Atto finale

Serie: Ziu Pippinu


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Saretta è pronta a chiudere labfaccebda

— Ma…ma perché c’è lui qua?— gridò Saretta

— silenzio, non gridari, non fa nenti, nemmeno ci vede, tu concentrati a fare l’amori con me —

— No, io non ci riesco davanti a quello là, non è possibile, e poi come mai?—

— Saruccia, non ti devi allarmari, lui sta sempri con me, anche in queste situazioni, sai comu vanno queste cose— cercò di spiegare il padrone di casa.

— È fuori discussioni— insistette Saretta.

— Lui starà qua, ti puoi rassegnari. Fai finta ca non c’è nessuno, chi ti ni futti (che te ne frega) divertiamoci, quanto menu fallo per ta figghiu. Vieni, avvicinati, sono al punto giusto e tu sei bellissima, mamma mia hai minni (mammelle) meravigliose. Forza!— poi disse leggermente spazientito.

Gaetanu, impassibili, osservava la scena. Chissà quante volte aveva sentito quelle parole, quante volte era stato testimone dei rapporti intimi del suo padrone e forse si andava anche oltre, così si disse. Taliava tutti e due discutere quannu sentirono un grido provenienti dalla stanza dove avevano lasciato Franca. Don Sariddu con un gesto della testa ordinò a Gaetanu di andare a vederi, cos’era quel casino a casa sua?

Gaetanu corse in fretta a vedere. Corse tanto in fretta ma risultò molto lento rispetto ad un coltellino che si conficcò nel collo di don Sariddu, un colpo secco che fece volare via tanto di quel sangue da bagnari tutti i petali di rose, andò a sporcare tutti i fiori stampati sui veli coprendo anche i colori meravigliosi dei fiori accanto. Non ebbe nemmeno il tempo di capire come aveva fatto Saretta, capì che stava morendo, che quella puttana lo aveva ucciso. Tentò di reagire ma non poté farlo. Cadde sul letto, insanguinato, morto.

Saretta subito corse, nuda e com’era nell’altra stanza gridando il nome di Franca, ma si ritrovò a terra, stesa con un dolore lancinante al petto. Era inciampata in qualcosa della quale non seppe identificarne l’identità. Vide, stesa com’era per terra, Franca che la taliava piangente. Sì alzò e vide per terra il corpo enorme di Gaetanu. Aveva il ferro del camino infilato nel petto, aveva la testa insanguinata, scassata e con quel ferro che gli pendeva dal cuore.

Si abbracciarono forte. Poi andarono nella stanza da letto, Saretta si rivestì in un attimo, poi presero il corpo di Gaetanu, non dirmi come fecero, non lo so ma certe volte la forza della disperazione ti fa fari cosi! Lo misero accanto a quello di don Sariddu, gli calarono le braghe a tutti e due e li misero quasi nudi abbracciati, bocca su bocca.

Andarono via.

L’inchiesta per omicidio fu presto conclusa contro ignoti “della stessa specie “.

Prima poi queste strade portano a questo.

Quando uscirono da quella villa era già buio, nessuno vide cosa!

Un vecchio, un giorno, aveva detto a sa figghia le stesse cose.

— A vita può caderti dalle mani all’improvviso.—

— Arà ziu Pippinu, chi si dici?—

— Ca siemu, tiramo avanti—

— U ‘ntisi( lo ha sentito) quello che è successu nella villa di don Sariddu? Minchia li ammazzaru tutti e due… pari ca i due stavanu in intimità, ma chissà cu fu? ( chissà chi è stato).—

— Chiunque sia statu ci piaciunu (piacciono) sicuramenti i belli jurnati (le belle giornate). —

— Sabbinirica ziu Pippinu—

— Santu e riccu gghoia mia ( santo e ricco Gioia mio)—

Lu ziu Pippinu, tirò fora la pipa, l’accesi e si feci la solita fumata rilassanti. Poi gli arrivò una tazza di caffè.

— L’altro ieri ho preso il caffè da Francuzza, ma devo diri che comu lo fai tu, Saretta mia, non lo fa nessuno. —

— Sei sempre esagerato papà! sei sempre il solito! Alla saluti! —

— Alla saluti! —

Serie: Ziu Pippinu


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