ELZEVIRI*

Serie: ATLANTE DELLE TERRE SOMMERSE


FRAMMENTI DALL’ARCHIVIO DI GIORGIO TRAÜBER

*Gli scritti qui raccolti sono tratti da articoli comparsi su L’osservatore Incredulo, rivista di attualità e critica letteraria con cui Giorgio collaborò tra il 2021 e il 2024.

LE LETTERE DELLA MONTALBANI: UNA FAVOLA PER ENTOMOLOGI CREDULONI 

di Giorgio Traüber


Da qualche tempo circola negli ambienti “che con­tano” – ossia quelli in cui la scienza si traveste da spettacolo pirotecnico – la favolistica notizia dell’esistenza delle Blattae Alphabeticae: scarafag­gi che, per un inspiegabile vezzo di natura (o di qualche grafico troppo entusiasta), esisterebbero da millenni sotto forma di ben ventidue morfotipi, ciascuno riproducente l’esatta foggia di ogni singolo carattere dell’antica scrittura fenicia.

L’alfabeto, mi si insegna, è frutto di millenni di evoluzione culturale, di sedimentazioni simboli­che, di quella che io – non senza i biasimi del mondo accademico – ho definito metavirogenesi semiotica. Ma pare che oggi tutto ciò possa essere spiegato ricorrendo a una colonia di insetti dalla struttura chitinoso-tipografica, scoperti dalla Dott.ssa Selina Montalbani nel sistema carsico li­banese conosciuto col nome di Grotte di Jeita. Una località che, grazie a ciò, sta divenendo una vera e propria mecca per filologi ed entomologi.

Così avremo finalmente la risposta alla grande domanda della linguistica, ha sostenuto una volta la Montalbani: qual è il principio unico che regola l’ortografia? Ebbene, la soluzione è semplice: i fe­nici avrebbero riprodotto l’ordine più comune in cui gli scarafaggi si aggregavano, arrivando così a idea­re un intero sistema ortografico e, successivamen­te, sintattico. Geniale, no? La grammatica umana, derivata dal comportamento di coleotteri letteriformi.

Il 58% delle aggregazioni rispetterebbe l’ordine SVO (Soggetto – Verbo – Oggetto), ci ricorda la dottoressa, con la serietà della cartomante che enu­mera i suoi successi, omettendo i nove decimi di fallimento.

Fin qui, si direbbe un esercizio di speculazione accademica. Ma chi mi conosce sa quanto io diffidi delle coincidenze. E una coincidenza, in questa farsesca storia, c’è eccome: la Montalbani, soltanto pochi anni fa, criticò aspramente il mio trattato sui virus come operatori morfosintattici nell’evoluzione degli alfabeti umani.

E ora, guarda caso, il mondo accademico acclama e pubblica ricerche che screditano l’intero campo della metavirologia. Se la lingua nasce dagli scarafaggi, che bisogno c’è dei miei virus semiotici?

Tutto bellissimo ma, come dice l’adagio: quis custodiet ipsos custodes? E, soprattutto, chi paga il buffet di queste scoperte?

La verità, lasciatemelo dire con la discrezione che mi contraddistingue, mi si è rivelata non in labora­torio, ma tra le pagine di un articolo apparente­mente innocuo: sfogliando il lavoro del giovane fotografo e semiologo digitale, il professor Mat­thew Lurin – specializzato in analisi forense di im­magini scientifiche –, scoprii che le presunte foto­grafie degli insetti della Montalbani altro non era­no che dei veri e propri falsi costruiti ad arte.

Lurin, dopo aver studiato attentamente 42 scatti pubblicati dalla ricercatrice, dimostrò come la luce, le ombre e persino le proporzioni dei cosiddetti “esemplari” non corrispondessero a nessuna strut­tura biologica reale. Ogni “blatta alfabetica” appa­riva come un modello tridimensionale generato di­gitalmente, accuratamente sovrapposto a immagini di cavità ipogee. Nessun insetto reale era mai stato raccolto o conservato; nessun esemplare fisico esisteva. La Montalbani, infatti, non aveva mai portato a casa una singola creatura dalle sue spedizioni, e l’intero fenomeno aggregativo restava un miraggio fotografico.

Tutto era chiaro: non avevo a che fare con una sco­perta scientifica, ma con una messa in scena stu­diata nel dettaglio, finalizzata a confutare le ricer­che sulla virosemiotica che da anni porto avanti. L’insetto alfabetico non era che l’illusione di chi sa manipolare l’immagine e il mito della scoperta, inoculando negli ingenui una domanda tanto affa­scinate quanto surreale: dove finisce la biologia e dove comincia la calligrafia?

Ad oggi, dubito che la Montalbani, nel suo fervore mediatico, seguiterà a percorrere questa strada di spettacolarizzazione entomolinguistica. Io, nel frattempo, continuerò a lottare affinché la scienza non venga degradata a cabaret da wunderkam­mer.

Il linguaggio non striscia: muta, contagia, si repli­ca.

È un organismo invisibile e – mi sia concessa la provocazione – assai più vivo di quei presunti in­setti alfabetici, nonostante la comunità scientifica preferisca applaudire le ricercatrici da sci-fiction anziché sostenere l’arduo cammino della virose­miotica.

Be’, lasciate che almeno io tenga accesa la luce dell’intelligenza critica**.

**Aggiornamento editoriale (marzo 2025)

I due documenti che seguono sono copie fedeli, trascritte a mano, dei verbali a me notificati tramite il mio difensore legale, in seguito all’indagine apertasi due mesi fa, dopo la scomparsa di Giorgio.

Li ho copiati parola per parola, senza alterazioni. Nessun contenuto è stato modificato nel merito.

Non intendo commentarli, almeno non ora. 

Il lettore sa­prà trarne le sue conclusioni. 

Ogni parola riportata pro­viene da atti ufficiali. Che cosa significhino, non sta a me dirlo.

Questa sezione non appartiene più alla letteratura, ma alla giustizia. 

Eppure non riesco a cogliere la differenza. — G.T.

VERBALE DI DENUNCIA DI PERSONA SCOMPARSA


Stazione Carabinieri di Bolzano

Verbale n. 12/2025 – Registro Denunce

L’anno 2025, il giorno 12 del mese di gennaio, alle ore 08.47, presso questa Stazione Carabinieri si presenta il sig. TRAÜBER Giulio, nato a Bolzano il 14/09/1965, ivi residente in via Felice Casati n. 18, identificato tramite documento valido, il quale spontaneamente dichiara quanto segue:

Dichiara di non avere notizie del fratello TRAÜBER Giorgio, nato a Bolzano il 28/03/1958, da circa sei giorni, ultimo contat­to documentato in data 06/01/2025 da parte del posto di lavoro. 

Riferisce che lo stesso ri­sulta irreperibile sia telefonicamente sia pres­so il proprio domicilio.

Aggiunge che in data 02/01/2025 il fratello ri­ceveva presso la sede della casa editrice “Giorgio Traüber Edizioni”, sita in via del Grano n. 14, Bolzano, una lettera anonima 

contenente minacce un oggetto di natura non meglio definita, successivamente recapitati presso 

la residenza del medesimo.

Riferisce inoltre che il fratello è affetto da con­clamati disturbi depressivi, aggravatisi nell’ultimo periodo, temendo pertanto un pos­sibile gesto volontario di allontanamento azioni autolesive.

Il sottoscritto operatore dà lettura del presente atto al dichiarante, che conferma sottoscrive.

Il verbale viene trasmesso senza indugio alla Procura della Repubblica di Bolzano per quanto di competenza.

FIRMATO: Maresciallo Ord. DI STEFANO

VERBALE DI SOMMARIE INFORMAZIONI TESTIMONIALI


Stazione Carabinieri di Bolzano 

Annotazione n. 51/2025 – P.G.

L’anno 2025, il giorno 14 del mese di gennaio, in Bolza­no, alle ore 10.32, personale dipendente di questo Co­mando:

escute a sommarie informazioni n. 5 persone, addette alla sede legale della società “Giorgio Traüber Edizio­ni” in via del Grano n. 14 (2 dipendenti amministrativi, 2 redattori e 1 grafico freelance).

soggetti riferiscono in modo concorde di non aver mai avuto contatti diretti in presenza con il sig. TRAÜBER Giorgio.

Affermano che le comunicazioni intercorrevano esclusi­vamente via email o tramite brevi telefonate, in orari ir­regolari.

Alcuni precisano che, fino alla data 08/09/2012, a pre­sentarsi per conto del suddetto, presso riunioni o eventi pubblici, era il fratello TRAÜBER Giulio; successiva­mente, tale ruolo sarebbe stato ricoperto da una collabo­ratrice esterna identificata come BÖHM Clara, attual­mente irreperibile.

Si attesta che la presunta ex coniuge del sig. Giorgio Traü­ber, identificata quale Aurelia von Bernays, non risulta registrata agli atti anagrafici di Vienna. 

Segnalazioni in­formali indicano una donna con simile generalità residente nel villaggio di Drebenwald (DE), ma con dati incongruenti rispetto alle in­formazioni raccolte.

Il presente atto, letto e confermato, viene rimesso alla Procura per gli ulteriori accertamenti.

FIRMATO Brigadiere Capo C. PEDROTTI

Serie: ATLANTE DELLE TERRE SOMMERSE


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Discussioni

  1. Bufala o no, la scrittura è come le blatte, e noi lo sappiamo bene. Prolifica, nidifica, si espande, contagia. Un po’ come Trauber. La tua creatura sta prendendo vita e come ogni personaggio che si rispetti si sta rivelando, temo, piu reale di noi. Mi aspetto di trovarmelo a vagare fuori dalla finestra, giuro🤣

    Ma poi. Se una cosa funziona, allora decade la questione se sia inventata o meno. Non è piu’ importante. Che siano blatte o l’intera serie qui la finzione è più reale del reale.

    1. Ciao Irene! Grazie mille della lettura e del bellissimo commento🙏🏻 Hai detto bene: si parla di finzione che vuole essere più reale del reale, e proprio ieri ho trovato la quadra. Ora so come far finire la serie!😱

  2. Ciao Nicholas, complimenti per la ricostruzione del verbale: è molto simile all’originale. E’ sempre un piacere leggere gli episodi di questa storia. Devo ammettere che sono belli tosti ma intrigano.

  3. “i fe­nici avrebbero riprodotto l’ordine più comune in cui gli scarafaggi si aggregavano, arrivando così a idea­re un intero sistema ortografico e, successivamen­te, sintattico. Geniale, no? “
    Geniale😂

  4. Quando ti leggo accade un fatto curioso: la mia mente si sdoppia in due, una parte è conscia che si trattano di fatti e documenti inventati, d’altro canto arrivo a dimenticarmene e qualche volta sono persino tentata di cercare le informazioni su Internet. 😅

    Per quanto riguarda la scomparsa di Giorgio le cose sono due: o sarà un’uscita con stile degna del suo nome, o sarà tanto assurda da essere quasi ridicola. 😼

  5. Ciao Nicholas. Te lo dico spesso e meritatamente, ma questo capitolo è davvero riuscito. È ironico, colto e con una voce narrativa solida. Funziona molto bene il gioco tra linguaggio accademico e delirio controllato, e la satira resta elegante senza mai diventare caricatura. Il confine tra finzione e realtà sfuma progressivamente, fino all’irruzione dei documenti ufficiali, che amplifica l’inquietudine. L’idea che la teoria surreale diventi quasi plausibile proprio grazie alla serietà con cui è esposta è uno dei punti di forza di questo capitolo.
    In particolare, mi colpisce come sei riuscito a inventare, con assoluta naturalezza, un intero vocabolario di concetti fittizi, dalla “metavirogenesi semiotica” agli scarafaggi alfabetici, facendoli sembrare strumenti teorici reali.
    Non voglio sembrare forzata ma, visto che ne parlavamo proprio ieri, mi è venuto in mente Borges, nel suo modo di costruire mondi alternativi così rigorosi e coerenti da far dubitare per un momento della nostra realtà.
    Il gesto finale di consegnare la parola ai verbali, è un colpo narrativo che mi lascia sospesa e, nel complesso, il tuo testo funziona molto bene. È intellettuale e corrosivo, elegante e un po’ malato, nel migliore dei tuoi stili.

    1. Ciao Cristiana! Sono contento che sia visibile lo sforzo di mantenere un equilibrio tra farsa e serietà. Essendo una continua mise en abyme, ho voluto creare una contraffazione di ciò che è già contraffazione (il pensiero di Traüber), in un testo che di per sé è contraffatto (perché imitazione) e così via… scendendo a un livello ancora più profondo di finzione. D’altra parte è questo il motivo ricorrente di tutta la serie.😊 Se lo si leggesse al contrario, l’Atlante sarebbe una risalita verso ciò che è il più possibile aderente alla realtà: la prefazione. Grazie mille per la lettura e per questo commento così approfondito🙏🏻🤗

  6. Dovevi nascere prima, Nicholas. Di certo il regista di “Bag insetto di fuoco” non si sarebbe rotto la testa a ideare coreografie verbali inscenate da scarafaggi per dire “We live”: bastavano solo due blatte. Per il resto, continuo a pensare che Giorgio non sia mai esistito. Bravissimo, Nicholas.