I diavoli nel dedalo

Cassino, 1944

Dieter si allacciò il sottogola dell’elmetto, strappò dalla rastrelliera l’StG44 e si unì al plotone.

Il plotone iniziò la marcia, si insinuò nelle fessure del monte, era tutto un dedalo, e i crateri delle esplosioni non avevano migliorato la situazione. Dieter aveva letto che la Luna aveva tanti crateri perché, chissà quanto tempo fa, delle meteore avevano come “bombardato” un volto del satellite. Non che Cassino fosse la Luna, ma qualcosa di più importante sì.

Sollevò lo sguardo al monastero. Gli Alleati l’avevano bombardato, loro dicevano per errore, i tedeschi dicevano l’avevano fatto apposta.

Ci fu un urlo, poi degli spari, alcuni paracadutisti crollarono a terra.

Erano soprannominati “diavoli verdi”. Chissà se adesso i commilitoni stavano incontrando i diavoli dell’inferno.

Dieter, pure lui un parà, come tutti, prese la mira con il fucile e aprì il fuoco.

Davanti a lui non c’erano nemici, ma soldati polacchi, gente che dopo l’invasione… no, lo smembramento del loro paese, si erano rifugiati nel Regno Unito. E ora, combattevano nell’8a armata.

Dieter ne uccise uno, ne ferì un altro, iniziava a essere troppo poco impreciso, comunque spinse con il suo corpo fino ad accarezzare con la baionetta il volto di uno slavo, un polacco. Gli cavò un occhio, stava per finirlo ma ne arrivarono di altri con le baionette e le palette da trincea strette in mano: erano sbucati da un camminamento che, come un nervo portato allo scoperto, attraversava il crinale del monte.

Il plotone si riorganizzò, tutti si radunarono, respinsero l’assalto dei polacchi e arrivò in una trincea larga e fangosa.

I polacchi non si arresero, Dieter esaurì caricatore dopo caricatore e allora si preparò all’estremo sacrificio. L’avrebbe fatto per il Terzo Reich, non c’era altro da dire.

Ma poi, gli venne in mente un dubbio.

Lui combatteva per il suo paese, i polacchi non avevano per caso lo stesso diritto di farlo?

Scacciò il pensiero eretico, se tutto fosse andato bene, la Polonia non avrebbe mai avuto ragione di esistere. Era una nazione nata a seguito del 1918, strappando territori alla Germania.

Dieter caricò energia dentro il proprio corpo e cacciò un urlo: «Facciamogliela vedere, figli della Germania».

«Lunga vita alla Germania» ribatterono all’unisono gli altri.

Ma la Germania stava morendo, tutto stava morendo: come il polacco che Dieter aveva appena colpito.

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

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