MENZOGNE
Serie: LA VALLE DELLE LACRIME
- Episodio 1: IL BAMBINO DEL BURRONE
- Episodio 2: ELENA CABALLARIO
- Episodio 3: LE PAURE DEL POLIZIOTTO
- Episodio 4: IL VALICO DELL’ALBA
- Episodio 5: LA PRIGIONE AI PIEDI DEL MONTE
- Episodio 6: GIULIO CABALLARIO
- Episodio 7: NASCONDERSI IN UNA SPELONCA
- Episodio 8: IL DISEGNO
- Episodio 9: LUIGI CABALLARIO
- Episodio 10: INDAGINI E RICORDI
- Episodio 1: INIZIATIVA PERSONALE
- Episodio 2: L’INTERROGATORIO
- Episodio 3: I BOSCHI SUI MONTI
- Episodio 4: LA LUNA E IL CIELO
- Episodio 5: LA GUIDA
- Episodio 6: SOGNI E INCUBI
- Episodio 7: SILENZI
- Episodio 8: MORTE SUI MONTI
- Episodio 9: MENZOGNE
STAGIONE 1
STAGIONE 2
CITTÀ
Pur conoscendosi da alcuni anni, un approfondimento della loro conoscenza non era stata presa neanche minimamente in considerazione da nessuno dei due finché, un giorno, Luigi decise di tentare: la contattò telefonicamente, il numero recuperato dopo varie vicissitudini, e le propose di incontrarsi quella sera stessa al parco Umberto I per parlare del più e del meno.
«Magari ti offro pure qualche sigaretta nel mentre…» tentò di persuaderla. Sapeva, infatti, che anch’ella era un’accanita fumatrice, proprio come lui.
«Certo, perché no» gli rispose con quella sua voce delicata. L’aveva convinta.
Così cominciarono a frequentarsi, lui troncò la sua duplice relazione passeggera e si dedicò totalmente a lei.
A tre settimane dal primo incontro, vollero trascorrere in maniera romantica un’altra serata insieme: fu su una panchina di via Diaz che, sotto le tremule luci dei lampioni, si baciarono teneramente per la prima volta, mentre in cielo una pallida luna osservava la scena come un’avida spettatrice. Era felice, e il solo guardarla lo faceva sognare.
Quel suo regalo, un orsacchiotto con un grande cuore rosso tra le zampette, aveva convinto definitivamente la donna ad amarlo senza timori, gli occhi inumiditi da quel semplice quanto potente gesto d’affetto.
Trascorsa la mezzanotte, decisero di rincasare per evitare di buscarsi i classici malanni di stagione, ma dovettero dapprima percorrere un lungo tratto di strada per arrivare all’auto di Luigi; l’unico posto in cui parcheggiare, difatti, si trovava poco lontano da via dei Mille, in una traversa che si intersecava col corso principale. Ma poco importava.
Giunti a destinazione, chiusero la porta e dormirono insieme.
La mattina seguente, Luigi si svegliò stanco ma leggero, dopo tanto tempo. Lucrezia era la sola in grado di fargli dimenticare per un’intera notte quella maledetta faccenda di suo fratello.
Disteso prono sul letto, la coperta a coprirgli mezzo busto e il braccio sinistro penzoloni, fissava la persiana di fronte aperta quel tanto che bastava per far filtrare un riverbero di luce all’interno della stanza. Sorrise.
Senza neanche voltarsi, con l’altro braccio andò alla ricerca della ragazza. Desiderava accarezzarla, la sua pelle morbida a ricordargli un soffice cuscino, ma non trovò nessuno.
«Lucrezia!» la chiamò, voltandosi di scatto. Facendo forza con le braccia, si alzò leggermente mettendosi subito dopo seduto al centro del letto. «Lucrezia!» urlò, con ancor più enfasi.
A quel richiamo, una sagoma sbucò dalla porta e subito la riconobbe: quei lineamenti così dolci lo avevano conquistato fin dall’inizio, e niente e nessuno avrebbe potuto farlo desistere dal pensiero che fosse bellissima.
«Ti sei svegliato, finalmente.»
«Che ore sono?» le domandò confuso e ancora mezzo assonnato.
«Sono le undici e mezzo» rispose l’altra avvicinandosi alla finestra e alzandone le tapparelle. La luce del sole lo accecò in un attimo, e nulla poté evitare la sua mano posta a protezione degli occhi. Si stiracchiò, i muscoli ancora indolenziti dal sonno e il profumo della donna a inondare lentamente la camera da letto.
«Che stai facendo fuori?»
«Nulla, ho visto un po’ la televisione e letto alcune cose.»
«Sei stata mattiniera oggi…» scherzò lui, la frase resa quasi incomprensibile da uno sbadiglio. Lei sorrise, riscaldandogli il cuore in un battito di ciglia.
«Non avevo tanto sonno,» gli rispose «però ho scoperto una cosa…»
«Che cosa?»
Aveva lasciato il suo giaciglio, nel frattempo, e stava infilandosi maglietta e pantaloni dandole le spalle.
«Gli anelli di tua nonna che fine hanno fatto? Volevo tanto rivederli ma non ci sono più nel cassetto…»
Si bloccò. Prima della sera precedente, erano già stati a casa sua, avevano parlato delle loro rispettive famiglie e nel ricordare sua nonna, in uno sprazzo di estrema fiducia, Luigi le aveva accennato dei gioielli lasciatigli da quest’ultima e conservati gelosamente in un cassetto del comò.
«Quali anelli, cara?» le chiese evitando il suo sguardo. Cercava una scusa da propinarle, in quel momento.
«Ma come quali? Quegli anelli d’oro che avevi sempre nel cassetto, non ti ricordi? Mi dicesti che erano di tua nonna, me li facesti anche vedere. Che fine hanno fatto?»
Soltanto di fronte all’evidenza si voltò verso di lei, rassegnato.
«Doveva essere una sorpresa, ma non fa nulla: li ho portati da un orafo per farli allargare un po’» spiegò, facendo spallucce. «Volevo regalarteli, perché ti amo, Lucrezia.»
La donna si portò la mano alla bocca per l’incredulità , l’emozione a mille. Gli corse incontro e gli balzò addosso per abbracciarlo, baciandolo intensamente.
«È un pensiero bellissimo!» gli disse, la frase lasciata sospesa a mezz’aria dalla foga dei suoi baci sulla bocca dell’uomo. «Quando te li restituirà ?»
«Non saprei, ma l’orafo è un amico fidato. Farà un ottimo lavoro.»
L’altra lo abbracciò di nuovo, stringendolo a se con tutta la forza in corpo, e una folata di profumo alle rose gli investì le narici. Non sapeva, che era tutta una bugia.
CASA DI GREGORIO CABALLARIO
Quella notte, come ormai da circa un mese, aveva dormito pochissimo, forse due o tre ore. Si rigirava nel letto scoprendosi continuamente e posando lo sguardo a volte sul soffitto, altre ancora sulla finestra leggermente aperta per far entrare un po’ di frescura, in un turbinio di emozioni. Enea aveva lasciato un vuoto incolmabile, e dopo tutto quel tempo, non riusciva ancora a scorgere la nota ‘’luce in fondo al tunnel’’. Le ultime giornate erano trascorse in un silenzio tombale; neanche la televisione aveva voluto accendere. Oltre ad alzarsi dal letto, restava seduto per ore intere a fissare il vuoto e piangere, piangere e fissare il vuoto tenendo stretto fra le mani un pupazzo di suo nipote. Gliel’aveva regalato per il suo secondo compleanno e, nonostante la furia distruttiva dei bambini durante i loro giochi, poteva dirsi ancora integro, pur essendo privo di un arto. Ma non gli importava; era un giocattolo di Enea, e costituiva l’unico modo con cui poterlo sentire vicino. E se quello era il prezzo da pagare, era ben felice di farlo.
Stava per metterlo via, in camera del piccolo, quando squillò il cellulare.
«Pronto?»
«Ma che fine hai fatto?» chiese una voce dall’altro capo del telefono. Era Cleros. «Ti cerco da giorni e non rispondi nemmeno.»
«Sono a casa» gli rispose, distratto.
«Allora tra dieci minuti passerò a prenderti. Fatti trovare pronto.»
Serie: LA VALLE DELLE LACRIME
- Episodio 1: INIZIATIVA PERSONALE
- Episodio 2: L’INTERROGATORIO
- Episodio 3: I BOSCHI SUI MONTI
- Episodio 4: LA LUNA E IL CIELO
- Episodio 5: LA GUIDA
- Episodio 6: SOGNI E INCUBI
- Episodio 7: SILENZI
- Episodio 8: MORTE SUI MONTI
- Episodio 9: MENZOGNE
Mi ha incuriosita la parte iniziale. mi è sembrato di capire che i due momenti sono collegati, a distanza di tempo. Il finale della prima parte, non bello, apre sulla seconda sena. Resta un mistero nel mezzo, da decifrare.
Ciao Irene, è un mistero indispensabile per capire alcune cose future, non dico altro ahah. Grazie mille come sempre!
Un episodio ben scritto, con parole dosate e un ritmo adeguato alla narrazione. Ottimi, a mio parere i dialoghi della prima parte che mostrano la scena senza la necessità di descrizioni che avrebbero rischiato di appesantire la lettura. Al contrario, il linguaggio appare fresco, così come i personaggi e l’amore che c’è fra i due che però è guastato dalla rivelazione finale. Questa sembra quasi fare da ponte per traghettarci ancora nella tragedia della perdita.
Mi è piaciuto l’elemento del pupazzo che troviamo in entrambe le parti e bello il finale sospeso che fa venire voglia di leggere oltre.
Ciao Cristiana, grazie come sempre, gentilissima!!!
Bel racconto
Ciao Kenji, grazie mille!!!