La Viking Sally
Serie: L'incubo di Aila
- Episodio 1: Festa di compleanno
- Episodio 2: La Viking Sally
STAGIONE 1
Lunga circa 155 metri, la Viking Sally era un traghetto da crociera che trasportava sia passeggeri che veicoli, tra Stoccolma (Svezia), Turku (Finlandia) e Mariehamn (Isole Åland).
Entrando nella nave, il grande atrio dava la sensazione di trovarsi in un hotel galleggiante creato per il divertimento: ogni problema sarebbe rimasto fuori da quel luogo magico.
Tramite scale mobili e ascensori si poteva accedere ai ponti superiori, dove si trovavano bar, negozi e ristoranti.
Tutte le cabine avevano il bagno privato ed erano climatizzate; la cabina di Aila ed Elina si trovava sul ponte 4, uno dei ponti passeggeri principali. A sinistra c’erano due letti singoli, a destra una grande vetrata sul mare. Un doppio set di tende beige permetteva ai passeggeri di oscurare completamente la camera, per poter dormire nonostante la luce estiva nelle ore notturne.
Quella mattina, quando Aila si svegliò, con il corpo indolenzito e una strana sensazione di smarrimento, riconobbe le tende beige che coprivano quasi completamente la finestra di fronte al letto. Rimase per un momento immobile a osservarle, cercando di capire se si trattasse di un’allucinazione o di un sogno. Il cuore iniziò a battere più velocemente quando si rese conto che quella era davvero, senza ombra di dubbio, la grande vetrata che dava sul mare.
Si sollevò, posando i piedi nudi sulla moquette blu, e si guardò intorno: tutto era esattamente come lo ricordava, persino il tipico odore dei traghetti.
Usò il bagno, poi decise di uscire per cercare Elina.
Si avvicinò alla porta ma, prima di aprirla, si bloccò improvvisamente: sentì una presenza alle sue spalle. Senza voltarsi, domandò solo: «Elina, sei tu?»
Non ottenne alcuna risposta, quindi si voltò e vide che non c’era nessuno.
Uscì dalla cabina, attraversò lo stretto corridoio interno e raggiunse i ponti superiori, dove si trovavano le aree comuni. Elina, infatti, andava spesso il ristorante prima di Aila: sapeva che la sorella non amava essere svegliata, quindi la lasciava dormire e andava per prima. Poi, di solito, Aila la raggiungeva dopo circa mezz’ora e lei, per farle compagnia, prendeva un altro caffè. Probabilmente, anche quel giorno avrebbe trovato Elina già lì con la sua colazione.
Accadde però un fatto strano: il ristorante non c’era più. Aila era sicura che si trovasse lì, ma era sparito.
Sul ponte esterno cominciò ad avere freddo, e fu proprio in quel momento che si accorse di un altro fatto curioso: era notte. Le luci interne l’avevano confusa, aveva creduto che fosse mattina. Alzò gli occhi al cielo e ammirò una quantità incredibile di stelle. Una piccola luce si accese improvvisamente tra le altre, si infiammò di un verde intenso, diventando enorme per pochi secondi, poi precipitò sulla sinistra, sparendo subito dopo.
Oh che bella, pensò, chissà se altre persone l’avranno vista. Che fortuna ho avuto! Però che freddo che fa qui.
Iniziò a battere i denti quando una raffica di vento gelido sollevò la sua vestaglia.
Pensò di tornare dentro, ma non fece in tempo: qualcuno arrivò alle sue spalle e le afferrò il braccio.
Si ricordò, proprio in quel momento, dei due giovani aggrediti brutalmente da qualcuno che doveva trovarsi ancora sulla nave.
I brividi, adesso, non erano più dovuti al freddo; sapeva infatti che, da un momento all’altro, avrebbe potuto sentire la lama affilata sulla sua pelle.
La persona alle sue spalle cominciò a trascinarla verso l’interno della nave. Quando Aila si voltò, vide che era una donna magra e rimase sbalordita dalla sua forza sovrumana.
«Mi fai male, lasciami.»
Ma lei non diceva nulla, continuava solo a camminare a passo spedito, trascinando Aila per un braccio.
Lungo il tragitto, Aila pensò che quella donna non avrebbe avuto motivi per uccidere lei o Elina; e se invece avesse fatto qualcosa di male a sua sorella? Dopotutto non era ancora riuscita a trovarla.
«Aiuto! Aiutatemi!» urlava Aila, ma la nave sembrava deserta.
La mano ossuta stretta attorno al suo braccio sembrava una morsa d’acciaio; avrebbe potuto spezzarlo senza fatica.
«Voglio solo ritrovare mia sorella, ti prego.»
Quando arrivarono davanti alla cabina, la donna aprì la porta, spinse Aila sul letto e finalmente le rivolse la parola: «Adesso basta! Rimani qui e dormi, altrimenti saranno guai».
«Perché ce l’hai con me? Che ti ho fatto?» domandò Aila, piangendo.
Lei si voltò, uscì dalla cabina e chiuse la porta a chiave.
Serie: L'incubo di Aila
- Episodio 1: Festa di compleanno
- Episodio 2: La Viking Sally
Anche questo episodio incuriosisce e invoglia a leggere il prossimo, bravissima!!!
Ho sentito il freddo e lo smarrimento di Aila, potente. Mi intriga sapere cosa, come e perché. Non farci aspettare troppo!
Che ansia questo episodio! 🙀
Ritrovarsi sul ponte della nave, da sola, nel buio pesto della notte in mezzo al mare sconfinato! Chissà che silenzio terrificante…
Non so se mi abbia messo più inquietudine questo o la donna che ha trascinato Alia. 🙀
Mi fa piacere averti trasmesso certe sensazioni ❤️
Questo episodio ha un ritmo narrativo rapidissimo, veloce come la camminata della donna misteriosa che trascina la protagonista per un braccio.
È chiaro che ci troviamo in una sorta di realtà parallela, che potrebbe essere quella del sogno o addirittura di un’altra dimensione. Il fatto è che svegliarsi credendo sia giorno e ritrovarsi in piena notte a camminare su una nave nel gelo, è una trovata pazzesca che ci tiene incollati per sapere cosa succede. Questa è una gfra le maggiori abilità di uno scrittore. Brava Arianna.
Grazie Cristiana, mi incoraggi sempre ❤️
Interessante questa dimensione in cui si trova Aila, sono curioso di leggere il seguito.
Grazie Roberto 🥰
Ciao Arianna, un episodio ben costruito carico di tensione, che stuzzica la curiosità del lettore. Sono curiosa di leggere il resto 👏👏👏
Grazie cara ❤️❤️❤️
Un racconto che vive di una intensità e vita propria…
Grazie mille 🙂
Davvero angosciante questo episodio, hai creato un crescendo con ottime descrizioni. Sono super curiosa di leggere il seguito!
Ciao Melania, grazie❤
Mi è piaciuto, un bel racconto!
Grazie🙂
Ciao Arianna. Bella l’idea di ambientare il racconto sulla nave, tra una sensazione di claustrofobia dovuta agli inevitabili spazi ristretti e una opposta di immensità (la grande finestra sul mare, il vento gelido…). Due opposti che mi hanno trasportato su quella nave. Aspetto il seguito!
Ciao Antonio, grazie mille🙂
Un brutto incubo che sembra provocato da un evento traumatico. Dubito che vorrai svelerci subito cosa sia accaduto durante il viaggio in quella nave fa crociera che ha trasformato la vacanza in una serie di ricordi impressionanti. Non mi resta che aspettare, cercando di intuire qualcosa con gli indizi che vorrai seminare.
Esattamente, brava: tutto questo è provocato da un evento traumatico realmente accaduto (mi sono ispirata a una storia vera).
Una storia vera? Un motivo in piú per continuare a leggere con grande curiosità.
❤️
C’è tanto mistero in questo racconto. Però, quella stella verde mi sembra più un segnale per una richiesta d’aiuto. Bravissima, Arianna!❤️👏👏
Grazie Concetta 🙂 (Mi fa piacere che la stella verde abbia attirato la tua attenzione 💕)
Interessante questo episodio sospeso tra incubo, ricordi e presunta realtà. i dettagli che avevi disseminato nell’episodio precedente ritornano, e il mistero si infittisce.
Grazie mille di essere passata a leggere ❤️❤️❤️