Cane Monet
Nella neve vorrei andare, non tanto per la neve ma per il suono della parola.
Inganna te stesso e potrai ingannare il mondo.
Ecco il contesto:
Floyd, Io, un cane marrone, c’era Giacomo quando abbiamo iniziato ma poi è stato sostituito, tutti in un prato verde a dirci le prime cose che ci passano per la mente. Io dico della neve, Floyd dice che farebbe freddo ma gli spiego che non vorrei davvero stare lì, solo mi piaceva dirlo. Il cane marrone, di nome Monet, si rotolava nell’erba.
“Che ne dite di un pianoforte insicuro che nasconde solo il La bemolle perché gli ricorda sua madre quando gli cucinava i fagotti ripieni?” Ecco il motivo per cui Giacomo è stato sostituito. Non stava né in cielo né in terra, Floyd e io eravamo veramente infastiditi dal suo modo di fare, era sempre così, gli potevi spiegare mille volte il gioco che avremmo fatto ma lui non capiva. “Giacomo, non è questo lo spirito, ci hai pensato troppo, si sente che è forzato” gli dissi.
Giacomo: “E allora ditemelo voi, come fare”.
Floyd: “Devi dire quello che ti passa per la testa, Jack”.
Io: “Un fiore, vorrei, con una farfalla”.
Floyd: “Vedi, ho il cuore colmo di farfalle, mi sento vivo”.
Giacomo: “Boh ragazzi non vi capisco, un pesce blu?”
Io: “Jack, Jack, stai rovinando l’atmosfera, meglio che sparisci, sostituisciti per favore”.
Floyd: “Ahahaha la sostituzione è geniale, voglio proprio vedere”.
Giacomo: “Dai raga non fatemi sostituire di nuovo, non qua”.
La sostituzione altro non era che far finta di sostituire una persona, cosa o pensiero, con un’altra persona, cosa o pensiero. Qualsiasi.
Di lì in poi io e Floyd vagammo con la mente in luoghi e spazi inesorabili, intuiti grazie a qualche perturbazione che ci ha riguardato in quel particolare attimo di presente. Eravamo presenti, ognuno nel suo tempo, e ce lo dicevamo senza dover capire.
“Le mani, sembrano belle.”
“Uomo, ho timore ma vorrei sentire il tuo calore.”
“Ho il cibo nella testa, ma non ho fame grazie, sono sazio.”
“Pensi mai al calabrone come punto di vista di partenza?”
“Oh, ogni punto di vista dovrebbe essere la partenza.”
“Se lo è allora noi ce l’abbiamo.”
“Dovresti essere libero.”
“Io lo sono, fammi entrare.”
“Era questo quel che non vedo, c’è una porta e non so come aprirla.”
“Sì ma se busso qualcuno aprirà.”
“No non farlo, ho paura di morire.”
“È un buon legno vero?”
Di solito ci fermiamo appena la paura della morte arriva. Quasi come se volesse essere partecipe.
“Jack finiscila di sostituirti con la morte, riesci sempre a rovinare il gioco.”
Giacomo: “Ehi, guarda che stavo giocando anche io, non capisco perché vi fermiate ogni volta che toccate l’argomento”.
Io: “Tu moriresti?”
G: “Beh dipende per cosa, o per chi”.
Floyd: “Per tua madre?”
Giacomo: “Nah, lei ha già vissuto, per quanto le voglia bene non credo che lei voglia vedere suo figlio morto”.
Io: “Per tuo fratello?”
Giacomo: “Per lui sì, soffrirei più all’idea di saperlo morto che morire io”.
Floyd: “Magari per lui è la stessa cosa”.
Giacomo: “Non saprei, non sono discorsi che facciamo”.
Io: “dovresti chiederglielo, così, per la scienza”.
Giacomo: “Ma quale scienza e scienza, nessuno muore o morirà in breve tempo”.
*Wof
Bene, Monet, lasciati rapire
Ehi, Monet, lasciati rapire
Ehi, Monet, lasciati rapire
Ehi, Monet, lasciati rapire
Ehi, ehi, lasciati rapire
Ehi, ehi, lasciati rapire
lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire.
Ehi lasciati rapire
Ehi, Monet, lasciati rapire
Ehi, Vincent, lasciati rapire
Ehi, Monet, lasciati rapire, come si esce da qui?
Lasciati rapire lasciati rapire lasciati rapire
come si esce di qui?
È l’uscita la risposta? Lasciati rapire, entra, entra, entra e lasciati stuprare, entra, entra e lasciati stuprare, entra, entra e lasciati stuprare, lasciati stuprare, lasciati lacerare, non voglio uscire, lasciati stuprare, non vuoi uscire, lasciaci entrare, entra, entra e lasciati stuprare, ecco il dilemma, lasciati sventrare, lasciati cadere nelle mani dello stupro personale, fatti un regalo e lasciati stuprare dall’interno lacerare, lasciati stuprare, lasciati stuprare, questo è il dilemma ma lasciati stuprare, fatti perdonare, entra, entra e lasciati stuprare, lasciati morire, questo è il dilemma, lasciati morire, questo è il problema, lasciati morire, lasciati soffrire, forse nella morte poi lo stupro non fa male, lasciati stuprare dalla morte lacerare, morto aperto vivo stupro tutto regolare, lasciati rapire, un corpo morto è solo da stuprare, regola apparente non si stupra il cadavere, muori con lo stupro e muori con le vene, muori con il cielo aperto, muori nella zona che non ti appartiene, lasciati rapire, lasciati sventrare, lasciati aprire e mangiare, lasciati mangiare, lasciati mangiare, lasciati riempire, lasciati morire, lasciati volgare, lasciati nelle feci che vorrai mangiare, lasciati urinare, lasciati cadere, lasciati rapire, lasciati, lasciati, lasciati andare nella morte del signore, lasciati provare cosa senti nel dolore, lasciati provare cosa senti nel dolore, lasciati morire nel senso del timore, lasciati stuprare per poi andartene a morire, lasciati, lasciati, mutila i tuoi piedi e mangiali indolore, mutila i tuoi arti e mangiali indolore, mutila il tuo corpo e mangialo indolore, mutila il tuo spirito e ammazzati indolore, mutila, mutila, mutila il tuo naso, mutila la lingua, spremi via gli occhi e mangiali indolore, mutila il cervello col trapano indecente, senza arti, naso bocca occhi e orecchie sei un deficiente, se riesci a vivere mangia le tue feci, se riesci a vivere mangia le tue feci, se riesci a vivere vomita l’intestino, se riesci a vivere strappati via la pelle, se riesci a vivere mordi via la pelle, se riesci a vivere rompiti le ossa, se riesci a vivere spaccati il cranio, se riesci a vivere nutriti del cervello, se riesci a vivere eiacula nel tuo occhio, se riesci a vivere, lasciati stuprare, se riesci a vivere lasciati stuprare, allora lì potresti uscire, vorresti ancora uscire? Vorresti ancora uscire? Potresti ancora uscire? Potresti ancora uscire?
*Wof
“Monet, che hai da abbaiare?! Non ti capisco, cosa vuoi da noi? Ah, cagnaccio, vieni qui, sei un bravo cane.”
“Secondo me ha fame.”
“No, a volte fa così ma sembra lo faccia solo per attirare l’attenzione. Basta fargli due coccole ed è soddisfatto di nuovo.”
“Cagnaccio, ti vogliamo bene!”
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole
Grazie 🥰 è come dire… Uno stile un po’ da “cane”
Ci ho messo un pò ad entrare nel mood, hai uno stile molto particolare. Interessante! Mi è piaciuto