
Mastini e cervelloni
Indossò il tattico sulla tuta nera, poi infilò in testa il balaclava. Mentre si vestiva, arrivò un Cervellone. Con la sua spocchia da laureato in ingegneria informatica, si mise a inveire: «Datevi una mossa, l’azione vi attende».
Nessuno dei Mastini rispose.
Il Cervellone sembrò riempirsi di astio. «Sto dicendo a voi!».
Alla fine un sergente gli si rivolse con grande calma. «Abbiamo capito. Tempo centoventi secondi e siamo pronti».
«Cento secondi, semmai» sbraitò.
«Avete sentito? Cento secondi».
I Mastini obbedirono.
Dopo novanta secondi, il team era pronto alla battaglia. Salirono le scale e sbucarono nella brughiera della Val Padana. Poco lontano, un UH60 dell’Esercito li attendeva.
Montarono a bordo, poi partirono.
L’elicottero sorvolò alcuni borghi di campagna e dopo cento chilometri, alla foce del Po, sorprese un campo di mercenari-terroristi.
Le M60 di bordo sgranarono mentre l’UH60 atterrava. Saltarono e si gettarono nella lotta. I Mastini fecero il loro dovere e uccisero, massacrarono, catturarono prigionieri e dati. Ogni tanto, durante l’azione, i Cervelloni dicevano loro cosa fare, dove andare: merito dell’occhio che a centinaia di chilometri dalla superficie terrestre puntava le sue videocamere termiche sul campo di battaglia.
Quando tutto finì, il Mastino disse: «Grazie, Cervelloni».
«Di nulla».
Il team tornò sull’UH60 che ripartì. I Mastini cantavano.
Quando mancavano poche decine di chilometri alla base, un urlo via radio spezzò la calma e l’allegria: «Sono entrati», e poi: «Ci stanno uccidendo», e anche: «La base è caduta in mano nemica».
A bordo dell’UH60 nessuno perse la calma. Il comandante dei Mastini disse al pilota: «Continua a volare, che ora gliela facciamo vedere noi».
Il pilota obbedì.
Nell’arco di pochi minuti furono nei pressi della base. Atterrarono e dilagarono come cavallette fino alla botola nascosta nel terreno.
Erano i mercenari-terroristi: fra pozze di sangue e attrezzature distrutte, avevano ucciso quasi tutti i Cervelloni e ne tenevano in ostaggio alcuni.
Il team dei Mastini calò sulla scena come un martello e fu uno sprizzare di violenza. Quando il combattimento terminò, la maggioranza dei Mastini e i Cervelloni erano morti, ma i mercenari-terroristi erano stati spazzati via.
«Complimenti» disse il Cervellone di prima, quello spocchioso.
Fecero la pace in mezzo al sangue.
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Per una volta anche i Cervelloni hanno preso parte alla battaglia: di solito se ne stanno ritirati nei loro bunker e lasciano fare il lavoro sporco agli altri
Hai ragione! Grazie del commento