
Una notte buia.
Ci sono luoghi dove รจ meglio non guardare.
Cade una leggera pioggia mentre la macchina scivola sulla strada illuminata da sciatti lampioni, si preannuncia una serata di merda. Le gomme trasmettono le buche dellโasfalto mentre la radio sputa gracchiando idiozie senza senso, lโorologio da polso segna le dieci e mezza. Dovevo essere a dormire almeno da unโora e invece mi lascio alle spalle il centro abitato per soccorrere Anna, la figlia di Barbara. Mia sorella รจ disperata come tutte le volte che mi chiama a notte fonda, rumori nel buio o luci che saltano; quella casa in cima alla collina dove sono diretto รจ una catapecchia che non ho mai avuto voglia di mettere a posto, e adesso me la fa pagare, una sera alla volta. Questa volta non sarei andato, ma a gridare รจ la piccola, unโanimale lโha morsa a fondo sulla coscia e la sua stanza adesso รจ un casino; la bestia si รจ nascosta da qualche parte e bisogna stanarla; รจ una cosa enorme dice Barbara.
I lampioni sono finiti ed il buio raddoppiato, i fari lo fendono appena mostrando lโasfalto scorrere sotto lโauto e i tronchi degli alberi sfilarmi a fianco; ancora una volta sposto una mano sul sedile del passeggero a controllare che il fucile sia ancora lรฌ, calibro dodici a pallettoni, abbastanza potente da svuotare un cinghiale a venti metri, non voglio correre rischi.
Arrivo nel vialetto e fisso la lucina che illumina il porticato ingombro di roba, riconosco le sedie di legno scadente e la porta con al centro il segno di un pugno simile ad un buco ovale.
Afferro il fucile e scendo sotto la pioggia, lโaria umida puzza di muffa e aghi di pino. Arrivo fino alle scalette della veranda e la porta si apre rivelando la sagoma snella di Barbara, assieme alla luce dallโinterno arrivano i singhiozzi della bambina.
ยซGrazie a Dio sei venuto.ยป
ยซFammi vedere.ยป
Le scale scricchiolano sotto il mio peso e la porta quando la chiudo fa il solito rumore insoddisfacente che ha sempre fatto, dentro cโรจ caldo e si sente ancora lโodore del polpettone che prepara sempre Barbara, ma sotto cโรจ anche dellโaltro, un odore selvatico. La seguo lungo il corridoio fino alla cucina, la bimba รจ sul tavolo con la coscia avvolta in un lenzuolo macchiato di sangue, piange e singhiozza con la testa immersa nei vestiti.
ยซLโha morsa mentre dormiva o era andata a giocare in qualche fessura nel muro?ยป
ยซDormiva, lโavevo messa a lettoโฆ domani deve andare a scuola.ยป
ยซHai visto cosโรจ?ยป
ยซNo, non ho visto niente, quando sono arrivata era per terra e si teneva la gamba, non so cosa puรฒ essere stato ma รจ entrato da quei maledetti buchi nel tetto.ยป
I buchi che non ho mai riparato. Mi avvicino alla bambina e le tocco la gamba, urla, scalcia e piange, Barbala la tiene ferma e io le tolgo le bende. Cazzo! La ferita รจ ampia e butta sangue, grande quanto una mela e dai margini irregolari, per fortuna non troppo profonda.
ยซCi vorranno dei punti.ยป
ยซChiamo lโambulanza?ยป
ยซSรฌ รจ meglio, nel frattempo provo a prendere il bastardo.ยป
Sento un rumore al piano di sopra, un grattare secco e dei passi.
ยซร ancora qui, prendi un bastone e chiuditi dentro, vedo di risolvere.ยป
Sollevo il fucile e lo carico con quattro cartucce, roba grossa da svuotare un cinghiale a venti metri. Esco dalla cucina e mi dirigo verso le scale. La luce sfarfalla leggermente e mentre salgo sento la bestia muoversi, mi ha sentito. Sulle scale vedo gocce di sangue, le evito e continuo a salire, svolto la rampa e mi si para davanti il buio, la luce al piano di sopra non funziona. Accendo la torcia e scandaglio il corridoio, nulla, anche se le pareti a fiori sembrano quasi muoversi.
Ascolto un momento ma sento solo il singhiozzare di Anna al piano di sotto. Nellโaria cโรจ odore di marcio, abbastanza forte da giustificare una carogna. Prendo un respiro e vado avanti, la prima porta a sinistra รจ socchiusa e va nella stanza della bimba, la spalanco e guardo allโinterno: un lenzuolo bianco macchiato di sangue giace scomposto sul pavimento, sul letto disfatto ci sono altre macchie; guardo sotto e non trovo nulla ma le coperte hanno dei segni, lana sfilacciata e strappata come da artigli. Dalla finestra entra la flebile luce del porticato che allโimprovviso si spegne.
Anna urla al piano di sotto mentre grossi artigli grattano il muro della stanza a fianco, quella di Barbara. Esco nel corridoio e qualcosa mi assale gettandomi a terra. Il peso impressionante della bestia mi schiaccia e le sue mascelle bavose mi schioccano a un centimetro dalla faccia, le evito riuscendo a fargli stringere il fucile che scricchiola. Sento un dolore accecante alla spalla inchiodata a terra dagli artigli mentre la bestia scuote la testa cercando di spaccare lโarma, premo il grilletto e il colpo esplode nel corridoio contro la parete.
La bestia si alza gridando mentre con uno scatto mi getto verso le scale, ricarico e sparo dietro di me. Il colpo fende le tenebre in una rosata, il lampo mi mostra qualcosa di semiumano che sparisce dentro la stanza di Anna. Subito dopo un verso bestiale scuote la casa.
ยซChe succede?ยป
ยซState giรน. ร una bestia enorme, chiama la polizia!ยป
Il dolore alla spalla รจ insopportabile ma con la mano tremante raccolgo da terra la torcia e comincio a scendere giรน dalle scale tenendo sotto tiro il corridoio. Dalla stanza arrivano dei rumori, cose pesanti che vengono spostate e artigli.
Scendo ancora qualche scalino fino al incontrare il muro con la schiena poi con uno scatto arrivo alla porta della cucina, entro e la richiudo veloce dietro di me incastrando una sedia sotto la maniglia.
ยซSanguini.ยป
ยซSรฌ, anche lui.ยป
Sento dei rumori arrivare dal piano superiore, li sento scendere di sotto e poi sparire, Barbara mi scopre la spalla e sbianca, lo vedo anchโio, un artiglio me la trapassa da parte a parte nero e irregolare come un corno.
ยซHai chiamato?ยป
ยซSรฌ, venti minuti hanno detto.ยป
Metto in bocca la pila e torno ad esaminare la ferita di Anna, a guardarla bene somiglia ad un morso umano.
Un colpo scuote la porta facendo cadere la sedia; punto il fucile e aspetto, non mi frega, non questa volta. Arriva un altro colpo che piega la porta poi piรน niente. Il silenzio รจ rotto solo dai singhiozzi della bimba, passano i minuti e lโunica cosa che cambia รจ lโodore, la puzza di carogna invade la cucina e si fa insopportabile. La spalla mi si รจ gonfiata e bestemmio ogni volta che guardando fuori della finestra non vedo arrivare nessuno. Maledetto posto di merda.
So che potrebbe essere ovunque, la sento dentro alle intercapedini delle pareti, sento il suo orecchio appoggiato alla porta, la sento strisciare sotto le assi del pavimento e dentro la presa dโariaโฆ sento lโodore del sangue e guardo i segni dei denti lasciati sul fucile, osservando bene trovo un pezzo di incisivo nerastro piantato sotto la camera di scoppio, che cazzo!
Poggio la torcia a terra puntandola verso il soffitto in modo da illuminare lโintera stanza, risollevo la sedia e la metto di nuovo sotto la maniglia della porta incastrandola con un calcio.
ยซNon doveva farmi maleโฆยป
Mi avvicino alla bimba.
ยซCosa?ยป
ยซNon doveva, era mio amicoโฆ lโho salvato io.ยป
ยซDi cosa stai parlando?ยป
ยซAveva sempre fame, cosรฌ gli ho portato da mangiare, viveva dentro una buca nel bosco, aveva paura di uscire, poi ha cominciato a riprendersi e a giocare con me nel bosco, ma aveva sempre piรน fame.ยป
Non capisco, non voglio capire, ho paura di non aver ascoltato per qualche secondo gli scricchiolii delle pareti. Mi giro intorno e non vedo niente, solo ombre che si muovono lungo i muri. Sento la puzza penetrare dai mille buchi del pavimento e del soffitto e vedo muoversi appena gli sportelli dei mobili. Guardo il morso sulla coscia di Anna poi i segni sul fucile; controllo che sia carico, due colpi ancora, gli altri sono in macchinaโฆ
ยซBarbara.ยป
Gli sussurro piรน piano che posso.
ยซSpegni la torcia, lentamente.ยป
Lei scivola piano a terra poi afferra la torcia, preme il pulsante rosso e la stanza finisce nellโoblio.
Il fucile รจ giร puntato alla finestra, nel nero dietro le tendine brillano due occhi tondi e arancioni. Il grilletto scatta e la fiammata illumina il viso peloso della bestia. Riconosco i tratti umani e i denti spezzati, li vedo bene un attimo prima che i pallettoni li disintegrino in mille pezzi viscidi.
Il suono del colpo si perde nel buio rimbombando lontano tra la pioggia. Calato il silenzio prendo la torcia e illumino fuori dove la carcassa giace al suolo senza testa, ho fatto bene a portarmi questi pallettoni, roba grossa da decapitare un figlio di puttana a tre metri.
Da non crederci, quello schifo indossava ancora la collana che Barbara gli aveva regalato per il loro anniversario, un anno prima di sparire nel bosco.
Glielโho sempre detto che quellโuomo era una bestia.
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Horror
Mi รจ piaciuta l’apparente normalitร con cui il protagonista รจ partito armato di tutto punto, preparato ad affrontare una minaccia che fra le righe si intuiva di natura mostruosa. La prosa mi ha catturata fino al colpo di scena finale, lasciando un retrogusto amaro pensando alle “bestie” che ogni giorno infieriscono sulle persone che piรน dovrebbero amare.
Grazie dell’apprezzamento.
Ciao Silvio, horror coinvolgente, mi รจ piaciuto. Cโรจ molta azione ed รจ scritto in modo fluido. Complimenti.
Sono contento che ti sia piaciuto, grazie del commento.
Bello questo racconto che ha tutte le carte in regola per essere un buon horror. Il finale da applauso: quelli cosรฌ meritano la giusta punizione!
Grazie mille.