Una 500 su per la via

Serie: I cani della Valle del Pastore


Due cuccioli, una valle circondata da montagne innevate e un Pastore che darà loro un nome. Crescendo scopriranno come, ciascuno in modo unico, potrà essere, un vero guardiano e custode del gregge.

La piccola 500 rossa faceva un grande rumore mentre avanzava lungo il sentiero che saliva verso la montagna. La strada si inoltrava tra alti alberi dorati dai quali le prime foglie autunnali cadevano come pioggia per diventare un mantello nocciola e castano steso sui prati.

Il vecchio signor Grassetti guidava con i finestrini abbassati e una mano lungo il fianco della portiera, incurante dell’aria fredda e pungente del mattino. Fischiettava e canticchiava remote canzoni di tempi passati, e quando il motore della macchina urlava più forte a causa della ripida salita, batteva affettuosamente la mano sul volante e la incoraggiava.

«Coraggio, bella mia. Non mi mollare. Ormai io mi faccio vecchio, e la pazienza l’ho persa da tempo. Se inizi anche tu a lamentarti dovrò trovarmi una di quelle macchinone tutte luccicose che fanno adesso e mandarti dal vecchio Berto. Sai benissimo cosa fa lui con gli scassoni come te, no? le mette in vetrina e le lascia lì a mettersi in mostra. Non vorrai finire come una di quelle signorine lì? Tutto il giorno a gingillarsi dei loro specchietti.»

La piccola 500 tossicchiò e aumentò la velocità.

«Ecco così, da brava» disse sorridendo il signor Grassetti.

La 500 prese velocità su un tratto meno ripido e sobbalzò ad una stretta curva a gomito leggermente nascosta dagli alberi.

«Piano, piano! Vuoi farci andare fuori strada? Non spaventarmi i piccoletti, eh!» e così dicendo si voltò verso il sedile dietro dove in una cesta c’erano due cagnolini. Uno dei due aveva il manto castano e se ne stava ritto sul bordo della cesta a guardare fuori dal finestrino. L’altro invece era color del miele e scodinzolava mentre teneva il suo sguardo fisso sul signor Grassetti.

«La vecchietta qui ama fare la spericolata, ma potete stare tranquilli, piccoletti. Sono anni e anni che percorro questo sentiero con questa carretta e, perbacco, se le conosco queste strade.»

Il cucciolo color miele si arrampicò sulla cesta e scodinzolò più forte senza staccare gli occhi dal vecchio.

«Si, cuccioletto!» esclamò il signor Grassetti, allungando una mano e accarezzandolo. «Presto saremo arrivati e vedrai che bel posto. Ah, la Valle» sospirò. «In tutta la mia vita ho girato con questa vecchia carretta in lungo e in largo. Prima ho visto tutti i paesi che sono giù nella pianura, poi ho visto i monti, mi sono spinto fino al mare, ma mai ho visto posto più meraviglioso della Valle.»

Anche il cagnolino con il pelo castano iniziò a prestare attenzione alle parole del signor Grassetti, il quale sorrise e continuò a parlare gesticolando con la mano sinistra fuori dal finestrino.

«Il vostro futuro padrone si è fatto davvero un bel nido lassù. Il pastore, lo chiamano giù in paese, il re della Valle.» Il signor Grassetti rise divertito, una risata fragorosa e gentile. «Non porta certo una corona, ma gli invidio il suo bel cappello di paglia» concluse.

Il paesaggio si aprì e la luce del sole si fece più luminosa. Allora il cagnolino dal manto castano iniziò ad abbaiare di gioia e a saltare così in alto verso il finestrino abbassato che quasi rischiò di cadere fuori.

«Calma, calma, piccolo manigoldo» disse ridendo il signor Grassetti, facendolo sedere all’interno della cesta.

«Forza, piccola mia!» disse allora battendo le mani sul volante dell’auto. «Ultimo pezzettino di strada e ci siamo. Il Pastore mi aspetta e in tutti questi anni non sono mai entrato nella Valle senza fargli udire il mio arrivo.»

Così dicendo, proprio mentre la piccola 500 superava gli alberi dell’ultima curva, suonò il clacson e intonò una canzone con la sua bella voce profonda che come un’eco si diffuse lungo gli immensi prati e le colline tra le montagne. Con quel canto giunsero alla Valle del Pastore.

Serie: I cani della Valle del Pastore


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Discussioni

  1. Se mi dai il N. di Berto gli spiego io che certi “scassoni” oramai sono destinati a vita eterna… e valgono più delle “luccicose”.

    Bellissimo inizio, profuma di verde, di nuvole, e di quello strano odore che ha il fieno (dopo una certa quota oltre la pianura).

  2. Davvero tenerissimo e fiabesco come inizio. Mi ha colpito l’umanità che si respira, sei riuscito a rendere amabile anche la 500. È un auto, eppure è come se avesse vita propria, insieme agli altri personaggi.

    1. Grazie Irene. Ho voluto giocare un pò sull’ambiguità con la 500. Mi piace pensare che il punto di vista del narratore passi attraverso gli occhi dei due cuccioli, che sono i veri protagonisti. Ovviamente non sono loro che raccontano questa favola, ma vorrei che il lettore guardasse questa storia attraverso il loro punto di vista, e per due cuccioli penso sia normale vedere una 500 che si muove e scambiarla per un essere vivente. Grazie ancora del tuo commento. Sono sempre contento di sapere le tue opinioni

  3. Un viaggio piacevole, compiuto in compagnia del sig.Grassetti che non è l’unico personaggio di questo incipit davvero grazioso. Gli fanno compagni due cuccioletti e una vecchia 500. Miglior quartetto non lo si poteva immaginare. Mi sono davvero piaciuti i ‘dialoghi’, ma ciò che più ho apprezzato è la gentilezza d’altri tempi del tuo protagonista.

    1. Grazie Cristiana. So che forse è un pò insolito iniziare una favola con un vecchio dallo sguardo gentile che canta finchè guida una 500 un pò scassata su per i monti, ma questa è una favola così.