Acciaio chirurgico, fiale e provette. 

Serie: Taxi N.4/28


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Dunque tossì, e prese a scalciare d'improvviso. Si fermò poco dopo, con uno scatto.

Il terrore la imprigionò nella sua gelida morsa, strappandole il respiro. La consapevolezza di essere completamente immobilizzata e con un bavaglio in bocca la proiettò in un’altra dimensione, praticamente paralizzandola.

I pensieri ottemperavano il suo stato d’animo senza lasciarle scampo, con le domande che promiscue dilaniavo la poca lucidità rimastale, ma poi… la voce di Frank ruppe il silenzio.

«Oh, ma ben tornata, tesoro! Finalmente ci degni della tua presenza! Riposato bene?» chiese, dandole le spalle.

«Pff, ma che importa! Tanto non puoi neanche rispondere!» concluse, dirigendosi verso i suoi scintillanti attrezzi tra cui cercò due diversi divaricatori.  Una volta trovati, li piazzò nel mobiletto a rotelle con più ripiani che si trovava proprio dinnanzi a lui, avvicinandoselo alle gambe in modo da averlo prossimo durante l’operazione.


Siringa, boccetta, veleno, pinze emostatiche Halsted-Mosquito, forbici Metzembaum…

alcuni bisturi di diverse misure, sia panciuti che lanceolati, si.

Garze sterili, mh, fammi penare… Si! Bene, mia cara! Bene bene!

Sembra proprio che non manchi niente.

«Come dici, scusa? Non ho capito bene, sembri un po’ turbata. Qualcosa ti preoccupa?» La donna urlò, più forte che poté. Con tutte le sue forze.  O almeno ci provò, ed anche nel caso in cui ci fosse riuscita, il volume molto alto della canzone ne avrebbe coperto il rumore in modo da non infastidire il buon vecchio bastardo Frank.

Che nel frattempo, riassettando la strumentazione, fischiettava allegro quel pezzo, uscito poco prima degli anni ’80. 


Chase, di Giorgio Moroder.



«Che c’è…!? Non vorrai mica dire che questa non sia musica di tuo gradimento?!» domandò lui, stizzito, proseguendo in quel suo malformato turbinio di deliri. «Sarai magari più propensa verso un altro genere, uno stile differente, eh? Ma sì, può darsi, sarà quello. E se così fosse ti capisco, d’altronde la musica sbagliata, completamente fuori contesto, è un… un qualcosa di terribilmente fastidioso, a cui si riesce a sopravvivere difficilmente.

Rischia proprio di scombussolartelo e mandartelo a puttane, il sistema nervoso! Perciò tu fidati di me, vedrai.

Non avrai nulla di cui preoccuparti, durerà poco e non sentirai niente, te lo prometto.

O almeno quasi, visto che con niente intendo sì, proprio niente, ma soltanto per quanto riguarda il livello fisico.

Sotto questo aspetto non sarai in grado di percepire assolutamente nulla, sono davvero molto bravo in queste cose…» terminò, abbassando progressivamente la voce senza quasi pronunciare le ultime parole.

Le strinse forte l’avambraccio, pressandolo sul tavolo eliminandone così ogni possibilità di movimento.

Due minuziosi colpetti in un preciso punto del braccio e vi inserì un piccolo deflussore, proprio nella cubitale mediana sinistra. Questo, gli sarebbe servito più avanti per poter iniettare con più facilità e rapidamente diverse sostanze senza doverla “placcare” ogni volta, rischiando così o di spezzarle un ago dentro o farle comunque inutilmente del male anziché preservarla nelle giuste modalità.


Avendo studiato a lungo il veleno del pesce palla, fatto numerose ricerche, letto tante di quelle testimonianze su punture accidentali o indigestioni alimentari causate dall’ingestione dell’animale Frank mesi prima fu in grado di sintetizzare un preciso inibitore. Dopo aver apportato diverse modifiche in corso d’opera, finalmente lo creò e non vedeva l’ora di provarlo su qualcuno, dato che anche i diversi test su alcune caviette indiane avevano brillantemente passato la prova. La creazione di tale composto fu fondamentale, era un qualcosa che dava senso a tutta la meticolosità del piano e di cui non poteva fare assolutamente a meno. Per lui non c’era nient’altro di più importante che avere le proprie vittime lucide e consapevoli del momento, in tutto e per tutto. Questo poteva essere un problema per via della tipologia proprio di quel preciso veleno, poiché durante il tempo che intercorre tra la somministrazione ed il sopraggiungere degli effetti più devastanti… la nausea ed il vomito sono i primi ad arrivare.

Sintomi forti e duraturi, fin dai primissimi minuti. E no, assolutamente. Non poteva permettersi di avere qualcuno al suo tavolo che durante l’operazione urlasse, dimenandosi selvaggiamente e vomitando l’anima dappertutto in preda alle convulsioni più improbabili. L’inibitore che riuscì a creare, è in grado di agire su dei recettori fondamentali nella produzione di serotonina. Iniettandone una giusta dose, avrebbe dunque forzato una temporanea e totale assenza di nausea, diminuendo quasi del tutto persino le contrazioni dei muscoli addominali, del diaframma e dei muscoli toracici. L’unico effetto collaterale che riscontrò durante i test, fu quella di una cospicua sonnolenza, una sorta di distacco corporeo. Cosa che eliminò totalmente inserendo una minuscola e precisa percentuale di una miscela composta da cocaina ed epinefrina in parti uguali.

Serie: Taxi N.4/28


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