
0,8 Millilitri
Serie: Taxi N.4/28
- Episodio 1: 0,8 Millilitri
- Episodio 2: Autorimessa
- Episodio 3: Indicatori di direzione
- Episodio 4: Tetrodotossina (TTX)
- Episodio 5: Ferri del Mestiere
STAGIONE 1
Una volta saliti a bordo, la loro giornata prese una piega decisamente inaspettata.
Il tassista a quanto sembrò ebbe una gran fretta, data anche la sgommata in partenza, che riecheggiò in tutto il front al piano terra dell’aeroporto Mario Mameli, circa sei km a nord-ovest dalla città di Cagliari.
La prima sbarra, lesse automaticamente la targa senza che il guidatore fosse costretto a poggiarne il biglietto nel lettore digitale dinnanzi ad essa, un sistema molto preciso. Si, perché ad ogni singola targa corrisponde un tempo di quindici minuti tra entrata e uscita e Frank utilizzò sempre al meglio, quella finestra temporale. Infatti con il suo veicolo, ne furono passati esattamente quattordici e la sbarra si alzò, senza ulteriori indugi.
«Scusi, quanto sarà la tratta totale? Volevo anche sapere più o meno a quanti chilometri ci troviamo, dalla Piazza Yenne» chiese uno dei due passeggeri. La donna, più precisamente.
Americana e sposata con Carmine, imprenditore milanese da almeno dodici anni, che seduto al suo fianco, dava un’occhiata sul cellulare per controllare i messaggi su Whatsapp dei parenti sardi.
Quella fu per loro la prima volta che andarono in vacanza in Sardegna, ospiti dalla famiglia di lui.
«Eh, boh guardi, più o meno saranno una decina di chilometri scarsi» rispose svogliatamente l’autista, porgendo l’accendisigari rovente sulla cima della sigaretta tenuta stretta tra le labbra, ed alzando il volume della radio. Su questa, sintonizzata sulla stazione 98.2 suonava un vecchio pezzo di Miles Davis, di cui nessuno dei tre ne sentì il titolo pronunciato qualche minuto prima dallo speaker. Ma no problem, quello ve lo dirò io.
È Mileston.
Il fumo della prima boccata riempì fastidiosamente l’intero abitacolo, la coppia come d’istinto e senza farlo nemmeno apposta, abbassò all’unisono il proprio finestrino, almeno quanto bastò per farne uscire il più possibile.
Ma fu in effetti per via dell’aria condizionata che presto li richiusero, poiché fece troppo caldo:
meglio quello zoticone che fumava come un turco, piuttosto che i quarantadue gradi esterni già preannunciati in aereo e che percepiti, fossero in tutta probabilità ben molti di più.
Respirare quel fumo passivo fu sicuramente la cosa meno grave, per loro, dato che ormai da quando il tassista alzò il volume della canzone di Davis che praticamente prese il totale sopravvento dell’atmosfera, iniziò anche a correre. Pesantemente. Sorpassò chiunque, fulmineo, tornava a destra e sorpassava, nuovamente, tagliando in maniera brusca la strada a qualche veicolo più lento di lui che lo intralciasse ed altre cose ben poco avvedute.
Finché in una delle vie principali, con corsia sviluppata in linea retta e decisamente lunga, notò poco più lontano un posto di blocco: una volante della stradale messa leggermente di sbieco, invadeva parzialmente il senso di marcia.
Due poliziotti in piedi, ai lati, guanti in pelle ed armati con un mitragliatore ciascuno, gambe leggermente divaricate.
Il terzo, invece, fu quello che si approntò a mostrare la paletta, ma il taxi era troppo veloce.
Inoltre data la distanza, molto probabilmente nessuno dei tre si era accorse che fosse appunto proprio un taxi.
D’altronde, perché una vettura di servizio pubblico non di linea stesse correndo così, in quel modo e specialmente in una strada trafficata come quella?
Il guidatore, che invece notò subito la pattuglia, con un’arguta e repentina manovra prima accelerò e poi sfruttando in contromano una delle direzioni suddivise dai cordoli dell’incrocio alla loro sinistra, passò a qualche metro da essa.
Lo fece, tagliando la strada ad altre due auto in direzione opposta, in contromano, ed una di queste dallo lo spavento sterzò, impattando così su alcune vetture parcheggiate. Da questa si levò per qualche istante del fumo, sprigionato verosimilmente dall’esplosione degli airbag ed iniziò persino a suonarle l’antifurto.
Anche se ad una quarantina di chilometri orari, l’impatto fu decisamente forte.
I membri delle forze dell’ordine si diressero proprio verso la malcapitata vettura, anche per assicurarsi della situazione di tutti i passeggeri presenti, coinvolti. Uno di loro rimase invece alla volante, tirò la radiolina dall’interno dell’abitacolo e pigiando sul tastino corrispondente, esclamò:
«veicolo in fuga, evitato posto di blocco, taxi modello Bmw presumibilmente X4 con persone a bordo, gira a folle velocità compiendo manovre molto pericolose, dobbiamo fermarlo. Ultima direzione nota viale Trento, potrebbe scendere in via Nazario Sauro e quindi costretto verso via Goffredo Mameli, attenzione.»
«Va bene, ricevuto. Altre probabili direzioni salita via Gorizia verso via Vittorio Veneto, giusto?
Se non dovesse tornare indietro, può andare solo in viale Merello, cerco subito pattuglia nei dintorni, conferma?»
«Sì confermo, dubito che tornerà indietro.
Ora partiamo anche noi verso il viale a sirene spiegate, attendiamo aggiornamento.»
«Perfetto, restate in attesa, lasciare radio libera, grazie.»
Il grosso crossover bianco, fu invece diretto proprio in direzione opposta da quella intrapresa poco prima con gli occhi addosso dei poliziotti presenti e, una volta imboccata Nazario Sauro, tornò indietro verso il viale Trieste.
Dopo che proseguì dritto per circa seicento metri sarebbe arrivato nei pressi del precedente posto di blocco, si, ma stavolta in direzione opposta. Poté così svoltare a sinistra, in via Santa Gilla, ed arrivò alla prima rotonda con uscita verso il porto, passando subito dopo da via Campo Scipione. Una via pressoché vuota, che gli consentì di aumentare cospicuamente la velocità fino ai pressi dei grandi edifici dell’autorità portuale.
Nel frattempo marito e moglie furono terrorizzati. Addirittura, qualche minuto prima, un sonoro click indicò la chiusura delle portiere posteriori dall’interno, ma loro non ci avevano dato poi tanto peso, fino a quel momento.
–Potrei tentare di fare un balzo in avanti, muovere il volante costringendolo a rallentare o tirargli un braccio da qui dietro– pensò Carmine, in preda all’ansia, alla ricerca di una qualsiasi soluzione per uscire da quell’incubo.
Con entrambe le mani, si aggrappò alla maglia del guidatore ed iniziò a strattonarlo, vigorosamente.
Questo non si scompose affatto ed anzi, bloccò la foga dell’uomo, con un secco e veloce colpo di siringa all’addome.
Con braccio destro il tassista estrasse dal portaoggetti centrale una siringa da insulina, ed aspettò il momento giusto per sferrare un rapido e preciso colpo durante un attimo di confusione.
Attimo che ovviamente si presentò solenne, per cui l’attesa funzionò eccome, l’ago entrò benissimo. O quasi.
Entrò comunque quanto bastasse a somministrare correttamente una massiccia dose di benzodiazepina che, nel giro di qualche secondo, addormentò l’imprenditore.
Serie: Taxi N.4/28
- Episodio 1: 0,8 Millilitri
- Episodio 2: Autorimessa
- Episodio 3: Indicatori di direzione
- Episodio 4: Tetrodotossina (TTX)
- Episodio 5: Ferri del Mestiere
Dannazione, ora con questo cliffhanger sono più curioso che mai di scoprire che succederà ai due turisti. Questa storia mi ha ricordato, sebbene a parti invertite, A Bloody Lucky Day, una serie TV coreana che ho recentemente visto su Paramount+. 😊👍
I coreani sono a loro modo maestri, sfruttano l’emotività in maniera del tutto personale rispetto a noi europei. Talvolta mi affascinano mentre a volte mi annoiano a morte, ma questa è un altra storia! Non conosco minimamente la serie di cui parli poiché mi trovo alquanto indeciso se spendere 3,99€ al mese per i primi tre mesi e sottoscrivere per la seconda volta il mio abbonamento a Paramount+. Però adesso devo come minimo guardare il trailer di questa serie che hai citato, son curioso. Detto questo, felicissimo di averti ancora una volta coinvolto con le mie creazioni 🫡
Che bello trovare un paio di refusi dopo quasi 72h che attendevo la pubblicazione del racconto