
Solo un volo
Sto fissando la finestra già da qualche minuto, sta alla fine di un muro non altissimo, di questa mansarda azzurra chiara, zeppa di cose mie, oggetti che ho difeso con il cuore e con il tempo e che adesso, guardandoli attentamente, trovano poco senso di essere ancora qui con me.
La porta, laccata di un bianco opaco, cela i due piani sottostanti, ma il resto della casa ora mi è indifferente, voglio solo sentire da quassù, la cima di questa vetta casalinga, il rumore degli uccelli in maggio, loro che nonostante questo freddo inaspettato, cantano a pieno la primavera.
Non so quando ho iniziato a pensarci, forse da sempre, da qualcosa nato sbagliato dentro lo scricchiolio delle mie ossa, so solo che oggi ci penso un po’ più forte e guardo la finestra, senza staccarmi dall’idea.
La porta chiara contro la mia schiena non è né fredda né calda, una temperatura perfetta, direbbe qualcuno, io sento solo il sedere sul legno come fosse la fessura di un improvviso puzzle combaciante a me e al pavimento.
Ho quasi trent’anni e come tutti credo, me li ero immaginati diversi.
Forse l’unica cosa che ho realizzato è di riuscire ad avere i capelli un po’ più lunghi, il resto come le lauree, i figli, il matrimonio, la carriera, sono una grande barriera fra me e il mondo reale.
Tutti me lo dicono, lo hai voluto tu.
Io ho lasciato in amore, io mi sono negata un figlio, io ho lavorato al posto che studiare e non certo per un lavoro fisso e stabile, io questa instabilità l’ho voluta a tutti costi, dicono, perché a parer mio ha sempre fatto rima con la mia libertà.
È vero, guardo la finestra e non posso negarlo.
Quindi adesso che la guardo mi chiedo cosa ci potrà mai essere, di insoddisfacente, nella mia volontà.
Forse il tempo; in un attimo ti pensi troppo giovane per i pannolini e la fede al dito, per allungare ancora i libri di scuola mentre fuori le notti della gioventù scorrono, tra le ruote della moto e i croissant caldi alle quattro del mattino, e non hai voglia di sveglie che sono pianti aciduli e bambineschi o di aule rimbombanti e immature.
Se adesso sono troppo giovane per tutto questo, perché non dopo?
Nell’attimo dopo di quel tempo, invece, ti chiedi come mai tutto questo non è ancora successo.
Perché non sono ancora in luna di miele, ora che da giovani possiamo viaggiare e fare gli innamorati e non rischiare di essere ridicoli, un figlio perché non ora, ora che se poi cresce non sembrerò sua nonna accanto, ma ancora una mamma giovane, attiva, perché non ora l’apice della mia carriera, ora che il mio cervello calcola ancora bene un piano finanziario aziendale assieme a quello famigliare.
Se dopo sarò troppo vecchia per tutto questo, perché non adesso?
Provo ad alzarmi, titubante.
Le cime degli alberi del mare scrutano l’orizzonte in modo scompigliato, si gettano nel vento e cercano di farsi ancora più alte, il mare, una linea semplice e pulita, sembra azzurro come le pareti della mia mansarda, le macchine da sotto la collina convogliano placide le ruote di quotidianità mentre i clacson invocano una gara di avvertenze fra loro e i semafori o verdi per poco tempo o rossi per troppo.
Da giù di sotto, in stireria, la lavatrice ha finito la sua centrifuga vertiginosa, sento ancora salire il calore del ferro da stiro accesso e lasciato solo, una tovaglia stirata a metà aspetta ancora le mie braccia fresche.
Adesso salgo la scaletta e lo faccio.
Se lo facessi realmente, tutti si chiederebbero il perché.
“Ma è successo davvero?”
“Sì, nessuno ci crede.”
“Ma quella dei selfie sorridenti su quel coso lì, Facebook?”
“Proprio lei, mio figlio è suo amico, non lo avrebbe mai detto.”
“Ma perché?”
“Sai, i giovani d’oggi…”
Le sento nitide le loro voci, come se fossero già vere, come se invece i giovani di allora queste cose non le avessero mai fatte.
Adesso sono fuori e il mare lo vedo totalmente difronte a me, le nuvole nel cielo creano piccoli conigli distorti e bianchi e aiuole in cui nascondersi come cotone o piccola ovatta.
Questa rientranza della casa mi piace particolarmente, nessuna ringhiera e nessun cornicione, solo un piccolo bordo a creare un pezzo di cemento sospeso da terra in cui io ora, seduta sopra, posso allinearmi nell’aria pura.
Se solo sapessi volare… e nessuno capirebbe ugualmente.
Mi alzo in piedi, nuovamente titubante, apro le braccia e mi immagino farfalla, sarei una viola e nera, elegante, un piede si sposta in avanti e sento il vento più vicino a me, una sensazione di leggera follia, come cantava Battisti.
Il cellulare mi vibra nei jeans, lo prendo al volo, nuovamente salda sul cemento.
‘Marco ha commentato la tua foto’.
Leggo veloce, come a saperlo già.
“Che bella che sei.”
Come immaginavo, ma intanto sorrido.
Mi siedo vicino alla parete del muro, allineo il volto agli alberi in lontananza e scatto, la foto per la giornata è fatta.
Guardo di nuovo il mare, solo un volo penso, ma ho troppo da fare.
Carico un’altra lavatrice, leggo altre notifiche, finisco di stirare la tovaglia in pizzo, quella difficilissima da tirare liscia e la vivo come una soddisfazione per essere felice, preparo il pollo e le patate, leggo le mail, pianifico il lavoro della prossima settimana e la concezione di tempo sull’adesso e sul dopo non hanno più importanza, le giornate passano come devono passare nell’attesa che quel che deve accadere, accada.
Luca mi invita fuori a cena, Gianni anche, Marisa vorrebbe andare a fare un aperitivo, io declino con gentilezza e nuove domande mi arrivano addosso.
“Ma non sei stanca di stare sola?”
Io ripenso alla finestra e alla mansarda azzurra in cui dormo e mi rispondo di no, e sono sincera.
Mentre ripongo i vestiti asciutti nell’armadio mi chiedo solo chi, come me, ha nel suo quotidiano, la voglia di fare, almeno ogni tanto, un solo volo.
Io oggi un altro tipo di azzurro lo avrei visto volentieri, ma questa penso, non sarà mai una didascalia da foto profilo.
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Credo che il segreto sia sentirsi farfalla, oppure cime di alberi da te descritti che si spingono in alto ne vento. Un racconto che ispira di certo riflessioni sul quotidiano e sulla nostalgia, sulle cose che non dovrebbero mai accadere perché “assegnate a un tempo stabilito”, ma nel loro tempo compiuto. Un racconto delicato a momenti, fragile in altri, realistico anche. Piaciuto.
Ciao Marta!
Mah, io l’anno prossimo compio trent’anni e a certe cose non ci penso.
Comunque bello, dai. Una lettura intensa.
@kenjialbani non tutti vivono le proprie età allo stesso modo, ognuno di noi ha dentro di sé un bilancio da fare tra sogni, realtà e ostacoli.
Desiderare di cessare la vita non vuol dire per forza non amarla, ma anzi a volte amarla così tanto da non volerla solo come un contenitore vuoto e passivo di alcuni istanti, la scelta poi di restare, è invece il valore pieno alla sacralità della vita, che dovrebbe essere inviolabile per tutti.
molto delicato, ricco di immagini, di piccole cose, di malinconia e scelte di vita, mi è piaciuto molto leggerti. Congrats!
@marianna lieta che questa storia delicata e forte insieme ti sia piaciuto, grazie per avermi letta!
Ciao Marta, nelle tue storie cerco emozioni e anche stavolta le ho trovate. Mi lascio trasportare dal tuo stile fatto di piccoli particolari, tanto diverso dal mio (se tutti utilizzassero lo stesso stile sarebbe una noia?).
Dirò una cosa che forse molti non apprezzeranno: purtroppo la vita ha i suoi tempi e le nostre scelte, volenti o nolenti, ci segnano per sempre. Possiamo vederla come il famoso treno che passa una volta sola. A parte questo, sono proprio le nostre scelte a dirci chi siamo e di questo dobbiamo esserne fieri.?
@dariopez apprezzo molto il tuo commento, indubbiamente la diversità di stili e contenuti rende vivo questo bellissimo involucro che è EO e lo ammetto, invidio tantissimo chi, come te, riesce a creare dei mondi del tutto particolari.
Io apprezzo molto invece il tempo e le scelte di cui tu parli, passaggi necessari e inevitabili che sì ci segnano, ma anche ci insegnano. GRAZIE per avermi letta!
Ciao Marta,
hai saputo rendere, nelle tue righe, il senso di solitudine e la bilancia perfettamente allineata tra la scelta e le possibilità. Sempre e comunque viva la vita! Brava 🙂
@isabi72 intanto grazie per avermi letta, sono contenta che ti sia arrivato il senso di solitudine allineato alla possibilità, nonostante tutto, di scelta.
Quanto alla vita, credo che dovremmo proteggerla, sempre e comunque! Alla prossima 😀
Molto particolare, ricco di ossimori. Mi piace come riesci a creare contrasti, ma con uno stile sempre delicato.
Un pezzo maturo, questo è indubbio, che lascia qualche riflessione senza risultare invadente.
@chiaracasalini Grazie mille per avermi letta e per questo commento così bello, il contrasto abbinato al delicato mi piace moltissimo! E grazie anche per il contenuto maturo. Alla prossima storia 😀
Diversità e consapevolezza espressi con dolcezza e semplicità.
Mi piace!
@fabyfabiana apprezzo, in questo caso, la parola semplicità 😀 grazie!
Beh, devo dire che mi è piciuto. Uno stile diverso dal mio ma questo il bello 🙂
@nicolettainnocenti uno racconto che è diverso anche dal io solito, sono quindi ancor più contenta che ti sia piaciuto!