Guerriglia
Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Lory
- Episodio 2: Mizu
- Episodio 3: Thanos
- Episodio 4: Ditteri
- Episodio 5: Order Received!
- Episodio 6: Velluto bordeaux
- Episodio 7: Il Libro della strega
- Episodio 8: Palla di pelo
- Episodio 9: Idropittura
- Episodio 10: Matilda
- Episodio 1: Argilla rossa
- Episodio 2: Diluvio
- Episodio 3: Clientela
- Episodio 4: I tuoi desideri
- Episodio 5: Hollandia
- Episodio 6: La crudeltà delle streghe
- Episodio 7: Mamma mia
- Episodio 8: Battaglia!
- Episodio 9: Caramello
- Episodio 10: Luci e Ombre
- Episodio 1: T-shirt
- Episodio 2: Nhtoi
- Episodio 3: Divorare l’anima
- Episodio 4: Prigionieri segreti
- Episodio 5: Il nero più nero
- Episodio 6: Lezioni di metafisica
- Episodio 7: Una faccia maledetta
- Episodio 8: Ricordi neri
- Episodio 9: Vibrisse
- Episodio 10: Nuovi colleghi
- Episodio 1: Francesismi
- Episodio 2: Fantasmini
- Episodio 3: Un grido d’aiuto
- Episodio 4: Spettacolo di luci
- Episodio 5: Rompere il legame
- Episodio 6: Pace
- Episodio 7: Proiezione
- Episodio 8: La fata delle tempeste
- Episodio 9: Alessandrite
- Episodio 10: Separazioni
- Episodio 1: Sigilli
- Episodio 2: Otto & Mele
- Episodio 3: Snack
- Episodio 4: Una nuova vita, una vecchia morte
- Episodio 5: Nome di battaglia
- Episodio 6: Umori variabili
- Episodio 7: La morte nel cuore
- Episodio 8: A testa bassa
- Episodio 9: Frullatore
- Episodio 10: Maelstrom
- Episodio 1: Da Skull Island con amore
- Episodio 2: Dolci trappole
- Episodio 3: Guerriglia
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
STAGIONE 5
STAGIONE 6
La strega delle rocce sbuffò inarcando la schiena e premendo con le nocche della mano sinistra sulla zona lombare.
«Abbiamo riempito la casa. Lily, non credi siano abbastanza?»
Si diede due pugni leggeri sul dorso ritornando in posizione eretta.
«La Spaccaossa qui fuori è forte ed è potente, come siamo messe noi adesso non credo riusciremo a metterla in difficoltà , ma almeno con tutte queste trappole avremo modo di rallentarla e creare una opportunità per bloccarla.» Lilith stava consultando una pagina del Libro con tre incantesimi di shibari estremo.
«Ehi, guarda qua. Con questo non dovrebbe più muoversi.» La gatta indicò il diagramma, decisamente complicato da riprodurre per Nadine.
«Riesci a disegnarlo?» Chiese con un tono speranzoso.
«Oh cazzo, è davvero difficile. Servirebbe la mano di Davide, ma ci posso provare.» dicendolo, afferrò un foglio bianco e iniziò a ricopiare quello schema pieno di linee.
«Potremmo fare in modo di portarla verso quest’incanto per usarlo come arma finale non letale.» Lily stava organizzando mentalmente il percorso dove costringere la strega nemica. Il piano appariva semplice e chiaro, ma sapeva anche che gli imprevisti potevano essere davvero troppi.
«Questa roba qua merita un dieci pieno!» urlò Melanippe.
«Come si chiamano? Lunedoor? Strepitosi! Otto, dammene altri due.»
Il lemure si girò, dando le spalle alla sua strega mangia dolcetti, attratto da una strana sensazione.
«Otto, che fai? Passami altre due palline di cioccolato.»
«Mele… Mele il sigillo sta svanendo, è tipo moribondo, agonizzante. Non si è esaurito, è proprio, così! PUF! Sparito.»
Il lemure picchettò il vetro della porta.
«La magia si è spezzata, rotta, cancellata. Strano, strano forte. La strega sarà morta, tipo stecchita. Ma è comunque una cosa molto strana, molto.»
Adesso riusciva a scorgere anche l’interno dell’appartamento.
Una gatta grigia lo stava fissando con uno sguardo quasi sorpreso, al collo aveva un collare rosso fuoco.
Il lemure venne travolto da un brivido feroce.
«Mele! MELE! Vainilla! È Vainilla! Aspetta, aspetta, aspetta. È la gatta della strega delle tempeste. Proprio quella gatta, ricordi? Te la ricordi?»
Lentamente, la strega Spaccaossa, si alzò gettando via gli involucri argentati dei cioccolatini appena mangiati. Calzò di nuovo il guanto corazzato destro e strinse le cinghie per fissarlo con cura, poi si avvicinò alla portafinestra.
«Bene. Tutto mi sarei aspettata, ma ritrovare la mia vecchia avversaria è un regalo proprio azzeccato. Il mio dolce preferito trovato sul davanzale della finestra…» sorrise e allungò la mano destra poggiandola sul montante della porta a vetri.
Lilith si rese conto, con un tuffo al cuore, che il sigillo di Salomone stava lampeggiando in uno strano modo.
Le stelline blu tornarono improvvisamente visibili, sfavillarono per qualche secondo per poi spegnersi lentamente.
«Nadi, il sigillo si è spezzato!» La voce di Lilith era colma di una paura senza nome che conteneva il timore di uno scontro potenzialmente letale, il terrore per la salute di chi aveva lanciato l’incantesimo e lo sgomento per il possibile oblio di ogni cosa che amava, che amava per davvero.
«Entrerà col botto! Merda, serviva più tempo. Nadi, proviamoci comunque!» la sua voce non tremava, Lilith scattò allontanandosi dal balconcino.
Nadine invece si stava ancora rendendo conto di quello che le era appena stato riferito.
«E Davis? Sta bene Davis, vero?» Sentì che una crepa nel suo petto si stava allargando rapidamente, ma non aveva il tempo di ragionarci troppo sopra.
La portafinestra del balconcino esplose spalancandosi con un fracasso secco, terrificante e lanciando quadratini minuscoli di vetro tagliente ovunque, aveva la stessa consistenza del vetro di un parabrezza da automobile.
Il lemure sedeva sulla spalla della sua padrona, scrutando l’interno della cucina, mentre la strega entrava con passo sicuro e deciso.
«Vainilla! Sei tu? Dove ti sei nascosta?»
Due sedie, a cui erano stati attaccati dei fogliettini adesivi gialli, si mossero rapidamente piazzandosi davanti ai piedi di Melanippe. Lei le scalciò con indifferenza, ma la loro forma al contatto con le gambe, cambiò con un inconfondibile rumore di legno spezzato avvolgendosi con schegge aguzze sulle caviglie e sulle gambe. Mele bofonchiò qualcosa in tedesco che non si poteva associare a vocaboli conosciuti, ma la sensazione era quella di un insulto rabbioso nei riguardi di una qualche divinità pagana.
Per poco i resti delle due seggiole non la fecero cadere in terra. Iniziò a frantumare tutto afferrando e stritolando i frammenti di legno con le sue mani corazzate.
«Smettila con questi trucchetti idioti da quattro soldi e affrontami!» urlò infastidita.
Il tavolo della cucina divenne molle e flessibile, ondeggiava stranamente come fosse una bandiera di stoffa al vento.
Anch’esso si mosse saettando, avviluppandosi a mo’ di sciarpa sulla testa della strega muscolosa. Il legno del tavolo tornò solido regalando a Melanippe una brutta sensazione di compressione e di dolore.
Un urlo soffocato di rabbia fece accendere i guanti con quello strano bagliore giallo limone, afferrò una delle gambe del tavolo che si era attorcigliato a spirale e questo divenne nero, sgretolandosi poi in cenere bianca e lapilli incandescenti, fiamme arancioni cominciavano ad espandersi.
Si tornò a vedere la bocca della strega che prendeva rumorosamente aria, il resto del tavolo prese fuoco direttamente sulla testa, conferendo alla gigantessa una nuova capigliatura punk fiammeggiante, Otto si era riparato attaccandosi alla cintura.
«VAINILLA! Ti ho chiesto di smetterla!» Urlò la strega Spaccaossa, aveva il cranio ustionato e i capelli mancavano del tutto, insieme all’orecchio destro, dal cui foro colava un umore trasparente.
«Demolirò l’intero palazzo se non vieni subito fuori.»
Lo disse con un tono che sembrava quasi un suggerimento, un consiglio di una amica premurosa.
Ad ogni passo la pelle della testa sembrava ricrescere, risanarsi e tornare rosea. I suoi capelli spuntarono come su un documentario velocizzato che mostrava la bellezza del corpo umano in un innaturale processo di cicatrizzazione che non lasciava alcuna traccia.
Passò la porta della cucina entrando nel salotto con il divano a forma di enorme margherita blu. Dagli stipiti della porta una fitta maglia di cristalli affilati tentò di dipingere un quadro astratto col corpo dell’enorme malcapitata.
La maggior parte delle barre taglienti e appuntite si ruppero a contatto con la pelle della strega, solo poche riuscirono a scalfire il collo e un fianco, spillandole qualche goccia di sangue.
Il volto parlava per lei: furia.
«Come si chiamano? Lunedoor? Strepitosi! Otto, dammene altri due.»
Il lemure picchettò il vetro della porta.
Adesso riusciva a scorgere anche l’interno dell’appartamento.
Una gatta grigia lo stava fissando con uno sguardo quasi sorpreso, al collo aveva un collare rosso fuoco.
Le stelline blu tornarono improvvisamente visibili, sfavillarono per qualche secondo per poi spegnersi lentamente.
Nadine invece si stava ancora rendendo conto di quello che le era appena stato riferito.
Il lemure sedeva sulla spalla della sua padrona, scrutando l’interno della cucina, mentre la strega entrava con passo sicuro e deciso.
«Vainilla! Sei tu? Dove ti sei nascosta?»
Due sedie, a cui erano stati attaccati dei fogliettini adesivi gialli, si mossero rapidamente piazzandosi davanti ai piedi di Melanippe. Lei le scalciò con indifferenza, ma la loro forma al contatto con le gambe, cambiò con un inconfondibile rumore di legno spezzato avvolgendosi con schegge aguzze sulle caviglie e sulle gambe. Mele bofonchiò qualcosa in tedesco che non si poteva associare a vocaboli conosciuti, ma la sensazione era quella di un insulto rabbioso nei riguardi di una qualche divinità pagana.
Per poco i resti delle due seggiole non la fecero cadere in terra. Iniziò a frantumare tutto afferrando e stritolando i frammenti di legno con le sue mani corazzate.
«Smettila con questi trucchetti idioti da quattro soldi e affrontami!» urlò infastidita.
Il tavolo della cucina divenne molle e flessibile, ondeggiava stranamente come fosse una bandiera di stoffa al vento.
Anch’esso si mosse saettando, avviluppandosi a mo’ di sciarpa sulla testa della strega muscolosa. Il legno del tavolo tornò solido regalando a Melanippe una brutta sensazione di compressione e di dolore.
Un urlo soffocato di rabbia fece accendere i guanti con quello strano bagliore giallo limone, afferrò una delle gambe del tavolo che si era attorcigliato a spirale e questo divenne nero, sgretolandosi poi in cenere bianca e lapilli incandescenti, fiamme arancioni cominciavano ad espandersi.
Si tornò a vedere la bocca della strega che prendeva rumorosamente aria, il resto del tavolo prese fuoco direttamente sulla testa, conferendo alla gigantessa una nuova capigliatura punk fiammeggiante, Otto si era riparato attaccandosi alla cintura.
«VAINILLA! Ti ho chiesto di smetterla!» Urlò la strega Spaccaossa, aveva il cranio ustionato e i capelli mancavano del tutto, insieme all’orecchio destro, dal cui foro colava un umore trasparente.
«Demolirò l’intero palazzo se non vieni subito fuori.»
Lo disse con un tono che sembrava quasi un suggerimento, un consiglio di una amica premurosa.
Ad ogni passo la pelle della testa sembrava ricrescere, risanarsi e tornare rosea. I suoi capelli spuntarono come su un documentario velocizzato che mostrava la bellezza del corpo umano in un innaturale processo di cicatrizzazione che non lasciava alcuna traccia.
Passò la porta della cucina entrando nel salotto con il divano a forma di enorme margherita blu. Dagli stipiti della porta una fitta maglia di cristalli affilati tentò di dipingere un quadro astratto col corpo dell’enorme malcapitata.
La maggior parte delle barre taglienti e appuntite si ruppero a contatto con la pelle della strega, solo poche riuscirono a scalfire il collo e un fianco, spillandole qualche goccia di sangue.
Il volto parlava per lei: furia.
Serie: Wiccats.
- Episodio 1: Da Skull Island con amore
- Episodio 2: Dolci trappole
- Episodio 3: Guerriglia
Bene, mi è piaciuto!
Ciao Kenji! Grazie mille! Non pensavo ti piacessero i racconti di stregoni e streghe, magie e spiritelli maligni! Sono contento, dai.