
La verità è nel piatto
Serie: ROSMARINO
- Episodio 1: Il profumo del rosmarino
- Episodio 2: Il capello biondo
- Episodio 3: Sushi e menzogne
- Episodio 4: La conferma
- Episodio 5: Lista botanica
- Episodio 6: La macchia sulla cravatta
- Episodio 7: La verità è nel piatto
STAGIONE 1
La dottoressa ha mani curate e una cartellina color avorio.
Sorride come si sorride a chi ha già passato il peggio, ma non sa ancora cosa lo ha colpito. Uno di quei sorrisi neutri, di protocollo, che non promettono nulla, ma non ti lasciano andare.
«Signora, suo marito è stabile. Sta rispondendo bene alla terapia.»
Annuisco, compita. Aspetto il seguito. Quello che voglio sentire. Quello che temo.
«Abbiamo riscontrato una reazione allergica a un parassita intestinale. Un anisakis. Molto probabilmente ingerito tramite pesce crudo.»
Pesce crudo. Resto in silenzio.
Sento una voce, che deve essere la mia, dire: «Pesce crudo?»
Lei annuisce. «Capita spesso più di quanto si pensi. Soprattutto con il tonno, il salmone, se non vengono abbattuti correttamente. Probabilmente è qualcosa che ha mangiato nei giorni scorsi.»
Le parole scorrono dritte, limpide, come acqua fredda.
Tonno rosso. Tataki. Venerdì sera. HANA. Duecento novantotto euro. Due coperti. Martina.
Il cerchio si chiude. Silenzioso. Perfetto.
La dottoressa continua: «Niente erbe, per ora. Niente tisane, niente infusi. Solo acqua e dieta leggera. Se vuole posso accompagnarla in reparto.»
Annuisco. Ancora. Faccio sempre così, quando non ho più niente da dire.
Lo trovo sveglio. Pallido, disfatto, con le occhiaie larghe come la colpa. Ha l’aria di chi sa di dover parlare, ma non ha il coraggio di farlo.
Mi avvicino. Lo sistemo meglio nel letto, tiro su le coperte.
Lui mi fissa, come si fissa una sentenza.
«È stato il tonno» dice, a bassa voce. «Una cena con… con Martina. Non volevo dirtelo. Era una sciocchezza.»
Resto in silenzio. Lo guardo.
«Pensavo che fossi tu. Per un momento. Pensavo che tu mi stessi…» Sorride, imbarazzato.
Ma io non sorrido. Mi chino e gli aggiusto il cuscino.
La voce mi esce piano: «L’avevo detto che il crudo ti fa male.»
Lui ride. Una risata sgonfia. Poi mi prende la mano. «Mi perdoni?»
Non rispondo subito. Poi gli accarezzo la fronte.
«Ti ha già perdonato il sushi. Io vedrò il da farsi.»
«E tu…»
«Io cosa?»
«Hai mai pensato di farmi del male?»
Lo guardo negli occhi. E non dico nulla. Poi mi piego, lo bacio sulla guancia. Lieve. Preciso.
«Se l’avessi fatto, Andrea, non saresti qui a chiedermelo.»
Ultima infusione
Andrea è tornato a casa da una settimana. Più magro, più attento.
Si muove come se ogni oggetto potesse essere un allarme.
La tazza della colazione. Il cucchiaino. Persino il plaid sul divano. Mi ringrazia per tutto. Per l’acqua a temperatura ambiente.
Per il riso in bianco. Per la tisana che non gli preparo più.
Il medico è stato chiaro: «Per un po’, niente infusi. Solo cibi semplici. Niente fiori. Niente radici. Niente sorprese.»
Andrea ha annuito senza guardarmi. Io ho sorriso. Un sorriso che dice tutto e niente.
In casa regna una quiete sospetta. Le stanze sembrano più grandi, più silenziose. Come se la verità, dopo essere passata, avesse lasciato dietro di sé un’eco.
I vasetti delle erbe sono al loro posto, ordinati per colore e intensità. La ruta, però, l’ho tolta. Non per paura. Per rispetto.
Il teatro è finito. Gli oggetti di scena si archiviano.
La lista botanica è cresciuta. Ci ho aggiunto postille a margine:
“Adatta alle notti di colpa.”
“Servire calda, ma senza pietà.”
“Sconsigliata a chi mente con troppa disinvoltura.”
Stasera preparo due tazze. Una per me: melissa, miele, una punta di menta. L’altra per lui: camomilla pura, tiepida. Niente zucchero.
Gliela porto con eleganza. Lui la prende con entrambe le mani. Mi guarda. Ha ancora quel riflesso negli occhi. Non paura. Rispetto. E un vago senso di gratitudine sbagliata.
«Fa bene al sonno» dico.
Lui annuisce. Beve piano. Poi sospira. «Sei incredibile, Eleonora.»
«Tu pure.»
Ci sediamo. Non parliamo. Lasciamo che le tazze fumino tra le mani. Io la mia la bevo. La sua, la guarda. Poi la finisce.
E penso — mentre giro lentamente la ceramica calda tra le dita che questa volta non ho messo niente. Anche perché… non ce n’è più bisogno.
FINE
Serie: ROSMARINO
- Episodio 1: Il profumo del rosmarino
- Episodio 2: Il capello biondo
- Episodio 3: Sushi e menzogne
- Episodio 4: La conferma
- Episodio 5: Lista botanica
- Episodio 6: La macchia sulla cravatta
- Episodio 7: La verità è nel piatto
Doveva andargli di traverso quel pesce crudo! 😅
Sei riuscito a spingerci fin quasi alla fine in una direzione, gli stessi personaggi ci sono cascati. Molto bella questa storia, complimenti!
Un racconto perfetto.
““Adatta alle notti di colpa.”“Servire calda, ma senza pietà.”“Sconsigliata a chi mente con troppa disinvoltura.””
Fantastico! Mi è piaciuta molto questa storia. Scritta, bene, precisa e coinvolgente. Non c’è donna che non si sai rivista in Eleonora. Bravo👏
Fantastico. Dio guardi gli uomini dalle erboriste😂Poi, come diceva il mio medico, molto dipende dalla risposta individuale.
Bello, veramente bello!