Proiezione

Serie: Wiccats.


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il senso di colpa che si crea quando ci si accorge di aver indotto qualcuno a commettere azioni terribili senza volerlo, può essere schiacciante e assumere la pesantezza di un macigno tagliente e acuminato. L'unico rimedio è fermare con la forza il carnefice creato.

Il piccolo schermo del cellulare di quel collega insopportabile mostrava immagini confuse e caotiche del ponte di uno yacht moderno di sedici metri  battezzato Mawaynmona, un Hansen 510.
La
voce del cronista raccontava l’efferatezza degli omicidi di un’intera famiglia: – …Gli inquirenti pensano si tratti di una rapina finita male o di una vendetta dovuta ai numerosi sfratti che il dottor Borgo aveva intimato ai residenti di una delle sue palazzine,  situata nei quartieri difficili nei pressi della stazione di Padova… –
Davide strappò di mano il telefonino del collega. Le inquadrature mosse e tremanti mostravano un pavimento in vetroresina bianco con delle striature e macchie circolari rosse tipiche della scena di un delitto e, con movimenti non proprio professionali da parte dell’operatore, venivano inquadrati dei resti umani coperti da teli macchiati di sangue.
– …I macabri resti sembrano appartenere a tutti i componenti della famiglia Borgo: marito, moglie e due figli adolescenti… – Il reporter descriveva con dovizia di particolari lo scenario che si erano trovati davanti i soccorritori, chiamati da un peschereccio insospettito dalla posizione della nave e dalla apparente assenza di equipaggio: – … Sembra siano stati fatti a pezzi e probabilmente gettati in mare. Sul ponte rimangono solo alcuni arti amputati da qualcosa di molto affilato come un machete, ma non è stata ritrovata alcuna arma… Il coroner ha ipotizzato l’uso di una lama lunga e pesante, una sorta di spada d’altri tempi. Chi serbava un rancore tale da pianificare una simile vendetta? Il movente è probabil— –
Restituì con rabbia il telefonino al collega, nella sua testa veniva proiettato il video dei piedi di un povero tecnico internet indonesiano tranciati di netto. Un’ombra oscura si stava addensando all’interno del corpo d’argilla di uno stregone che senza volerlo aveva causato la strage di una famiglia intera.
– Matilda… – sussurrò un Davide oppresso da un senso di colpa crescente.
– Mafalda chi? – Michielin osservò il collega che si stava allontanando dal tavolo come se fosse sotto l’effetto di una trance ipnotica.
 

– Mostrami il tuo Libro. – Non lo stava chiedendo con gentilezza.
La mano di Davide sollevata verso Nadine, come a chiederle qualche spicciolo, pretendeva di osservare gli incantesimi scritti nel preziosissimo libro della collega.

– Sei specializzata in magie di protezione e scudo no? – Lo sguardo dello stregone scrutò il volto della strega.

– Que t’a-t-il dit ? Vuoi uccidere Marco? No, perché la tua espressione dice questo. – Nadine si girò a guardare Michielin, che si accorse dello sguardo della nuova ragazza e ricambiò con un gesto sessuale fatto con le dita.

– Non ti scomodare, lo elimino io con piacere. – la strega sorrise ipocritamente a quell’ennesima volgarità.

– Nadine hai il Libro con te? Mi serve vedere i tuoi incantesimi. –

– N-no, il Libro lo custodisce Juno. È a casa… Io di solito utilizzo i miei tatuaggi, soprattutto ora che funzionano bene. Beh, grazie a te – sorrise arrossendo leggermente.

– Andiamo! Andiamo da Juno. – Il fattucchiere del reparto computer stava lottando contro tutto quello che era stato prima di diventare qualcosa di simile ad uno stregone: era stato timido, impacciato, insicuro e vigliacco… Ma adesso che era morto, risorto e infarcito di un potere che a stento riusciva a gestire, voleva provare a sovvertire l’ordine di ciò che gli accadeva: invece di subire gli eventi, sarebbe stato lui stesso a forgiarli.

– Ma il lavoro? Ce ne andiamo così? – Nadine si alzò dalla sedia con la tipica  allegria da eccitazione per una gita scolastica inaspettata.

Davide nel frattempo aveva chiuso gli occhi e aperto il Libro ricercando l’incantesimo che faceva coprire enormi distanze in un batter d’occhio: il disegno era incredibilmente semplice e comprendeva due cerchi nei quali venivano inserite le immagini mentali della partenza e della destinazione uniti da una serie di tre simboli accadici racchiusi in un rettangolo.

– Aspettami qui, vado ad avvisare il direttore, Vincenzini – gli occhi di Davide si accesero di una scintillante luce arancione e lo stregone svanì creando uno spostamento d’aria nella direzione occupata dal suo corpo.

Nadine si guardò intorno cercando qualche testimone dell’evento in preda all’agitazione, ma nessuno sembrò notare la cosa.

Il mago riapparve cinque minuti dopo, afferrando la strega francese per una mano: – Dove è casa tua? Mi serve visualizzare il punto di arrivo. – Nadine strinse la mano di Davide pensando a quanti anni erano passati dall’ultimo contatto fisico volontario con qualcuno.

– Eh? Ah! Je suis ton voisin ! Lo stesso tuo palazzo! Solo che sono… en bas. Sotto. – Involontariamente serrò con più forza la mano.

– Che fine ha fatto la signora Di Stefano? –

Lo sguardo di Davide mandava dei lampi di rabbia mista a paura, temeva per la vita della signora che conosceva solo di vista.

– Non lo so! Je m’en fiche ! Le ho dato una borsa piena di soldi… Le ho detto di comprarsi una bella casa. Ho un po’ forzato la mano convincendola avec un sort… una magia. –

La strega ebbe paura di aver fatto arrabbiare il suo unico amico, alleato o quello che era. Allungò anche l’altra mano a cercare di tenere stretto quel contatto tanto raro.

Davide si guardò intorno cercando di notare sguardi di colleghi curiosi, nessuno sembrava guardarli: i due sparirono, creando uno spostamento d’aria che riuscì a smuovere leggermente una delle sedie più vicine e a far volare i tovaglioli di carta.
Lory stropicciò gli occhi, mentre cercava di capire se quei due fossero amanti: lui aveva afferrato la mano della spilungona, poi era passato un guastafeste con il vassoio eclissando la sua indagine per un istante e quando, dopo aver allungato la testa per guardare meglio gli sviluppi di quella situazione allarmante, loro non c’erano più.
Loredana si alzò dalla sua postazione cercando la “trampoliera” dai capelli di quel biondo fuoco tanto particolare, ma sembravano essersi vola…

– Signorina? Può, per favore, finire il mio conto? Non vorrei arrivare tardi in negozio – disse un uomo sulla cinquantina completamente calvo e con una folta barba che copriva anche la bocca.

– Ah? Sì, sì… Mi scusi! –

Serie: Wiccats.


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