
Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
- Episodio 10: Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
STAGIONE 1
Il malessere emotivo causato da quanto sognato nella notte mi accompagnò per tutto il giorno seguente. L’angoscia che avevo sentito espandersi nella mia mente non era la commossa e indignata partecipazione spesso provata nella visione di un documentario o di un film di denuncia, ma, piuttosto, la percezione intensa e totale della disperazione umana: la completa, atroce, condivisione del dolore altrui.
Mi risultava incomprensibile ed inconcepibile l’indifferenza degli artefici di tanto orrore alla sofferenza provocata a persone che non avevano alcuna colpa salvo quella di essere vive. Perché tanto odio distruttivo nei confronti di propri simili?
Da sempre credevo che il male fosse una cosa casuale, determinata da particolari circostanze, una quasi naturale manifestazione di esaltazione e stupidità ma ora, il dubbio che fosse radicato nell’animo umano o che fosse addirittura guidato, con premeditazione, da una qualche entità rivoltava completamente il mio pensiero. Mi chiedevo, con una certa apprensione, se quell’anima malvagia che avrei dovuto fronteggiare non avesse potuto contare sul supporto di qualcuno o qualcosa che potesse sovrastare con facilità la mia mente.
La sera ne avrei parlato con Jurgen, ma ora avevo necessità di riacquistare serenità e così, in attesa che venisse ora di pranzo, passeggiai a lungo ammirando ciò che mi circondava. Il contatto rassicurante con il bosco mi giovò, tutto era un inno alla vita ed era la risposta che cercavo: nella natura non esiste il male, quindi, il problema era solo umano e, in quanto tale, risolvibile.
Nella peggiore delle ipotesi cancellando l’uomo, pensai, ma in questo caso l’uomo sono io mentre non ho ben chiaro cosa sia ciò che mi troverò ad affrontare.
Poco prima delle undici passai da casa, presi dal seminterrato una buona bottiglia di Brunello, e scesi da Piero e Marisa. Loro mangiavano presto per poi dedicarsi ai clienti ed era mia intenzione pranzare con loro.
«Thomas ciao, aggiungo un posto a tavola?» chiese Marisa, senza alzare gli occhi dal soffritto che stava cuocendo.
«Si, sono venuto presto proprio per questo, a patto, però, che mi facciate pagare altrimenti vado a casa e mangio pane e formaggio» risposi, sorridendo.
Abbassò la fiamma del gas e rispose seccamente: «Se vuoi pagare sei un cliente e se sei un cliente vieni a mezzogiorno e ti siedi in sala».
Poi, vedendo la mia espressione avvilita, si addolcì.
«Sei un amico, Thomas, non è che accettiamo tutti alla nostra tavola ma chi pranza con noi in cucina, non paga. Ora, puoi stare lì a guardarmi o ti metti a sbucciare quelle patate così ti guadagni il pranzo e non ti senti in debito».
Non fiatai. Indossai il tipico grembiule tirolese che usavano loro e mi diedi da fare. Chiacchierando la tensione iniziale si dissolse e quando arrivò Piero, dopo aver sistemato gli acquisti nella dispensa, ci sedemmo a mangiare. Come le altre volte apprezzai sia i cibi cucinati che le chiacchiere che sgombrarono la mia mente dai pesanti pensieri della mattinata.
Trascorsi il pomeriggio leggendo e ascoltando musica nel tentativo, inutile, di tenere lontane preoccupazioni e incertezze. Nel tardo pomeriggio, con mio grande sollievo, il cellulare squillò e il nome rassicurante di Jurgen apparve sullo schermo. Lo tempestai di domande, gli manifestai i miei dubbi e le mie paure e lui, con calma e cortesia, mi chiarì, semplificandola, la situazione.
«Vedi Thomas, per te Giacomo, aldilà dei beni materiali che ti ha messo a disposizione, resta uno sconosciuto ed è ovvio che la situazione in cui ti ha collocato possa turbarti, prima di tutto ti presenta una realtà che fino a pochi giorni fa nemmeno consideravi e poi ti chiede una partecipazione attiva in una battaglia che usa armi che non sapevi di possedere, fidandoti solo del mio aiuto e del suo, per quello che potrà fare. Oramai non è più una questione di interesse ma, piuttosto, di fede. Io ti posso garantire che Giacomo era una persona buona e la sua anima non merita la cancellazione ma non posso pretendere che tu creda ciecamente a ciò che ti dico, quindi, decidi per istinto, per ciò che la tua, di anima, ti suggerisce: qualunque scelta farai sarà quella giusta ed anche se tu chiudessi la porta di casa, dimenticandoti di tutto, Giacomo ti capirebbe.»
La decisione era quella già considerata nei giorni precedenti, avevo solo bisogno di sentirmi tranquillizzato e lo feci presente a Jurgen.
«Non ho tentennamenti Jurgen, te l’ho già detto che sono in ballo e che intendo ballare, volevo solo tu sapessi che ho molti dubbi e molta paura e che non vorrei che la mia forza, come tu la definisci, svanisse da subito.»
«Tu confondi ciò che sei con l’anima che è dentro di te e che hai poco conosciuto, e quando ti ho detto che ne saresti uscito migliore non era tanto per dire. La consapevolezza della tua potenzialità ti renderà un uomo diverso: vivrai l’amore che hai sempre allontanato, scriverai il libro che hai vagheggiato, avrai dei figli da crescere e tante cose da insegnare. Domani notte, sopra gli elettrodi applicherai quella retina di filo metallico che c’è nel cassetto, è una specie di gabbia di Faraday che mi permetterà di isolare la tua mente da qualsiasi influenza esterna. Non credo sarà necessario ma è un’ulteriore protezione se tu dovessi mostrare segni di cedimento. Ora, se puoi, evita di pensare troppo, va a trovare i tuoi amici e poi mettiti a letto tranquillo. Ho la convinzione, conoscendo molto bene Giacomo, che farai sogni molto dolci che ti aiuteranno a capire. Buona notte, Thomas, a domani.»
«Buona notte, Jurgen, sei sempre prezioso, grazie!»
Scesi a valle in cerca di una pasticceria e, trovatala, acquistai un vassoio di bignè nella speranza che Piero e Marisa li amassero quanto li amavo io. Chiesi se avessero uno spumante ghiacciato e mi consigliarono un Trentodoc, ne presi due bottiglie e mi avviai, veloce, dai miei amici.
Furono sorpresi vedendo dolci e vino e mi chiesero se fosse il mio compleanno o un qualche anniversario.
«No, è solo l’inizio di una nuova vita e voi ne siete partecipi.»
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
- Episodio 10: Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
La dolcezza che trasuda dagli ultimi paragrafi è direttamente proporzionale a quella di un vassoio di bignè. 🤤
A parte gli scherzi, come hanno già fatto presente altri autori, il fatto che la serie sia stata categorizzata come Horror serve solo per incasellarla in qualche genere, ma all’interno c’è molto di più.
Non vedo l’ora di leggere i prossimi capitoli! 🌺🌺🌺🌺
Leggere le considerazioni sul male che fa Thomas, intenderlo come radicato nella natura umana, mi ha davvero fatto paura. Pensare che l’odio possa essere consapevole è davvero orribile.
“la completa, atroce, condivisione del dolore altrui.”
Mi ha molto colpita questo passaggio. Ci sono empatia e sensibilità, fanno onore a Thomas
“Nella natura non esiste il male” o “La consapevolezza della tua potenzialità ti renderà un uomo diverso: vivrai l’amore che hai sempre allontanato, scriverai il libro che hai vagheggiato, avrai dei figli da crescere e tante cose da insegnare” sono tra i passaggi che preferisco. Intensi e diretti. Complimenti!!!
C’è davvero tanto di te come autore e, credo, anche come persona in questa bellissima serie. C’è l’amicizia, la vita vissuta e quella desiderata, l’acquisizione della consapevolezza di sé e la crescita personale. Non importa il tag, io credo che tu debba procedere sulla strada che ti verrà mostrata di volta in volta. La storia è bella e interessante e avrà sicuramente nuovi sviluppi e svolte degni. Un abbraccio Giuseppe.
«Sei un amico, Thomas. Non è che accettiamo tutti alla nostra tavola, ma chi pranza con noi in cucina non paga. Ora, puoi stare lì a guardarmi o ti metti a sbucciare quelle patate, così ti guadagni il pranzo e non ti senti in debito». Bello questo passaggio. Comunque, questo racconto mi incuriosisce sempre di più.👏👏👏
Ecco un altro episodio ben riuscito. Le considerazioni sul male mi sono piaciute particolarmente. Vedremo, dunque, cosa accadrà al prossimo risveglio di Thomas!
Un racconto particolarmente piacevole, con la natura del bosco, che solo a pensarla mette l’anima in pace; il calore dell’amicizia e della buona cucina di Marisa e Piero, il buon Brunello, il vassoio di bignè (uhm!) e le parole rassicuranti di Jurgen. Ma se questo é un horror, cosa dovrei aspettarmi per i prossimi episodi?
Ciao Giuseppe, a presto.
Questo dimostra la mia incapacità di spaventare e di creare un horror efficace. C’è un po’ di “paranormale” ma niente che faccia accapponare la pelle. Era un tentativo ma credo sia meglio torni alla mia fantascienza distopica/ucronica, all’acqua di rose anche quella. Grazie, Maria Luisa. 🌹🌹🌹
Ma no, non importa se è horror o meno… A me piace, sono incuriosito e vorrei leggere il seguito…
Grazie Marco, vedrò di appagare la tua curiosità. Doveva essere un racconto breve ma si sta allungando da solo 😜. A presto!
Ma stai scherzando? Io voglio i prossimi episodi. Poi l’horror è soggettivo; ad esempio, i film di Hitchcock, anche da bambina, li ho sempre trovati belli ma quasi rassicuranti, mentre film come “Voci dall’ombra” mi hanno molto turbata.