NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Uno spirito elementale può essere vagliato, giudicato e punito da chi detiene l'autorità sul controllo e la buona amministrazione della magia, ma rimane il fatto che queste coscienze immateriali sono a tutti gli effetti immortali e immuni agli incantesimi, anche se molto potenti e distruttivi.
Erano passati moltissimi anni da quando un silfo di nome Pazuzu era stato costretto a scendere in battaglia. In nessun caso contro una strega e uno spirito e al fianco di qualcosa che non poteva essere considerato uno stregone. Era più uno strano ibrido tra un pupazzetto di terracotta, un’anima umana semplice, ma altruista e uno dei Libri più completi e potenti che avesse mai incontrato. Qualcosa… qualcuno di mai visto.
Pazu rise entusiasta.
Ah! Mi hai scambiato per un frullatore?
Sì, sembrava proprio spassarsela.
Pazu, non riesco a trovare niente nel Libro per poter interferire con la sostanza di cui siete fatti.
Il mago era immerso in un’impegnativa ricerca su di un testo enciclopedico complicato e sofisticato.
La nostra essenza è una variazione dello stesso mana, dell’energia magica che permea gli incantesimi e questo mondo. Non puoi ferirci lanciandoci magie… al massimo potresti tent—
In mezzo a due masse di terreno, uno di quei letali tentacoli neri sbucò inatteso e zigzagante, trafiggendo lo stregone sull’ipocondrio destro, da parte a parte, come se il corpo corazzato non avesse alcuna consistenza.
Al posto della parete addominale aveva un grosso foro a forma di losanga.
«Ti ho preso in pieno il fegato. Dalla quantità di sangue che stai perdendo, non ti resta molto da vivere mio caro mago dei computer.»
Lo stregone mise una mano sulla ferita, come se volesse valutarne l’entità e la gravità . Sangue? Pensò con una certa preoccupazione. Io non ho più san…
Poi si ricordò di tutti gli incantesimi che rivestivano il suo corpo d’argilla per far credere agli altri di essere fatto di carne e ossa.
Riesco ad ingannare pure voi?
Chiese il mago, ricordando come Nhtoi avesse notato subito l’imbroglio.
La tua magia sta cambiando, si sta evolvendo a un livello decisamente superiore rispetto alla norma, continuando così riuscirai a raggirare persino i sette Saggi.
Una ferita del genere avrebbe ucciso un essere umano nel giro di pochi minuti, un buco di quel diametro non lasciava scampo. È probabile che Matilda vedesse una potente emorragia pulsante fuoriuscire dal foro.
Davide afferrò della terra al volo, allungando semplicemente una mano e usandola come una spatola per il gelato, dalle zolle di terreno scagliate a gran velocità dal calamaro, rese morbida quell’argilla arancione e richiuse il buco.
«Non sottovaluti le mie capacità rigenerative, signorina Ma… signorina oscura!»
«Non ti sottovaluto affatto, ma cerco solo di indebolirti. Con tutto quel sangue versato avrai certamente dei bei capogiri e ti sentirai fiacco e sarai lent—»
Il fascio di luce illuminò l’intera area e creò un foro perfettamente circolare nel torace di quel polpo tentacolato, colpì anche il suolo sottostante, formando una profonda striscia rossastra di terreno dissolto dal calore del laser, nel buio di quella nottata stellata un secondo flash luminoso rischiarò a giorno per un breve istante tutta la zona. La creatura fatta d’ombra si ritrovò senza una parte dei suoi tentacoli, polverizzati da quel potente raggio, aveva gli occhi sgranati, grandi quanto due piattini da sotto tazzina per il caffè.
Guardò Davide come se fosse la prima volta che vedeva un mostruoso essere umano dotato di intelligenza. La luce in quegli occhi circolari virò dal bianco ad un porpora violento e saturo d’odio.
Iniziò a gridare. Era rabbia? Era dolore? L’urlo partì con un tono basso, salendo pian piano fino a trasformarsi in una specie di fischio gracchiante: un enorme bollitore tenuto sul fuoco per troppo tempo.
Ovviamente coprirsi le orecchie non sarebbe servito a niente, quello sfogo era una vibrazione mentale agghiacciante e acuminato.
Gli occhi sgranati divennero una linea sottile e affilata, la strega fatta di oscurità si fece liquida, oleosa, per poi sciogliersi improvvisamente, venendo assorbita dal terreno sconnesso dalle forme geometriche tanto regolari. Una parte della villa crollò con un un rumore quasi gentile.
«Così? È finita così?» Davide stava cercando i segni della presenza del mostro o quanto meno dei suoi resti.
Non hai fatto un bel niente, idiota! La magia non ha effetto su di noi. Credo sia rimasta colpita dal tipo di incanto usato… ma sto solo ipotizzando.
«Aveva un buco nel petto, magari l’ho colpita in un punto de—»
Una legione, un numero esorbitante di linee nere ondeggianti si sollevarono dalla voragine. Erano migliaia e migliaia. Il mago iniziò a temere davvero che fosse finito in un film di fantascienza di quart’ordine a imitazione di saghe più famose. Un verme gigante delle sabbie, Sarlacc o Shai-Hulud, avrebbe segnato la fine di questo stregone gentile?
La gattina con il collare rosso miagolò con la sua tipica vocina calma e pacata nella sua mente, spazzando via ogni altro pensiero.
Evitò i tentacoli, muovendosi rapidamente come se stesse pattinando sul ghiaccio: i cuscinetti d’aria erano molto stabili e facili da controllare.
Si spostò allontanandosi dalla zona. Altre enormi bocche dentate si aprivano sotto di lui, ingoiando enormi quantità di terra, vegetazione e cercando di ghermire con qualunque mezzo il povero Davide sempre più concentrato nel ritornare dalla sua gatta certosino.
Evocazione. Devi evocare!
Non era di Pazu questa nuova voce mentale divertita, aveva un odore differente, l’odore di una lampadina ad incandescenza accesa. I tentacoli attaccavano in gruppo e da ogni direzione lo stregone, che evitava tutto con agilità e continuava a spostarsi serpeggiando verso dei rilievi collinari. Due piccole abitazioni vennero inghiottite senza che Davide riuscisse a far niente, erano abitate? Il terreno masticò con gusto le due casette. Qualcuno aveva urlato? La bocca fatta con una mezza collinetta si chiuse silenziando ogni cosa. Il mago non aveva altre idee, nella sua testa sentiva ancora quell’urlo colmo di terrore che s’interrompeva nel frastuono di una frana innaturale. Nella disperazione, cominciò a lanciare incantesimi fatti di rabbia esplosiva, ma il risultato era solo altro terriccio e frammenti di corteccia e rami sparati in aria dalle onde d’urto. Buio e lampi abbaglianti, silenzio e boati tonanti.
Discussioni