ACQUA

Berto spense il televisore.

Era davanti allo schermo da più di tre ore: soltanto notiziari delle varie emittenti, anche quelle locali. Perlopiù repliche delle varie edizioni della giornata; adesso erano le due di notte di domenica 16 luglio.

La notizia principale riguardava l’ondata di caldo che da una settimana aveva colpito l’Europa. In quasi tutti i paesi le temperature superavano di almeno dieci gradi le medie del periodo. E non era improbabile che potessero aumentare ancora.

Berto pesava centotrenta chili, ed era molto preoccupato. Cercava di rispettare al meglio tutti i consigli che davano medici ed esperti, e seguiva con attenzione ogni dibattito sull’argomento che intercettava, navigando tra i canali televisivi.

Aveva imparato molto, in questi giorni, guardando decine e decine di trasmissioni. E cercava pure di mettere in pratica quanto veniva raccomandato.

Solo con un punto era effettivamente in difficoltà: evitare di uscire nelle ore più calde della giornata.

Lui era stato assunto dal Comune per occuparsi di siepi e piante in vari quartieri della città: mica poteva farlo di notte!

Per il resto, stava cercando di mettere in pratica ogni consiglio potesse essere utile per superare questo difficile periodo.

Lunedì mattina telefonò al suo medico e gli disse che aveva bisogno di malattia, almeno tre o quattro giorni: era troppo debole per uscire a lavorare. Il dottore lo mise a riposo per tutta la settimana. In fondo le siepi potevano anche aspettare!

Soddisfatto accese il televisore e cercò talk-show che trattassero del grande caldo.

Forse era ancora presto, ma si fermò su un canale regionale che solitamente si occupava di gastronomia. Un esperto dettava le cose da fare nei periodi di grande calura: mangiare cibi leggeri, molta frutta e verdura, ma soprattutto bere almeno tre litri di acqua al giorno, se non di più.

Berto già lo sapeva. Si era procurato una consistente scorta di acqua minerale, dozzine di bottiglie in plastica da due litri. A gruppi di sei le infilava nel frigorifero, e ne beveva a ogni ora della giornata. I vuoti li stava accatastando nello sgabuzzino, in attesa di poter uscire di casa. Aveva anche scorta di frutta, verdura e cracker. Al bisogno poteva sempre ordinare una spesa online.

Martedì pomeriggio cominciò a sentirsi strano: la testa pesante, forse aveva dormito troppo. Guardò le tre bottiglie vuote sul tavolo. Un’altra l’aveva appena presa dal frigorifero. Si mise comodo in poltrona e cominciò la ricerca di notiziari televisivi. Un meteorologo diceva che la massa di aria calda sostava immobile sull’intera Europa. Cambio canale. Un medico consigliava almeno quattro litri di acqua al giorno. Cambio canale. Un ambientalista sosteneva che il surriscaldamento del pianeta era dovuto alla plastica. Cambio canale. Un professore temeva che l’avvento delle auto elettriche avrebbe riempito le discariche di batterie esauste. Cambio canale. Un prete suggeriva di pregare nelle ore meno calde della giornata. Cambio canale. Un ministro sconsigliava di bere l’acqua del rubinetto, finché non fosse terminata l’ondata di calore.

Berto si girò verso la sua scorta di acqua minerale. Presto ne sarebbe servita dell’altra.

Mercoledì sera stava proprio male. Si muoveva a fatica tra la poltrona della sala e la tavola nel cucinino.

Avrebbe potuto telefonare al dottore, ma sapeva che era soltanto colpa del caldo.

Aprì la settima bottiglia della giornata e si mise a cercare informazioni in diretta.

Le notizie che fino a qualche settimana prima aprivano ogni telegiornale erano ormai di secondaria rilevanza: la guerra nel Nord Africa; il batterio killer che aveva già ucciso migliaia di persone, la malattia terminale del Papa.

Tutto in secondo piano.

Prima veniva la torrida estate dell’Europa.

Una famosa marca di vendite online proponeva freschi materassi ad acqua. Cambio canale. Un esperto di imballaggi richiamava l’attenzione sul fatto che le bottiglie in plastica stoccate in piazzali o depositi all’aperto potevano alterare in maniera molto pericolosa il liquido che contenevano.

Berto quasi saltò dallo spavento. Si avvicinò al televisore, alzò al massimo il volume. Ma il servizio giornalistico era ormai terminato.

Andò verso il frigorifero, prese un’altra bottiglia e la guardò controluce, ruotandola più volte.

Forse dovrei far bollire l’acqua prima di berla, pensò. Ma si rese conto che non sarebbe stata una facile impresa.

Ritornò a pigiare sul telecomando.

Una cartomante prevedeva la fine del grande caldo entro metà agosto. Cambio canale. Un sottosegretario proponeva la chiusura di ogni attività produttiva per almeno una settimana. Cambio canale. Il Papa lottava tra la vita e la morte. Cambio canale. Un imprenditore del settore giurava che l’acqua imbottigliata dalla sua azienda non conteneva nessuna tossina, e se ne poteva bere in grande quantità.

Berto si senti rincuorato. Prese una nuova bottiglia e se ne andò a letto.

Il corpo senza vita di Berto fu scoperto lunedì 24 luglio. I vicini bussarono più volte, disturbati dal televisore sempre acceso. Alla fine chiamarono la Polizia. Trovarono il cadavere gonfio come una mongolfiera.

A seguito arrivarono anche i RIS, con valigette e macchine fotografiche. Nello sgabuzzino scorsero decine di bottiglie in plastica da due litri, accartocciate e richiuse con il tappo.

Dal televisore, ancora acceso, un giornalista stava dicendo che la massa di aria torrida aveva iniziato a spostarsi lentamente verso l’Africa. Restava in ogni caso l’emergenza di non uscire nelle ore più calde, e di bere molta acqua.

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Discussioni

  1. Ho percepito un forte senso di disagio e di soffocamento leggendo, come se mi mancasse l’aria. Si respira la pesantezza dell’appartamento chiuso da troppo tempo. Sei molto bravo a descrivere il disagio e l’emarginazione. Affronti tematiche sociali veramente interessanti. La tua scrittura è scorrevole. Molto bravo

    1. Grazie ancora.. la cosa strana è che l’ho scritto qualche mese fa, prima del grande caldo.. la mia voleva essere una critica ai bombardamenti mediatici degli ultimi anni, pandemia in testa, che hanno messo KO tante persone fragili.