Yin e Yang

Serie: Genio sovraumano


Immaginò il mondo alla stregua di un congegno meccanico di forma romboidale che genera energia dallo scontro di forze antagoniste collocate alla sommità dei triangoli che lo compongono, in un circolo perpetuo dove l’una distrugge l’altra compone, l’una fa l’altra disfà.

Così è l’uomo: sublimazione dell’incoerenza. In lui si affollano i moti contrari del bene e del male e come è capace in un atto di amore di donare la vita, allo stesso modo in preda all’odio può toglierla a se stesso o agli altri. Non riteneva che l’uomo potesse essere espressione di un bene o di un male assoluto: talenti che invero attribuiva allo status delle cosiddette “anime elette”; tutt’al più riconosceva l’uomo quale centro di confluenza di queste forze, le quali agitando in lui impulsi divergenti, lo lasciano in sospeso, come tirato fra due fuochi contrari.

Così ripensò alla Klasnovic e la paragonò a se stesso. Si poteva sostenere che lei, in quanto artefice di un gesto scellerato, fosse la costante incarnazione del maligno che dunque distrugge, mentre lui come destinatario dello stesso, la forza contraria che invece ripara? No di certo – pensò – perché quella donna molto probabilmente, in quel momento era intenta in opere costruttive quali baciare sua figlia o accudire suo nonno, mentre lui nello stesso momento, se l’avesse avuta davanti, avrebbe mostrato nei suoi confronti eguale ferocia distruttiva e con vena di sottile malizia l’avrebbe ammazzata, rendendosi a sua volta mero strumento nelle mani dell’Empio.

Yin e Yang: nero e bianco, bene e male che si compenetrano in un continuo andirivieni di corsi e ricorsi, senza apparente soluzione di continuità. Da un lato una forza distruttrice che è il male, dall’altra una riparatrice che è il bene. Sull’atavico contrasto di queste due forze contrapposte, si regge la perpetrazione dell’esistenza che in nessun modo può essere meglio definita, se non come lo scenario di uno scontro in atto, che non propone né vinti né vincitori e nessuna delle due forze, a ben vedere, prevale mai sull’altra, in un continuo susseguirsi di atroci sconfitte e brillanti rinascite. E come se Dio si fosse divertito a gettarci in un catino con una sola uscita, che apre su un altro catino con una sola entrata, dove per passare dall’altra parte uno, deve cedere inevitabilmente il posto ad un altro che per passare a sua volta, deve liberare il varco, permettendo all’altro di rientrare. Tutto perché il volere di Dio non sta tanto nel permettere al bene di affermarsi definitivamente sul male o viceversa, quanto nel far si che lo spettacolo possa continuare, almeno fintanto che non sia lui stesso, stanco del suo gioco, a decidere di serrare il cerchio di sfumature di nero che degradano nel bianco, chiudendo il varco nel catino per liberare uno e non permettere all’altro di rientrare mai più.

Di quale fosse il disegno Divino, in realtà Dejan non poteva essere certo, pensava soltanto che Dio alla fine, non fosse né il nero dello Yin, né il bianco dello Yang, ne buono ne cattivo, e su di noi “generati a sua immagine e somiglianza”, avesse traslato la sintesi della sua natura ibrida che, come è capace in un gesto di amore di donare la vita, può riprendersela in un moto di odio infinito.

In questo modo, poteva cercare di spiegare il perché di questa guerra che è era toccata a lui, come di tante altre che fino a quel momento aveva visto solo in televisione e dei tanti contrasti che la caratterizzavano, presenti negli innumerevoli gesti di violenza cui aveva assistito, bilanciati da altrettanti atti di eroismo ed altruismo. Proprio per questo non si rispecchiava nel Dio dei cristiani e delle altre religioni monoteistiche, come espressione di un bene assoluto, perché per come la vedeva lui, Dio non era né bene né male, né bianco né nero, ma un ibrido fatto di sfumature di grigio, come la guerra, come la vita.

Tra questo ed altri pensieri, ingannava il tempo mentre oramai il sole era già alto nel cielo. Fu allora che sentendosi gravato dal peso insopportabile di mille e mille immaginazioni, si adagiò su un fianco e cadde in un sonno profondo.

Serie: Genio sovraumano


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