
Lo strano colpo di stato
Scacciò via le mosche e poi prese appunti sul block notes.
Detestava il Guardian per averlo mandato lì, nel Buganda. Non potevano farlo diventare corrispondente da New York, da Mosca, da Parigi se non Roma? No, invece, il Regno del Buganda…
Continuò a prendere appunti, poi finì, solo che il suo lavoro non era terminato, doveva scrivere l’articolo alla macchina.
In quell’ufficio stampa a Kampala, scacciò altre mosche e si sedette alla scrivania. Iniziò a battere i tasti.
Nella data odierna del 7 agosto 1963, un’unità cerimoniale del Regno di Buganda ha tentato di fare un colpo di stato.
Il maggiore Nkwaero, scontento per la paga che non gli permette di comprarsi una cadillac, ha messo in stato di agitazione le sue truppe e dopo aver raccolto alcune decine di facinorosi ha marciato sul Palazzo Reale.
Drappelli di guardie leali al re, vedendo la malaparata, sono scappati e hanno lasciato il regnante in balia dei rivoltosi i quali agitavano un cappio: volevano usarlo per impiccare il capo del Buganda.
Sarebbe finito tutto male se non fosse stato che un reggimento kikuyu fedele a Sua Maestà la regina Elisabetta II è intervenuto. Coordinato da ufficiali scozzesi, le truppe britanniche hanno contrastato la piccola rivolta e scacciato i soldati dell’unità cerimoniale comandata dal maggiore Nkwaero.
Alla fine, resta solo il fatto che le unità cerimoniali di tutto il mondo sono costituite da soldati di bella presenza, con belle uniformi e armi dall’aspetto temibile, solo che non essendo abbastanza addestrate alla guerra al primo anelito di scontro non sono capaci di combattere.
Il battaglione del maggiore Nkwaero non era diverso.
Al momento, il Buganda è tranquillo e il maggiore Nkwaero è appeso al ramo di un baobab.
Il re di Buganda ringrazia il Regno Unito e promette nuove risorse naturali da inviare al nostro paese.
Da Kampala, Joseph Mallory
Scacciò altre mosche. Il suo lavoro era finito. Ma perché non veniva inviato in una qualche capitale del mondo più importante di Kampala? Doveva arrangiarsi e attendere tempi migliori.
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Ciao Kenji, tutto sommato non penso ci sia di che annoiarsi a Buganda, un colpo di stato è sempre un bel “colpo” giornalistico
Hai ragione 🙂 Grazie del tuo commento!
“Al momento, il Buganda è tranquillo e il maggiore Nkwaero è appeso al ramo di un baobab”
😂
Buttata lì così, questa frase mi ha fatto ridere. Mi piace molto il fatto che tu abbia lasciato non detta tutta la parte della cattura ed esecuzione ed abbia sintetizzato efficacemente con questa frase.
Ciao Sergio e grazie per i tuoi commenti! Sì, tempo fa volevo scrivere un racconto su un colpo di stato e mi sono ricordato di quel che lessi su Idi Amin Dada… da lì sono andato a fantasia.
“scontento per la paga che non gli permette di comprarsi una cadillac,”
Mi sembra un ottimo motivo per un colpo di stato! 😂 Scherzi a parte, una delle cose che mi piace dei tuoi racconti è come mischi situazioni di fantasia – a volte al limite del verosimile, altre davvero surreali – a vicende reali, provenienti da una tua enorme cultura della Storia. Grande.
“Buganda”
…a metà strada tra Burundi ed Uganda? 🙂
e…ovviamente essendo curioso sono andato a guardare su google ed ho scoperto che il Buganda non è un regno di fantasia inventato da te per il racconto, ma è il vecchio nome, in effetti, dell’Uganda.
Sempre molto interessanti i tuoi racconti, ho avuto lo stimolo di informarmi su un paese che ignoravo.
Grazie Alessandro 🙂
compatto, fa pensare
Ti ringrazio David 🙂 Ci ho messo la mia esperienza di articolista oltre che la passione per la geopolitica