuro… 😀 Comunque ammetto che sono contento di non essere prevedibilissimo. Grazie mille Tiziana, allora ti aspetto sotto casa! Preparo un bel caffè ghiacciato o preferisci un té freddo con un paio di foglioline di menta?
Vada per il the freddo! Ti do ancora un po’ di tempo …🤔due, massimo tre episodi 🤭😉
Ah! Ci sto! Oggi penso di pubblicare Wiccats, poi inizierò l’opera di ritaglio del prossimo capitolo sulla povera Martina. ♥