
La collera del mare
Serie: Come le conchiglie
- Episodio 1: Un umano in meno meno, tre conchiglie in più
- Episodio 2: Tra il dire e il fare
- Episodio 3: Le signore delle candele
- Episodio 4: Il Titanic italiano
- Episodio 5: La notte dei desideri
- Episodio 6: La collera del mare
- Episodio 7: Desideri annodati
STAGIONE 1

Quando la tremenda notizia aprƬ il sipario del nuovo giorno, la cittĆ di Genova aveva ancora gli occhi assonnati e la gola affollata da sbadigli. Era lāalba del 20 gennaio del 1920; il sole, regalando la sua prima luce, garantiva una felice giornata, eppure, nei cuori pioveva tristezza.Ā La voce aveva invaso il porto, investito la spiaggia e, attraversando il labirinto di vicoli, carruggi e crĆŖuze della Superba, aveva picchiato alle orecchie di ogni essere vivente. Ci si chiedeva come fosse stato possibile; chi fossero i due giovani a cui le acque insensibili avevano fatto scacco, e cosa avessero pensato nei momenti in cui venivano torturati dalle onde. Le domande di ciascuno trovarono poi risposta tra le righe dei giornali. Tutti i quotidiani della zona riportavano in prima pagina lo stesso, funesto titolo, e gli articoli che lo corredavano non risparmiavano parole di cordoglio nĆ© di preghiera per quelle due disgraziate anime. Addirittura un anziano poeta, a cui lāetĆ aveva rubato lāudito ma non i versi, aveva voluto omaggiare il tentativo, seppur vano, dellāinnamorato dedicandogli simili, toccanti strofe: āRammenteremo sempre di un prode cavaliere che, senza saper nuotare, ha indossato il cuore come scudo dichiarando guerra al mare.āĀ Ā Ā Ā
Le officianti rime spiccavano in un trafiletto collocato nellāangolo destro del foglio che, con lāinchiostro rilucente, ancora fresco di stampa, pareva stesse anchāesso per piangere.Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Quel giorno persino gli strilloni, i ragazzini che agli angoli delle strade quei giornali li vendevano, parvero non sentirsi in diritto di urlare alla folla il loro consueto: āedizione straordinariaā. Anzi, vendere quelle informazioni, sebbene fosse necessario per poter racimolare un pranzo, gli suonava come un atto irrispettoso ed empio. Insieme a tutti loro, allāincrocio tra due stradine, immobile e ritto sulle pietre scure, cāera Edmondo. Nella mano destra reggeva un giornale tenendolo aperto e disteso mentre, tra il gomito e il fianco sinistro stringeva le restanti copie. Nellāinconsueta atmosfera di quasi religioso silenzio, Edmondo mostrava un atteggiamento ancor più raccolto dei suoi coetanei e, diversamente da loro che non riuscivano a staccare lo sguardo dalla pagina nonostante in molti non sapessero nemmeno leggere, teneva gli occhi lontani dalla carta e fissi sul mare che gli si apriva di fronte, e sui vapori che si alzavano dai fumaioli delle navi che giungevano al porto per poi ripartire. Qualcosa di molto simile ad un tagliente coccio di vetro gli si annidava tra le tonsille pronto a strozzargli ogni respiro. Quella notizia, infatti, gli faceva male più che agli altri, gli scavava il torace perchĆ© il giovane eroe di cui si cantavano le gesta tra quelle righe ancora luccicanti, era lui.Ā Era lui, sƬ, ma nessuno doveva saperlo. A quale scopo, poi, se per Edmondo, in quellāoccasione, non vi era nessun eroe da celebrare, nessuna medaglia da assegnare nĆ© alcun podio su cui salire?Ā In quellāoccasione, lo sventurato aveva unicamente perso tutto ciò che aveva: un amore e, con esso, tutto se stesso.
ā Oggi non hai voglia di lavorare, ragazzo! Di questo passo non riuscirai mai a smerciare tutti i giornali che ti ho affidato,- sbraitò lāedicolante per cui lavorava.Ā A quella frase, Edmondo non seppe replicare nĆ© per difendersi nĆ© per scusarsi. Allentò la stretta tra il braccio e il fianco, facendo scivolare tutti i fogli verso il suolo; gli mollò un calcio dopo che furono finiti ai suoi piedi, e fuggƬ via. Era tempo di stare da solo, di piangere e svuotarsi per allentare la pressione su quel cuore che sobbalzava cosƬ forte da sbattergli tra i denti e tuonargli nei timpani. Corse veloce senza avere nemmeno una meta, mentre il tiepido venticello gli staccava le lacrime dal viso disperdendole nellāaria. Nella sua mente non vi era posto per nulla: una sola, malvagia immagine deteneva il monopolio della sua memoria. Quellāimmagine, lo sapeva bene, per sempre lo avrebbe martoriato, per sempre lo avrebbe avvelenato, e per quel veleno nessun alchimista aveva ancora scoperto lāantidoto. Arrestò la sua corsa soltanto quando, coi polmoni in fiamme e con gli occhi prosciugati, giunse sul pontile che si elevava dalle acque del mare. Si accovacciò in un angolino del fasciame di legno, strinse tra le mani una collana di conchiglie che gli cingeva il collo, e riprese a fissare il mare.
Il mare⦠tutto era nato lì, e tutto lì era finito; come se la Natura, sadica, si fosse voluta divertire prima a massaggiargli le ferite col miele, poi a sfregargliele col sale. Quanto la carne gli potesse bruciare, lo sentiremo ben presto sulla nostra.
Serie: Come le conchiglie
- Episodio 1: Un umano in meno meno, tre conchiglie in più
- Episodio 2: Tra il dire e il fare
- Episodio 3: Le signore delle candele
- Episodio 4: Il Titanic italiano
- Episodio 5: La notte dei desideri
- Episodio 6: La collera del mare
- Episodio 7: Desideri annodati
“a massaggiargli le ferite col miele, poi a sfregargliele col sale.”
Questo passaggio mi ĆØ piaciuto
Grazie mille, spero proseguirai nella lettura!
Adoro come scrivi
Molto triste ma, allo stesso tempo, molto avvincente. Leggo volentieri gli altri tuoi racconti.
Ciao Martina, incipit che mi ĆØ piaciuto davvero tanto, a cominciare dalla struggente narrazione iniziale, che racchiude il cordoglio di una comunitĆ , per poi crescere d’intensitĆ emozionale attraverso i gesti e i pensieri di Edmondo. Un racconto anche questo che vĆ dritto al cuore, pronto a coinvolgermi con i silenzi di Edmondo e a scatenare una forte empatia. Non ti smentisci, leggerti ĆØ stato come sfogliare un romanzo d’altri tempi, bello, intenso e con una forte vena poetica. Dove mi trascinerai stavolta? Immagino nei ricordi di Edmondo… Un saluto, alla prossima!
Caro Antonino, ti stavo aspettando ?! Entreremo nella mente di Edmondo, attraverseremo le strade di una Genova affascinante ma malandata, e vivremo il suo mare. Ma non voglio svelarti niente, ti aspetto al prossimo episodio!